Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

venerdì 21 agosto 2020

Spilamberto. Piazza Sassatelli... e la fontana prosciugata



Io ed il mio compagno Paolo (quando è qui con me a Spilamberto) facciamo quasi quotidianamente una passeggiata, spesso verso il centro del paese, passando da Piazza Sassatelli. A onor del vero non è una gran bella piazza. Gli edifici sono relativamente moderni, ci sono diversi alberi piantati con poco criterio (ma almeno ci sono), qualche panchina, qualche negozio (alcuni anche belli), un bar e una pizzeria d'asporto  e una fontana in cemento, abbastanza grande...  ma  che  da qualche anno resta asciutta. Ah, ci sono anche una fermata delle corriere e l'ufficio postale.

E allora, direte, cosa manca per essere una bella piazza?
A mio modesto avviso ci vorrebbe un pò più di cura in generale. Cura delle piante e un pò più di pulizia. E, soprattutto,  rimettere in funzione la fontana che, a detta di un abitante della piazza al quale avevamo chiesto informazioni, ha  semplicemente un problema idraulico facilmente risolvibile. L'acqua è a ricircolo, quindi non ci sarebbero problemi di spreco idrico.

Secondo quanto ci ha raccontato una cittadina spilambertese doc, Daniela Barozzi, la fontana è stata costruita tra fine anni '70 e  inizio '80 del secolo scorso per impulso del fabbro storico del Paese, Mario Vecchi, anche fondatore degli antichi mestieri. La piazza era un luogo piuttosto triste e grigio, privo di ogni attrattiva conviviale. Mario ebbe l'intuizione di crearvi un'attrattiva  facendo costruire (più o meno al centro della piazza) una fontana. La presenza dell'acqua zampillante  ha funzionato come punto d'incontro di grandi e piccini,  per diversi anni la vasca  è stata anche  rallegrata dalla presenza di pesci rossi. Purtroppo, con il trascorrere del tempo, per l'invecchiamento o morte dei promotori del comitato di  quartiere,  è venuta a mancare  anche  la cura  della pubblica Amministrazione".

Com'era più piacevole fare una sosta nella piazza quando l'acqua sgorgava dalle diverse cannelle della fontana scrosciando!  L'acqua è uno degli elementi vitali fondamentali, richiama animaletti ed uccelli a bere e richiamerebbe mamme con bambini e coppie di fidanzati (come me e Paolo) a sedersi in contemplazione meditativa osservando il liquido che zampilla!

Sembra però che l'Amministrazione comunale non abbia più  a cuore la rimessa in funzione della fontana (o forse no?) la  cui vasca viene utilizzata per contenere 8 grossi vasi di cemento con dentro degli oleandri che stanno lì lì per seccarsi dato che credo vengano ben  raramente annaffiati.

Auspico un rinnovato interesse per la piazza e la sua fontana che potrebbe ridiventare un bel punto di incontro per gli spilambertesi autoctoni e acquisiti  (come me).

Caterina Regazzi


mercoledì 12 agosto 2020

"C’era due volte il barone Lamberto" di Gianni Rodari - Recensione


RODARI 1978 EINAUDI C'Era Due Volte Il Barone Lamberto Ovvero I Misteri...

"C’era due volte il barone Lamberto, ovvero i misteri dell’isola di San Giulio", un libro che avevo letto nell’estate tra la prima e la seconda media quella del 1982. La stessa stagione che sta vivendo Carolina e come lei molte delle ragazze e dei ragazzi miei studenti di scuola.

In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta, in mezzo al lago c’è l’isola di San Giulio. Sull’isola c’è la villa del Barone Lamberto, molto ricco e sempre malato.
Le sue malattie sono 24 e solo il fedele Anselmo è in grado di ricordarsele e le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo Taccuino; asma, arteriosclerosi, artrite, artrosi, bronchite cronica è così avanti fino alla zeta di zoppia. 

Alle volte il barone sente un dolorino e allora domanda al maggiordomo. “Una fitta qui è una fitta lì?” “Numero 7 Barone, ulcere duodenale”. “Anselmo ho ancora le vertigini.

Cosa sarà mai?” “Numero 9 signor Barone, il fegato. Ma potrebbe esserci anche lo zampino del numero 25 , la tiroide.”

“Anselmo oggi vado malissimo con il 23, le tonsille?”
Il barone Lamberto , proprietario di 24 banche di cui controlla i profitti, ha chiamato 6 persone che sono pagate per ripetere giorno e notte ininterrottamente il
suo nome.
Lamberto, Lamberto, Lamberto, Lamberto....

Comincia la Signora Delfina, continua il Signor Armando, finisce il Signor Giacomini, attacca la Signora Zanzi e poi tocca al Signor Bergamini e quindi alla Signora Merlo ed ecco di nuovo la Signorina Delfina.
Quelle voci danno una sensazione di sicurezza perché, come aveva svelato il segreto del Faraone d’Egitto, l’uomo di cui il nome è pronunciato resta in vita.

Al centro c’è la voce umana che diventa valore e lavoro. Le voci sanno tenere in vita e non possono essere registrate, ma pronunciate dal vivo a pieni polmoni. Voci in presenza per vivere la giusta distanza con l’invecchiare e le malattie.

Gianni Rodari riesce a parlare a tutti con una grammatica della fantasia unica, la sua che coinvolge grandi e piccoli. Esperto di carambole lessicali, giochi di parole che aprono alle geografie e ai paesaggi. Incanta adulti e bambini con la forza della parola e l’energia dei nomi delle città, dei luoghi della sua infanzia, dei campanili, dei laghi e delle montagne.
E attraverso una girandola di situazioni esilaranti ci porta a vivere la morte come una prova di vita.... al funerale del Barone Lamberto c’era da aspettarselo dalla cassa escono colpi energici.” Un funerale sbagliato!” esclama
Lamberto,” tutto da rifare , da rimandare a data da destinarsi perché il morto non gioca più“.
Lamberto è vivo e il primo funerale nella storia del Lago d’Orta che si conclude con il lieto fine.

Un libro con più di quarant’anni che offre ore di divertimento e regala chiavi di lettura per interpretare trasformare il mondo surreale dove tanti morti sono molto più vivi dei vivi che fingono vita ma che sono già morti da tempo.

Roberta Pestalozza 

venerdì 7 agosto 2020

Delucidazioni sul modus operandi nei miei soggiorni igienisti.


 Oggi, venerdì 7 agosto 2020, ho ricevuto da Daniele Bricchi, una mail dal titolo sulla pratica igienista, che volentieri pubblico. Forse qualcuno, leggendo questo testo, sarà invogliato (come lo sono stata io) a partecipare ad uno di questi soggiorni, cosa che a me incuriosisce molto, anzi, mi attira, credendo che Daniele sia una persona molto esperta e seria, nel condurre queste esperienze.  (Caterina Regazzi)

Quasi ogni volta che partecipavo al convegno annuale dell'associazione igienista nelle Marche, qualcuno mi riferiva che alcuni trovavano inopportuno che nei miei soggiorni igienisti mostrassi certi video, che il posto era troppo spartano, che vi erano tante regole ecologiche e comportamentali , che trattassi argomenti che secondo loro esulavano dall'igienismo ecc.. Al termine dell'ultimo convegno, mi venne l'idea di proporre al Presidente dell'associazione igienista Michele Manca, per il convegno successivo, di poter fare un intervento proprio per spiegare i motivi per cui i miei ritiri igienisti hanno volutamente un certo taglio e non un altro. E sì, a questo punto mi era proprio venuta voglia di tentare di chiarirlo al convegno, in un intervento dedicato.
La cosa, però, non si è potuta realizzare perché in poco tempo, come sapete, se ne sono andati via sia il centro igienista nelle Marche, sia la sua proprietaria Lidia Gasparini e, per uno sfortunato incidente, anche il nostro Michele Manca.
Ho pensato però di spiegarlo in sintesi in uno scritto, anche se per spiegarlo nel dettaglio servirebbe davvero un papiro.
Innanzitutto devo dire che non mi stupisce affatto che per molti sia difficile comprendere il mio modo di lavorare, perché è una attività che non fa praticamente nessuno e la sua attuale "forma", le sue caratteristiche e condizioni sono il risultato di decenni di esperienze, di modifiche ed evoluzioni che si sono rese necessarie per molteplici ragioni.
Le persone normalmente non immaginano quanto sia impegnativo offrire questo sevizio.
Non è questione di presunzione, ma un dato di fatto che, almeno in Italia, sono l'unico che:
- da 33 anni offre soggiorni igienisti naturali,
-possibili in qualsiasi periodo dell'anno,
-nella propria casa (non in un hotel o in un centro).
-per piccoli gruppi, ma perfettamente possibile anche per una singola persona: non ho mai avuto bisogno di un numero minimo di persone per impegnarmi in un percorso, se una persona ha veramente bisogno e si impegna davvero, io organizzo e seguo anche una sola persona alla volta.
-per ritiri di qualsiasi durata (mi è capitato di avere una persona per 4 mesi)
-si tratta di un intensivo, non di una vacanza.
Uno degli obbiettivi che mi stanno più a cuore è che dal percorso la persona non si porti a casa solo un detox, ma il più possibile l'essenza dell'igienismo e una nuova visione delle cose, un diverso modo di sentire e, di conseguenza, di affrontare la propria situazione.
Da quando ho iniziato nel 1987 ad occuparmi di igienismo, sono arrivate da me anche parecchie persone che precedentemente avevano fatto soggiorni in tutti i posti conosciuti in Italia, inclusi quelli più costosi. Mi raccontavano di problemi di salute che persistevano nonostante i loro tentativi di risolverli con l'igienismo. Spesso notavo in loro un malessere persistente sia fisico che psicologico che loro stessi riferivano.  Mi resi ben presto conto che non era l'igienismo che era inadeguato al loro bisogno di salute, ma semplicemente che la loro attenzione era rivolta quasi esclusivamente ad alcuni degli aspetti igienistici, quali il digiuno e l'alimentazione. Si rattava quindi dell'errore di lavorare settorialmente a discapito di una visione globale.
Non nego affatto che il digiuno sia uno strumento potente, molte volte indispensabile, capace spesso di ribaltare i pronostici, ma se non si lavora sugli altri aspetti anche il digiuno può diventare un'arma decisamente spuntata. Occorre rivisitare tutti i pilastri della salute ed essere fortemente aperti ed interessati al CAMBIAMENTO su tutti i livelli, a partire dagli aspetti sui quali siamo più carenti, e tra questi anche quello interiore, introspettivo, spirituale e la visione della vita. Per fare questo sono necessarie "profonde motivazioni interiori", la disponibilità a guardarsi dentro.
Troppe volte le persone ritornano nei centri igienisti con gli stessi problemi dell'anno precedente, con la coda tra le gambe, con frustrazione, per avere mantenuto buone abitudini per qualche settimana o qualche mese dopo il digiuno, per poi cedere alle vecchie abitudini che si desiderava abbandonare. Troppo spesso gli igienofili e i cultori del digiuno che ho incontrato a mio parere non hanno compreso cosa sia l'igienismo e difficilmente diventano medici di se stessi. Alla fine, molte di queste persone abbandonano il percorso o iniziano nuovamente il classico pellegrinaggio del "prova questo e prova quello" in cerca di soluzioni.
Addirittura, l'impressione che ho di una parte non esigua dei frequentatori dei soggiorni igienisti è che paradossalmente non sono nemmeno interessati a conoscere l'igienismo, ma solo ad ottenere qualche forma di giovamento. Molto significativo il fatto che molti di loro non sono interessati a studiare la letteratura igienista, e il che è paragonabile a colui che vorrebbe imparare a nuotare e che per pigrizia rifiuta di immergersi in acqua. Assai improbabile che si possa sfruttate la potenzialità del metodo igienista senza dotarsi della letteratura igienista e studiarla.
Lo stile di vita che ho scelto è divertente ed entusiasmante, anche se a volte è stato molto pesante e mi sono fatto anche del male, ma sto aggiustando il tiro. Comunque la libertà non ha prezzo.
Fin da ragazzo mi sono reso conto che la politica mi nauseava e il modello di vita convenzionale non faceva per me.
Io ho bisogno di vivere e lavorare per cose che sono in sintonia con i miei ideali, che significa che faccio il possibile per non prostituirmi.
La porta della mia casa è aperta, ma col tempo ho formulato una prassi oramai abbastanza ben collaudata che consiste nell'inviare dei documenti preparatori a tutti coloro che chiedono info sulla mia attività divulgativa igienistica e sui miei soggiorni igienisti. Una volta letti con attenzione questi allegati, le persone, se veramente interessate, mi chiamano per una chiacchierata al telefono anche per conoscerle e permettermi di capire che se hanno letto con attenzione i documenti e se desiderano veramente intraprendere quel tipo di percorso con impegno. Solo allora mi faccio carico di organizzare l'assistenza per il periodo accordato.
Questa prassi mi ha salvato e permesso di continuare questa opera, mentre negli anni altre realtà sono state chiuse per spiacevoli e a volte gravi situazioni che si sono verificate a causa di insufficienti regole tutelative.
L'osservanza delle regole del posto, la conoscenza delle misure delle condizioni che pongo come requisiti per essere accettati ai miei ritiri vertono anche a tutelare me stesso, i miei vicini, la mia famiglia, i miei ospiti e puntano ad avere la più alta possibilità di successo nel raggiungimento degli obbiettivi di salute di coloro che si rivolgono a noi.
Nonostante tutta questa "selezione" capita ancora qualche persona che aveva dichiarato di desiderare un percorso di questo tipo e che poi dimostra di avere intenti ben diversi, o di non aver affatto compreso il senso del percorso.
Non è raro che le persone, dopo essere state accolte, ammettano di non aver letto quei documenti con attenzione, quindi non avevano chiaro il programma che li attendeva. Ed è capitato pure che qualcuno confessasse che era venuto da me soprattutto perché non vi erano altri posti aperti in quel periodo o non poteva sostenere gli alti costi degli altri posti in cui si fanno soggiorni di salute. Una signora che venne più volte dalla Spagna mi confidò che venne perché, nonostante il costo del volo, le conveniva venire da me.
Veniamo ora alle domande più frequenti:
Perché argomenti e video anche impegnativi? Perché ci si evolve o si guarisce solo se accettiamo di attuare un vero cambiamento e se ci si ostina a mettere la testa sotto la sabbia non facciamo altro che ostacolare questo processo. Includere informazioni e consapevolezze, volutamente, proprio in corrispondenza di un eventuale digiuno è più efficace per la migliore apertura e sensibilità che offre quello stato.
Perché ambiente spartano che necessita di capacità di adattamento? Perché l'eccesso di comodità ha creato solo generazioni molli, incapaci di adattarsi, e all'ambiente ha chiesto quello che il pianeta non può dare a tutti.
Perchè le regole ecologiche? Perchè pretendere di parlare di igienismo e non avere a cuore l'ambiente e non adottare davvero praticamente abitudini e comportamenti ecologici non ha davvero alcun senso. Impossibile comprendere e praticare davvero l'igienismo senza occuparsi di tutela ambientale. E' pazzia. Significa essere avulsi dalla realtà. L'obiettivo invece è la consapevolezza.
Perchè trattiamo anche i diritti civili? Uguale come per l'aspetto ambientale. I diritti sociali indispensabili per vivere qualsiasi cosa si possa definire VITA, come quelli costituzionali o quelli acquisiti ancora prima di essi, non sono affatto scontati. Vanno attivamente tutelati perchè non vadano persi e possibilmente migliorati (lo vediamo bene in questi tempi, anno 2020, di eclatante dittatura mascherata, in cui patiamo sempre più della mancanza di libertà di pensiero, di parola, di libera stampa, di libera scelta).
Mi sono convinto che l'igienista ha anche l'ingrato e spesso difficile compito e ruolo di metterti di fronte con fermezza a quello che tu ti ostini a non voler vedere. Questo può tirarmi addosso le ire dell' interessato (assuefatto ad un mondo in cui raramente le persone si dicono sinceramente le cose in faccia), ma fa parte del gioco. Fortunatamente non sono pochi coloro che se ne rendono conto e dimostrano gratitudine.
Fa impressione vedere persone che arrivano dichiarando di essere oppressi da problemi che non gli riesce di risolvere, ma se toccati nell'orgoglio si trasformano in un batter d'occhio in professori, dispensando lezioni a dritta e a manca.
L'altra cosa è che io tendo a dare confidenza a chi incontro e questo accade per mia indole personale, ma anche per scelta razionale, avendo apprezzato la modalità del grande Patch Adams.
La confidenza permette di entrare meglio in relazione e quindi aiuta nel percorso, ma a volte è un'arma a doppio taglio, come nel caso in cui, magari senza nemmeno rendersene conto, la persona un pochino immatura, accoglie con meno fiducia gli argomenti che gli vengono sottoposti. Qualche volta, in questo stato di confidenza si assiste anche a episodi di maleducazione.
E' un rischio che fa parte del gioco.
Spesso emergono due cose:
1) l'incapacità di distinguere se quella che viene rivolta loro è una osservazione critica per il solo gusto di criticare o ferire, o se è l'espressione di chi lealmente ha il coraggio di dirti ciò che vede con l'intento che tu ne tragga vantaggio.
2) l'incapacità di determinare una reazione umile, razionale e analitica che ci permetta di valutare serenamente la tesi che ci è stata esposta prima di apprezzarla o scartarla, invece che farci fregare dall'orgoglio con il rischio di perdere una occasione di crescere.
Mi è capitato anche di vedere persone che in fondo "comprano" quote di digiuno e pretendono di ottenere risultati con lo spirito materialistico con cui comprano vestiti al mercato.
Assuefatti ad un mondo in cui si compra e si pretende.
La salute non si compra!
Nella moltitudine di persone che ho conosciuto tante sono diventate amiche e non ci separiamo veramente mai. Altre mi hanno fatto vedere i sorci verdi e momenti terribili sia a me che alla mia famiglia. Personalmente non credo che esistano le persone cattive, ma solo profondamente ignoranti e inconsapevoli per cui solitamente non provo rancore.
Tra i curiosi incontri che ho fatto tra le mie mura domestiche in occasione dei soggiorni igienisti mi vengono in mente il signore che nascosti in valigia aveva bottiglioni di vino, limoncello, lattine di fanta, vassoi colmi di pasticcini appena ritirati dalla pasticceria e che "tra le altre cose" sosteneva di essere Dio! Ricordo la ragazza che, forse cleptomane, se ne scappò via con uno zaino colmo di libri igienisti trafugati nascostamente dalla mia libreria, e quel signore che di fronte a me e alla mia compagna si prodigò nello spiegare a nostro figlio (allora piccino) come ci si impicca! Ricordo quella signorina che si legò al dito il fatto che io non acconsentii di seguire il suo digiuno di 40 giorni. Le avevo spiegato molto bene prima di consentirle di venire che essendo ella già sottopeso non avrebbe potuto digiunare tanto a lungo e che se ci avesse provato avrebbe anche potuto morirci e che in tutti i casi io mi rifiutavo di seguirla in una spericolatezza del genere. L'avrei seguita per un programma più sensato. Spiegare fu inutile...me la fece pagare! Capitò anche un uomo di 165 kili cocainomane che alla fine del percorso mi confessò che il suo progetto comprendeva l'imparare a controllarsi col cibo, dimagrire e..... ritornare a fare uso di alcol e cocaina!!! Ricordo lo psicolabile che mi aggredì improvvisamente e quell' altro signore che tornò di notte e mi derubò di tutto (fui costretto a trascinarlo in tribunale anche perché seppi che ovunque andasse si comportava così).
Mi si potrebbe chiedere: ma chi te lo fa fare di continuare? La risposta è semplice. Lo faccio perché ci ho creduto, mi ha dato molte soddisfazioni e divulgando l'igienismo ho conosciuto persone meravigliose che sono diventate parte della mia vita. E poi ringrazio tutti, incluso quelle persone più impegnative e problematiche perché, anche grazie a loro, conosco meglio la natura umana e ho assunto esperienze che hanno contribuito a formare me e che metto a disposizione degli altri.
Certo che un po' di stanchezza c'è, e non nascondo che qualche volta ho pensato di chiudere con i soggiorni igienisti, limitandomi a fare consulenze, articoli, conferenze, distribuzione della letteratura igienista ecc., ma penso sia un peccato fermarmi adesso con l'esperienza che ho maturato e poi ci sono persone che mi chiedono di continuare, che ci tengono che io continui. Questo mi dà forza e un buon motivo perché io continui.
Devo anche ammettere che mi sono reso conto che nei miei ritiri, mi sento bene, tutto scorre meglio quando percepisco chiaramente che i miei ospiti si rendono davvero conto che stanno ricevendo un regalo, che stanno vivendo una inconsueta opportunità.
Concludo dicendovi che chi ama la vita, se ha compreso veramente l'igienismo, non lo abbandona, ma si adopera per la sua divulgazione, perché anche gli altri ne vengano a conoscenza e ne possano trarre vantaggio.

Un caro saluto a tutti.
Per chi volesse fare due chiacchiere con me mi trova anche qui: danielebricchi@hotmail.com
Tel. 0523/913142




P.S.
Per una migliore comprensione, è molto utile leggere anche il mio intervento al congresso nazionale 2019 di HSU di San Pietro Terme di cui segue il link:
http://igienismo-igienenaturale.blogspot.com/2019/01/il-mio-intervento-al-congresso.html



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mercoledì 5 agosto 2020

L’EMERGENZA COVID-19 E I VERBALI DEL CTS SECRETATI

Coronavirus, è battaglia sul segreto sui verbali degli esperti ...
La questione dell’accesso, sia ai verbali del CTS sia ai dati della pandemia, non è meramente formale, ma ha a che fare con la stessa tenuta democratica del sistema. In Francia, patria dei diritti, tutti gli “avis” resi dal Conseil Scientifique sono stati pubblicati online sin da subito. In Italia, le libertà fondamentali hanno subìto forti restrizioni, in forza di provvedimenti legislativi adottati sulla scorta dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, il cui accesso ai cittadini è stato negato. Il ripristino del principio di trasparenza, ancora oggi sospeso, potrebbe essere un’occasione di rinnovo del rapporto di fiducia tra Stato e Cittadini alla base della partecipazione democratica.
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Circolo Vegetariano VV.TT. Calcata » Blog Archive » “Taci, il ...

La pandemia da Covid-19 e l’emergenza che ne è derivata hanno stravolto le nostre certezze e inciso sui nostri diritti, ma stanno anche ridefinendo il rapporto tra Stato e Cittadini.

L’azione di governo, ispirata a criteri di urgenza e tempestività dettati dalla drammatica situazione di marzo, ha inevitabilmente comportato la compressione delle libertà fondamentali per garantire la tutela della salute collettiva contro un nemico invisibile e sconosciuto.
Misure inevitabili nel momento della massima emergenza, quando peraltro le conoscenze scientifiche relative al SARS COV-2 erano, se non inesistenti, assai limitate e che i cittadini hanno accettato con grande senso di responsabilità.

La notizia di questi giorni, relativa al negato accesso ai verbali del Comitato Tecnico Scientifico, oggetto di una nota vicenda giudiziaria dinanzi il giudice amministrativo, ci offre tuttavia un interessante spunto di riflessione su Stato di Emergenza e Principio di Trasparenza dell’azione amministrativa.

La Trasparenza è un principio cardine del nostro ordinamento e costituisce per tutti i cittadini una garanzia di controllo sull’operato della pubblica amministrazione: è grazie a questo diritto che si possono conoscere i criteri utilizzati per l’adozione degli atti e delle scelte dei poteri pubblici. Il principio è contenuto nell’art. 97 della Costituzione e ha lo scopo di rendere comprensibile ed intellegibile ai cittadini l’azione dei soggetti pubblici al fine di esercitare il controllo democratico. Talmente è ritenuto rilevante e fondamentale, da essere stato oggetto di una specifica definizione e diverse riforme ne hanno progressivamente ampliato la portata. Il fondamento risiede nel favorire la partecipazione del cittadino al processo politico e dunque garantire un controllo dal basso, in attuazione del principio democratico. Recita in tal senso l’art. 1 co. 2 del d.lgs. n. 33/2013: “...(la trasparenza) è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di un’amministrazione aperta, al servizio del cittadino”.

Usciamo ora dall’empireo dei diritti e torniamo ad occuparci del nostro C.T.S. (acronimo con il quale abbiamo da tempo familiarizzato), l’organo consultivo istituito dall’Ordinanza del Capo della Protezione Civile già il 3 febbraio 2020, composto discrezionalmente prima di 7 membri e successivamente di 20, che vi siedono alcuni “di diritto” altri in qualità di esperti delle varie discipline interessate dalla pandemia. E’ evidente a tutti il ruolo determinante rivestito dal CTS, previamente consultato dal governo prima di assumere ogni decisione e provvedimento. Se ne ha certezza dalla lettura del DPCM del 26.04.2020, nelle cui premesse si fa esplicito riferimento ai verbali del Comitato Tecnico Scientifico.

Ora, pur essendo noti i nominativi dei componenti del Cts, alcuni dei quali protagonisti dei quotidiani bollettini informativi, altrettanto non può dirsi del contenuto dei citati verbali, dei quali a tutt’oggi si conosce l’esistenza ma non il contenuto. Già ad aprile numerosi organi di stampa e non solo ne avevano sollecitato l’ostensione, ricevendo come risposta che la pubblicazione sarebbe avvenuta “quando ragioni di opportunità lo renderanno possibile”.

Coerenti con l’intento di mantenere la riservatezza, il cd. Decreto “Cura Italia” emanato il 17.03.2020 ha sospeso il cd. “FOIA”, altro acronimo che sta per “Freedom of Information Act”: si tratta, più semplicemente, del diritto all’accesso civico generalizzato, che garantisce a tutti i cittadini di conoscere e accedere agli atti della Pubblica Amministrazione.
Tale limitazione alla trasparenza pubblica, in uno stato di emergenza sanitaria, è ritenuta accettabile solo se limitata nel tempo, tant’è che il termine finale della sospensione era stato individuato nel 31.05.2020.

Ma non è andata così: ed infatti, a fronte della richiesta avanzata dai legali della Fondazione Luigi Einaudi di accedere ai cinque verbali del CTS correlati all’emanazione dei DPCM, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha risposto negativamente, arroccandosi su una posizione formale e sostenendo che quei verbali sono atti “prodromici” all’adozione di un provvedimento legislativo e che dunque, come tali non possono formare oggetto di diritto all’accesso.
Il Tar Lazio, tuttavia, ha dato torto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e stabilito che, a partire dal 21.08.2020 detti verbali debbano essere resi pubblici.
Ma la Presidenza del Consiglio ha perseverato nella propria posizione, proponendo appello al Consiglio di Stato (l’organo che nella giustizia amministrativa equivale alla Corte di Cassazione nella giustizia ordinaria) e chiedendo di sospendere l’efficacia esecutiva della sentenza del TAR Lazio.
Il Consiglio di Stato, ha accolto la richiesta di sospensiva, in considerazione della complessità e della natura inedita della materia, tali da meritare una trattazione più ampia e collegiale. Tuttavia, il decreto del Presidente della terza sezione, nel provvedimento, ha voluto già da ora chiarire che detti verbali sono stati il presupposto tecnico per l’adozione di misure volte a comprimere fortemente diritti individuali dei cittadini, che hanno accettato le forti riduzioni di libertà “in nome di una emergenza sanitaria i cui aspetti proprio quei verbali elaborano” e che una lettura costituzionalmente orientata della normativa non consente di sottrarre quegli atti alla generale regola di trasparenza e conoscibilità da parte dei cittadini, quale ne sia la natura.

E dunque la domanda che ci poniamo è: può lo stato di emergenza sanitaria legittimare una limitazione dell’accesso ai dati sulla base dei quali vengono compresse le libertà fondamentali dei cittadini?

La risposta è legata al concetto di “accountability”, intesa quale dovere della politica di rendere conto della propria azione, concetto elaborato già nel 1689 da John Locke: ebbene, come recentemente sostenuto da Enrico Carloni, è proprio nel momento dell’emergenza che il principio di trasparenza deve emergere nella sua pienezza quale “antidoto alla concentrazione di potere, come necessario strumento di riequilibrio a fronte del ruolo crescente che assumono le autorità” chiamate a gestire una dimensione straordinaria come la pandemia da Covid-19.

E’ questo dunque il momento in cui l’importanza dell'informazione si manifesta in tutta la sua criticità ed è attraverso la messa a disposizione dei documenti che supportano le decisioni che limitano le libertà fondamentali che il cittadino può - come suo diritto - valutarne la proporzionalità e l’adeguatezza ed esprimere un giudizio sull’appropriatezza della decisione politica, ma anche consentire la verifica delle fonti scientifiche utilizzate. Questa del resto è l’essenza della democrazia e l’esercizio della sovranità da parte del popolo.

Esperienze simili, in Europa, ci portano ad esempio in Francia, dove l’organo corrispondente al nostro CTS (peraltro costituito secondo criteri differenti) ha adottato una linea diametralmente opposta all’Italia, pubblicando sin da subito online sul sito del Ministro della solidarietà e della salute tutti gli “avis” resi dal Conseil Scientifique. Come evidenziato da The Lancet, il successo della lotta al virus non sarà misurato solo in relazione all’evoluzione medica della pandemia, ma anche dal suo impatto in ambito sociale, politico ed economico. Nei momenti di crisi come quella attuale, è necessario che scienza e governi lavorino fianco a fianco, ma è altresì indispensabile che la consultazione scientifica avvenga in modo aperto e trasparente e che sia libera da rapporti gerarchici con i governi, approccio che assicura sia libertà di espressione, sia la voce critica e costruttiva dei consulenti scientifici interpellati.

Tornando in Italia, la medesima nebulosità riscontrata per l’accesso ai verbali del CTS investe anche la comunicazione dei dati relativi all’andamento della pandemia, sulla base dei quali i poteri pubblici lanciano periodicamente moniti e avvertimenti alla popolazione sul rispetto delle misure di distanziamento, pena l’eventualità di un nuovo lockdown. Come più volte rilevato dal nostro Paolo Spada, l’ISS pubblica sì delle elaborazioni periodiche dei dati, ma solo in forma aggregata, senza fornire, neppure su richiesta, i dati grezzi, impedendo così ogni autonoma elaborazione dei numeri.
E’ quindi ancora oggi negato l’accesso ai cd. “dati immediati” (es: quante accettazioni e dimissioni dai reparti, dalle TI, quanto tempo trascorre dal ricovero al decesso, quanto dalla comparsa dei sintomi alla diagnosi, e alla guarigione, quanti siano effettivamente i decessi per Covid), che pure consentirebbero di elaborare un quadro più completo e fondato dell’attuale situazione italiana.

La questione dell’accesso, sia ai verbali del CTS sia ai dati della pandemia, non è meramente formale, ma ha a che fare con la stessa tenuta democratica del sistema: si pone infatti alla base del rapporto di fiducia che deve necessariamente intercorrere tra Stato e cittadini, tanto più in questo specifico caso, in cui il Parlamento non è stato chiamato a pronunciarsi in merito ai provvedimenti straordinari che hanno limitato le libertà fondamentali.
A tale proposito Norberto Bobbio scriveva che la democrazia è per sua stessa natura potere visibile è controllabile e che lo Stato invisibile ne è l’antitesi. Che essa comincia quando cessa la segretezza e quando i parlamenti iniziano a riunirsi.

La finalità dell’accesso generalizzato è garantire massima legittimazione alle decisioni pubbliche ed è ciò che ci aspettiamo adesso dai nostri decisori pubblici: la trasparenza nell’uso della discrezionalità politica eviterebbe infatti l’insorgere del sospetto in una popolazione ancora spaventata dall’emergenza sanitaria ed assicurerebbe maggiore solidità agli stessi provvedimenti che hanno compresso la libertà personale, di circolazione, di riunione, di culto, di impresa, il diritto al lavoro e all’istruzione, condizionando pesantemente le vite dei cittadini non solo nel presente ma anche nel prossimo futuro.

Lo stato di emergenza non può mettere in discussione lo stato democratico: la sospensione dei diritti costituzionali dei cittadini per ragioni sanitarie non può avvenire - in uno stato di diritto - senza rendere accessibile agli stessi la documentazione scientifica posta alla base di simili decisioni né tantomeno è concepibile il rifiuto della richiesta.
I provvedimenti restrittivi delle libertà fondamentali, se adottati in assenza di qualunque controllo o partecipazione, risultano inevitabilmente affetti da fragilità, sia sotto il profilo della legittimità costituzionale sia in relazione alla realizzazione del contenuto del cd. “patto sociale”, del legame tra Stato e individui.

Se i cittadini si sono affidati allo Stato nel fronteggiare l’emergenza sanitaria al punto da consegnare a scatola chiusa le proprie libertà fondamentali, spetta ora allo Stato riporre fiducia nei cittadini accettando di sottoporsi al controllo ed evitando di arroccarsi su posizioni formali che nulla hanno a che vedere con la partecipazione della collettività al processo politico.
Peraltro, anche nell’ottica della democratizzazione della scienza, di cui abbiamo già parlato in una precedente pillola, la trasparenza gioca un ruolo fondamentale nell’attribuire maggiore credibilità alla consultazione scientifica degli esperti, condizione indispensabile alla costruzione di un rapporto di fiducia con i cittadini.

Perché, prendendo in prestito le parole del Dalai Lama, “la mancanza di trasparenza si traduce in sfiducia e in un profondo senso di insicurezza”.

Silvia Brizzi, avvocato

AlteraLex_Avv_Silvia_Brizzi


References:
http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/Dpcm_img_20200426.pdf

http://www.unina.it/documents/11958/7862223/Evoluzione_normativa_del_principio_di_trasparenza.pdf;

A. Zaccone Teodosi, “Covid-19, ma perché i verbali del Comitato Tecnico Scientifico non vengono pubblicati?”
https://www.key4biz.it/covid-19-ma-perche-i-verbali-del-comitato-tecnico-scientifico-non-vengono-pubblicati/302929/

L. Carrer, “Diritto all’informazione e coronavirus: perché è stato sospeso temporaneamente il FOIA?”
https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/04/05/diritto-allinformazione-coronavirus-perche-sospeso-temporaneamente-foia/

D.L. 17.03.2020 n. 18, https://www.gazzettaufficiale.it/showNewsDetail?id=2537&provenienza=home

TAR Lazio sez. I-quater, sent. N. 8615/2020
https://www.eius.it/giurisprudenza/2020/434

https://www.fondazioneluigieinaudi.it/wp-content/uploads/2020/07/appello-avvocatura-aoorm-P-2020-388433.pdf

Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, sez. III, decreto n. 4574/2020 Reg. Prov. CAU
https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef&schema=cds&nrg=202006169&nomeFile=202004574_16.html&subDir=Provvedimenti

https://www.facebook.com/pillolediottimismo/posts/149421850131628
https://www.facebook.com/pillolediottimismo/?__cft__%5B0%5D=AZVGf2eO_VBaOc17WotdhkHIMrvKktVtHVLeBarWBO3V028H8wD-_IRQh53oVTPAjM6H4gfCB-LJRrhm8hXDhDcobFOaKM5n2JU14UVgF4fwt0lwAdChJ7NWKRiCg-AzEHRVCwzrl1RsWdrfQ3KT1A4dE3ICBkRTGKcGFIK97xk4hQ&__tn__=-UC%2CP-R

J. Locke, Due trattati sul governo, 1689

G. Mingardo, “Il ruolo del Comitato tecnico-scientifico in Italia e Francia nell’emergenza Covid-19”, https://www.biodiritto.org/content/download/3843/45491/version/1/file/56+Mingardo.pdf

L. Atlani-Duault, F. Chauvin, Y. Yazdanpanah, B. Lina, D. Benamouzig, L. Bouadma, P.L. Druais, A. Hoang, M.A. Grard, D. Malvy, J.F. Delfraissy, “France’s Covid-19 response: balancing conflicting public health traditions”, https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31599-3/fulltext?dgcid=raven_jbs_etoc_email&fbclid=IwAR2MKhNiPpng2BS3RHPl6G_drJWY5Cg69VrMF5rLq-UzVKxA9YSdKGNBwvU;

E. Carloni, “La trasparenza come risposta all’emergenza” https://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Comunicazione/News/Carloni_Trasparenza.risposta.ad.emergenza.26.04.20_.pdf;

N. Bobbio, “Il segreto della democrazia: non avere segreti”
https://www.lastampa.it/cultura/2011/10/16/news/noberto-bobbio-il-segreto-della-democrazia-non-avere-segreti-1.36925167

M.G. Civinini, G. Scarselli, “Che non succeda mai più”,
https://www.questionegiustizia.it/articolo/che-non-succeda-mai-piu

https://www.facebook.com/pillolediottimismo/?__cft__%5B0%5D=AZXA1tIBzY3IVczL9-Eik8P_PD-2LQGnShUTxJ3AoGnbf636gGyUh-pNjSJ-gBDDQcSqN7VXVhUOXkdFKkNtHQA8_8gByZvdzEinqKSQkHhx2F44lQCRx-4Pp33GsxXcZxZxgittf18Vj3TY3pAstnn29Axj6y-kKo8OY4jlo5_l0g&__tn__=-UC%2CP-R;

lunedì 3 agosto 2020

Riccione. Madre di molti nomi...



2 agosto 2020, siamo partiti da Spilamberto nel pomeriggio alla volta di Riccione per andare a trovare gli amici Upahar e Venu, approfittando per fare una sosta nel viaggio da Spilamberto a Treia, dove mi fermerò per un po' di ferie. Siamo stati accolti con grande calore dai nostri amici. Il calore era anche nell'aria, infatti in questi giorni fa un caldo micidiale.
Per fortuna loro avevano un bel programma che portano avanti tutte le domeniche: si ritrovano con amici al Parco della Resistenza con i loro strumenti e le loro voci oltre alla loro presenza per eseguire una sessione di canti sacri. Il luogo, ove noi non eravamo mai stati, era abbastanza fresco e ombroso, con un alto pino marittimo che segnava il posto per la santa coppia che gentilmente ha voluto aspettare il nostro arrivo.
Una volta sistemati noi, alcuni loro amici, gli strumenti e tutto quanto abbiamo cominciato a cantare e siamo andati avanti per un paio di ore. Poi siamo andati a casa loro, dove siamo rimasti per la notte in una stanza particolare, piena di ricordi e di oggetti dell'anziana madre di Venu e non solo. Abbiamo mangiato "cassoni" (specie di piadine ripiegate e ripiene di verdura cotta amara, fatti da Venu e un dolce alla frutta fatto da Upa.
Dopo una nottata all'insegna della caccia alle zanzare, ma in letti abbastanza comodi, ci siamo alzati e, tutti insieme , siamo andati a fare colazione al bar più vicino e poi... partenza per Treia.... e questa sarebbe un'altra storia!
Caterina Regazzi
P.S. Quella che segue è un'invocazione alla Madre Universale scritta da Upahar e data a Paolo la mattina in cui ci siamo salutati.
Dea.
Madre di molti nomi,
di cui il veicolo è ogni amore, ogni dolore,
di cui il terreno di caccia è questo mondo benedetto e spezzato,
chi chiama Lei deve osare la visione unica, chi grida a Lei sta dentro il fuoco sacro.
Madre trascendo il pensiero;
Le profonde, illuminate, scritture dello spirito,
raccolte nei giorni di grazie, Suo sacrificio;
l'incantesimo di nascita e morte, Suo legame mistico
tutto il tempo il Suo sorriso, tutti i cuori il Suo Santuario selvaggio.
Madre della compassione feroce, di cui la risata risuona attraverso i campi dell'essere;
chi canta la Sua verità segreta è perso per sempre.
Scintille dalla Sua fiamma saliamo lasciando nessuna traccia.
Chi si rivolge a Lei non si trova più. (In memoriam J.R.)”
(Upahar Anand)