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lunedì 28 novembre 2011

Un'aggiornata rassegna stampa dal Nepal.

Ancora una rassegna stampa dal Nepal (per le precedenti, cliccare qui) curata da Oscar Salvador, corrispondente dall'Asia per il Progetto Viverealtrimenti ed autore di Di Kali ed altre storie per la Viverealtrimenti Editrice.
Per non perdere mai di vista il mondo...
Buona lettura


Manuel Olivares

Il lungo processo di democratizzazione del Nepal prosegue, lentamente e non senza qualche intoppo, ma se non altro è cominciato.
L’integrazione dei 19.000 ex-guerriglieri Maoisti è iniziata ufficialmente il 19 di Novembre ma la scarsa preparazione, nonché i problemi nell’emissione delle nuove carte d’identità, stanno rendendo il procedimento piuttosto difficile (20 Novembre Poor preparations affect.regrouping; Very few go for rehabilitation option; problems faced in ID card issuance – Poveri preparativi affliggono il riaccorpamento; Molto pochi optano per la riabilitazione; Problemi nell’emissione delle cart d’identità; 25 Novembre Regrouped fighters without ID cards – Combattenti reintagrati senza carte d’identità).
Nei giorni successivi sono state pubblicate delle tabelle con le statistiche delle scelte delle 7 divisioni di ex-guerrieglieri, con tre colonne riportanti le opzioni proposte e gli aderenti: la prima colonna riguarda l’integrazione nell’esercito; la seconda concerne il ritiro volontario in cambio di una somma di denaro (fino alle 900.000 rupie,circa 8.500 euro, in base al ranking); la terza che riguarda infine la riabilitazione attraverso corsi di studio, professionali e possibilità d’impiego anche all’estero.
Il risultato, dopo circa 5-6 giorni, vede ben il 70% scegliere di essere integrati nell’esercito regolare nepalese; il 30% scegliere il ritiro in cambio di denaro; mentre lo zero assoluto ha optato per la riabilitazione professionale (21 Novembre 70 pc combatants willing to join army – 70% dei combattenti vogliono unirsi all’esercito).
Questo, se non prevedibile, era quantomeno ipotizzabile, dato che gli ex-guerriglieri appartengono in genere agli strati più poveri della società e sono interessati, giustamente, a un profitto medio-basso ma sicuro e a lungo termine, come quello che può offrire l’esercito regolare, piuttosto che un profitto medio-alto ma incerto, come quello offerto dai pacchetti di riabilitazione; la maggior parte delle donne ex-combattenti ha invece scelto chiaramente l’opzione di ritiro volontario in cambio di denaro (18 Novembre Most female fighters to opt for volutary retirement – La maggior parte delle donne combattenti optano per il ritiro volontario).
La netta sproporzione tra le scelte effettuate non era purtroppo preventivata, ma si sperava che le scelte venissero equamente distribuite per ciascuna opzione, quindi si stanno creando chiaramente dei problemi.
Intanto la quota di 6.500 ex-guerriglieri integrati nell’esercito sta per essere raggiunta a breve e sarà difficile poter allargare di molto il numero: durante i lunghi anni di instabilità politica, l’esercito era già stato ampliato più volte dal Re per cercare di contrastare i rivoluzionari, per cui trovare posto per gli ex-guerriglieri Maoisti risulta quasi impossibile.
Bisogna tenere anche presente che il Nepal ha bisogno di un esercito solo per un utilizzo all’interno del paese, non certo per la difesa e l’attacco esterni, essendo situato tra due super-potenze come la Cina e l’India.
Il discompenso nella scelta tra l’integrazione nell’esercito, il ritiro pagato e la riabilitazione, sta quindi creando una certa apprensione presso i donatori, principalmente stranieri, che finanziano il ritiro e la riabilitazione, in quanto il semplice indennizzo economico sarebbe, a loro avviso, ineffettivo (22 Novembre Donors not funding retirement package; Feel rehab not “marketed” well; Open to small cash payment – I donatori non finanziano il pacchetto pensione; Pensano che la riabilitazione non sia stata adeguatamente pubblicizzata; Aperti a piccoli pagamenti in contanti; 22 Novembre Cash payment alone is ineffective: Donors – I Donatori: il solo pagamento in contanti è inutile).
Seppur questo non sia scritto sulle pagine del giornale, la situazione sembra essere la seguente: probabilmente i nepalesi sapevano quali sarebbero state le scelte, e forse le hanno addirittura agevolate, sperando di poter poi sistemare gli ammanchi aumentando il numero dei pensionati volontari, pagati però con i soldi di investimenti stranieri.
I quali stranieri speravano invece di poter avere come tornaconto alla loro “magnanimità” un minimo di privilegio sulla manodopera qualificata nepalese ma, mancando questo, si trovano a “ricattare” i nepalesi.
In data Venerdì 25 Novembre il numero totale degli ex-guerriglieri reintegrati raggiungeva le 11.025 unità di cui 6.025 avevano scelto l’integrazione nell’esercito, 5.000 il ritiro pagato e 0 la riabilitazione: si aspettano ansiosamente i prossimi giorni per sapere cosa succederà una volta che le quote di 6.500 ciascuno saranno raggiunte e superate.
L’altra spinosa questione degli Accordi di Pace e Collaborazione del 1 Novembre, è quella della restituzione da parte dei Maoisti delle terre di cui si erano appropriati durante il conflitto.
Il processo è iniziato formalmente il 20 di Novembre, trovando fin da subito opposizioni e interferenze da parte degli estremisti Maoisti, comandati dal Vice-Segretario Baidya, che non hanno accettato gli Accordi (21 Novembre Formal process to return seized property begins; Baidya camp’s protest defers actual handover – Il formale processo di restituzione inizia; La protesta del gruppo di Baidya rinvia la vera restituzione; 22 Novembre Baidya faction warns of resistance; A Baidya loyalist in the district said they would not hesitate to take up arms if authorities tried to evict the occupants – Il gruppo di Baidya avverte che resisterà; Un fedele di Baidya nel distretto di Bardya (attenzione allo spelling incredibilmente simile) avverte che non esiteranno ad imbracciare le armi in caso le autorità cerchino di espellere gli occupanti).
E sempre più spinosa sta diventando la questione delle terre che i Maoisti avevano requisito e “generosamente” ridistribuito ai contadini più poveri (25 Novembre Squatters irked at decision to return seized property; Form a struggle committee in Kailali – Abusivi seccati dalla decisione di restituire le terre; Formano un comitato a Kailal; 25 Novembre Maoist distributed seized land to win votes – I Maoisti hanno distribuito le terre occupate per guadagnare voti).
In questo modo occupanti abusivi e Maoisti formano un’unico fronte compatto, ma la data di scadenza per la restituzione si sta avvicinando (26 Novembre) e potrebbero essere mandati via con la forza (25 Novembre Squatters may face forceful eviction as deadline ends; Abusivi potrebbero essere espulsi con la forza visto che il termine scade), situazione auspicabilmente da evitare.
Per quanto riguarda invece la costituzione di una Commissione per la ristrutturazione dell’apparato politico, passato dalla monarchia alla repubblica, grazie alla minacciosa opera della Corte Suprema, le parti in causa hanno finalmente trovato un  accordo, grazie ad un sistema di rotazione (23 Novembre Commission take shape, finally; Parties agree to lead a mehanism on a rotational basis - La Commissione prende forma, finalmente; Le parti si accordano su un meccanismo a rotazione).
Sebbene le date per le stesura della bozza delle nuova Costituzione vengano continuamente procrastinate.
In generale comunque, l’intricata macchina politica nepalese sembra iniziare a girare e la maggior parte delle questioni, se non proprio risolta sembra almeno risolvibile, tanto che perfino i Partiti sembrano manifestare un cauto ottimismo (23 Novembre Seven-Pt deal implementation; Parties cautiously optimistic – Attuazione dei 7 punti dell’Accordo; Partiti cautamente ottimisti).
Tra le numerose questioni infatti, solo 4 non sono state ancora affrontate, principalmente per motivi tecnico-organizzativi: formazione di un meccanismo politico d’alto livello; Commissione per le persone scomparse; scioglimento delle strutture paramilitari del YCL (Young Comunist League, affiliato ai Maoisti); legalizzazione dei veicoli usati dai leader Maoisti.
Essendo questioni in qualche modo secondarie, ci sarà tempo per affrontarle e possibilmente risolverle.
Dopo aver affrontato l’argomento politico, possiamo dedicarci a uno sguardo generale, il più ottimista possibile, sulla vita nepalese.
Iniziando con un promettente articolo del 18 Novembre intitolato Facebook boon for disabled (Disabili aiutati da Facebook) che narra degli aiuti ricevuti, tramite FB, da parte di un padre di famiglia per curare le sue 5 figlie, tutte disabili dalla nascita e impossibilitate a muoversi.
Chiaramente questa è solo una goccia nell’oceano, ma fa piacere constatare che ci siano anche modi utili e umanamente elevati per usare la nuova tecnologia.
Sabato 19 Novembre il Kathmandu Post portava in prima pagina la lieta notizia dell’intenzione del governo di sostituire 450 ponti di corda con ponti più sicuri: Govt set to replace 450 twines with “safer” bridges (Il Governo pronto a rimpiazzare 450 ponti di corda con ponti più sicuri; questo per quanto riguarda la traduzione del titolo, sebbene non si capisca l’enigmatico utilizzo delle virgolette su safer...).
L’articolo, che prosegue anche all’interno del giornale a pagina 4 (Ministry to replace twine bridges – Ministero per rimpiazzare i ponti di corda), annuncia non solo il rimpiazzo ma anche la costruzione di circa 2.200 nuovi ponti.
L’ambizioso progetto è previsto terminare entro cinque anni e sarà finanziato, oltre che dal governo nepalese, dal Swiss Development Cooperation, il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale (Sezione Nepal), la Banca Mondiale e la Banca Asiatica per lo sviluppo.
C’è da augurarsi che questo sforzo congiunto possa davvero portare a termine questa lunga e importante impresa.
Domenica 20 Novembre, a pagina 4, sotto alla foto di un bellissimo daino, era riportato un articolo in cui si parlava della scoperta di una nuova specie di cervo muschiato nella regione di Manang, nell’area protetta dell’Annapurna, seppur non sia ben chiaro se sia una nuova specie in assoluto, oppure una nuova specie per la zona (New species of musk deer found in Manang – Nuova specie di cervo muschiato scoperta a Manang).
In ogni caso, anche data la più probabile eventualità che si tratti di una nuova specie solo localmente, è sicuramente una buona notizia, vista la delicatezza di questi animali e la caccia alla quale sono sottoposti.
Il Kathmandu Post del 22 Novembre presentava in prima pagina una colorata fotografia scattata il giorno prima a Kathmandu, in cui viene ritratto il Principe ereditario di Norvegia Haakon Magnus (un distinto signore con una corta barba), che sorride divertito alla festosa accoglienza riservatagli da un gruppo di travestiti munite di bandierine norvegesi.
Per fortuna lo scatto non è stato fatto di nascosto per esporre le nuove perversioni di un altro potente ma nell’ambito di una visita umanitaria di cinque giorni da parte del futuro sovrano di Norvegia, già Ambasciatore di Pace per l’Onu.
L’articolo pubblicato all’interno, a pagina 4, e intitolato Norway prince meets sexual minorities (Il principe norvegese incontra le minoranze sessuali), espone quindi l’inaspettato ed apprezzato interesse del sovrano nelle questioni riguardanti gay, lesbiche e transessuali nepalesi.
Il 25 Novembre un buona notizia è comparsa addirittura nella sezione economia, dove fa bella mostra di se’ un articolo intitolato: Early rains, good seeds send cereal production up (Piogge anticipate e buoni semi incrementano la produzione di cereali).
Viene anche riportata una tabella dalla quale risulta che l’incremento totale nella produzione dei cereali raggiunge addirittura il 10%.
Infine riportiamo un articolo, sempre comparso sulla copia del 25 Novembre, che non ha nessuna attinenza diretta col Nepal, visto che il pezzo, scritto da Nicholas D. Kristof, viene ripreso dal The New-York Times.
Il messaggio però è decisamente universale visto che riguarda l’umanità e si intitola: Are we getting nicer? Behind the headlines, war is declining and humanity is becoming less violent, less racist and less sexist (Stiamo diventando più buoni? Al di là dei titoli dei giornali, le guerre stanno diminuendo e l’umanità sta diventando meno violenta, meno razzista e meno sessista).
Partendo dall’erronea ma comune e scontata considerazione che il mondo stia andando al macero (o riportando la versione inglese, stranamente più colorita, “spinning down the toilet”), e portando a sostegno della propria tesi il libro Il lato migliore della nostra natura, scritto dal professore di psicologia di Harvard Steven Pinker, il giornalista di cronaca autore dell’articolo analizza come l’essere umano stia effettivamente migliorando.
Vale forse la pena tradurre le ultime righe del pezzo: “Sicuro, al mondo ci sono ancora brutture e crudeltà, questo è ciò di cui scrivo il resto dell’anno ma fermiamoci un attimo per riconoscere lo straordinario progresso e ringraziare per l’umana capacità di provare compassione e migliorare moralmente”.

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