Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

mercoledì 30 ottobre 2019

Salviamo il paesaggio - Formazione dei Gruppi di Lavoro


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Sono in corso di formazione i vari Gruppi di Lavoro che avranno il compito di trasformare in azioni quotidiane la nostra linea strategica: chiediamo a ognuno di scegliere il Gruppo o i Gruppi di suo interesse e a indicarci la sua intenzione di farne parte.

Gruppo di Coordinamento nazionale. E' l'organo del Forum che ha il compito di discutere, analizzare e decidere/condividere - a "distanza", cioè attraverso un ggroup dedicato - le azioni ufficiali a nome di tutto il Forum, ad esempio: comunicati stampa, prese di posizioni, scelta dei nostri Rappresentanti in occasione di audizioni parlamentari o convegni nazionali ecc.). Il Coordinamento nazionale è scaduto con l'assemblea del 12 ottobre e ora stiamo chiedendo ai precedenti componenti la disponibilità a continuare a farne parte assieme a quanti vorranno aggiungersi. Sarebbe importante che nel Coordinamento nazionale fossero rappresentati tutti i territori, in modo da poter condividere per ogni tema che tratteremo le esperienze locali specifiche.

Gruppo Tecnico-scientifico multidisciplinare. Già in carica dall'ottobre 2016, è formato dai 75 estensori della nostra Proposta di Legge e proseguirà il suo lavoro di analisi a sostegno della nostra norma nazionale.

Gruppo organizzativo per convegno scientifico e politico da organizzare a breve a Roma (con le forze politiche) e successivamente in tutta Italia. Oltre ad alcuni tra i componenti del Gruppo Tecnico-scientifico multidisciplinare, è necessario l'inserimento di quanti ritengano di poter offrire un contributo di studio ma anche di relazione con il mondo della politica. Come coordinatori sono stati indicati Salvatore Lo Balbo e Alessandro Mortarino.

Gruppo Suolo Europa-GSE. Invitiamo tutti i comitati e le associazioni territoriali locali a nominare al loro interno un responsabile per la dimensione europea, col ruolo specifico di congiunzione al Gruppo Suolo Europa. Se possibile tale persona dovrebbe conoscere almeno una lingua straniera e le tecniche di comunicazione moderne usate dai social networks.
Il nominativo dovrà essere inviato a suolo.europa@gmail.com

Gruppo Verde urbano e verde pubblico. Il Forum si è impegnato a sviluppare una serie di azioni, tra cui l'elaborazione di una proposta di legge nazionale per la corretta gestione degli alberi nelle città (13 organizzazioni sono già al lavoro), favorire la piena applicazione della Legge n° 10 del 14 gennaio 2013 “ Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani“, fortemente disattesa dai nostri Comuni, stimolare iniziative comunali per la messa a dimora di piante, progetti di orti, giardini ecc.. Chiunque si occupi, anche a livello locale, di questi temi è caldamente invitato a contribuire al perfezionamento di tali progetti.

Gruppo attività didattiche e strumenti di comunicazione giovanile. Il Forum ritiene indispensabile creare una nostra rete di giovani su tutto il territorio nazionale e invitiamo (i giovani e le realtà nazionali e locali aderenti) a dare la propria disponibilità a creare questa rete. Che avrà il compito di progettare strumenti di comunicazione e proposte artistiche (come video virali, musica, immagini, fumetti ecc.) con l'obiettivo di attirare l’attenzione dei cittadini e amministratori pubblici "distratti" sul tema suolo/paesaggio.

Gruppo Redazione sito web, newsletter e social network. Già formato da anni, ma si invitano i "comunicatori" locali a contribuire a potenziare ulteriormente l'efficacia della nostra comunicazione, in particolare per quanto concerne Facebook, Instagram ecc.

Attendiamo le Vostre indispensabili "candidature", il lavoro di ciascun Gruppo è immaginato in rete virtuale (attraverso googlegroups) per evitare spostamenti e impegni gravosi di tempo e energie...

Per ogni ulteriore delucidazione necessaria: redazione@salviamoilpaesaggio.it


lunedì 28 ottobre 2019

Praga. Cube. Laterna Magika di Pavel Knolle - Recensione

Národní Divadlo  -  LATERNA MAGIKA

CUBE
LaternaLAB

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Regia: Pavel Knolle
Coreografia e sceneggiatura:  Štĕpán Pechar  -  David Stránský
Musica: Jan Šikl

Laterna Magika - Teatro Nazionale     
Praga, 19 0ttobre 2019 - h20
  
La vita è un CUBO
        Forma reale e simbolo, il cubo: figura geometrica e funzionale astrazione, ma anche luogo reale - edificio, abitazione, stanza, spazio scenico - che contiene le nostre vite; forma irreale-onirica, nell’arte, e paradigma “dell’infinita possibilità tridimensionale di mutamenti e di variazioni" (Pavel Knolle).
         Laterna Magika, palcoscenico sperimentale del Teatro Nazionale di Praga - nello spettacolare edificio brutalista di Karl Prager - è il contenitore perfetto di questo odierno “Cube”: omaggio, nelle procedure tecnologiche e nel motivo ispiratore, a quell’esperienza unica che Laterna Magika  fu negli anni Sessanta, primo teatro multimediale al mondo e successo cecoslovacco all'Expo di Bruxelles del ‘58; avanguardistica sintesi di teatro, danza, musica, proiezione, lavoro con lo spazio, sfida all’orientamento politico-estetico del tempo, che da allora fino ad oggi ha messo in campo i migliori talenti mondiali tra registi, drammaturghi, coreografi.
       La potente creazione del trio Knolle-Pechar-Stránský - l'attualissimo "Cube" - lega danza contemporanea e arte multimediale, principi originali di Laterna Magika arricchiti dalle più moderne tecnologie; li dispone in sequenze compiute pur se prive di trama narrativa; le fonde col gioco degli elementi visivi; risponde a un tessuto musicale che a suoni industriali e minimalisti alterna aree musicali intimistiche e fragili, e monumentali assolo di archi.
         È il palcoscenico stesso la forma dominante, un mondo che i giochi visivi sgretolano in micro-mondi sul cui prevalente bianco e nero, così come nel caleidoscopico frantumarsi dello spazio, la fisicità degli otto ballerini accompagna o si oppone, più spesso si fonde con l’astrazione geometrica delle visioni nelle quali ogni spettatore cercherà, forse trovandole - come osservano gli autori - le proprie personali e originali connessioni.
        E il linguaggio della danza, nella mutevolezza di un luogo scenico in continuo movimento e frammentazione, si fa metafora delle forme dentro le quali agisce il nostro quotidiano: siano esse spazio fisico o interiore, è nel loro perimetro che si consuma il nostro reale, così come il sogno o l'incubo, nell'ambiguo labile confine fra realtà e illusione. 
        È così in STÍN - The Net - dove “la struttura delle nostre vite, la struttura dei nostri sogni”  si concentra in un movimento unico e ossessivo che coinvolge il palco intero e sembra che tutto il mondo si muova in tutt'uno coi danzatori; è così nel solipsistico "StÍn" - Shadow - dove il solista danza con la propria ombra - “poter vedersi dall'esterno e vedere l'ombra della propria anima”...  - e questa si duplica e si moltiplica, alter ego che insegue, si nasconde, schiaccia; ed è in "Labyrint" che la ricerca di sé - “tra solitudine e vicinanza” - naufraga nell’indistinto magma della realtà virtuale, nell’illimitato edonismo e nella perdita d'identità, nella solitudine di relazioni interpersonali ridotte a soli emoticon. 
       È così, infine, nel misterioso esoterico "Nirvana" dove la tensione lirica verso un altrove, verso “una galassia non restituibile e altra” riconduce lo spettatore a quell'incerto limite fra realtà e sogno lungo il quale indistintamente percepiamo - nella vita come nell’illusione teatrale - che, al di là di ogni nostra prosopopea,  “siamo formati degli elementi de’ quali si compongono i sogni ”.

Sara Di Giuseppe  - digiuseppe.sara@gmail.com


giovedì 24 ottobre 2019

...a proposito di semi antichi e di agri-bio-diversità bioregionale


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Sì, mi è tornata voglia di scrivere, ho aperto la grande finestra esposta verso sud qui al quinto piano di un palazzo nel centro di Pescara, dove vivo tra cultura digitale e pensiero informale e quindi una nuova aria e una nuova luce con cui esporre le mie storie, fra qualche giorno ti parlerò di questa bella ed entusiasmante scoperta di una meridiana orizzontale (neolitica? non so, da studiare!) su un colle di Pescara solo che non so come e a chi comunicare questa notizia che ho diffuso tra amici e conoscenti su fb anche se solo alcuni hanno mostrato un minimo interesse, per ora, il resto tace!

Dicevo che voglio tornare a scrivere, per parlare di temi bioregionali, non solo sulla Rete delle Reti ma anche sul Giornaletto di Saul, intanto ti mando questo anticipo: SALVIAMO I SEMI il recupero sapiente della agri-bio-diversità delle nostre campagne da trasmettere come forma di educazione scolastica e ambientale tale da creare un piccolo banco del seme nella scuola stessa, importante come la biblioteca.

Recuperare semi antichi seminarli riprodurli e condividerli è un grande gesto educativo che possiamo paragonare come importanza all'apprendere le tecniche basilari insegnare a scuola: scrivere leggere e fare i conti

Ferdinando Renzetti

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mercoledì 23 ottobre 2019

"L'illuminazione sorge dall'interno"... di Beatrice Udai Nath



Se qualcuno è toccato dalla Grazia, l'evento è deciso dall'interno, non è causato da nessuna forma esteriore. All'esterno avvengono fatti, eventualità che la materia resiste o agevola, secondo le informazioni che già ha accumulato, ridisegnando il suo bisogno o la sua soddisfazione, la sua perpetuazione. Tutto scivola sulla via che produce minore resistenza. Qualcosa che all'interno del fluido liquido invece si è agitato di moto proprio, di voce interna, di compassione, che è commosso e che si sente chiamato, non ha nome e non ha altra dinamica che il suo sollevarsi istantaneo. 

Cosa lo ha chiamato? Cosa lo ha trattenuto? Sono le forme, l'abbaglio di un concetto, un concerto, un fenomeno ben riuscito, conosciuto, digerito, addentato per l'ultima e l'ennesima volta? L'altro, l'altrove o il medesimo? Non è questo e non è quello. E se qualcosa ci separa non è il concerto di una cultura o dell'altra, se ci unisce non è l'esperienza epidermica del piacere momentaneo. Qual è l'esperienza? Che nessuno è estraneo all'altro, nessuno è estraneo all'umano, al vivente che abita ogni cosa, che sale quando sale, che si accascia che ricade, che resta vivo quando ogni luce muore, quando il mondo si spegne, serpeggia, si ferma, si racchiude e si apre al silenzio suo e del mondo tonante di beatitudine. Che in ogni cosa anela la liberazione. 

Non è bello, ben formato, acculturato. Consola con la propria consolazione, la caducità del mondo, la sua innata sofferenza, incarnata per l'ennesima volta, che risale senza appigli al cielo, non visto, sempre conosciuto. Come un albero sotto cui si resta all'ombra, non deve che restare dove si trova, appena agitato dal  vento, riparare e accogliere chi lo cerca. Non deve offrire che il suo riparo. Quello che cerca il suo riparo, lì lo trova. Potente di tutte le parole appese a farsi voce del vento, solitario aperto sotto il sole, senza che abbia lui alcun riparo.


Beatrice Polidori  Udai Nath



lunedì 21 ottobre 2019

Spiritualità Naturale – Intelligenza e coscienza sono presenti in ogni forma vivente…



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Il concetto di  spiritualità è una attribuzione di carattere umano?  Alcune religioni  dicono che solo l’uomo sia in grado di sperimentare coscienza di sé ed intelligenza discriminativa e razionale. Questa capacità possiamo anche definirla “spirito”…



Allo stesso tempo siccome non esiste cosa su questa terra e nell’Universo, che possa dirsi separata -in quanto il tutto si manifesta nella totalità del “tutto”- e la vita stessa è inscindibile nelle sue varie espressioni, manifestando radici comuni in tutte le sue forme, di qualsiasi genere e natura, si può intuire che la caratteristica della “coscienza-intelligenza” sia presente in ogni elemento vivo, che dimostra nascita, crescita e morte, sia pur in diversi gradienti.

Facciamo l’esempio della crescita in “intelligenza e coscienza” come avviene nell’uomo. Cominciando dalla sua formazione in quanto unione di spermatozoo ed ovulo, passando per la sua fase embrionale, alla formazione completa degli organi, alla fuoriuscita dal grembo, all’inizio della sua capacità di apprendimento e discernimento… attraverso vari momenti evolutivi che -pur apparentemente differenti in qualità- rappresentano comunque una crescita del medesimo soggetto.

Se ciò avviene nell’uomo perché non ipotizzare che possa avvenire in ogni altra forma vivente, pur in una scala differenziata e di diversa qualità? Se accettiamo questa premessa come un presupposto di condivisione della stessa qualità di “coscienza ed intelligenza”, ecco che improvvisamente possiamo riconoscere in tutto ciò che è vivo la qualità “spirituale”…

Ma ben inteso non in senso religioso… quella è un’assunzione che non ci compete a noi laici ed ecologisti. No, riconosciamo lo “spirito” in quanto capacità della vita di esprimere se stessa in forme energetiche dotate di coscienza.. e qui possiamo fermarci…

Poi, dal punto di vista poetico ed emozionale, perché non descrivere la vita di un albero come espressione spirituale della natura? Cosa c’è di male…

Innegabilmente anche  un albero è vivo e si esprime attraverso le sue funzioni biologiche e manifesta desideri e repulsioni, come noi umani.

Paolo D’Arpini - Coordinatore Rete Bioregionale Italiana


bioregionalismo.treia@gmail.com
  


sabato 19 ottobre 2019

Riconoscersi in ciò che si è

Il Risveglio  non può essere indotto negli altri con le parole, quel Risveglio  in cui il “se stesso” si  riconosce in Se stesso, l’essere come veramente è, completo, puro, reale, perfetto, senza paure e senza desideri.
 
Ma il “tendere verso” non può essere “aiutato”  reprimendo paure e desideri. La scomparsa di paure e desideri deve avvenire spontaneamente, quando scoprendo e amando il nostro vero Sé, non abbiamo più paura di nulla e non abbiamo più desideri.

Così  senza sostenere prove o sentirci stressati possiamo seguire le due vie:  quella dell’amore verso l’esterno e quella della conoscenza verso l’interno. Che poi sono una sola. 

Accompagnandoci lungo il percorso con “gli altri”, tutti gli altri, che  fanno parte di noi.  Capendo noi stessi e conoscendoci conosciamo e capiamo gli altri, e conoscendo gli altri capiamo noi stessi, nei momenti bui e in quelli luminosi, e possiamo rifletterci e far “riflettere” gli altri in noi.

Possiamo tranquillamente  ignorare il nostro ego, che ci porta sempre e comunque a contrapporci, a differenziarci, a metterci in opposizione con ciò che noi, ciecamente, vediamo diverso, ma che fa parte dello stesso Uno. A volte  l’ego viene smascherato  ed allora esce dal cuore una sonora risata: ti ho scoperto! Anche se lui spesso è ancora lì a prendersi, immotivatamente e dannosamente, di nuovo, il suo spazio. Ad ognuno compete la sua parte nel gioco della Coscienza.

E quando arriviamo a conoscerci e accettarci completamente, le nostre azioni sono consone alle circostanze ma non hanno finalità particolari, non abbiamo bisogno di combattere contro qualcuno, possiamo amare indefinitamente e senza condizioni noi stessi come il resto del mondo.
 
Manifestando le nostre vere  qualità, senza timore delle conseguenze e senza aspettative di risultati.  La vita è un gioco in cui  recitare la propria parte è essenziale.

L’evoluzione procederebbe così e può procedere così non tanto o non solo per tentativi ed errori, ma tramite quella consapevolezza intuitiva, che tira l’intero corpo cellulare e mentale in avanti…….. 
 
La complementarietà porta all’equilibrio, alla visione chiara dei due aspetti, allo spirito e alla materia, al buio e alla luce, al moto e all’inerzia, nella comprensione che siamo tutti uniti e, come dice il saggio:  “dolore e piacere sono le creste e gli avvallamenti nell’oceano della beatitudine. In profondità c’è la pienezza assoluta”  (Nisargadatta Maharaj)
 
Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini
 

lunedì 14 ottobre 2019

Come risolvere la crisi ambientale? Fatti non parole....


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Davvero avete bisogno
di sapere se il clima è impazzito
se quella ragazzina è manovrata
se è vero che i ghiacciai si sciolgono
se l’Amazzonia brucia
se la plastica soffoca gli oceani
se il pianeta collasserà nel 2050
se le emissioni di Co2 sono sopra il livello di guardia?
A me basta
osservare la fila di auto al mattino sulla statale
per finire almeno otto ore al giorno in contesti tossici
costretti in ansie e doveri
vedervi fare quello che anestetizza l’anima
e non quello che vi libera
per tornare la sera cinici ingrigiti
A me basta vedere i vicini di casa
che sono più irritati dalle foglie della quercia in autunno
che dal rumore e dalla polvere dei camion
A me basta
sapere che vi sembra normale
lasciarvi imbruttire da un’altra banalità
incazzarvi per un commentino sui social
ma ignorare il continuo sperpero della vostra vita
e non cantare mai
A me basta
vedere quel ragazzino che si chiude in casa per sempre
perché non ne vuole sapere di questa infelicità
di questa burocratizzazione dell’umano
di questi adulti così marci che non comprendono
che la vera emergenza
è non saper riconoscere la meraviglia di un fiore
A me basta
vedere un esercito di depressi che bramano psicofarmaci e ansiolitici
riempiendo le tasche velenose di chi gli sta rubando la vita
e sentire dentro di me che questa depressione
è una ovvia risposta del corpo a tutto quello che non va e a cui non dico di no
A me basta
essere allergico al polline e far fatica a respirare
per l’aria tumorale di questa pianura
che cresce come il vostro Pil
A me basta
vedere i tuoi parenti che muoiono di cancro
per Augusta, per l’Ilva, per l’acqua contaminata, per il cibo guastato dal profitto
e sentire gli schiavi degli schiavi che dicono
“meglio morire di lavoro che di fame”
A me basta vedere
quanti soldi buttate per la ricerca contro le malattie
quando è questo costringersi alla falsità
che ci fa esplodere il pancreas
distrugge la cistifellea e annerisce il colon
e che le cellule diventano tumorali
perché la bellezza è oscurata e la gioia non trova spazio
Avete ancora bisogno di ascoltare i dibattiti e ragionare sui dati
per sapere che la casa è in fiamme
che l’inquinamento fuori è identico a quello dentro l’umano
che tu per primo stai bruciando
e che basta
la tua attenzione gentile
che ti fermi adesso, che respiri, che ti vedi
che basta
il tuo cuore aperto e vulnerabile
per curare tutto il mondo?
A me basta.


Giordano Ruini

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Commento di Maurizio Di Gregorio: "Jane Fonda si è fatta arrestare a Washington in una manifestazione. Jane Fonda ha lottato una vita contro le guerre e gli armamenti, per la pace. A 81 anni manifestava contro il cambiamento climatico, per l'ecologia. Jane Fonda ci ricorda che l'impegno civile, politico e morale è fatto di azioni, non solo e non tanto di parole..."


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Treia. Maurizio Di Gregorio al centro

sabato 12 ottobre 2019

Pescara. Orti urbani, permacultura e lavorazione terra cruda



Agricoltura naturale urbana: esperimento di permacultura urbana nella periferia di Pescara, talee ortaggi piante officinali oleoliti, un piccolo laboratorio dove si può impastare la terra cruda  con la paglia, coltivi anche direttamente sulle balle o sul materiale vegetale secco auto-prodotto nel giardino stesso.

La scorsa stagione coltivazioni di una varietà di grano solibam, robiglio, lupini, lino, qua e là tracce di forest garden, di orto sinergico e di giardino verticale; pacciamatura acqua e biodiversità e con l'aiuto del vento e degli uccelli da diffondere nei spazi verdi limitrofi residuali, divertente vedere quando sulla strada ai limiti dell asfalto spuntano cicoria e calendule.

Prendersi cura di un giardino è il primo tassello della felicità nel grande mosaico della biodiversità, gran tempo sulla via nell'osservazione di quel che succede nell'intreccio inestricabile della fragile architettura vegetale di piante alberi ed arbusti, effetto margine sociale ed ecologico, faticoso divertente e anche assolutamente soddisfacente.

Ferdinando Renzetti  - Info: 349.3537431


Articolo collegato: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2019/10/discorso-sullagricoltura-bioregionale.html

giovedì 10 ottobre 2019

Marco D’Eramo: “Il selfie del mondo”, recensione


Marco D’Eramo, Il selfie del mondo, Feltrinelli 2019Marco D’Eramo è un sociologo e giornalista che ha studiato il turismo nel libro “Il selfie del mondo” (Fetrinelli). Non tutto il libro è di pari interesse, ma la prima parte per chi come noi vive ai margini di questo mondo, anche in opposizione, ma comunque dentro, va riflettuta. In particolare c’è un argomento che volevo portarvi come spunto. Quello che secondo D’Eramo decreta la morte di città e territori: questo verdetto rilasciato dall’Unesco è il “Patrimonio dell’Umanità” o World Heritage. Molti pensano sia un grande riconoscimento, che aiuta a salvare città, territori e beni materiali e immateriali. Ma in realtà, come spiega bene D’Eramo, ne certifica la morte, trasformando un luogo vivo, in evoluzione, una città abitata da gente vera, in una disneyland per turisti. O meglio, quasi sempre il processo è già avvenuto, l’Unesco ne prende solo atto. Le città e i paesi (pensiamo a Firenze, Venezia o a San Gimignano) si trasformano, gli abitanti storici se ne vanno, per lasciar posto a b&b, affittacamere, airbnb. I negozi “veri”, che vendono beni di prima necessità, si trasformano prima i negozi di prodotti tipici, e poi in negozi di souvenir standard uguali in tutto il mondo.
pinocchietti di legnoAvete mai fatto un giro per il bel paese medievale di San Gimignano? Chi ha camminato sulla Francigena lo conosce. Gli abitanti non possono più vivere nel centro storico: prezzi alti, non c’è più un negozio vero (non si vive di soli pinocchietti di legno!) ma solo negozi di souvenir uno accanto all’altro, le strade piene di gente, insomma se ne sono andati tutti in periferia. E a proposito di pinocchietti, quando arrivano loro, si può decretare la disneylandizzazione di un luogo! Fateci caso.
“È paradossale che l’unintended consequence del voler mantenere l’unicità, l’irripetibilità di un sito, produca in realtà un “non luogo” sempre uguale a se stesso in tutti i siti heritage della terra. Come per trovare i veri sangimignanesi devi uscire e allontanarti dalle mura medievali, così per trovare dove vivono davvero i laotiani di Luang Prabang bisogna pedalare in bicicletta per un paio di chilometri su Photisalath Road per raggiungere la città vivente”.
Il turismo è l’industria più pesante, più importante e più impattante del XXI secolo, tanto che ormai si parla dell’Età del turismo riferendosi alla nostra era. Ovviamente l’etichetta Unesco non è causa del turismo, ma ne è certificato di garanzia, e copertura ideologica (istituzione “a fin di bene”).

“L’etichetta Unesco ha aperto all’industria turistica una nuova, meravigliosa, sconfinata terra di conquista: perché costruire nuove Disneyland quando disponiamo di una caterva di città viventi e di territori che aspettano (anzi chiedono disperatamente) di diventare parchi a tema, col semplice mummificarsi, e quindi svuotarsi?”. E ovviamente poi si paga il biglietto, perché stupirsi se sui sentieri delle Cinque Terre o delle Gole di Samaria da anni, a Venezia da dopodomani o in altri luoghi a seguire pian piano, si pagherà il biglietto per entrare?

Marco D’Eramo – “Il selfie del mondo”, Feltrinelli 2019 – 12 euro

Fonte: Il Cammino

lunedì 7 ottobre 2019

Guiglia a Casavaldisasso dove la convivialità è di casa...


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Non avevo aspettative riguardo alla festa per il mio compleanno (e quello di ben altri 3 amici) a casa di Maria e Tiziano, nella frazione di  Roccamalatina, a Casavaldisasso. Mi ero preparata solo facendomi preparare da una delle fornaie di Spilamberto, dove mi ero servita già in alcune occasioni trascorse, una grande crostata di amarene ed alcuni pezzi di pizza; mi ero vestita semplicemente e comoda, poi, all'orario stabilito, io ed alcune amiche tirate su strada facendo (Grazia, Patty e Gianna, mentre Rosalba alla fine ha deciso di venire con la sua macchina) siamo partite ed arrivate puntuali all'incontro, fissato per le 15 di domenica 6 ottobre 2019, a Casavaldisasso  (Guiglia - Mo). 

Lì non si sapeva con certezza chi ci sarebbe stato: alcuni erano confermati, altri sono venuti inaspettati e graditi. E quindi eravamo, oltre a quelle già nominate, e ai padroni di casa, William, Loredana, Enrica,Giorgio, Alessia, Massimo, Maria M., Tiziana, Lilli, Corrado e Diana. Spero di non aver dimenticato nessuno. Più tardi è comparso magicamente, nel pensiero ed in parole, il mio Paolo.


Dopo i saluti nel bel cortile, di fianco ai Sassi di Roccamalatina e sotto a un bel fico gigante, dove non era caldo ma neanche freddo e soprattutto non pioveva, attendendo i ritardatari, siamo entrati nella confortevole sala e ci siamo accomodati in cerchio a sedere. il programma era fare un intento per me, che ero la festeggiata, ma del quale credo e spero che abbiano beneficiato anche altri. L'intento riguardava il mio frequente stato di ansia e di rimuginamento, di cui chiedevo di liberarmi. 


Diverse persone hanno concordato che quello sarebbe stato un intento utile anche per loro e così abbiamo cominciato. Ho sentito un gran calore prima nelle mani e poi in tutto il corpo. Per fortuna che dopo poco è finito il tempo, altrimenti mi sarei messa a sudare. Una bella immagine riferita da un componente: stavano bruciando tutti i miei cattivi pensieri. C'è stata una lunga condivisione dopo con interventi di quasi tutti i partecipanti, alla quale ho collegato l'altra condivisione che era in programma, cioè quella dei nostri sogni. Il collegamento era nel fatto che il mio sogno è quello relativo all'intento, cioè quello di vivere libera dall'ansia e dai rimuginamenti, serena e positiva. Molti sono intervenuti, alcuni hanno descritto "il mondo che sogniamo", al plurale perché tutti noi sogniamo di vivere in un mondo più sereno, in un ambiente più naturale, in una intimità maggiore fra tutti gli esseri viventi come noi.

Alla fine Maria ha chiesto "come c'eravamo conosciuti io e Paolo" e, facendomi un grandissimo regalo, si è allontanata pochi minuti per tornare con un rotolo che aperto, è stato letto: una bella poesia sulla nostra storia d'amore, un dono prezioso, che denota tanto amore, un amore che solo un cuore grande come il suo può provare.

Dopo tanta emozione ci volevano un po' di generi di conforto e a quel punto abbiamo dato inizio alle libagioni: dolci, pizze. bevande in abbondanza e tante chiacchiere in un clima più che amichevole. Insomma, una bellissima festa! Grazie amici e grazie infinite a Maria e Tiziano!

Caterina Regazzi

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Filastrocca di Maria Bignami dedicata a Caterina e Paolo

L’incontro di Caterina e Paolo 

Caterina da bambina
le piaceva star da sola
dentro ai boschi camminava
e osservava lungo ai viali
piante fiori ed animali.
Altro ancora poi faceva
nella chiesa rifugiava
ed il parroco affettuoso
con dolcezza le parlava.
Poi crescendo lei leggeva
degli scritti a cui teneva
era tanto interessata
da sentirsi innamorata.
Con sorpresa s’accorgeva
quanta risonanza c’era
fino al punto di pensare
fosse lei che li scriveva.
Era intensa l’attrazione
d’incontrar chi pubblicava
e decisa e spensierata
va a raggiungerlo a Calcata.
Cosa poi abbia sentito
quando Paolo ha conosciuto
penso un forte batticuore
dando vita a un grande amore.
E da allora sempre uniti
in comune i loro sogni
con impegno a coltivare
e poterli realizzare.
Ve ne cito solo alcuni
libertà di pubblicare
quello che ci detta il cuore
viver con semplicità
nella convivialità.
Se mettiamo il puro intento
si realizza in breve tempo
il rispetto ricordare
e l’unione può aiutare.
Il sostegno l’un per l’altra
ha creato un gran legame
non esiste possessione
ma sincera relazione.
Molto spesso le esigenze
li costringe alla distanza
ma l’amore quando è vero
non conosce lontananza.
Così dopo dieci anni
questo loro stare insieme
li ha portati a convinzione
l’importanza dell’unione.
Questo breve mio riassunto
ha voluto ricordare
di sicuro Caterina
ha di più da raccontare.
Stavo per dimenticare
che siam qua per festeggiare
nella gioia tutti insieme
ti auguriamo anche quest’anno
un Felice compleanno.

Maria Bignami e tutti i presenti

6 ottobre 2019




domenica 6 ottobre 2019

Bologna, 19 ottobre 2019 - La Cina del XXI secolo, con Maria Morigi


Risultati immagini per Cina del XXI secolo 19 ottobre,  a Bologna.

All'entrata del Palazzo d'Estate a Pechino, si legge, inciso su bronzo, che il 18 ottobre 1860 (II Guerra dell'Oppio) Lord Elgin, allora Alto Commissario britannico, ordinò la distruzione del palazzo. Circa 3.500 soldati saccheggiarono e misero a ferro e fuoco padiglioni, sale e giardini. In altri avvisi di altri luoghi monumentali, si legge che lo stesso copione fu seguito nel 1900 durante la rivolta dei Boxer ad opera dei militari dell'alleanza delle otto nazioni (Austria-Ungheria, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti). Così il visitatore straniero - con un certo disagio - mette a fuoco che furono le potenze coloniali in un'inguaribile presunzione di superiorità a saccheggiare i tesori della Cina, senza che essa avesse mai invaso territori stranieri.

Andando per luoghi sacri, il turista occidentale si accorge anche della difficoltà con cui le guide cercano di semplificare (e adattare) concetti di una saggezza millenaria, distante dalla nostra cultura per sostanza e modi di espressione. Di conseguenza, al contrario di quanto scandivano slogan degli anni '70, la Cina non appare per niente vicina, ma più lontana che mai. Appare, soprattutto, sfuggente alle banalizzazioni che la dipingono, senza mezzi termini, come potenza economica e dittatura materialista. Errori prospettici e forzature interpretative vengono alimentati dai media, che, con la complicità di inviati speciali ed economisti, sommergono di numeri sulla dilagante esportazione e sul fatto che la finanza cinese sta comprando Pireo, canale di Suez, squadra del Milan... e sta progettando nuove vie della seta marittime e terrestri. 

Purtroppo si deve riconoscere che la Cina è un mondo cui l'Occidente ancora guarda con timore e diffidenza, appena un po' attutiti dalle prospettive vantaggiose di collaborazione commerciale; si continuano, infatti, a sentire fin troppe opinioni e facili 'post-verità' - quelle che ci piacciono a conferma dei nostri pregiudizi - su una Cina nemica del cristianesimo, oltre che violatrice impenitente di diritti umani e consumatrice alimentare di innocenti cuccioli di cane.
(Da La perla del drago. Stato e religioni in Cina, di Maria Morigi, pp. 13-14)

BelzeBO invita all'incontro-dibattito con Maria Morigi, docente presso istituti scolastici di Udine e Trieste, studiosa della storia e della cultura cinesi nonché autrice, fra gli altri, di La perla del drago. Stato e religioni in Cina, Anteo Edizioni.
 
Sabato 19 ottobre 2019, alle ore 16:00, presso la Libreria Ibis, in via Castiglione 11/b a Bologna.
 
L'ingresso è libero.
Si raccomanda la massima puntualità, l'evento si concluderà alle ore 18:00.


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venerdì 4 ottobre 2019

Bioregionalismo, un sentiero senza mappe ma con tanto buonsenso

Caminante, no hay camino, se hace camino al andar" (Antonio Machado)

La nostra strada verso l'ecologia profonda, verso l'attuazione del bioregionalismo, non  è segnata, non abbiamo mappe da seguire, indicazioni che stabiliscano il cammino... ma per procedere dobbiamo iniziare a camminare.

La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita.

Questa è la visione dell'ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.


Ne consegue che sia la politica che l’economia umana devono tener conto dell’ecologia per avviare un progresso tecnologico che non si contrapponga alla vita e che sia in sintonia con i processi vitali del pianeta. La scienza e la tecnologia in ogni campo di applicazione dovranno rispondere alla domanda: E' ciò ecologicamente compatibile? I macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti, la produzione di alimenti, il rapporto con gli animali, dovranno essere realizzati in termini di sostenibilità ecologica.

Deve essere avviato un rapido processo di riconversione e riqualificazione industriale ed agricola che già di per se stesso sarà in grado di sostenere l’economia. Infatti la sola riconversione favorirà il superamento dell’attuale stato di enpasse economico e sociale. Una grande rivoluzione umana comprendente il nostro far pace con la vita globale del pianeta.

La chiave evolutiva da noi proposta sta nel cambio radicale di visione, passando dal criterio di destra-sinistra (ormai superato dalla situazione) ad una coscienza di compresenza e compartecipazione del contesto vitale, una coscienza priva di ipocrisia e furbizia, tesa all’approfondimento dei valori della vita (nella società e nell’habitat).  Infatti abbandonando il concetto ormai obsoleto di destra-sinistra possiamo tranquillamente entrare nel mondo dell’appartenenza e condivisione. La consapevolezza di essere parte integrante del tutto l’unica strada per uscire dal vortice di una ripetitiva e rovinosa barbarie.

Paolo D'Arpini

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Rete Bioregionale Italiana

Fonte: 
http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2014/12/bioregionalismo-un-sentiero-senza-mappe.html


Libro in sintonia:

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Leonardo Boff: "Bioregionalismo, un seme di speranza per salvare la terra"


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Oggi si fa strada una proposta politica ambientalista  più amica della natura e con la possibilità di tirarci fuori dall’attuale crisi: il bioregionalismo. 

La bio-regione si iscrive in un’area, normalmente definita dai fiumi, e da catene di monti. È ricoperta da un certo tipo di vegetazione, ha una sua geografia del terreno, con flora e fauna e mostra una cultura locale propria, con abitudini, tradizioni, valori, religione e storie nate e cresciute in loco.

In termini di scala il bioregionalismo è centrato nella regione e nella comunità; in economia, nella conservazione, adattamento, autosufficienza e cooperazione; in politica, nel decentramento e nella sussidiarietà, sulla partecipazione e sulla ricerca di consenso: nella cultura, favorisce la simbiosi, la diversità e la crescita qualitativa e inclusiva.

Il bioregionalismo non è cosa nuova, perché si ispira a stili di vita millenari, anteriori alla comparsa degli imperi e della loro burocrazia, gerarchie e eserciti, base degli Stati moderni.

Il compito-base del bioregionalismo e di far sì che gli abitanti capiscano l’importanza di valorizzare il luogo in cui vivono. Occorre far loro conoscere i tipi di suoli, di foreste, di animali, di sorgenti d’acqua, la direzione dei venti, climi e microclimi, i cicli delle stagioni, quello che la natura può offrirci in fatto di paesaggi, alimentazione, beni e servizi per noi e per tutta la comunità di vita. È necessario inserire le persone nella cultura locale, nelle strutture sociali, urbane e rurali, imparando dalle figure esemplari della storia locale. Insomma, sentirsi figlio e figlia della Terra.

È nella bioregione che la sostenibilità si fa reale e non retorica a servizio del mercato; si può trasformare in un processo dinamico che approfitta razionalmente delle capacità offerte dall’ecosistema locale, creando maggiore uguaglianza, diminuendo la povertà entro parametri ragionevoli, facilitando la partecipazione delle comunità quando si discute di progetti e priorità.

Pur rimanendo la comunità locale l’unità di base, questo non toglie importanza alle unità sistemiche maggiori (inter-regionali, nazionali, internazionali) che interessano tutti (per esempio, il riscaldamento globale). L’idea del GLOCAL, vale a dire pensare e agire localmente e globalmente, ci aiuta ad articolare le due dimensioni. Sarà sempre necessario informarsi sull’esperienza di altre regioni e sullo stato generale del pianeta Terra.

Il bioregionalismo rende possibile alle merci la circolazione locale, evitando le grandi distanze; favorisce il sorgere di cooperative comunitarie. L’economia di mercato persiste, ma è composta soprattutto, anche se non esclusivamente di imprese familiari, iniziative i cui proprietari sono i lavoratori stessi, e una cooperazione aperta tra villaggi e municipi, come avviene tra i vari Comuni della valle del fiume Itajai, nello Stato di S. Catarina e in altre regioni.

Il bioregionalismo permette di lasciare in second’ordine l’obiettivo di “vivere meglio” (Etica dell’accumulazione illimitata) per dare il posto “al ben vivere e al convivere” (Etica della sufficienza) degli Andini, che implica sempre il benessere di tutta la comunità e entrare in armonia con la Madre Terra, con i suoli, le acque e gli altri elementi che sono alla base della nostra vita, con tutti gli altri esseri vivi dell’ecosistema.

Questo sentiero è percorso in molte parti del mondo. Rappresenta per noi il seme della speranza in questa mancanza di prospettive dei giorni attuali.

Leonardo Boff, 


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scrittore, ecólogo, columnist del JB on line
Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato


(Fonte: http://www.cdbitalia.it/2015/12/31/il-bioregionalismo-come-alternativa-ecologica-di-l-boff/)

martedì 1 ottobre 2019

Torino, dal 2 al 5 ottobre 2019 - Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile



Inizia a Torino, il  2 ottobre 2019, in occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza promossa dalle Nazioni Unite per ricordare la nascita del Mahatma Gandhi, il Festival della nonviolenza e della resistenza civile, promosso dal Centro Studi Sereno Regis e organizzato in collaborazione con altre realtà e associazioni locali e non: Associazione Alma Terra, ADL Zavidovici, Associazione Giuliano Accomazzi, Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, Carovane Migranti, Casa Umanista, Cattolici per la vita della valle, Cooordinamento di cittadini e associazioni contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, Disarmisti Esigenti, Donne in nero, Emergengy - Infopoint Torino, Fridays For Future, Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Mondi In Città Onlus, Operazione Colomba, Peacelink, Pro Natura, Rete Italiana per il Disarmo, Un ponte per... con il patrocinio della Città di Torino e del C.I.S.P. - Centro Interateneo di Studi per la Pace delle Università del Piemonte.
Fino a sabato 5 ottobre In questa rassegna ci saranno momenti di analisi e confronto, presentazione di libri, laboratori partecipativi, proiezioni, letture e testimonianze, mostre e altre espressioni artistiche, presidi e flash mob, che si svolgeranno in diverse sedi; il Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi, 13, l’Infopoint di Emergency, corso Valdocco, 3, il Collegio degli Artigianelli, corso Palestro, 14, il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino e piazza Castello. Il programma dettagliato dell'iniziativa è reperibile sul sito del Centro Studi Sereno Regis, serenoregis.org
Il primo appuntamento è previsto per mercoledì 2 ottobre alle ore 17.30 presso il Collegio Artigianelli in corso Palestro, 14, con la presentazione del libro Life in Syria, un progetto fotografico nato con l’intento di mostrare la realtà che milioni di siriani sono costretti a vivere ogni giorno. Il libro, che raccoglie gli scatti di cinque fotografi siriani e un’associazione della società civile, mostra alcuni dei momenti che hanno segnato il conflitto siriano dal 2011 al 2016. Saranno presenti due degli autori siriani Emad Husso e Nour Kelze accompagnati da Filippo Mancini, coordinatore del progetto. La mostra fotografica collegata è visitabile dal 21 settembre al 10 ottobre 2019. L'evento è organizzato dall’Associazione Giuliano Accomazzi. Sempre il 2 ottobre alle ore 21 presso la sala Poli del Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi 13 si svolgerà l'incontro Che cosa insegnano i Balcani. Pace, guerre e nuovi muri. Riflessioni e voci per comprendere il presente. a cura di ADL- Zavidovici, in collaborazione con Alma Teatro. All’incontro partecipa il gruppo musicale Zerevó, ensemble torinese gipsy-balkan-klezmer.
Il festival intende mettere a fuoco l’intreccio tra crisi ambientale, crisi migratoria, guerre. «Questi tre processi sono tra loro strettamente collegati. Ad esempio - afferma Angela Dogliotti, presidente del Centro Studi Sereno Regis a nome del gruppo organizzatore - è infatti evidente che molti fenomeni migratori sono, da un lato, il frutto dei cambiamenti climatici che provocano siccità e inondazioni e che insieme ai processi di “modernizzazione” (costruzione di grandi opere, landgrabbing, sostituzione del naturale con l’artificiale…), obbligano intere popolazioni a trasferirsi dal loro abituale contesto di vita; dall’altro molte migrazioni sono le conseguenze delle guerre per l’accaparramento delle risorse e per il controllo geopolitico del mondo, che devastano intere regioni costringendo le popolazioni civili a cercare rifugio altrove».
In questo contesto, la violenza e la violazione dei diritti umani, la chiusura nazionalistica fino alla xenofobia e al razzismo sono le strade che vengono individuate come le uniche percorribili per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei nostri privilegi.
«Pensiamo invece che si possa costruire una cultura, una società, un modello di sviluppo diverso da quello fondato sul paradigma dominante della violenza e della guerra, della disuguaglianza e dello sfruttamento degli esseri umani e della natura - continua Angela Dogliotti - e all'interno del Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile offriremo esempi concreti e passi praticabili di realizzazione, dando voce a diverse realtà, per il rispetto dei diritti umani, per la protezione degli ecosistemi e la tutela delle comunità e per la pace di tutti i popoli».
Per maggiori dettagli si prega di contattare Angela Dogliotti, 3403803467, angela@serenoregis.org

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Enzo Gargano
Ufficio Stampa & Comunicazione
Centro Studi Sereno Regis
Via Garibaldi 13
10122 Torino
http://serenoregis.org