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venerdì 22 maggio 2015

Manifesto Terra Viva e Campagna per l'Agricoltura Contadina, una domanda ed una spiegazione




Cari tutti, oggi piove ed ho tempo di  tornare su questo argomento, a distanza di giorni,
dopo essere riuscito a leggere questo Manifesto, spero l'abbia fatto anche  qualcun altro, perchè vorrei ricevere pareri su quello che dico.

Come si legge nel testo (http://retedellereti.blogspot.it/2015/05/manifesto-terra-viva-la-nuova.html), il Manifesto Terra Viva è stato scritto da un gruppo di lavoro, nel gennaio 2015,
coordinato e pubblicato da Navdania International  con il sostegno di Banca Etica e Fondazione Triulza, ed è stato poi presentato a EXPO.
Sul contenuto, personalmente, mi sento di dire due cose: la prima è che è sicuramente più vicino a noi,   per i temi trattati e messi sul piatto, rispetto all'insulsa Carta di Milano prodotta da Expo. La seconda è che  è stato scritto da valide persone ma nessuna, a parte Mammuccini, che lavora in agricoltura, e sopratutto nessuna  organizzazione contadina. Un nuovo manifesto di esperti senza contadini. Scelta libera e legittima, ne condivido i temi, mi dispiace per le assenze.

Ma ciò che voglio evidenziare e porre come domanda al nostro interno è un'altro aspetto.
Una cosa positiva di questo Manifesto è che a fianco dell'indicazione dei temi segnala esplicitamente le BUONE PRATICHE, e per quanto riguarda l' Italia vengono citati:
una pdl sul consumo di suolo, il Movimento Stop al consumo di terrritorio, il Forum salviamo il paesaggio,  Libera Terra, i GAS e la Garanzia Partecipata.

Purtroppo non vi è alcun accenno alla Campagna popolare per l'agricoltura contadina.
Potrei dispiacermene e basta, ma leggo che nel Gruppo di Lavoro che ha scritto il Manifesto
vi sono i due vice presidenti di Navdania International Maria Grazia Mammuccini e Giannozzo Pucci, che sono anche referenti di Aiab e Quaderni di Ontignano, due associazioni aderenti alla Campagna contadina, e in tale ruolo hanno partecipato personalmente alla presentazione delle Linee Guida in Parlamento nell'ottobre 2013.

Cari Maria Grazia e Giannozzo, nel rispetto delle scelte di ognuno e nella propria libertà di azione, io mi chiedo come mai, per quale ragione culturale/politica, non vi siete fatti portavoce anche dei contenuti della Campagna contadina all'interno di  questo importante e pubblico lavoro che voi stessi avete promosso?

Un sincero saluto a tutti
Roberto Schellino



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Risposta di Giannozzo Pucci:

Caro Roberto,  non ho sentito Grazia ma rispondo lo stesso come amo fare "senza nessuna legittimità". 
Questa che oggi si chiama Campagna contadina è nipote del manifesto Carta per la Ricostruzione della Campagna Italiana che ho pubblicato nell'autunno 1997 dopo la fondazione dell'ASCI che era un' ipotesi di sindacato dei piccoli contadini, vista la inimicizia diventata guerra che tutte le associazioni sindacali ufficiali (Coldiretti, Confagricoltura e CIA) avevano e hanno nei confronti dei piccoli contadini e di ogni altra forma di vita in campagna che non sia l'operaio o l'imprenditore (in altri tempi chiamato padrone, ma oggi elevato agli altari come unico santo della produzione). 
L'ASCI come sindacato non è mai decollata ma ha sostenuto e partecipato alla raccolta di firme alla Carta condivisa anche da Gino Girolomoni, il quale dopo un certo tempo l'ha modificata trasformandola nel manifesto di Montebello il che, se da una parte ha dimostrato quanto la sentisse anche sua, dall'altra ha provocato un certo sbandamento e dopo un poco la raccolta si è fermata. 
Ma il dibattito è proseguito sulle pagine dell'Inventario della Fierucola con una critica puntuale alle leggi e regolamenti, nella rubrica  "Bollettino di Guerra dello Stato Risorgimentale contro gli italiani", fra l'altro contro l'obbligo dei registri IVA sopra i 5milioni di lire di ricavo annuo, contro l'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio, un obbligo mai esistito in tutta la storia umana. 
In quel periodo ho incontrato ARI, Crocevia lo conoscevo già, e altri che oggi fanno parte della Campagna Contadina. Mi illudevo che,viste le comuni motivazioni ideali, ci saremmo scoperti non dico fratelli entusiasti in questa guerra di lungo corso, ma molto vicini. Invece no, le vibrazioni che arrivavano erano del tipo "ma voi chi siete, noi lavoriamo da sempre su questi argomenti...", parole che nessuno ha mai pronunziato chiaramente ma che hanno formato un'atmosfera di galatei di comportamento, come formalità di legittimità, bavaglini di rappresentanza…
Scusa se non sono nato contadino ma biecamente aristocratico, eppure Ti assicuro che le sensazioni erano simili a quelle dei pranzi ufficiali della classe privilegiata in cui devi stare attento a come usi la forchetta, se hai la cravatta giusta, la piega dei pantaloni, a non fare gaffe ecc. ecc. ...molto simile al Genius Burocraticus, che è una degenerazione (corruptio optimi qui est pessima) del feudalesimo e ha la virtù suprema di farti sentire sempre in colpa, sempre in mutande in mezzo a gente vestita da cerimonia. A causa di questo Genius Burocraticus (benedetto il male quando fa capire il bene) ho scoperto per i contadini l'analfabetismo burocratico come diritto civile. 
La Campagna Contadina con Massimo Angelini e altri ha avuto il grande pregio di riprendere il testimone dopo diversi anni di stallo, ma anche anni di scoperte che le leggi contro i contadini non sono sviste di parlamentari ignoranti, sono costruite ad hoc da lobby precise che usano parlamentari ignoranti e altri conniventi per svendere il nostro paese e la sua libertà più intima, per egoismo provinciale estremo.
Il problema che ho percepito dentro la campagna contadina è la mancanza di spirito unanime. In un esercito che inizia una marcia complessa come questa, se ci fosse vera condivisione a nessuno importerebbe chi va in scena, o va più in televisione, o chi zappa di più, o va ai mercati, o fa una expo alternativa, o organizza corsi o fa la manifestazione davanti al ministero: ogni fronte va bene se combattiamo per la stessa cosa, anzi più ce ne sono meglio è. Sappiamo benissimo che questa è una rivoluzione di nuovo genere, in cui il grano vive insieme alla zizzania e pochi lo sanno riconoscere: è la sua forza. Cresce coi comportamenti della gente, con la sensibilità delle donne che cambiano nel fare la spesa, che spingono verso la campagna ecc. 
In una guerra così che ruolo ha chi con la matita blu e rossa corregge i comportamenti dei compagni di lotta: "tu non dovevi andare all'EXPO, tu dovevi scrivere il nostro nome, tu dovevi dire questo o quello, tu Vandana sei troppo sulla scena, hai troppe ambizioni ecc." ? è etica questa o moralismo sterile?
Il nome della Campagna Contadina lo deve scrivere prima di tutto la Campagna Contadina e se lo scrive bene lei, lo scriveremo tutti. Sostengo la Campagna Contadina per i suoi obbiettivi scritti e dichiarati, non per le palle che ha sulla corona, il suo sforzo come nel 1997 è cercare di cambiare le leggi, finché non è riuscita a cambiarle che alternativa è? Ma come unire le forze e allargare il fronte se si continua con le matite rosse e blu, cioè col ritagliarsi dei piccoli monopolii di parole? 
Che cos'è la sinistra reazionaria? è quella che ha aderito al moralismo borghese che i ricchi fanno la ricchezza di tutti, quindi con la scusa dei posti di lavoro si scappella sempre davanti alle grandi industrie e alle multinazionali e fa le leggi per loro, ma è anche quella che vuol raddrizzare le gambe ai cani, che vuole mettere le mutande al mondo sulle bischerate della legittimità burocratica e non ha capito la lezione strategica di Marx che la macchina è un comando materializzato. Studiando l'ideologia delle tecnologie si può scoprire che esiste un ambiente tecnologico reazionario, che una parte importante del progresso è reazionaria: del resto la dimostrazione finale è la concentrazione progressiva e inarrestabile del capitale in poche mani provocata e moltiplicata delle nuove tecnologie. La sinistra reazionaria è quella che sta dalla parte di diritti civili inesistenti, il diritto del miliardario Howard Hugues di morire di fame, o i diritti della società dei consumi e dei rifiuti infiniti di distruggere le montagne e i limiti di ogni tipo anche quelli fra uomo e donna, i diritti agli uteri in affitto: questa roba qui difende la sinistra reazionaria, il diritto civile dei ricchi del mondo a permettersi, in barba ai poveri, qualsiasi sfizio, qualsiasi sviluppo, qualsiasi manipolazione purché faccia aumentare il PIL. 
Il Manifesto TERRA VIVA presentato all'EXPO non è da "6 meno meno" come lo presenti Tu, ma contiene tutto ciò per cui ci battiamo da anni sia come analisi che come finalità, è una bomba atomica gandhiana. Per me che ci fosse un nome o l'altro importava poco, l'importante è che ci fosse quel manifesto in quel momento in quel posto. Per me se Vandana riesce a andare su tutti gli schermi a dire le cose in cui crediamo è una vittoria di tutti, porta acqua al mulino di tutti… Te l'immagini un esercito in cui si fa la morale che tutti devono essere partigiani sulle montagne e nessuno deve andare a fare la spia nei comandi tedeschi (e che ci fai sulle montagne se non sai come si muove il nemico: aspetti la fine della guerra?). Scusa Roberto, dal 1968 ho trovato un sacco di sinistra reazionaria nel movimento: andavano in cima, costruivano un'ideologia moralistica, davano patenti di buoni e cattivi, di strade obbligate da seguire, per poi finire sempre nei soliti galatei del "giusto" (?) egoismo materialista... e il consumismo è cresciuto esponenzialmente senza ostacolo alcuno.
Io so che, indipendentemente dai suoi limiti, simpatie ecc., Vandana sta dalla parte dei contadini. Se c'era uno spirito giusto di solidarietà la presentazione di TERRA VIVA poteva essere un'occasione per ritrovarsi, per manifestare, per unirsi dietro alla speaker pubblica Vandana. Questa intelligenza non c'è stata, ma se non si scoprirà alla luce delle prove, una fiducia di fondo fra noi, le patenti di legittimità, i giudizi sulle quisquilie non ci faranno avanzare di un millimetro e continueremo ancora per i prossimi 18 anni a fare emendamenti alle virgole dell'ennesimo progetto di legge. Il movimento riuscirà a cambiare le leggi crescendo di festa, lacrime e sangue, disobbedienze, testimonianze, aggregazioni, fiducia, unità libera. Una cosa in buona parte da cominciare
Cari saluti Giannozzo Pucci

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