Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

lunedì 31 marzo 2014

Intelligenza virtuale - "Siamo anche noi dei computers?"

Roberto, Marco, Franca, Lucifero  ed altri innominati.... - Dialogo fra alcuni amici al computer che si chiedono: "Siamo anche noi dei computers?"


Al computer, non avendo di meglio da fare,  uno del gruppo stuzzica coi suoi quesiti e i suoi aforismi; trasmette le sue conoscenze su argomentazioni varie, l’ultima sua provocazione ha per titolo:

SIAMO ANCHE NOI DEI COMPUTER?

Ma solo pochi rispondono. Gli altri rimangono  osservatori muti.

Il tema proposto è questo: “è già da molto tempo che ho pensato che i computer siano stati creati copiando il funzionamento del nostro cervello/mente.

Dico cervello/mente perché ancora non si sa dove sia la mente e dove stanno le nostre memorie e molti ritengono che il cervello sia solamente l'esecutore della mente.” 

Evidenzia il potenziale del cervello nei confronti di un computer e prosegue: “noi abbiamo i cinque sensi, l'abilità di osservare, l'uso della logica, la creatività, la percezione, la capacità di correre rischi e gli infiniti sentimenti, le esperienze, gli umori, gli stati d'animo, la curiosità ecc. tutte cose che un computer non può avere, almeno fino ad adesso.

Riflette poi sul paragone tra memoria, esperienza, insegnamento e programmi del computer. Evidenzia l’intelligenza, la capacità di analisi, giudizio e decisione, per concludere che non esiste il libero arbitrio, ma una sequenza di programmi coi quali siamo stati impostati, che ci fanno agire secondo schemi prestabiliti.

Interviene dopo qualche tempo un interlocutore affezionato che dichiara: “In ogni singolo istante della vita siamo posti davanti a un bivio e di conseguenza dobbiamo scegliere se andare da una parte o dall’altra. Tu la chiami “programmazione”, io lo chiamo libero arbitrio.”

Insomma parzialmente ammette  che sì, siamo programmati secondo la famiglia, l’ambiente, la storia, la scuola,  ma anche secondo l’anima che ci abita e lo spirito che guida, penetrando nelle cellule e nelle decisioni ad agire.

“Infatti è per quello che ci chiamiamo così, individui, perché ciò che è nostro è nostro e basta e non possiamo condividerlo con nessuno”.  

L'interlocutore spazia poi verso argomentazioni più ampie, per esempio informa che i trapianti di organi e le trasfusioni di sangue pare che modifichino o annullino le peculiarità individuali.

“So di persone che, divenute vegetariane, dopo una trasfusione sono di nuovo tornate carnivore. Chiaro che il loro karma si è sballato completamente, con seri danni, che si ripercuoteranno poi anche nel corpo fisico in quella o in vite future.” Cita un passo dell’Inferno (Canto I, verso 26) e ricorda che la mente comanda il cervello. “Certo, quando siamo morti il cervello non funziona più, quindi è ovvio che è qualcosa d’altro che lo comanda e chiamiamolo pure mente. Ma da cosa è comandata la mente?”

Ed ecco qualcuno pronto a  rispondere: “Quando ci troviamo davanti ad un bivio, sono le nostre esperienze che ci dicono da che parte andare, perché in base alle nostre esperienze decidiamo che quella è la scelta giusta; in quello specifico momento/attimo e luogo non potremmo prendere un'altra decisione. Io non lo chiamerei libero arbitrio, anche se condivido sulla questione dei trapianti, ma per non perdere la speranza di prolungare la vita non li escluderei”. 

Sembrerebbe di capire da queste osservazioni che  la mente non è comandata, ma è parte della mente universale. 

A questo punto interviene un terzo incomodo che aggiunge una sua considerazione, legata alle sue esperienze lavorative, concludendo con un paio di domande: “il nostro corpo è l'hardware, la mente è il software e le dita che digitano le informazioni a cosa si possono paragonare? E l'ispirazione o le informazioni, o dati, che ne derivano?"

Obiezione: “Dici che quando ci troviamo davanti ad un bivio, sono le nostre esperienze che ci dicono da che parte andare, ma allora, quando una cosa ti capita o ti è capitata per la prima volta, a quali esperienze ti rifai?” E per Franca aggiunge: “l’ispirazione è il karma (inteso anche in senso positivo ovviamente) e le dita stanno con il corpo, ma potrei paragonarle agli “altri”, cioè a quelli ai quali diamo sempre la colpa di ogni nostro problema, ma che sono solo i mezzi che lo mettono in luce e ce lo fanno vedere, avendolo creato noi stessi.” 

La discussione riprende veemente rifacendosi al principio che gli altri riflettono come specchi quello che di noi non vediamo: “Tutto ciò che non ci piace negli altri ce l’abbiamo dentro di noi. Jung la chiamava ombra, che non vogliamo vedere, ma che ci portiamo sempre dietro. Solo quando siamo illuminati dal SOLE in verticale perfetto, cioè da Dio, cioè quando saremo ritornati perfetti, l’ombra non ce l’avremo più. Parliamo del karma. Ho usato questa parola perché la conoscono tutti. Se preferisci, però, puoi sostituirla con “legge di causa ed effetto”, che è quella che ci siamo creati noi come spiriti ribelli e caduti, quando appunto ci siamo ribellati. Diciamo che è stata una permissione divina per darci modo di riconoscere, nel corso degli eoni, i nostri errori e poterci pentire della nostra ribellione e, infine, trasformarci in tanti “figliol prodigo”. “Quante volte devo perdonarlo?” – chiese Pietro. “Non una, ma sette volte sette” – rispose Gesù.” Secondo le lunghe ed esaurienti spiegazioni di Marco, c’è un ciclo di vite che ci consentono il ritorno per completare il nostro cammino e col perdono riconducono all’origine delle cose, cioè all’Essere Superiore che ci governa, una sorta di cammino a ritroso. “E cos’è l’anima? Semplicemente lo spirito perfetto iniziale, gravato però delle colpe che si sono commesse nel corso delle nostre esistenze, in primis quella del pensiero della caduta. Rischiarare l’anima significa lavarla delle nostre colpe (riconoscendole e chiederne perdono) e quindi renderla più luminosa finché un giorno, e tutti prima o poi ci arriveremo, saremo tornati perfetti e in comunione perfetta con Dio. Se così non fosse, essendo ognuno di noi una particella di Dio, vorrebbe dire che Dio è incompleto, quindi che non sarebbe il Dio perfetto, onnipresente, onnisciente.... che è. Nulla a che vedere con la dissoluzione nel Nirvana: questa dissoluzione la vogliono gli avversari di Dio ed è lo scopo per cui lavorano: distruggere tutto per ricreare a modo loro, secondo il pensiero iniziale della ribellione di Lucifero. L’ultimo baluardo delle tenebre è la Terra. In tutto il resto dell’Universo hanno perso la battaglia ed è per questo che oggi, che siamo alla resa dei conti finale, noi esseri umani terrestri stiamo assistendo a quello che c’è di più malefico, perché se le tenebre perderanno anche la supremazia sulla Terra, non avranno più la fonte di energia che noi siamo per loro e che le tiene “in vita”. Se non venissero sconfitte significherebbe che Dio non è completo e quindi che non è Dio, perciò non potrà mai succedere. E prima o poi TUTTI torneremo e torneranno “a casa”, anche il peggiore dei demoni. E chi predica o minaccia la dannazione eterna è dalla loro parte.” 

A questo punto  tanti sono i motivi di discussione aperti e subentra  un appassionato di storia che scrive: “Carissimi tutti, gli argomenti trattati in questa corrispondenza sono interessanti e meriterebbero anche una pubblicazione on line ma così come il testo è impostato non è possibile, ci vorrebbe qualcuno che fa una sintesi, riaccorpando il tutto... se c'è un volontario...”

Una breve sospensione e una risposta forse fuori tema: “La nostra vita è un continuo dover decidere in che direzione andare. E' praticamente impossibile poter decidere in base ad una esperienza precedente perché sono sempre situazioni più o meno differenti. Ogni volta mettiamo insieme pezzetti di tante esperienze, che forse io avrei dovuto chiamare memorie, di stati d'animo, di umori, di ricordi ecc. e decidiamo nell'unico modo che il nostro essere di quell'attimo può decidere.”

Dopo qualche  giorno di silenzio  qualcuno fa notare  che nel discorso, partito come un interrogativo laico,   le citazioni rimarcano troppi insegnamenti cattolici e dichiara di non essere interessato ad incrementare queste credenze e rinuncia a dare ulteriori motivi per offrire un cambiamento di idee.

E conclude: “Questi scambi sono in ogni modo preziosi, sempre che ci siano alcuni che li leggono.”

Ognuno segue la sua strada.

Alla prossima....

domenica 30 marzo 2014

"Non Credo"... (però so riconoscere ciò che è vero!) - Recensione della rivista laica diretta da Paolo Bancale

Non Credo. N. 28, anno VI (marzo aprile 2014) Edita da Fondazione ReligionFree Bancale (Fax 0766.030470 - Cell. 366.5018912 - Email: noncredo@religionsfree.org) 



Recensione  

Ho ricevuto alcuni giorni fa la rivista Non Credo diretta da Paolo Bancale. Egli mi telefonò nel 2012, dopo aver letto alcuni miei interventi, per sapere qualcosa di più sui miei studi e sulla pratica spirituale laica da me perseguita. Poi ancora una volta ci siamo risentiti verso la fine del 2013 e finalmente mi chiese se volessi curare una rubrica o meglio una serie di articoli sul taoismo. Così gli mandai un pezzo dal titolo “Il vuoto taoista e l'agire senza agire” che infatti è stato pubblicato sul Volume 28 ora ricevuto. Di solito sono molto scettico sul modo in cui vengono trattati i temi “spirituali” su riviste di matrice atea. Speso i riferimenti allo spirito sono uno spunto per parlare criticamente dei vari aspetti di spiritualità e filosofia. Ma stavolta il mio scetticismo si è disciolto e debbo ammettere di aver letto con piacere gli articoli, variegati, che si occupano -in forma concreta- dei risvolti metafisici del pensiero umano. Per “forma concreta” intendo un approccio scientifico ed analitico che lascia poco spazio al “credere”. Insomma direi che l'intelligenza che anima questa rivista è prettamente “laica”. Perciò una breve recensione degli articoli letti voglio sottoporvela. Comincio da “L'India tra religione e filosofia” di Silvia Siberini, un bell'excursus sulla cultura indiana di cui anch'io sono un cultore. Ho apprezzato sopra tutto gli aspetti storici riguardo alla formulazione del pensiero ariano vedico e vedantico. Nella redazione del testo però deve essere stato commesso un banale errore di trascrizione, ove si definiscono i termini allievo “bramachari” e insegnante “acharya” in posizione invertita (pag. 138). Ma chi è pratico di induismo capisce trattarsi di una semplice inavvertenza nella compilazione. Ho trovato poi molto interessante un articolo antropologico di Bruna Tadolini “La madre Eva e le migrazioni dell'uomo”, che descrive l'inizio della specie partendo dal patrimonio genetico mitocondriale di una comune “madre”. Di questo tema, parlando di matrismo, anch'io in passato me n'ero occupato ma in forma vaga e quindi ho apprezzato la precisione con la quale l'autrice ha chiarito il mito “della comune progenitrice” partendo da una spiegazione scientifica. Altro tema a me familiare è quello trattato nell'articolo di Francesco Blasco, anch'egli docente di genomia, dal titolo “Dalla coscienza a Stonehnge”, in cui vengono descritte varie ipotesi sulla funzione e antichità dei complessi megalitici, di molto antecedenti alla cultura celtica (si fanno risalire al terzo millennio a.C.). Altro testo intrigante è stato per me “l'invenzione della croce” di Carmelo La Torre, che spiega con accuratezza come la leggenda della croce che noi conosciamo sia sorta nel mondo cristiano antico. In effetti i primi cristiani non conoscevano la croce e nemmeno che Cristo fosse stato crocifisso, la favola si affermò attorno all'VIII secolo della nostra era. Voglio terminare questa breve recensione menzionando l'articolo del fisico Renato Potenza che tratta della scoperta della “Particella di Dio”. Una buona e “digeribile” spiegazione sulla formazione della materia e dell'universo conosciuto, ponendo l'accento sul bosone di Higgs e sulla natura misteriosa del “vuoto” primordiale.

Bene, sono contento di stare in mezzo a tutti questi esimi pensatori e scienziati e ringrazio Paolo Bancale per aver insistito a coinvolgermi in questo suo progetto editoriale.  

Paolo D'Arpini

sabato 29 marzo 2014

Salviamo la Costituzione Italiana... prima che sia troppo tardi!



“Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto. Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.”

Primi firmatari: 

Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci,Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao, Paolo D'Arpini

Aggiungi la firma e passaparola



Video in sintonia: la voce di Francesco https://www.youtube.com/watch?v=jjhsd4Imy0Q

venerdì 28 marzo 2014

Campagna per l'Agricoltura Contadina - Incontro a Milano il 29 marzo 2014


Caterina Regazzi dedita all'agricoltura contadina


Campagna per l'Agricoltura Contadina,  ecco le ultime informazioni organizzative:

*L'incontro delle Associazioni aderenti alla Campagna contadina  si svolgerà presso la sede della Ong. ACRA in via Lazzaretto 3 (metropolitana M1 fermata Piazza Venezia)
è confermato l'orario 13,30 - 17 del 29 marzo 2014

L'ordine del giorno riguarda:
-Punto sulle iniziative sviluppate dall'ultimo incontro nazionale (ottobre 2012) ad oggi
-Definire le priorità d'azioni future
-Organizzazione conseguente (coordinamento nazionale, risorse economiche, comunicazione)

*Nella Fiera nazionale FA LA COSA GIUSTA
viale Scarampo (metropolitana M1 fermata Lotto-Fieramilanocity)
si svolgerà, in collaborazione con il Comitato italiano AIAF,
la tavola rotonda aperta.

dato il doppio appuntamento, sarà indispensabile rispettare l'orario dell'incontro.

Per chi è presente a nome delle Associazioni all'incontro pomeridiano, potrà partecipare alla Tavola rotonda senza doversi pagare l'ingresso in Fiera.

Per ogni necessità potete contattarmi

Roberto Schellino
3351741213

giovedì 27 marzo 2014

Rosignano Marittimo, 26 e 27 aprile 2014 - Contact Improvisation



DANZA CONTACT IMPROVISATION con Massimiliano Barachini
 
TERRA CIELO UOMO: la coscienza si apre allo spazio, al tempo e alla relazione.
 
Non si può definire la danza. La danza è movimento le parole rimangono ferme.
La contact improvisation è impermanenza: per me è una pura meditazione sulla impermanenza delle cose, alla ricerca di ciò che dovremmo catturare non al di là, ma attraverso la forma delle cose. A me non interessa il punto di contatto, mantenerlo o lasciarlo ma quanto noi riusciamo a vederci una cosa unica con noi stessi, con il partner, all’interno della stanza, all’interno dell’universo. Anche senza punto di contatto.
Il punto di contatto diventa intenzione e intuizione, la nostra danza avviene per accoglienza del partner, la nostra danza avviene quasi come danza “rituale”, di espressione sociale più che personale, in cui la persona singola si possa sentire libera nell’interazione con gli altri, ma allo stesso tempo responsabile per sé e l’altro.
Metto nell’insegnamento, tutta la mia esperienza con la contact, ma anche con la terapia craniosacrale e con la pratica della meditazione.
 
Per chi non si è mai avvicinato alla contact: la contact è una danza di coppia o di gruppo, in cui si cerca di danzare attraverso i principi della fisica del movimento dei corpi (cadute, prese, leve, estensione e flessione del corpo, momentum, accelerazione di un corpo), in un ambito esperienziale, cioè senza dover ripetere quello che fa l’insegnante, ma sperimentando le proprie capacità individuali con i propri metodi e tempi di apprendimento.
 
 
PROGRAMMA:
 
Sabato 26 aprile 2014
Mattina
- 9,00 colazione
- 10,00-13,00  Warm up lezione e pratica su: perché ci muoviamo nello spazio? Trovare la direzione e lo scopo
Pomeriggio
- 15,00-18,00 Ripresa su l'attività del camminare, implicazioni fisiologiche e "filosofiche" (attività all'aperto se possibile nella prima ora): la vista e il sistema vestibolare. pratica su "l'entrare".
A seguire JAM
 
Domenica 27 aprile 2014
Mattina
- 9,00 colazione
- 10,00-13,00
Warm up lezione e pratica su: i tre "centri" fisiologici dell'uomo e possibili connessioni con terra cielo e uomo.
Pomeriggio
- 14,30-18,00 Ripresa attività su l'attività del camminare: ritmo, tempo, unità, e singolo (attività all'aperto se possibile, nella prima ora). l'udito, l'ascolto, l'ascoltarci e la parola. pratica su "l'uscire" e JAM finale.
 
Massimiliano Barachini, è Dottore in semiotica video (1995 Università di Pisa), e M.A. (choreography) (2003 Laban di Londra). Studia tecniche formali (Diploma Elementary della Royal Academy of Dancing, e livello Intermediate di Cunningham), e tecniche esperienziali (release, contact improvisation, body mind centering, authentic movement) in Italia, Parigi, Londra e New York. studia Yoga, Tai Chi e Qi Gong. Ha lavorato come danzatore a Londra (ARC dance company, Emma Diamond, Cathy Seago), Irlanda ed Italia (Virgilio Sieni, Roberto Castello, Company Blu, Stefanie Nelson, Lische). Ha insegnato tecnica Cunningham, release e contact al Laban, The Place, London Studio Centre. Attualmente insegna all’OPUS Ballet a Firenze. Sta finendo la formazione per Operatore Craniosacrale Biodinamico.
 
 
Per info e iscrizioni Toni 347 54 59 993 e Giorgia 331 30 12 027
 
 

Il seminario è residenziale e si svolge nella sede dell’associazione SPAZIO NOMADE, vicolo del Berti, 23 a Rosignano Marittimo (LI). Portare sacco a pelo, lenzuola piccole, federa per il cuscino e asciugamani. Per i pasti e colazione se riuscite portate una Ciotola e una Tazza.

mercoledì 26 marzo 2014

Bazzano, 4 aprile 2014 - IL CIBO SENZA VALIGIA


Maria Miani

Cittadini interessati al tema agricoltura vale la pena fare un salto a Bazzano dove 2 luminosi esempi di nuova economia si presentano a noi. Difficilmente riusciremo a ri-presentarli (sono richiestissimi ovunque) Approfittiamone!

Maria Miani - 
labifolca@live.com



IL CIBO SENZA VALIGIA

Il cibo che arriva sulla nostra tavola
spesso percorre migliaia di chilometri.
Perché è importante accorciare il suo viaggio?

CSA ovvero Agricoltura Sostenuta dalla Comunità
che cos'è e come farla crescere

Venerdi 4 Aprile 2014
ore 20.30

c/o Rocca dei Bentivoglio
Sala dei Giganti
Via Contessa Matilde 10 - Bazzano


Insieme ad Arvaia, prima esperienza italiana di CSA su suolo pubblico e a Il Biricoccolo, nato dall’esperienza Streccapogn, esploreremo le nuove possibilità offerte dalla Community Supported Agriculture sia sul piano della comunicazione tra agricoltori e consumatori locali, che su quello del sostegno all'economia locale. Come impostarla, con che obiettivi e per arrivare dove?

martedì 25 marzo 2014

Aiutare gli animali con il pensiero....


Volersi bene
           
            Carissimi, contro lo sfruttamento, la sistematica uccisione degli animali, nostri fratelli di viaggio, vittime innocenti dell’ egoismo e della violenza umana, la nostra impotenza ad aiutarli è dolorosamente schiacciante.

            Però abbiamo un’arma potentissima che possiamo usare in questa ìmpari battaglia: L’ENERGIA DELLE ONDE PENSIERO (che io stesso ho potuto sperimentare in molte circostanze con risultati sorprendenti) i cui effetti sono stati dimostrati anche a livello scientifico.

            Per questo abbiamo deciso di organizzare una CATENA DI ENERGIA SPIRITUALE tra tutte le persone che credono nell’efficacia della preghiera e che vogliono aiutare gli animali. Questo progetto, che ha avuto inizio il 4 ottobre del 2001, giorno di S. Francesco, si ripete il 4 di ogni mese a tempo indefinito.

            L’impegno consiste nel collegarsi mentalmente con tutti coloro che nello stesso momento sono impegnati nel medesimo obiettivo inviando il proprio sostegno spirituale a tutti gli animali del mondo che in quel momento stanno soffrendo a causa della privazione della libertà, della fame, della sete, delle ferite; che stanno agonizzando nei mattatoi, negli allevamenti intensivi, negli istituti di sperimentazione, nelle reti dei pescatori, nei boschi, nelle arene, nei circhi, negli zoo o a causa di qualunque altra violenza fisica, mentale od emotiva.

            Pensiamo di suddividerci in gruppi con l’impegno di un’ora in modo da coprire l’intera giornata bilanciando le forze disponibili. Per questo è necessario che coloro che intendono far parte di questa RETE DI ONDE PENSIERO A BENEFICIO DEGLI ANIMALI SOFFERENTI mi comunichino la propria disponibilità (indicando l’ora che intendono coprire) al mio indirizzo di posta elettronica: francolibero.manco@fastwebnet.it oppure telefonandomi direttamente allo 06.7022863 – 333 9633050.

Se potete cercate di coinvolgere altre persone in questo progetto. L’unione fa la forza, specialmente nel campo mentale-energetico-spirituale.

Franco Libero Manco

lunedì 24 marzo 2014

Fermo - In scena al Teatro dell'Aquila Operette Morali di Giacomo Leopardi - Recensione


Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Operette Morali di Giacomo Leopardi
adattamento e regia di Mario Martone
Fermo  - Teatro dell'Aquila  18 / 19 marzo 2014  h 21


Mortali, destatevi. Non siete ancora liberi dalla vita.
(G.Leopardi, "Cantico del Gallo Silvestre")

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      Sul palco, davanti al sipario chiuso, una sedia vuota e un
coccodrillo acquattato: aria più sorniona che truce, come si conviene
a un lucertolone di plastica, senza spargimento di sangue tornerà
dietro le quinte a missione compiuta.

     Inganniamo l'attesa compilando diligenti il questionario
consegnatoci all'ingresso (tra i desiderata indichiamo di getto -
sommersi da cappotti e sciarpe - "attivare il servizio guardaroba" e
"più puntualità"); invano, perché non vedremo qualcosa o qualcuno che
li raccolga all'uscita. Di sicuro siamo noi a non aver trovato, siamo
anzianotti. Pazienza.

     Intrigante l'dea di una trasposizione drammaturgica delle
Operette Morali, operazione a cui il corpus parrebbe prestarsi in
virtù della struttura variegata, della pluralità dei registri, la cui
organicità risiede nel fine che è quello di irridere alle
mistificazioni antropocentriche, respingere "ogni illusione
riparatoria rispetto all'infelicità dei mortali" (che sia il mito del
progresso o la prospettiva religiosa), accogliere senza infingimenti
la tragica umana consapevolezza del vero.

      E tuttavia sarà un crescente senso di delusione a insinuarsi col
procedere dello spettacolo e a fissarsi come l'impronta più netta
della serata. Indubbia la fedeltà ai testi e sicuro il professionismo
degli interpreti, ma la complessità argomentativa e i registri
stilistici che dei Dialoghi compongono la poderosa struttura
scoloriscono appiattendosi nella trasposizione scenica e molto si
perde del registro lirico e del potente afflato tragico che permeano
l'opera.

    Se il comico è funzionale nei Dialoghi alla rappresentazione del
tragico, e l'ironia prevale anche nel dipanarsi di temi filosofici
dolorosi e terribili, chi abbia amato - fra gli altri - il "Dialogo di
Federico Ruysch e delle sue mummie", troverà imperdonabile l'averlo
reso una sorta di happening di zombies dalla faccia verdastra;
imperdonabile che del "Coro dei morti", stanza di canzone che apre il
Dialogo, si perdano la tragica potenza - Che fummo? Che fu quel punto
acerbo che di vita ebbe nome? - e la limpida intenzione filosofica nei
versi poco distinguibili cantati dal Coro dietro il sipario chiuso
(pur se di qualche suggestione emotiva).

   Complici sono forse le scene poco efficaci (benché di Mimmo
Paladino) unite a non indovinati espedienti (un po' da recita
scolastica): i globi luminosi in testa alle personificazioni della
Terra e della Luna nel Dialogo omonimo; il testone di gallinaceo di
modello carro-viareggino per il Cantico del Gallo Silvestre; il
pupazzone con nicchia su cui, nel Dialogo della Natura e di un
Islandese è poco ieraticamente appollaiata la Natura stessa coi piedi
penzoloni: resta poco del respiro tragico con cui quella "forma
smisurata di donna [...] di volto mezzo tra bello e terribile" afferma
le leggi di un inesorabile materialismo ("Tu mostri non aver posto
mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di
produzione e distruzione"), la propria totale indifferenza alle sorti
umane e la marginalità dell'uomo nell'universo ("...Se anche mi
avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne
avvedrei") e lascia irrisolte le disperate domande di senso
dell'Islandese.

Ed è un peccato che proprio il personaggio Leopardi/Tristano del
"Dialogo di Tristano e di un Amico", con la sua sfida all'ottimismo
del secolo, sia quello più in ombra di tutti.

      Ci sono eccezioni. La "Storia del genere umano", efficacemente
trasferita dal narratore esterno a un canuto severo Giove narrante,
mantiene integra la dimensione mitica e allegorica entro la quale si
dispiegano le vicende di una umanità tragicamente destinata alla più
completa e consapevole infelicità. Il "Dialogo di Plotino e di
Porfirio" conserva il tono dolente e pensoso del confronto fra i due
neoplatonici, che alla rivendicazione del suicidio da parte di
Porfirio come rimedio alla condizione esistenziale - "contro natura"
perché votata all'infelicità - oppone con Plotino/Leopardi una morale
che da filosofica si fa sociale e solidaristica ("Viviamo, Porfirio
mio, e confortiamoci insieme") anticipando l'altissimo tema civile
della "Ginestra". Nel Cantico del Gallo Silvestre, neppure la
viareggina testa di pennuto riesce ad oscurare la desolata visione di
un universo proiettato verso il nulla, quando "un silenzio nudo, e una
quiete altissima empieranno lo spazio immenso".

      Improbabile, insomma, che il Leopardi di questa sera abbia
innamorato di sè lo studente avventuratosi in teatro dietro minaccia
del prof... Se aggiungiamo Dustin Hoffman, milionario piazzista della
Regione Marche per interposto Leopardi, cominciamo a capire perché sul
recanatese Colle dell'Infinito stiano per schiaffarci un Bed & Breackfast.

Sara Di Giuseppe

faxivostri.wordpress.com

domenica 23 marzo 2014

MIlano, dal 28 al 30 marzo 2014: "Fa la cosa giusta"



Non vi perdete la Primavera!  Fate la cosa giusta!
Fate la cosa giusta, questa settimana, dal 28 al 30 marzo 2014, a Milano, presso Fieramilanocity, per tutti i Lombardi e per quanti siano di passaggio in città. Non vi perdete i semi buoni e le piantine per i vostri orti, per i vostri giardini, i vostri campi, i vostri balconi. Venite a "Fa la cosa giusta" troverete una fiera tra le più interessanti d'Italia, espressione di realtà del mondo equo e solidale, il meglio dell'associazionismo impegnato ed ecologista. Ci saremo noi, salvatori di semi, ci saremo, Civiltà Contadina c'è. Abbiamo tre conferenze, una ogni giorno. Si comincia venerdì, col grande Tiziano Fantinel, di Coltivare Condividendo, che parlerà sull'agricoltura familiare, questo, il 2014, è proprio l'anno dedicato dall'Onu.

Sabato, il presidente, Alberto Olivucci parlerà di Ogm nascosti, un tema spinoso ed attuale quanto mai. Domenica, ci sarò io, Teodoro Margarita, e con me Elena Marconi di Wikiseeds, "Seminare la città" è il titolo della nostra conferenza. Tutti i particolari sul sito Fa la cosa giusta, una magnifica occasione per incontrarci, per abbracciarci, per scambiare semi e piantine. Prego tutte le mie amiche, prego tutti i miei amici, vi prego di condividere, diffondere in tutti i modi possibili. Sconfiggiamo la freddezza del virtuale, utilizziamo con saggezza i nuovi media, venite a conoscere di persona i salvatori di semi, siate parte della campagna per una nuova agricoltura contadina. 

Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta?
Una cesta di piantine,
d'insalate e di carote,
di radicchi e di piselli,
misti a tanti fiori belli...
Fa la cosa giusta, vieni a Milano, vieni a fa la cosa giusta,
vieni, stiamo insieme, vieni, aiuta Primavera a spargere il buon seme.
Vieni, non ti disperdere, vieni a Fa la cosa giusta, un evento da non perdere!

.......................................

Pensiero aggiunto: 

"Le quattro stagioni sono poste sotto l'influsso di quattro arcangeli: Raphaël presiede alla primavera, Uriel all'estate, Mikhaël all'autunno e Gabriel all'inverno. Quando si avvicina l'equinozio di primavera, tutti gli spiriti e le forze della natura lavorano sotto la guida di Raphaël per rianimare la vita ovunque nell'universo. Questo rinnovamento nella natura è per gli esseri umani sinonimo di rigenerazione, dunque anche di guarigione. Sull'Albero della Vita, Raphaël è l'arcangelo della sefirah Hod, regione in cui i kabbalisti hanno posto il pianeta Mercurio. Ora, il dio Mercurio (Hermes, nella mitologia greca) ha come attributo il caduceo, che è a tutt'oggi l'emblema della medicina; e il nome Raphaël significa "Dio ha guarito" (Omraam Mikhaël Aïvanhov)

venerdì 21 marzo 2014

Tantra cosmico stellare di Tullia Turazzi


Tantra Cosmico Stellare
Esistono mondi e dimensioni che fanno parte, come ogni cosa visibile ed invisibile della Coscienza Unica Cosmica e Divina. In questi mondi altri, che noi chiamiamo extraterrestri o loka paradisiaci o in mille altri modi, ci si ama e unisce in modo molto diverso da cio’ che  conosciamo e facciamo qui sulla terra di terza dimensione. In queste altre frequenze più elevate, le anime si incontrano in modo sacro e totale e la dualità e’ molto meno delineata, solo veli sottili separano il tu dall’io. 

Anche in questi luoghi esistono le relazioni di coppia, compagni cosmici e animici, ed esiste una diversa e più sottile sessualità, che porta le due metà maschile e femminile interiore ed esteriore  all’Unione Sacra. Niente di paragonabile a ciò che qui si intende per unione sessuale ed emotiva. Quando due esseri complementari qui si uniscono, la fusione e’ totalizzante,  uno si fonde e diventa l’ altro, le distinzioni cessano, la compenetrazione e’ animica astrale e fisica, i due suoni interiori diventano un unica melodia divina, i colori aurici diventano un unico colore risplendente e l’ estasi spirituale raggiunge le vette più elevate della Coscienza. 

Shiva e Shakti in queste coppie ascese tornano all’Uno da cui provengono, non esiste più la separazione che si sperimenta quasi sempre nelle relazioni umane, la purezza e la magnificenza sono il cuore e le fondamenta di queste divine fusioni. 

Questo nuovo modo di relazionarsi tra i partners sara’ l’ unico modo di unione nella nuova Terra e nella nuova Era in arrivo, la nuova umanità, coloro che passeranno il turno e coloro che nasceranno nella nuova Terra sperimenteranno ciò che gli dei e altri esseri dei mondi più evoluti e divini vivono ogni giorno nel qui e ora, alcuni di noi già stanno sperimentando questo tipo di relazione mistica più interiore che esteriore, per mettere i nuovi semi, aprire i portali e portare come apri pista la nuova razza divina e ascesa che popolerà la Terra santificata, una Terra che e’ già ascesa anche se molti non se ne sono ancora accorti……Shanti Om

Tullia Turazzi - turazzi59@hotmail.com

Foto del profilo di TULLIA PARVATHI SAI

giovedì 20 marzo 2014

Noam Chomsky sulla Crimea: «Altro che feroce invasione»



Intervista. Il professore del Massachusetts Institute of Technology sui nuovi venti di guerra oriente-occidente, accusa i giornalisti di asservimento al pensiero comune e gli Usa di doppiopesismo. Il manifesto, 189 marzo 2014

Di «pas­sag­gio» a Tokyo per una serie di affol­la­tis­sime con­fe­renze, abbiamo chie­sto a Noam Chom­sky, pro­fes­sore eme­rito di lin­gui­stica al Mas­sa­chu­setts Insti­tute of Tech­no­logy, il suo parere sui nuovi «venti di guerra» tra Occi­dente e Oriente, che agi­tano il pia­neta. E non solo per quel che riguarda la crisi ucraina e ora la Crimea.

L’Occidente sem­bra essere pre­oc­cu­pato da quello che qual­cuno ha defi­nito il «fasci­smo» di Putin. E men­tre tor­nano i toni da guerra fredda, la situa­zione, in Cri­mea, rischia di precipitare…

«Non solo in Cri­mea, direi che anche qui, in Asia orien­tale, la ten­sione è altis­sima, tira una brut­tis­sima aria. Il recente rife­ri­mento del pre­mier Shinzo Abe — per il quale non nutro par­ti­co­lare stima — alla situa­zione dell’Europa prima del primo con­flitto mon­diale è più che giu­sti­fi­cato. Per­ché le guerre pos­sono anche scop­piare per caso, o a seguito di un inci­dente, più o meno pro­vo­cato. Quanto alla Cri­mea, fac­cio dav­vero fatica ad asso­ciarmi all’indignazione dell’occidente. Leggo in que­sti giorni edi­to­riali assurdi, a livello di guerra fredda, che accu­sano i russi di essere tor­nati sovie­tici, par­lano di Ceco­slo­vac­chia, Afgha­ni­stan. Ma dico, scher­ziamo? Per un gior­na­li­sta, un com­men­ta­tore poli­tico, scri­vere una cosa del genere, oggi, signi­fica avere svi­lup­pato una capa­cità di asser­vi­mento e subor­di­na­zione al "pen­siero comune" che nem­meno Orwell avrebbe potuto imma­gi­nare. Ma come si fa? Mi sem­bra di essere tor­nato ai tempi della Geor­gia, quando i russi, entrando in Osse­zia e occu­pando tem­po­ra­nea­mente parte della Geor­gia, fer­ma­rono quel pazzo di Sha­kaa­sh­vili, a sua volta (mal) "con­si­gliato" dagli Usa. I russi, all’epoca, evi­ta­rono l’estensione del con­flitto, altro che "feroce invasione".

«Per carità, tutto sono tranne che un filo russo o un fan di Putin: ma come si per­met­tono gli Stati uniti, dopo quello che hanno fatto in Iraq – dove dopo aver men­tito spu­do­ra­ta­mente al mondo intero sulla sto­ria delle pre­sunte armi di distru­zioone di massa, sono inter­ve­nuti senza un man­dato Onu a migliaia di chi­lo­me­tri di distanza per sov­ver­tire un regime – a pro­te­stare, oggi, con­tro la Rus­sia? Voglio dire, non mi sem­bra che ci siano state stragi, puli­zie etni­che, vio­lenze dif­fuse. Io mi chiedo: ma per­ché con­ti­nuamo a con­si­de­rare il mondo intero come nostro ter­ri­to­rio, che abbiamo il diritto, quasi il dovere di «con­trol­lare» e, nel caso, modi­fi­care a seconda dei nostri inte­ressi? Non è cam­biato nulla, alla Casa Bianca e al Pen­ta­gono, sono ancora con­vinti che l’America sia e debba essere la guida – e il gen­darme – del mondo».

A pro­po­sito di minacce, oltre alla Rus­sia, anche la Cina e il Giap­pone fanno paura? Chi dob­biamo temere di più?

«Dob­biamo temere di più gli Stati uniti. Non ho alcun dub­bio, e del resto è quanto riten­gono il 70% degli inter­vi­stati di un recente son­dag­gio inter­na­zio­nale svolto in Europa e citato anche dalla Bbc. Subito dopo ci sono Paki­stan e India, la Cina è solo quarta. E il Giap­pone non c’è pro­prio. Que­sto non signi­fica che quello che stanno facendo, anzi per ora, per for­tuna, solo dicendo i nuovi lea­der giap­po­nesi non siano peri­co­lose e inac­cet­ta­bili pro­vo­ca­zioni. Il Giap­pone ha un pas­sato recente che non è ancora riu­scito a supe­rare e di cui i paesi vicini, soprat­tutto Corea e Cina non con­si­de­rano chiuso, in assenza di serie scuse e soprat­tutto atti di con­creto rav­ve­di­mento dal parte del Giappone.

«Pro­prio in que­sti giorni leggo sui gior­nali che il governo, su pro­po­sta di alcuni par­la­men­tari, ha inten­zione di rive­dere la cosid­detta «dichia­ra­zione Kono», una delle poche dichia­ra­zioni che ammet­teva, espri­mendo con­tri­zione e rav­ve­di­mento, il ruolo dell’esercito e dello stato nel rastrel­lare decine di migliaia di donne coreane, cinesi e di altre nazio­na­lità e costri­gen­dole a pro­stu­tirsi per «risto­rare» le truppe al fronte».

Già, le famose «donne di ristoro», tut­ta­via ogni paese ha i suoi sche­le­tri. In Ita­lia pochi sanno che siamo stati i primi a gasare i «nemici» e anche inglesi e ame­ri­cani non scher­zano, quanto a cri­mini di guerra nasco­sti e/o ignorati

«Asso­lu­ta­mente d’accordo. Solo che un conto è l’ignoranza, l’omissione sui testi sco­la­stici, un conto è il nega­zio­ni­smo: insomma, in Ger­ma­nia se neghi l’olocausto rischi la galera, in Giap­pone se neghi il mas­sa­cro di Nan­chino rischi di diven­tare premier»