Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

sabato 28 luglio 2018

Marcello Foa, da ammiratore di Indro Montanelli a nuovo presidente della RAI....


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Il 22 luglio 2001 Montanelli ci lasciava e mi perdonerete se questa volta mi permetto un post personale e non di analisi politica. Indro fu l’idolo della mia adolescenza. C’era chi sognava il Che Guevara e chi solo calciatori, io divoravo i suoi libri, leggevo i suoi articoli su il Giornale, che egli fondò quando ero bambino e se sono diventato giornalista lo devo, verosimilmente, a lui, perché fu Montanelli a far nascere in me la passione per quella che resta la più bella professione del mondo.
Iniziai a Lugano, da studente lavoratore, alla Gazzetta Ticinese e poi al Giornale del Popolo. Non avevo tempo di andare all’università: studiavo a casa al mattino e al pomeriggio andavo in redazione, fino a tarda sera. Poi, quando avevo 26 anni, accadde il miracolo: fui assunto proprio al Giornale dal mio idolo e da subito con la carica di vice responsabile degli Esteri. Il primo giorno di lavoro bussai alla sua porta, per ringraziarlo, ancora una volta, per quella straordinaria opportunità. Indro usciva da una delle sue ricorrenti depressioni, era cordiale ma malinconico, mi guardò con i suoi occhi azzurri ancora velati dal male oscuro, fu cortese e alla fine mi disse: “Mi raccomando, non deludere”. Quegli occhi che con il passare delle settimane tornarono ad essere scintillanti.
Da subito, poco più che pivello, partecipavo alle riunioni di redazione e presto fui messo alla prova sul campo. Mi mandò a Mosca poco prima del crollo dell’Unione sovietica e a Berlino a seguire la riunificazione economica delle due Germanie. Quando rientravo mi riceveva nella sua stanza, pregandomi di raccontare gli aneddoti, gli imprevisti, le emozioni che avevo provato in quei viaggi. Lo faceva con tutti noi, soprattutto con i piu giovani, che erano i più entusiasti e per i quali dimostrava un’ affettuosa simpatia , come se volesse rivivere, tramite i nostri palpitanti racconti, quei momenti, lui che divenne direttore suo malgrado e che nell’animo continuò a sentirsi innanzitutto un inviato speciale, forse il più grande di tutti i tempi.
Poi, nel dicembre 1992, una sera pensai di scrivergli una lettera. Erano i tempi di Mani Pulite e l’Italia era attraversata da tensioni e trasformismi che mi turbavano e, chiuse le pagine, nel cuore della notte, la vergai. Il giorno dopo gliela portai nel suo ufficio, che varcavo sempre in punta di piedi, in giovanile e ineludibile rispetto per il mio mito. Indro la prese e, senza leggerla, la ripose sulla scrivania, congedandomi. Non mi aspettavo nulla e nulla mi fece sapere. Dopo due giorni la pubblicò nella rubrica più letta, quella in cui dialogava con i lettori, titolandola “Sul carro degli onesti” e aggiungendo una sola riga di commento:
” Questa lettera, caro Foa, potrei averla scritta io”
Il giorno dopo scesi in tipografia e recuperai l’originale con la frase scritta a penna di suo pugno. Sono passati quasi 25 anni da quel giorno e questo resta il ricoscimento più bello e fino ad oggi più intimo, non avendone mai parlato pubblicamente prima d'ora.
Talvolta mi sorprendo a pensare cosa scriverebbe Montanelli di questa Italia se fosse ancora tra noi. Domanda sciocca: la storia non si fa con le ipotesi e Indro apparteneva al suo tempo. Però di una cosa sono certo: mai avrebbe approvato la violenza verbale di certa stampa e avrebbe denunciato con forza il conformismo intimidatorio, che ben conosceva avendolo subito per lunghi anni della sua carriera. Era un anarchico conservatore, ma soprattutto un uomo libero che riteneva doveroso per un giornalista pensare con la propria testa, soprattutto quando è scomodo e rischioso uscire dal coro, perché solo così si onora davvero la professione.
Questo insegnava a noi, suoi giovani allievi, e non l’ho mai dimenticato

Marcello Foa 

Dichiarazione di Marcello Foa sulla sua Pagina Facebook:
"Sono orgoglioso ed emozionato per la nomina a presidente della Rai, che è giunta inaspettata nell’arco di pochissime ore. 
Ringrazio di cuore il primo ministro Giuseppe Conte, i vice premier Matteo Salvini e Luigi di Maio, il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’economia Giovanni Tria per la fiducia accordatami.
Mi impegno sin d’ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e ai bisogni dei cittadini italiani.
Sin dai tempi del mio maestro Indro Montanelli, mi sono impegnato per un giornalismo intellettualmente onesto e indipendente e da oggi rinnovo questo impegno morale nei confronti dei giornalisti e di tutti i collaboratori della Rai.
Grazie di cuore al Gruppo Corriere del Ticino per questi splendidi anni trascorsi assieme. E’ stato un onore, lascio con commozione una squadra meravigliosa..."
Marcello Foa
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Video collegato: Il presidente RAI Marcello Foa   al convegno Love for life 2017 – Lugano – organizzato dal medico Roberto Ostinelli www.youtube.com/watch?v=BTI9CyPBGQs (a 34’ Monsanto – 35’ vaccini – 37’ cure alternative ecc.)

Video di ringraziamento di Marcello Foa: 

mercoledì 25 luglio 2018

Bologna, 4 agosto 2018 - "Mercato del Benessere" (che unisce contadini e benessere)

MERCATO DEL BENESSERE 4 AGOSTO 2018
Con il Patrocinio del Quartiere Navile
Ore 16//24
Parco Caserme Rosse
Via di Corticella 147//Bologna
Ingresso Libero

 
 
 
IL PROGRAMMA DEL MERCATO DEL 4 AGOSTO
 
 

Dalle ore 16 alle ore 24 Parco Caserme Rosse / /Via di Corticella 147//Bologna
 
****ORE 17,30// BAGNO DI GONG E STRUMENTI ANCESTRALI
Con Sitar , Gong, Flauti Aztechi e Maya, Campane tibetane, Percussioni, jarana e voce
A cura di Carlos La Bandera//Musicista, artista, musicoterapeuta
VIAGGIO SONORO FRA I MONDI ALLA SCOPERTA DEL TESORO DEL SE’
(RITROVO STAND CARLOS LA BANDERA
Solo su prenotazione : Cell.3474183580 anche whatsapp)
Facebook :
https://m.facebook.com/carloslabandera.alonso/
https://m.facebook.com/artieterne/
Costo del workshop 10 Euro//Portare tappetino! POCHI POSTI DISPONIBILI ANCORA
 
****Ore 18,30 WORKSHOP DEGUSTAZIONE BIRRE ARTIGIANALI
Solo su prenotazione : Cell.3474183580 anche whatsapp
Costo 10 Euro
 
****Ore 19 WORKSHOP CANTI E MANTRA MASCHILE E FEMMINILE SACRO CON MAITREYA

(Portare tappetino)
Solo su prenotazione : Cell.3474183580 anche whatsapp
Costo 10 Euro
 
****ORE 19 //WELLNESS PITCH// CON BOLOGNA STARTUP LE AZENDE INNOVATIVE E LE STARTUP DEL SETTORE SI PRESENTANO (Area centrale//Gratuito)

FILANDO I SOGNI www.divenire.camp si presenta
La missione è riprendere il meglio della nostra tradizione e rinnovarla per creare un prodotto che sarà l'espressione dei valori che vorremmo portare nella nostra società. Vogliamo partire dal nostro background per creare qualcosa di nuovo che sia il mix perfetto di mente, mani, corpo. Abbiamo scelto l'ortica sia come filato sia come simbolo della nostra tradizione (usata per tessere vestiti) che porterà il nostro futuro insieme. Vogliamo cambiare l'idea che il mondo che ci circonda ha riguardo alla nostra generazione, quindi persone che vivono ogni giorno in un ambiente che può offrire tutto o niente, una generazione che è la maggior parte del tempo sottovalutata. Siamo simili alle ortiche, una pianta che cresce incondizionatamente anche se tutti fingono di non vederla. Vogliamo usare l'ortica come simbolo del nostro presente che vorremmo condividere con persone che oseranno sognare più grandi di quanto sogniamo.
I prodotti saranno filati di ortica e capi di abbigliamento in tessuto d'ortica

****ORE 19,30 SALOTTO DEL BENESSERE (Area centrale//gratuito) Modera Alessandra Barbieri//Imprenditrice olistica e CEO di Consulenti dell’Anima
ANIMA-LI
Animali, amici, Alleati, Maestri…Che cosa sappiamo di loro, come possono aiutarci nel Sentiero della Consapevolezza.
Interverranno:
FEDERICA BRIGHENTI
Nel 2008 inizio gli studi come educatore/istruttore cinofilo e nel corso del lavoro con i cani negli anni successivi ho avvertito in questa attività una mancanza importante di attenzione alla soggettività dei singoli animali con cui entravo in contatto.
Il mio percorso di formazione parallelo mi ha portato a diventare
operatore Reiki nel 2010, proseguendo poi con gli studi sulla Meditazione come operatore olistico (titolo conseguito nel 2017).
Ne è nato un progetto rivolto interamente agli animali per entrare in
contatto con loro da un punto di vista diverso e favorire il loro
benessere al livello più profondo possibile andando a scoprire la loro
essenza interiore.
Autrice del libro “La spiritualità degli animali”
IL PROGETTO ANIMAL CARE
Il progetto “Animal Care” nasce dalla nostra passione personale per
gli animali, ma soprattutto dalla convinzione profonda che essi
condividano con noi un’anima interiore ed una sfera spirituale tesi
alla realizzazione di se stessi.
Il libro “La Spiritualità degli Animali” vuole raccontare questa ricchissima esperienza attraverso alcuni degli incontri su cui abbiamo lavorato
FULVIO CAVALIERI D’ORO
Il dott. Fulvio Cavalieri D’Oro, Trainer certificato RHH, vi condurrà in un viaggio di conoscenza e approfondimento con i maestri cavalli. Conoscere e riconoscere il nostro partner equino ma soprattutto se stessi, riconoscerne le priorità, portando a casa strumenti pratici che uniti a perseveranza e disciplina conducono ad essere certamente più efficaci.
 
Ore 20,30 SPAZIO AL TALENTO 30 minuti per idee da condividere
 
Ore 21//23,30 Ambient Music Chill e Presentazione in anteprima su Bologna del libro alla presenza dell’autore Franco Trentalance
Seduzione Magnetica gratuito area centrale solo su prenotazione:Cell.3474183580
Per info e prenotazioni:Cell.3474183580 anche whatsapp
 
PER INFO:CELL.3474183580 PRENOTAZIONI ANCHE WHATSAPP
www.mercatodelbenessere.com/il-programma
info@energiearmoniche.it
 

domenica 22 luglio 2018

22 luglio 2018 - Manitonquat è volato ed è dentro ognuno di noi


Oggi, 22 luglio 2018,  nostro "Nonno", Francis Medicine Story Talbot (Manitonquat) è morto pacificamente a casa sua, circondato da amici e familiari. Aveva 89 anni. 

Ha vissuto una vita lunga, avventurosa, bella e amorevole. Veniva da una famiglia con i mezzi, ma scoprì che la ricchezza materiale non gli interessava, e iniziò una ricerca del senso della vita, per tutto il suo percorso che lo ha portato in molti posti, come attore, regista e produttore, sul palcoscenico, e nel movimento hippie, rompendo i cancelli di Woodstock e facendo parte della famiglia Rainbow, come narratore e anziano.

Ha iniziato a scrivere e ad insegnare le sue idee sulla comunità e ritornare al nostro scopo originario attraverso una connessione con la creazione e l'un l'altro, idee che hanno risuonato con le molte persone delle cui vite ha toccato. Per decenni, ha continuato il suo lavoro inclusivo di creare cerchi, insegnare, ascoltare e costruire comunità, nel suo lavoro nelle carceri negli Stati Uniti e nei laboratori e campi in Europa, fino a quando si ammalò solo poche settimane fa.

Sopravvive grazie all'amore della sua vita e chi condivide il cammino dell'amore e della pace... Ellika, i suoi due figli, Tashin Talbot e Tokeem Talbot, i loro partner Frieda Tlbt e Tanja (Ta Ta) ei suoi quattro nipoti, suo fratello Jim e le sue sorelle Linda e Mary e le sue sorelle e fratelli della famiglia Rainbow e Circle Way. Nei prossimi giorni, saranno annunciati piani per ricordare Story insieme.

Cammina in bellezza, Manitonquat

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C.I.R. Info cir.informa@gmail.com

sabato 21 luglio 2018

Spilamberto. "Io, il cous-cous e Albert Camus", alla Rocca Rangoni Machiavelli, il 20 luglio 2018 - Recensione di Caterina Regazzi



Era da tanto che volevo "assistere" ad uno "spettacolo" del Teatro delle Ariette. Metto tutto tra virgolette perché sapevo già che i loro sono spettacoli alquanto originali in cui lo "spettatore" è parte integrante e più o meno partecipe dello spettacolo stesso. Inoltre, spesso anche il cibo partecipa alla rappresentazione. Solitamente credo che il tutto si svolga nell'aia della casa dove vivono, in Val Samoggia, attorno ad una tavola imbandita in cui i partecipanti (attori e spettatori) condividono la situazione ed il cibo. 

Ovvio che questa impostazione non poteva che trovarmi piacevolmente incuriosita. E così, venerdì 20 luglio 2018, puntuali alle 20 e 30, io e Paolo ci siamo recati all'appuntamento nel piazzale della Rocca di Spilamberto, dove già ci attendeva l'amica Monica. Di lì a poco ci ha raggiunti anche Grazia. Questo spettacolo era in programma, nell'ambito della rassegna di eventi dell'estate spilambertese,  il cui  titolo era "Io, il couscous e Albert Camus". E' iniziato con molto ritardo. 

A Spilamberto la gente in estate e con una giornata calda  tarda ad uscire di casa. Un'altra spettatrice, puntuale più di noi e con la quale abbiamo scambiato qualche parola di saluto, era la "tedesca" (come lei stessa ha detto di essere comunemente definita) Sabine.

Le sedie erano in due-tre file e nella prima fila, ogni due sedie c'era un piccolo tavolo tondo con una ciotola con dentro una zucchina, una carota, una patata già pelata e ci è stato chiesto di farne pezzetti. Poi il tutto è stato ritirato e messo a cuocere. Sopra ad un tavolo a lato c'erano vari tegami con fornelli elettrici dove sono stati cotti gli ingredienti del couscous.


All'inizio si è fatto un piccolo giochetto in cui bisognava indovinare l'età dell'attore principale. Il primo a rispondere ci ha quasi preso, io gli ho dato circa dieci anni di più (ma pensavo al mio Paolo e non mi pareva tanto più giovane di lui - forse mi ha messo fuori strada il cappello!).

Poi gli interpreti hanno cominciato a raccontare una storia di uno dei protagonisti (quello dell'indovinello sull'età), diciassettenne nel 1978 (quindi più giovane di me di un anno), in vacanza in Francia con la fidanzata francese della sua "prima volta", in una grande casa dove aveva conosciuto il padre, i fratelli - sorelle e amici di questa ragazza, e che gli aveva dato da leggere un romanzo in francese di Albert Camus "Lo Straniero" in cui lui si era immerso, pur non avendo una buona conoscenza della lingua, come se stesse leggendo la sua storia. Ha raccontato anche che la prima volta che è stato mandato da solo a comprare il pane, il panettiere si è fatto ripetere tre volte "le pen" perché la sua pronuncia era alquanto scarsa.

La storia de "Lo straniero" comincia a dipanarsi: io capisco poco e me lo faccio rispiegare l'indomani da Paolo, inoltre mi leggo la quarta di copertina del libro che trovo dopo una brevissima ricerca nella mia libreria dove rimane (ormai) tra i pochi romanzi lì conservati, assieme ad altri di, tra gli altri, Isabel Allende e Milan Kundera.

Il protagonista, Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri, inspiegabilmente un giorno uccide un arabo: lui ha una pistola, l'arabo ha un coltello e, per un dissapore legato ad una donna, l'arabo tira fuori il coltello, la cui lama riflette la luce del sole abbagliando e obnubilando il Meursault, che tira fuori la pistola e spara, 4 volte anche sul corpo ormai esanime dell'altro. M. così estraniato diventa straniero a se stesso e al mondo.

Ho faticato anche a trovare una corrispondenza fra questa storia e le storie degli stranieri che sono arrivati o stanno arrivando qui da noi (ora sembra in numero più limitato).

Alla fine della recita, dopo averci fatto gustare il couscous ormai pronto e un ottimo tè alla menta è stato chiesto al pubblico cosa pensassero e sentissero riguardo al sentirsi stranieri o strani. La platea per un po' è rimasta in silenzio. Non è un argomento facile, forse anche perché il sentimento eventuale di estraneità ed anche di "stranezza" è un sentire intimo, difficile esprimerlo in piazza e difficile esprimere anche il sentimento nei confronti degli altri, stranieri o strani, sia che lo siano che ci si sentano. 

Ha rotto il ghiaccio S. che ha parlato del suo sentirsi straniera in quanto definita  "la tedesca", mentre quando va in Germania ormai la chiamano "l'italiana" forse non si sente neanche più né questa né quella. Un'altra persona ha detto di apparire  un po'  "strano", per il suo aspetto,  ma di non sentirsi straniero in nessun luogo (e di luoghi diversi, posso assicurarvi, ne ha girati). Non si sente straniero a Spilamberto, né a Treia, ma non si sentiva straniero in India e non si è sentito straniero in Africa.  Perché non si p mai stranieri su questa Terra se noi stessi non ci consideriamo tali. Questo è il senso del bioregionalismo...

Io non ho detto niente, ieri sera, ma credo che il sentirsi più o meno straniero in un luogo dipenda solo da noi; se decidiamo di andare in un luogo, anche per un breve periodo, ma tanto più se decidiamo di andarci per rimanere e non semplicemente di passaggio, dobbiamo starci con amore, prendendocene cura (mi riferisco all'ambiente naturale e a quello sociale), con rispetto e senza imporre la nostra visione delle cose che comunque va espressa. Cercando un collegamento sincero e aperto col territorio che ci accoglie, cercando di farci conoscere e di conoscere. 

A questo proposito le iniziative portate avanti dal Comune di Spilamberto (coro multietnico) e altri enti (Donne multietniche) mi sembrano encomiabili come occasioni di possibile conoscenza reciproca, senza dimenticare di conservare la memoria storica del luogo. Non si possono e non si devono cancellare secoli e secoli di storia e tradizioni in nome di una globalizzazione che porta ad una uniformità, ad un magma indistinto dove tutto deve essere omologato. Rispetto nelle differenze con alla base i principi di tolleranza ma anche di amore per tutti gli esseri viventi e per il pianeta.

Verso la fine della discussione, che comunque era molto interessante, ce ne siamo andati. C'era anche fra noi chi doveva andare in bagno con una certa urgenza e non mi pare ci fossero bagni pubblici (neanche una turca!) disponibili. O forse non erano indicati. Spero che questo sia da suggerimento per l'amministrazione. 

Comunque, bella iniziativa e bravissimi quelli delle Ariette: Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini! E bravi gli amministratori comunali  presenti: Umberto Costantini (sindaco) e Simonetta Munari (assessore alla Cultura).

Grazie di aver letto sin qui.

Caterina Regazzi



Album fotografico:

mercoledì 18 luglio 2018

Impara "l'arte" e mettila da parte....


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Pare che la parola "Arte"  derivi dal sanscrito Ar che vuol dire mettersi in moto, muoversi, andare verso, un desiderio che crea un movimento che a sua volta inneschi un azione che crea qualcosa. 
Io ho da sempre sposato il concetto greco di Aretè, una sorta di impasto fra virtù ed eccellenza del compiere un atto. Se dovessi spiegare questo concetto al mio vicino di casa, lo tradurrei con: la bellezza del compiere un atto ci induce a studiare le tecniche che rendono visibili un oggetto, un manufatto, una musica. L’alchimia di creare Arte è nel meccanismo che la materializza. O meglio nella nostra umiltà di cercare con metodo il canale per renderla manifesta.
Tempo fa un circense, un trapezista, disse in un intervista che il loro mestiere era molto difficile e nessuno del pubblico avrebbe mai potuto capirne la complessità. Per questo, ogni sera, prima di un numero importante, loro sbagliavano volutamente una presa e facevano cadere nella rete "l’eroe" che avrebbe dovuto fare poi il triplo salto mortale. Dopo quell’errore il pubblico sarebbe stato più concentrato ed avrebbe compreso la complessità di quel gesto.
L’esercizio quotidiano per raggiungere quello stato di consapevolezza è massacrante, metodico, impressionante, ma anche una droga-adrenalinica. Un circense usa i canali di un pittore o un musicista….ma l’ironia è che per compiere perfettamente quell’atto lo sforzo deve essere invisibile. Anzi non deve esistere!
Quanto più il processo di materializzazione dell’Arte sembra Armonico e Semplice, tanto più grande è l’Artista. Questo può sembrare un controsenso in quest’epoca. Ogni “miracolo" è osteggiato. Guardate al miracolo della Natura. Noi lo diamo per normale ogni giorno e ci scordiamo quanto speciale sia un animale, un seme, una pianta. L’acqua.
Il ciclo vitale dell’acqua è sorprendente……miracoloso…… si trasforma e si rigenera…... cade nel suolo s’insinua nelle rocce….. accrescendo le sue proprietà e discende in rivoli fossi e fiumi.…e poi il mare e di nuovo evapora…..si ricondensa e tutto miracolosamente maternamente disponibile. 

Nel medioevo ogni mestiere aveva uno spirito divino. Ogni Gilda, Congregazione, conservava il valore Spirituale di quel Mestiere. 

Oggi sopravvive come tradizione, ritualità e simbologia, solo nella “massoneria" dei costruttori di cattedrali. Ed anche loro, i massoni, non sempre compiono quei riti con consapevolezza.
Oppure no?!
Quando facevo il restauratore conobbi alcuni vecchi muratori. Erano uomini che avevano le gambe arcuate, i dischi dello loro spine dorsali, compresse dai pesi del cemento e dai mattoni, si fissavano al bacino e comprimendosi spingevano i loro sederi in fuori. Erano figure caratteristiche, buffe già solo per la postura; molto spesso più capaci dei loro datori di lavoro, empiricamente depositari di una sapienza immensa a volte anche a loro stessi sconosciuta. Uno di loro mi chiese nella pausa per il pranzo se sapessi il motivo per cui le colonne hanno il capitello, anzi il dente che sormonta il capitello. Gli dissi che per me era pura estetica, ricerca della bellezza della purezza della forma. Lui guardandomi soddisfatto mi disse: dove appoggi i mattoni per fare l’arco? Su una centina! E dove appoggi quella centina (che altro non è che una sagoma semicircolare di legno dove appoggiare i mattoni) se non c’è una sporgenza fra colonna ed il futuro arco?
Mi voleva molto bene e diceva a me quelle cose perché io amavo ascoltare. Mi disse tante altre cose. il gesso è nemico dell’acqua, amico del fuoco….odia il ferro….ecc ecc
Il fatto è che se stai ad ascoltare e “vedi” ciò che ti viene detto, scopri che in ognuno c'è un alchimista; un mago dei tarocchi.
Credo che fin da piccolo sapessi che la conoscenza è ascolto e che ognuno di noi è depositario di conoscenze infinite.  Un tempo ogni famiglia aveva un componente che eccelleva in un’Arte.
C’era chi faceva il pane in maniera unica, chi faceva il tombolo, chi conosceva le erbe, chi sapeva fare il vino.
Ma anche chi sapeva fare poco…..ed alcuni che non sapevano fare quasi nulla.
Ma chi sapeva fare qualcosa era quel qualcosa.
Oggi manca la capacità di riconoscere i miracoli……la capacità di ascoltare e riconoscere chi è più bravo di noi a materializzare le cose. 
Solo questo manca oggi…. e non mi sembra sia casuale…qualcuno si è impegnato per distruggere i maestri, il loro esempio. la Scuola. La Spiritualità.
Ma non è un processo irreversibile!! E ognuno di noi ha il compito di difendere il miracolo altrui!!


lunedì 16 luglio 2018

Torino. No al supermercato si alla libreria

La storica libreria Comunardi nel centro di Torino, rischia di chiudere per far spazio ad un altro supermercato. La libreria è unica nel suo genere ed è un punto di riferimento insostituibile da oltre trent’anni per tutti gli appassionati di cinema, fumetti e saggistica sociologico-politica ed ora questo spazio è a rischio perché la società proprietaria dell’immobile - la Crab Holding S.p.a. - ha richiesto lo sfratto esecutivo con decorrenza da fine Settembre, per costruire un supermercato. C’è ancora un po’ di tempo per salvare la libreria!

La libreria Comunardi di via Bogino n°2 non è un semplice esercizio commerciale situato nel cuore di Torino. La libreria Comunardi è un punto di riferimento insostituibile per tutti gli appassionati di cinema, fumetti e saggistica sociologico-politica da oltre trent'anni.

Questo prezioso spazio di cultura rischia di chiudere a settembre: la società proprietaria dei muri - Crab Holding S.p.a. - ha sfrattato la libreria, consentendo alla costruzione dell'ennesimo, triste, inutile supermercato. Il proprietario Paolo Borsi non si è lasciato intimorire dagli atti giudiziari e con l'aiuto di alcuni amici, proporrà una controfferta per acquistare i locali.

COSA POSSIAMO FARE

Siamo cittadini e cittadine - torinesi e non - che si oppongono all'omologazione commerciale che dilaga nel centro storico di Torino. Con questa petizione, vogliamo costruire una controparte popolare che obblighi moralmente la Crab Holding S.p.a. a vendere l'intera proprietà immobiliare alla libreria Comunardi.

Per raggiungere questo obbiettivo, abbiamo bisogno del tuo sostegno, di quello dei tuoi amici, dei tuoi colleghi, della tua famiglia!

Firma la petizione e condividila con l’hashtag #SAVECOMUNARDI

venerdì 13 luglio 2018

ARI. Feste contadine bioregionali per l'estate 2018


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Cari bioregionalisti, è con immenso piacere che vi annunciamo che anche quest'estate il gruppo Piemontese di ARI sta organizzando, con le realtà contadine associate e simpatizzanti, LE FESTE CONTADINE.


Le Feste Contadine sono momenti di festa e di riflessione che hanno come obiettivi di:
  • avvicinare in maniera conviviale le persone al mondo dell'agricoltura contadina;
  • affrontare alcuni temi di grande rilievo ed attualità con lo stile del dialogo e della ricerca condivisa;
  • far conoscere le realtà agricole che aderiscono alle idee di ARI, il loro modo specifico di pensare e praticare l'agricoltura e il loro prodotti.
In ogni luogo sarà possibile:
  • visitare l'azienda stessa accompagnati da chi vi opera;
  • trovare un punto informativo su ARI e sulle nostre campagne/iniziative con particolare attenzione alla CAMPAGNA POPOLARE PER LE AGRICOLTURE CONTADINE;
Nella gestione dei tempi e dei modi dello stare insieme si è scelto lo stile familiare. Le iniziative sono inoltre completamente autofinaziate, per cui ai partecipanti potrà essere chiesto un contributo minimo per coprire i costi sostenuti dalle associazioni e dalle aziende ospitanti oppure di portare qualcosa di pronto per l'allestimento dei pasti (pranzo, merenda o cena).


Gli appuntamenti già fissati sono:


La prima festa che sarà @ La Viranda sabato 21 luglio 2018



Per le altre feste già previste per quelle che si aggiungeranno, ti invitiamo di seguire la pagina FB di ARI.

mercoledì 4 luglio 2018

Dall'8 al 12 luglio, Cogruzzo, Parma, Genova - In teatro con i piedi per terra

 
 
 

con Andrea Pierdicca e Enzo Monteverde
regia Antonio Tancredi
contributi video Nicolò Vivarelli

Questo spettacolo di RADICI NEL CiELO è un viaggio alla ricerca del senso di appartenenza alla terra e alla comunità umana. Il progetto è partito con un mese “on the road” attraverso le campagne italiane per realizzare il documentario “CON i PiEDi PER TERRA”: 4000 chilometri, 26 tappe e 70 interviste dove abbiamo ascoltato le storie e le voci di tanti contadini, artigiani, allevatori, medici, ricercatori scientifici e professori universitari. 

In parallelo è iniziato anche un altro viaggio tra quegli autori del passato che , come contadini, hanno lasciato nelle loro pagine i semi di un pensiero antico. 

Con “iN TEATRO CON i PiEDi PER TERRA - Spettacolo AgriCulturale”questi due percorsi si intrecciano insieme creando un unico viaggio in cui l’umanità di ieri e l’umanità di oggi si riuniscono in un grande convivio.

Attraverso narrazione, musica e video, le parole dei nostri antenati insieme a quelle di chi oggi sta praticando un cambiamento reale si ritrovano in un pensiero comune : il rinnovamento della società dipende dalla cura della terra che dobbiamo tornare a riconoscere come sacra.


Radici nel Cielo  - info@radicinelcielo.it
 

Gerfalco, dal 13 al 22 luglio 2018 - La Rete Scuola Familiare si riunisce



Anche quest’anno la Rete Scuola Familiare si ritrova in uno spazio e un tempo aperto a chiunque voglia esserci per condividere momenti di conoscenza, di sperimentazione e di dialogo dal 13 al 22 luglio 2018.

Ogni raduno al di là dello spazio in cui si svolge è un esperienza unica e irripetibile.

Ogni singola individualità lo influenza e in esso la relazione e l’apprendimento regnano sovrani.

Per venire al raduno è indispensabile dotarsi di desiderio di confronto, adattabilità, voglia di radicamento a stretto contatto con la Natura e di scoprire e scoprirsi. Ognuno è libero di proporre attività e cerchi.

Scuola familiare è apparecchiare la tavola con cibi buoni per il corpo e per la mente, per crescere, sperimentare, riflettere e elaborare nuovi stili di apprendimento e di relazione sia per i bambini che per gli adulti.

Quest’anno siamo ospiti dell’Associazione Rays  (tel: 327 126 6795)  al Podere Cavi n. 55, a Gerfalco (Gr), frazione comune di Montieri. Il 13 e il 14 luglio sono giorni di arrivo, accoglienza e preparazione.

    Come arrivare:
da Siena prendere per Massa Marittima\ Follonica, poi proseguire per Chiusdino\Montieri. Arrivati a Montieri troverete le indicazioni per Gerfalco. Appena arrivati al paesino noterete il cimitero sulla sinistra. Svoltate per il cimitero e proseguite dritti, seguendo le indicazioni Ass. Rays sulla casetta della posta, tenendovi sulla sinistra quando incrociate altri passi... C'è un km circa di sterrato e siete arrivati!

Organizzazione pratica:
ci sono dei lavori da ultimare, creazione di almeno 2 compost toilet nel bosco, fare legna per stufa, forno, fuochi organizzazione cucina e dispensa. Chi è disponibile nei giorni precedenti al Raduno si metta in contatto con Betta, 3472622932. asprigna@gmail.com
Una cosa importante per la buona riuscita del raduno è partecipare per tutta la sua durata (o almeno dalla domenica 15 al sabato 21). Chi potesse venire solo per pochi giorni è pregato di farlo nel week-end finale (il 21 e il 22). 

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Per informazioni: Betta 3472622932. asprigna@gmail.com