Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

mercoledì 28 febbraio 2018

Blocco di armonia quartale di Ferdinando Renzetti


Risultati immagini per costruire strumenti africani

...un po' di anni fa ho conosciuto dei ragazzi africani, uno di loro e’ venuto a
trovarmi diverse volte nel mio laboratorio “giardinofficina” e recuperando
materiali vari, alcuni pezzi di legno assemblati e dei ferretti lunghi
schiacciati con un martello mi ha costruito una mbira, un piccolo pianoforte
africano. ho provato diverse volte a suonarlo anche se era scordato così avevo
saputo che c era un bravissimo mago accordatore nei paraggi e lho raggiunto
nella citta di boh nel docavolosta. questo bravo mago dopo avermi accordato la
mbira guardandomi negli occhi mi ha detto: se vuoi trovare la nota perfetta il
suono perfetto o la parola perfetta hai bisogno dei monaci tibetani! così mi
sono messo in cammino e attraversato la molisja sono arrivato prima a
foggiopolis nella daunja e poi a othia nel garganistan dove mi sono trattenuto
alcuni giorni. ripartito ho attraversato tutto il deserto della lukanja, le
citta di zanzaropoli e ferdinandina e sono arrivato sui monti della luna ad
alianum, da qui un altro deserto quello di pukhalpa, terra rossa e l’altipiano
dei sargenischi al confine
con la trullandia tra i trullalleri e i citrulli oltre la valle dell hidrya sono
arrivato a bhole baba city nel murgistan meridionale. qui finalmente ho
incontrato un gruppo di monaci tibetani che stavano realizzando il mandhala om
mani padme hum. sono rimasto con loro un po di tempo ascoltando meditando e
facendo alcune domande quando era possibile. mi hanno spiegato che per trovare
l uno, il suono o la parola perfetta bisogna passare prima dal 3 il numero
perfetto attraverso l A U M le lettere della trinita cosmica; A = onde
statiche; U = onde riverberanti; M = onde oscillanti; la quarta onda
trascendentale viene creata meditando l om nel centro del cuore. quello che
abbiamo chiamato armonia quartale, così mi hanno introdotto al numero quattro:
le stagioni, i quattro elementi, i punti cardinali. il numero della terra e del
quadrato. 4 + 3 = 7 appunto siamo arrivati al numero sette il numero magico o
numero di dio che connette con i piani alti della conoscenza e per farmi
comprendere bene mi hanno dato una singing bowl, ciotola che canta. una campana
di una lega di sette metalli planetari: oro per il sole; ferro per marte;
mercurio per
mercurio; rame per venere; stagno per giove; piombo per saturno; argento per la
luna. il suono avvolge completamente spirito e corpo per mezzo della vibrazione
ci si immerge in un viaggio sonoro magico e rilassante verso un crescente senso
di leggerezza. il suono e la vibrazione della campana concorrono per il
riallineamento dei chakra, della carica energetica e del benessere spirituale.
la risonanza consonanza produce un effetto psicotropo sulla natura umana. cmq
la campana tibetana e’ un antico strumento originario della cultura buddista
sciamanica himalayana che regnava nell antico tibet. sette metalli uno per ogni
pianeta che riassumono l essenza dell armonia delle sfere. un metallo e un suono
per ogni pianeta uniti tutti insieme nella campana producono il suono cosmico.
fondamentalmente serve per accordarsi su una vibrazione di frequenza specifica.
sette come i colori della arcobaleno, sette come i giorni della settimana, sette
come i nani di biancaneve, sette i chakra, sette i pianeti appunto. 7 + 1 = 8 e
siamo arrivati all 8 al numero infinito. la sfera che ha la circonferenza da
nessuna parte e il centro dappertutto. 100 dall uno all infinito.
mi hanno congedato dicendomi che la mia preparazione era giunta al termine e che
ero pronto per la nota, il suono o la parola perfetta. sono ripartito e sulla
strada ho incontrato un aborigeno meridionale che mi ha insegnato a suonare il
didigeridoo e soprattutto a caricare ed energizzare didigeridurizzare la
materia inorganica e organica e percepire tali vibrazioni. altri giorni poi ad
othia e l’incontro illuminante con i poeti oro della rena e blu dal mare. mi
hanno dato uno shruti box e ho iniziato ad accordare la mia voce la mia nota la
mia parola con il suono armonico del piccolo organo. così sono arrivato a casa e
aperto il bagaglio vi ho trovato un po di tutte le terre che avevo percorso
caricate tutte diversamente a livello energetico, anche di colori diversi e
tutte che mi parlavano e mi raccontavano con la loro memoria intrinseca
l’essenza del mondo che si sgretola e si consuma rinnovandosi continuamente o
l’immensa memoria del mondo e della terra che continuamente si rinnova dall
alto e si consuma dal basso. questa e’ un altra storia che racconterò o forse
ho già raccontato.


Ferdinando Renzetti

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domenica 25 febbraio 2018

Senza radici - Mille parole: viaggio in Iran


Risultati immagini per il deserto dei tartari di Dino Buzzati.


...questa mattina come ogni sabato sono andato a passeggiare sulla spiaggia, cielo
grigio atmosfera plumbea, umidità nell aria, pioggerellina sottile sottile, da
levante. infatti noi pescaresi quando qualcuno ci da fastidio o ci fa perdere
tempo gli diciamo: va’ mbuttija lu levand...! nel senso di impresa impossibile,
va a imbottigliare il levante e non farmi perdere tempo! tornato a casa ho
cucinato il mio piatto preferito riso, riso e cicoria, condito con una salsa
che chiamo kurkumi’ composta da appunto curcuma aglio limone prezzemolo e olio.
poi mi sono seduto sul divano mio luogo preferito del sabato a volte ci
trascorro l’intero pomeriggio. infatti scherzosamente quando ci incontriamo tra
amici al mattino ci diciamo: oggi che fai... divano!? ecco ho preso il
telecomando e ho acceso la tv, come sempre la prima cosa che faccio e’ leggere
le notizie varie su televideo poi mi sono connesso con raiuno e su un programma
di alberto angela tipo passaggio a nord est, in particolare un servizio su una
popolazione
nomade della Mongolia con la sveglia in una yurta di una bambina che per andare
a scuola deve fare 5 km per raggiungere il centro più vicino accompagnata dal
padre con la moto su strade ghiacciate con temperature sui meno venti gradi.
siamo in attesa appunto dell arrivodi questa ondata di freddo siberiano il
burian. quando mi sovviene in mente della mostra in svolgimento all'Aurum dal
titolo viaggio in Iran. mi vesto velocemente, già sono in macchina, percorro l
intera citta in lungo attraversando il ponte sul fiume verso la pineta
dannunziana , accendo distrattamente la radio e ascolto una bella canzone di
una cantante tedesca Alice Merton dal titolo no roots-senza radici finita la
canzone cambio canale e mi connetto casualente su radiouno dove si sta
svolgendo il programma sulle telecronache del campionati nazionale di calcio di
serie B, le voci gracchianti anonime e sincopate dei telecronisti accompagnano
le imprese dei vari calciatori, di sottofondo gli effetti speciali del
pubblico: cavolo! mi ricordo che oggi ce’ la partita del Pescara che gioca
appunto in serie B e lo stadio si trova proprio vicino l'Aurum. infatti le
strade sono tutte
chiuse così dopo un lungo giro parcheggio lontano e mi accingo a una lunga
passeggiata a piedi, piacevole devo dire perché questa e’una zona progettata e
pianificata agli inizi del 900 ce’ molto verde e rende ancora l’idea della
citta giardino che voleva essere in origine. percorro il viale sul mare tra i
villini liberty nelle vicinanze inizio a percepire in un atmosfera quasi
straniata e surreale gli effetti speciali provenienti dall enorme catino che
vedo la in fondo schiamazzi cori tamburi, le strade tutte vuote, ho come la
sensazione che tutta la vita del posto fosse stata concentrata nello stadio.
finalmente giungo all aurum con la sua bellissima entrata tra i pini della
pineta l ex kursaal, aurum come si chiama oggi la fabbrica delle idee e’ uno
storico edificio un tempo sede delle distillerie produttrice del liquore aurum,
si racconta che lo stesso d annunzio abbia coniato il termine ispirandosi alla
parola oro per definire il celebre liquore al gusto di arancia. Il palazzo fu
concepito nel 1910, originalmente, con il nome Kursaal, a scopo di stabilimento
balneare pescarese per famiglie agiate. Negli anni Venti prese avvio il progetto
della trasformazione della
struttura in distilleria, La fabbrica ha una struttura a ferro di cavallo, con
apertura dell'entrata a due braccia. Essendo stata completata negli anni
Trenta, risente dell'influsso del fascismo, i cui stili si alternano tra il
liberty e il neoclassico tipico dell'arte fascista. La produzione dell'Aurum
continuò fino agli anni Settanta, quando per la crisi di quegli annii la
distilleria fu costretta e il vecchio edificio cadde in abbandono. Nel 2003 è
stato recuperato e restaurato. Attualmente è usato come museo e galleria d'arte
contemporanea, nonché come sala convegni. Il palazzo, con l'ampliamento degli
anni Trenta progettato da giovanni michelucci, si è arricchito di un corridoio
retrostante a ferro di cavallo, arricchito da due ordini di logge.
ecco finalmente salgo le scale tra enormi sculture e vengo accolto dall
atmosfera ovattata delle grandi sale con enormi finestre sui lati. vedo subito
su un tavolino dolcetti iraniani che si chiamano kermani, torroncini bianchi
morbidi con pistacchi all interno e ne assaggio subito uno, poi percorro i
pannelli fotografici, postazioni di artigianato iraniano
una tessitrice di tappeti una decoratrice di ceramiche una signora scrive nomi
in caratteri persiani con un piccolo calamo di canna e inchiostro nero. mi
siedo nell area predisposta al concerto e due donne penso iraniane presentano
alcuni strumenti tradizionali tra cui appunto il tar il setar e il daf, poi i
suonatori, un duo, iniziano il loro concerto e la mia mente prende il volo.
come se le migliaia di note si trasformassero in migliaia di parole a memoria
tutta le mille e una notte in una volta sola su tappeti volanti tra donne
vestite di veli che danzano libere. ecco che allora a fine concerto ritorno con
i piedi sulla terra. uno dei suonatori mi racconta che il daf e’ uno degli
strumenti più suonati oggi dai giovani, in iran. oltre la bellezza del concerto
e della situazione, poi sono rimasto a parlare con la signora che scrive in
persiano antico che ho scoperto poi essere sarda e che si chiama alice anche se
questo poi non e’ tanto vero e ha sposato un iraniano, adesso vive spesso in
iran. all inizio l discorso si e’ concentrato sulla tradizione sarda di tappeti
e l artigianato sulle cento varieta di pane e sulle danze e musiche tradizionali
dell isola. poi naturalmente il
discorso si e’ spostato sulla vita socio politica dell iran, quindi lo scia’, la
regina triste soraya, layatolla’ khomeini, il negazionismo di amadineja, la
politica e l’embargo dei paesi sionisti imperialisti nei confronti dell iran,
fino alla vita di oggi e l’antica capitale persepoli. così alla fine ha scritto
anche il mio nome solo che si e’ confusa tra una chiacchiera e latra e ha
scritto federico e poi ferdinando così sono in persiano federico ferdinando.
abbiamo parlato anche un po dei nomi in iranico di quelli che somigliano e sono
come i nostri e quelli che proprio non esistono appunto come ferdinando. andando
via ho preso le tre scatole vuote dei dolcetti iraniani, un po perche mi
piacciono le grafiche che ci sono stampate, un po perche, quando vedo scatole
vuote non resisto alla tentazione di prenderle e usarle da riempire con paglia
terra e semi e farne composizioni x piccoli orti verticali da giardino o
balcone. comunque dicevo che oltre alla bellezze del concerto dei dialoghi e
delle, varie situazioni sono stati belli anche gli incontri, con valeria
filiforme fine tessitorice di destini improbabili che non vedevo fa parecchio
tempo, poi klaudia scrivo col cappa perché ho
scoperto che nell alfabeto persiano non esiste la ci, giovane costruttrice in
terra cruda pure lei non la vedevo da tempo e infine jolina dens, una donna che
ho conosciuto oggi, giusto un anno fa, danzatrice balcanica di
Istanbul...abbiamo parlato pure di bam antica citta fortezza in terra cruda
dell iran che purtroppo ha subito molti danni per un violento terremoto, una
decina di anni fa circa, se ricordo bene a bam fu girato il famoso film il
deserto dei tartari di Dino Buzzati.


senza radici
quando passo faccio rumore
come se suonassero mille chitarre
su tappeti grande vocabolario di possibilità. lettere e parole come bussole del
confuso presente
quando passo faccio rumore come se risuonassero mille parole vocabolario di
possibilità. parole come bussole
del confuso presente


Il daf (persiano : دف daf; arabo : دف duf) è
Il daf (persiano : دف daf; arabo : دف duf) è
un grande tamburo a cornice mediorientale usato nella musica popolare e
classica. Il telaio è solitamente realizzato in legno duro con molti anelli
metallici attaccati, e la membrana è solitamente la pelle di pesce, ma vengono
utilizzati altri tipi di pelle come mucca, capra e cavallo. Il Daf è usato
principalmente in iran( persia) , e di solito accompagna cantanti e attori e
altri strumenti mediorientali.


In tutte le culture in cui è presente, il tamburo a cornice è strettamente
legato alla tradizione musicale popolare. Per fare alcuni esempi: non serve
forse ricordare il tamburello in Italia legato alla tradizione della
Tammurriata e della tarantella in tutte le loro sfaccettature; in spagna
(specialmente in Galizia) il pandeiro, la pandeira e la pandeireta, sono
strettamente legati a canti e balli che hanno parecchie affinità con la
tradizione popolare italiana; in Persia (attuale iran ) il Daf è il tamburo
utilizzato dai sufi nei canti e danze (si pensi ai noti dervisci rotanti);
utilizzato come strumento di accompagnamento (ma anche
solista) nella musica classica del sud del paese.
Il tar è un particolare strumento a sei corde simile al liuto che viene suonato
con un piccolo plettro d'ottone.


La parola tar (تار) in persiano significa
proprio corda. Si pensa che da questo nome derivino l'indiano sitar e l'arabo
qîtâra, da cui a sua volta proviene il nostro chitarra. Il Tar è uno dei più
importanti strumenti tradizionali dell' asia centrale, fondamentale nella
composizione e nell'esecuzione dei radif. Le tendenze generali della musica
classica persiana sono state fortemente influenzate dai suonatori di tar.
Il Setar (in persiano سه‌تار, daseh, che
significa "tre" etār, cioè "corda") ,della famiglia del liuto che si suona
con il dito indice della mano destra. Due secoli e mezzo fa, gli è stata
aggiunta una quarta corda. Ha dai 25 ai 27 fregi mobili, fatti solitamente
anche di seta. Sebbene incerta la data d'invenzione, è noto che fu creato in
Persia prima dell'avvento dell' islam.


Ferdinando Renzetti


venerdì 23 febbraio 2018

Parma, 1 marzo 2018 - Scambio di semi al Mercato delle Genuine Produzioni della Mercatiniera


Risultati immagini per Parma Mercato delle Genuine Produzioni della Mercatiniera

In concomitanza con il Mercato delle Genuine Produzioni della Mercatinieragiovedì 1 marzo 2018 avrà luogo l'incontro di scambio dei semi, presso la Casa Cantoniera di Parma.

Siamo tutti invitati a portare con noi semi di varietà orticole e floreali, marze da frutta, racconti e narrazioni delle nostre coltivazioni.
L'intento è stimolare non solo gli orticoltori, ma anche chi fa del proprio balcone un piccolo polmone verde, a produrre la semenza dalle proprie coltivazioni, così da tramandare varietà e conoscenze che la selezione industriale sta rendendo sempre più rare, e salvaguardare la biodiversità, in natura e nel nostro piatto!

Ricostruiamo le tradizionali reti di scambio gratuito e dono di semi e conoscenze.

Incontriamoci!

Vi aspettiamo a partire dalle 17:00 alla Mercatiniera di Parmapresso la Casa Cantoniera di via Mantova 24.
Aperitivo con i prodotti del mercato
> Piccola biblioteca in consultazione con libri, fanzine, articoli, opuscoli per arricchire le nostre chiacchiere (portate i vostri materiali!)

Evento facebook presente sulla nostra pagina
https://www.facebook.com/events/174545073062646/


Un seme è storia della nostra Terra,
da raccogliere, diffondere
curare e tramandare
SCAMBIAR SEMI ...
scambiar semi è lanciare una proposta, è un atto di protesta
scambiar semi è una forma di resistenza, è pura sopravvivenza
scambiar semi è azione per qualcosa, è reazione contro qualcosa
scambiar semi è mettersi in gioco, è spendere poco

Scambiar semi è tutto ciò che uno ci vede dentro
perchè nell'ascolto, nell'incontro e nella diversità
come un seme, il cuore, lo si trova al centro
questa giornata non è altro che un’opportunità

La Mercatiniera - 
assembleamercatiniera@lists.riseup.net


mercoledì 21 febbraio 2018

"Khymeia". The pagan folk - Recensione di Ferdinando Renzetti



Durante questo mio viaggio in Hirpinia ho ascoltato il concerto di un gruppo di
ragazzi hirpini che si ispirano alle antiche culture del Sannio e non solo.

Dal libretto del loro secondo album "khymeia"

Emian Pagan Folk
KHYMEIA
“C’è stato un tempo in cui uomini e donne straordinari trasmettevano la
conoscenza di sé e del Mondo attraverso le 7 arti sacre: religione,
architettura, pittura, danza, scultura, teatro e musica. Da Atlantide fino a
Babilonia, dall’Egitto all’India, dall’Europa fino al Nuovo Mondo.... Ovunque
questi uomini e queste donne si prodigavano affinché l’Umanità non dimenticasse
mai da dove provenisse o dove fosse destinata a ritornare. Ogni giorno della
loro vita era dedicata alle 7 arti sacre. Tra questi Iniziati, così li
chiameremmo oggi, c’erano gli Alchimisti, coloro che volevano tramutare il
piombo in oro. Il loro linguaggio ermetico (criptico) venne frainteso da coloro
che ignoravano la sua reale origine e molte informazioni furono dimenticate,
molte altre fraintese. Il significato alla base di questa trasformazione è
indagare nel cuore di sé stessi, per cercare il vero senso della propria
esistenza sulla terra e per ridare ancora luce alla scintilla divina che giace
in ognuno di noi. Trasmettere ciò e molti altri segreti fu l’obiettivo reale di
questi Grandi Maestri.


Risultati immagini per "khymeia"  Emian Pagan Folk

KHYMEIA, dall’arabo al-khīmiyya che vuol dire “chimica”; dal greco
χυμεία che vuol dire “fondere”, “unire”;
dall’egiziano al kemi che vuol dire “l’arte egiziana”, questo il lavoro al
quale essi dedicavano la loro intera vita. Nel mio lungo peregrinare ho
incontrato molte persone ed oggi mi ritrovo faccia a faccia con quattro giovani
consacrati alla settima arte.


Facendo ricerca essi provano a riportare alla luce l’antica formula alchemica,
rivelandola poco a poco attraverso l’unione di melodie lontane tra loro ma che
entrano in simbiosi in un modo inusuale ed allo stesso tempo naturale. Dalle
calde terre del Mediterraneo fino al freddo nord, realizzano la loro fusione,
l’atanor è rappresentato dalle voci e dagli strumenti che utilizzano. Il
compito di interpretare questo messaggio dipende interamente da voi! E se il
loro lavoro non è puro, il Grande Maestro il Tempo deciderà per tutti.
Umilmente al vostro servizio, B“

From Celtic to North-European culture, from medieval ballads to shamanic
singing:
EMIAN Pagan Folk music combines North and Mediterranean folk
languages, enrapturing the listener with an enchanting song, taking him to snowy
peaks, enchanted woods, along Scandinavian fjords. Their music makes him
discover his deepest ego, archaic feelings, bringing him back
to the ancestral harmony with the universe


Risultati immagini per "khymeia"  Emian Pagan Folk

Recensione di Ferdinando Renzetti

martedì 20 febbraio 2018

Mondeggi Bene Comune - Resoconto dell'Assemblea Collettiva del 27 gennaio 2018


Immagine correlata

Quanto segue è la sintesi dei lavori condotti in assemblea aperta sabato 27 gennaio 2018 a Mondeggi e delle proposte che ne sono emerse, le quali, andrebbero accolte e ridiscusse in libertà all'interno dei momenti che ogni rete locale Gc ritiene più opportuni. Senz'altro, considerata la partecipazione ed il contesto, quelle che seguono sono da ritenersi le proposte più attuali che sono fin qui state elaborate in merito alla difesa di Mondeggi bene comune come articolazione della campagna lanciata anni fa da Gc “Terra Bene Comune”.

Un'ultima e necessaria premessa è quella sulle energie: il calendario delle attività progettate da MBC è fitto e spazia in ambiti molto diversi fra loro: dai momenti di autoformazione, alle occasioni di proposta e aggregazione, senza dimenticare la programmazione del prossimo incontro nazionale del 27-29 aprile, che il nodo fiorentino “Jerome Laronze” si è proposto di ospitare. A ben vedere, fino a giugno è un po' un casino. Questo per anticipare come nel territorio di Firenze e provincia abbiamo già mosso nuovi e ulteriori passi, e che siamo già da tempo attivi a sviluppare quei contenuti che ci contraddistinguono partendo sempre dal basso. D'altronde è innegabile che, al fine di una lotta che si preannuncia lunga, è per noi più che mai necessario sentire una solidarietà concreta da tutto il movimento, che si traduca nel fondere gli sforzi per creare un precedente di valore inestimabile in questo paese. Noi presidianti saremo ovviamente a disposizione al fine di riuscire a divulgare notizie sulla situazione: ciononostante per noi è essenziale continuare ad operare sul territorio. Questo significa che saremo costretti nei mesi futuri a dosare le energie e gli spostamenti, senza escludere a priori nessuna delle proposte di intervento o degli inviti che eventualmente saranno girati.

Di per sé, l'incontro è stato pensato innanzitutto per aggiornare quante più persone possibile a proposito della situazione, che continua a rimarcare la frattura e la completa assenza di dialogo fra la custodia popolare e le istituzioni, più che mai intenzionate a veder la faccenda chiusa con la dismissione a privati della tenuta, con o senza il parere della popolazione, attraverso l'uso di ogni canale e mezzo a disposizione.

Conseguentemente abbiamo aperto l'incontro con una complessa e dettagliata rassegna dei molti ambiti in cui presidianti e comitato Mondeggi Bene Comune sono già da tempo impegnati: dallo stato delle lavorazioni agricole, ai rapporti con le istituzioni locali; dalle iniziative di divulgazione intraprese nel territorio, alla comunicazione verso l'esterno; dagli sviluppi delle azioni legali, all'appello ai docenti reperibile sul blog.

Una volta sviluppati da parte nostra questi contenuti come premessa alla giornata, già sul finire della mattinata è sorto un primo iniziale dibattito che ha messo in luce delle strade per certi versi affascinanti, anche se di difficile realizzazione, dal momento che più che azioni, appaiono percorsi, intraprendibili solo con continuità e dedizione. Ne sintetizziamo i contenuti:

- la scrittura di racconti e la trasmissione di consapevolezze su come, al cambiare dell'agricoltura, sono mutati anche i luoghi e i territori da molteplici punti di vista: le lotte e le rivendicazioni territoriali non sorgono unicamente dalla volontà di pochi di ribellarsi, bensì da una visione e gestione della terra meramente estrattivista
- unire i diversi territori in un'unica causa per il Bene Comune articolando in un nuovo contesto le battaglie e le rivendicazione locali
- concentrare tutta l'attenzione di Gc su Mondeggi e la sua difesa: ciò sia dal punto di vista economico, sia da quello legale, senza tralasciare la comunicazione e l'inchiesta. L'obiettivo dunque si rivela essere la difesa di un'esperienza contro un sistema, a cui evidentemente questo precedente grava e da fastidio. Secondo la maggior parte dei presenti il valore dell'occupazione è tale da interessare il coinvolgimento di tutte le reti nazionali in un'unica campagna di difesa. Ciò dal momento che Mondeggi può essere interpretato come un precedente appunto, un esempio ci si augura anche per molti altri territori.
- è stato anche immaginato un lavoro di mappatura trasversale di altri luoghi di campagna, il cui abbandono condiziona lo sviluppo e la desertificazione culturale, sociale e lavorativa di una fetta di territorio. Queste potrebbero divenire occasioni appetibili a coloro i quali volessero intraprendere esperienze analoghe di custodia popolare. In tali situazioni, ogni rete locale di Gc dovrebbe esser preparata a supportare un ogni modo un nascente gruppo, al fine di espandere le occasioni e i luoghi di lotta.
- infine è stata esplicitata la necessità di infittire la comunicazione con chi del movimento non si sente parte o non lo conosce: divulgare non significa necessariamente confrontarsi in dibattiti con sostenitori di una causa piuttosto che un'altra. Avere disponibili, stampare localmente e diffondere volantini e materiali può essere alla portata di tutti coloro che lo desiderano: noi ci muoveremo in tal senso.

*

A partire dalla ripresa del dibattito nel pomeriggio, l'assemblea si è impegnata a sviluppare alcune delle tematiche emerse, che è possibile sintetizzare in 3 grandi filoni: la custodia popolare di Mondeggi, la relazione fra i diversi territori e le lotte comuni, e infine l'incontro nazionale GC di aprile.

1) CUSTODIA POPOLARE
  1. difesa:
    La domanda da cui si parte è: come supportare Mondeggi e difenderla dalla tentata vendita e dal rischio di sgombero?
    Le proposte emerse sono molto numerose:
    - Appello alle reti locali Gc per far conoscere Mondeggi e quello che sta succedendo il più diffusamente possibile;
    - muoversi per ampliare il coinvolgimento anche a livello nazionale delle università e delle istituzioni. Si ricorda come il fatto che ci siano esponenti del mondo accademico che hanno sostenuto Mondeggi firmandone l'appello, abbia influito fortemente sulla credibilità e la comunicabilità del progetto soprattutto al di fuori dei nostri circuiti;
    - si immagina di allargare l'appello anche ai singoli individui (raccolta firme) per esempio nei mercati delle reti locali;
    - non dimenticare che è in corso la campagna elettorale > sfruttare il momento per fare pressioni e far emergere la critica alle scelte politiche che si stanno portando avanti: se l’opinione pubblica si esprime positivamente su quello che è Mondeggi e per la sua difesa, può avere delle influenze (ricordiamo che su scala locale il comitato Mondeggi Bene Comune sta girando per i circoli della zona a illustrare il progetto e lo stato dei lavori);
    - è stato consultato il bilancio 2018 della città metropolitana di Firenze dov’è prevista l’entrata di 15 milioni dalla vendita di Mondeggi: viene proposto un ricorso alla Corte dei Conti ipotizzando un danno erariale rispetto a un mancato introito dovuto alla svalutazione esagerata di Mondeggi. Si nota inoltre che la Città Metropolitana non riesce a spendere annualmente quello che ha a disposizione, per cui che necessità c’è di alienare Mondeggi e altri beni pubblici che stanno subendo lo stesso destino di privatizzazione?

    Per quanto riguarda la difesa operativa del presidio:
    - raccolta di numeri di telefono e mail da mobilitare in fase di emergenza sgombero;
    - pressioni sui possibili acquirenti (analisi e ricerca dati);
    - creare una cassa denunce (il 10 aprile inizia il processo con 17 imputati tra occupanti ed ex occupanti): si propone di chiedere un contributo alla cassa nazionale Gc;
    - trovare contatti/competenze per riuscire a far passare Mondeggi sulle reti mainsteam;
    - trovare un modo perché il supporto a Mondeggi sia visibile sia a livello locale che nazionale (bandiere/striscioni da appendere ai balconi, flash mob, cortei contemporanei a livello nazionale, moltiplicazione delle esperienze di occupazione agricola…);
    - lavorare sulla comunicazione per trovare un modo per far emergere un racconto positivo di quello che si sta facendo a Mondeggi > deve diventare un modello facilmente comunicabile.
    - proposta di legge popolare. Adesso c’è solo la legge per gli usi civici che non è applicabile al caso di Mondeggi. Su questa proposta si crea un po' di dibattito, viene riportata l’esperienza di Gc che ha lavorato a lungo su una proposta di legge popolare sull’agricoltura contadina che è poi stata cestinata da 4 governi diversi, senza contare che spesso finisce che la legge viene approvata ma non si fanno mai i decreti attuativi, lasciandola solo sulla carta. Si ricorda poi com’è andata a finire la lotta per l’acqua bene comune. La considerazione che emerge è che sono percorsi che sono comunque possibili solo con la forza dei numeri e la conseguente pressione che può fare.
  2. Continuità:
    Sono emerse da parte dei presidianti di Mondeggi alcune necessità in cui sono carenti:
    - trovare moderatori per gestire assemblee anche grandi e partecipate;
    - viene chiesto supporto a chiunque abbia competenze in merito per infoltire il team legale che si è formato a supporto di Mondeggi;
    - viene chiesto supporto a chiunque abbia conoscenze/competenze per allargare anche il gruppo comunicazione, che al momento conta poche persone. In particolare cercano aiuto per il lavoro grafico, per i contatti con giornalisti e altre figure che lavorino nell’ambito della comunicazione, per la distribuzione dei materiali, etc...
  3. Riproducibilità:
    - da parte di Mondeggi si sottolinea come lo scopo non sia quello di difendere unicamente l’occupazione della fattoria senza padroni, anzi, si teme il fatto che tutto si riduca all’idolatria di una singola situazione. Quello che si auspica, la vera vittoria che si cerca, è che nascano altre esperienze simili in tutto il territorio nazionale.
    L’altra faccia della medaglia è che Mondeggi è una messa in pratica di una serie di principi che vengono teorizzati da più parti, Gc in primis e che la difesa collettiva di questa esperienza è allo stesso tempo uno stimolo essenziale alla sua riproduzione: Mondeggi al momento è un esempio per tutti, ed è la riuscita della difesa stessa di questa esperienza che può diventare rilancio e stimolo per tanti altri che vogliano intraprendere percorsi simili. Ciò dimostrerebbe a tutti di avere alle spalle un sostegno forte e la presenza di tante persone che ci aiutano a difendere i nostri spazi, rendendo la prospettiva di occupare per riappropriarsi della terra e dei mezzi per mettere in atto una scelta di vita legata a principi agroecologici diventa un’alternativa possibile;
    - una possibile idea è il lavoro di formazione per occupare le terre e difendere la riappropriazione.

2) PROBLEMATICHE LOCALI E LOTTE GENERALI

All’incontro c’erano diverse persone dalla Valle degli Elfi, la loro domanda principale è stata se c’è la voglia di creare un movimento che vada oltre Mondeggi e Gc: è stato proposto di creare un manifesto cercando i punti comuni tra tutte le varie realtà rurali e decidere dove vogliamo arrivare assieme. Abbattere le differenze e arrivare a creare un movimento che racchiuda tutti i movimenti partendo dal presupposto che è l’unione che fa la forza.
- Si è proposto anche di creare una lista di realtà/associazioni che possono essere interessate alla problematica della possibilità pratica di una vita alternativa legata alla ruralità, nei vari modi in cui questo può essere inteso;
- si è proposto di realizzare un video di sensibilizzazione rivolto a chi è fuori da certe realtà fatto con interviste a persone che hanno fatto certe scelte di vita in cui ognuno di noi racconta il suo perché.

Il popolo degli elfi sta inoltre organizzando un incontro di socializzazione a luglio a cui siamo tutti caldamente invitati.


3) 27 – 28 – 29 APRILE: INCONTRO NAZIONALE GC

  1. Gli interventi ruotano attorno all'idea di porre prima dell’incontro nazionale un quesito, che poi si discuta in plenaria dopo il lavoro delle singole reti. Che quesiti vogliamo porre per il prossimo nazionale?
    Anche alla luce della mancata partecipazione di molte reti locali Gc, da più parti si è risollevato il dubbio del senso stesso di partecipare a Genuino Clandestino e di impegnarsi per organizzare e partecipare a un nazionale ogni 6 mesi. Di conseguenza il punto forte che è emerso durante questo incontro è: vogliamo essere movimento o raccoglitore di reti locali? Che pratiche vogliamo mettere in atto? Vogliamo che Gc rimanga caratterizzato solo dai mercati contadini o vogliamo andare più in là? Vogliamo o non vogliamo fare un movimento? E di conseguenza, cos’è/cosa intendiamo per movimento? Ci si è chiesti cosa vuol dire allargarsi, si è ricordato che Gc è un fatto di reti, non è centralizzato e nessuno può parlare a suo nome. Si è ribadito che il valore principale rimane sempre quello territoriale, da cui emerge poi quello nazionale. Restando all’interno di questi presupposti c’è l’esigenza di interrogarsi sugli strumenti ci diamo per intervenire sui problemi che abbiamo, riconoscendo che oggi le reti non aggregano più come qualche anno fa. Una proposta è stata quella di provare a concentrare il lavoro delle singole reti su 1 o 2 temi e pratiche, nello specifico cercare di creare in ogni rete esperienze come Mondeggi per diffondere la pratica di riappropriazione e l’agricoltura contadina.
    Come nodo fiorentino si è deciso, viste alcune perplessità emerse per com’è andata l'assemblea plenaria negli ultimi incontri, di provare una nuova modalità e organizzare la plenaria all’inizio della tre giorni e non alla fine, in modo che da essa possano venire le linee di indirizzo su cui poi i tavoli lavoreranno. Si è inoltre proposto di dividere la plenaria in 3 momenti: uno in cui prendano la parola i tavoli, uno in cui prendano la parola le reti e uno in cui prendano la parola i singoli individui.
  2. È nata una discussione rispetto alle priorità che ci si deve dare al nazionale e al metodo organizzativo. Si osserva che da più parti si è vissuta un’insofferenza per il fatto che il lavoro dei tavoli tematici e tecnici prendono troppo tempo rispetto alla plenaria, si sente che c’è bisogno di più tempo per discutere temi più politici. La proposta declinata quest'oggi è di trovare un momento in cui parlare di terra bene comune/accesso alla terra/creazione di comunità/pratiche mutualistiche, magari aprendo un tavolo dedicato e decidendo di sospendere tavoli che al momento sono arenati e improduttivi per dare la possibilità a più persone di partecipare a questa discussione.
    Un’altra proposta, su cui subito sono emersi forti dubbi, è stata quella di eliminare del tutto i tavoli a questo nazionale e dedicare tutto il tempo a questi temi in un assemblea unica. Si ricorda che c’è un documento che si è iniziato a rielaborare in passato sull’accesso alla terra. Si sollevano dei dubbi in quanto è importante che ci sia almeno un momento di restituzione del lavoro svolto nell’ultimo semestre dai tavoli che avevano dei lavori in sospeso. Si sottolinea poi che è anche importante riconoscere che in diversi territori c’è bisogno di affrontare temi diversi in momenti diversi.
  3. Il corteo/fiaccolata serale del 28 è una delle proposte emersa già qualche tempo fa: potrebbe essere un momento in più a disposizione per impattare le consapevolezze in città. Su quali temi costruire la manifestazione del 28?
    - Si parte dalla necessità di creare un corteo largamente partecipato, di portare in piazza molte persone, ricordando che una manifestazione, in una città come Firenze, potrebbe essere un momento centrale. A questo proposito le prospettive che si sono confrontate sono due: incentrare il corteo prioritariamente alla difesa di Mondeggi (perché in risposta alle emergenze si riesce a catalizzare molte più persone); oppure incentrarlo su una piattaforma più ampia, al fine di coinvolgere il maggior numero di persone e gruppi possibili senza correre il rischio di chiamare solo compagni per difendere una singola esperienza di occupazione.
    Al di là di queste due differenti prospettive (alla fine si tratta solo di incentrare il lancio principalmente su una o l’altra cosa) i temi su cui dovrebbe essere costruito il corteo sono condivisi: le parole d’ordine principali sono la difesa dei beni comuni, l’autodeterminazione territoriale e la difesa di forme di vita contadine come mezzi pratici e immediati per opporsi al modello di sviluppo capitalista che crea la catastrofe ecologica dentro cui viviamo e le nocività che si abbattono su tutti noi, come mezzi per l’autodeterminazione alimentare e l’accesso popolare a un cibo genuino. Pratiche che passano attraverso la creazione di comunità, le lotte territoriali e le scelte di vita ispirate a principi agroecologici e della ruralità; l’opposizione alla svendita di quello che è definito patrimonio pubblico, ma che è in realtà Bene Comune da gestire appunto in modo comunitario partendo dall’autodeterminazione dei territori e dalla difesa della diversità contro un omologazione centralizzata, totalitaria e imposta dall’alto. La sfida è conservare e supportare le diversità creando al contempo un unione trasversale per la loro difesa, secondo la visione per cui ogni specifica lotta con i suoi mezzi e le sue declinazioni è una parte del tutto che va rivoluzionato.
    Si solleva la perplessità della scelta dell’orario, se il corteo è serale ci potrebbero essere problemi logistici. Viene proposto di spostarlo a domenica mattina (ma in programma ci sarebbe il mercato contadino della tre giorni), ma viene anche sottolineato che non sarebbe il primo corteo serale a chiamata nazionale e che se uno vuole partecipare e sente il tema importante, questi non dovrebbero essere impedimenti. Può essere vero ma bisogna pensare meglio all’eventuale organizzazione del pernottamento.
    Si sottolinea come al di là della scelta se incentrarlo su Mondeggi o su una piattaforma più allargata, l’importante è il lavoro di coinvolgimento e di costruzione del corteo che ci aspetta nei prossimi mesi. Si propone di girare più realtà possibili sul territorio nazionale per lanciare il corteo > si chiede a tutti di coinvolgere le realtà di cui si fa parte/con cui si è in contatto per organizzare un calendario di incontri.
    - Si invitano tutte le reti di Gc e tutte le realtà interessate a far girare l’appuntamento (appena pronto il manifesto) e a parlarne e pubblicizzarlo in ogni assemblea/iniziativa/mercato possibile
    - Si invita tutti quelli che hanno contatti a cercare di coinvolgere anche altre reti interessate ai medesimi temi (Rive, decrescita, ecc.)
    Si è proposto di contattare zerocalcare per la grafica (ovviamente appena decise le parole d’ordine e il testo del manifesto).


Ringraziamo nuovamente tutti i partecipanti all'incontro,
quanti hanno letto fin qui,
chi diffonderà il significato,
chi si metterà al lavoro insieme a noi
chi già lo ha fatto,
magari scrivendo queste righe,
magari altro che ancora non sappiamo.

a presto nuove
i Presidianti per Mondeggi Bene Comune

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