Presentazione
In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).
martedì 31 luglio 2012
Regione Puglia - Ancora sugli sprechi e devastazioni programmati sulla SS 16
La strada statale SS 16 nel tratto panoramico tra Maglie e Otranto
diventi la prima “Strada Parco” di Puglia realizzata nel rispetto del nuovo virtuoso PPTR, il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia per la tutela e restauro del paesaggio storico-naturale della nostra regione.
L'incontro in Prefettura tenutosi a Lecce, la mattina del 30 luglio 2012, sulla paradossale “vicenda-spreco nuova SS 16”, ha rivelato tutte le enormi criticità del progetto della nuova assurda faraonica strada di tipo autostradale prevista al posto dell'attuale SS 16 nel tratto Maglie-Otranto, tant'è, non è un caso, che mancano ancora innumerevoli autorizzazioni regionali e dei comuni interessati, a conferma del notevole impatto dell'opera ad oggi in progetto, fortemente contestata dai cittadini per la sua natura di palese e ridondante “pubblica inutilità”.
Benché comprendiamo la necessità di placare gli animi dei lavoratori, anello debole di un mefistofelico marchingegno che tiene in scacco oggi territori e istituzioni, lavoratori ai quali va il nostro solidale appoggio e vicinanza, l'Ente Regione Puglia, oggi, non può e non deve sull'onda di un'emergenza-lavoratori che ha del paradossale, con fretta e correlata disattenzione emettere ora, nel giro di una settimana, quelle autorizzazioni alla distruzione del territorio che, ovviamente, non è stato sinora possibile assumere. Emergenza che abbiamo definito 'paradossale' perché creata, e creatasi, su un “lavoro a progetto”, un'opera dunque che per sua natura si cantierizza in un arco di tempo limitato, terminato il quale, cessa, con l'ultimazione dell'opera, fisiologicamente ogni contratto di lavoro ad essa correlato.
Inaccettabile anche il tentativo, da parte di alcuni, di proporre oggi lo spezzettamento dell'opera in due tranches, la prima da realizzare nel tratto Maglie-Palmariggi, sbloccandone ad oggi le autorizzazioni mancanti, il che vuol dire firmare irresponsabilmente e colpevolmente degli atti di fatto infirmabili facendosi scudo di una situazione di creata emergenza, e poi, a seguire, quella del tratto Palmariggi-Otranto a maggiore ecatombe di Beni ambientali e ulivi. È l'intero paesaggio, tra Otranto e Maglie, che deve essere tutelato impedendo la realizzazione di strade con mega-complanari che diventano “cavalli di Troia” per una cementificazione selvaggia e industrializzazione delle loro povere sponde.
Motivo per cui nella rivisitazione del progetto è indispensabile una mutazione profonda della filosofia progettuale a monte a favore di una “Strada-Parco” davvero a misura di Salento, rispettosa delle sue economie tradizionali turistico-naturalistiche, e del nuovo PPTR regionale, il virtuoso Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia! Filosofia per una “Strada Parco” virtuosamente affermata dal Difensore Civico della Provincia di Lecce, il Sen. Giorgio De Giuseppe, nonché sulla stampa dallo stesso sindaco della Città di Palmariggi nei giorni scorsi, al fine di poter conciliare tutte le istanze in campo senza l'immorale sacrificio dei Beni Comuni, quali il paesaggio storico-naturale, a favore di altre che in tal modo finirebbero per macchiarsi dell'onta della speculazione.
Piste ciclabili; taglio dei serpentoni di neo-complanari a 2 corsie in asfalto a favore di una razionalizzazione certosina degli accessi da garantire ai proprietari terrieri che, oggi, possono raggiungere i loro poderi lungo la SS 16 solo e soltanto da questa arteria; adeguamento delle carreggiate ai massimi standard di sicurezza tali da garantire una percorrenza a bassa velocità e, dunque, minore pericolosità; ecodotti-sottopassi per il transito degli animali evitando incidenti e danni alla fauna; sovrappassi tutti da riprogettare, minimizzare, ridurre in numero a quelli già esistenti, favorendo la linea curva e l'arco agli osceni ed impattanti cavalcavia in travi lineari di cemento a vista che hanno offeso, in numerosi tratti, il nostro paesaggio salentino, (oggi da restaurare!), inaugurando un degrado estetico-paesaggistico che induce altro degrado, scritte sui muri e discariche abusive di rifiuti vari ai margini stradali; muretti a secco da ricostruire ovunque lungo il percorso utilizzando le giovani manovalanze locali, e con i quali sostituire gli orridi muri in cemento, metallo e reti metalliche, laddove negli ampliamenti questi saranno abbattuti; ricostruzione delle tipiche architetture locali in pietra e in pietra a secco; minimizzazione degli alberi di ulivo da espiantare e seri, pubblici-trasparenti e visionabili piani per il loro reimpianto e cura-attecchimento in aree prossime al luogo di espianto, con le massime attenzioni agronomiche per il loro corretto e pieno attecchimento e minimizzazione del danneggiamento; espianto e reimpianto di ogni essenza arborea e arbustiva di macchia mediterranea minacciata dai lavori e da riutilizzarsi per le opere di rimboschimento-rinaturalizzazione dei margini stradali con piante autoctone e comunque mediterranee, (fasce verdi dal naturale effetto fonoassorbente anche, da immaginarsi persino ai margini dei sovrappassi con valore pittoresco e di ecodotti); divieti delle sgradevoli cartellonistiche pubblicitarie lungo il percorso e dell'uso di invasivi guardrail e barriere fonoassorbenti degrada-paesaggio, a favore di soluzioni rivestite in legno che garantiscano al contempo valorizzazione paesaggistica e sicurezza; varianti al tracciato a salvaguardia di ogni Bene culturale oggi a rischio di distruzione o di sfregio paesaggistico; ripiantumazione degli originali filari a Pino italico ad ombrello, che originariamente, nel secolo scorso, costeggiavano e abbellivano con effetto monumentale quel tratto stradale; tutto anche a favore di una complessiva “strada della piacevolezza” nella guida e percorrenza e dunque della sicurezza; deasfaltamento-decementificazione, bonifica e rinaturalizzazione dei tratti stradali preesistenti che dovessero restare monchi ed inutilizzabili; etc, etc. Tutti termini questi che appartengono al lessico della politica regionale e contenuti nello stesso suo PPTR documento guida per la virtuosità nell'amministrazione del territorio; un mondo iperuranico di buone idee per la realizzazione di opere che possano dirsi davvero di pubblica utilità e che oggi la stessa Regione è chiamata a concretizzare pena la lapalissiana prova di un agire che si paleserebbe, in tal caso, demagogico ed anti-ecologista. - Si allega in merito il documento tecnico, file word, “SS16 Maglie-Otranto_Ass.ri A. Barbanente e L. Nicastro_road-map per la VIRTUOSITA' ”, con l'esposizione esauriente e dettagliata del concetto di “Strada Parco”, anche al fine di evitare che questo termine possa essere impropriamente utilizzato come specchietto per allodole gettando mistificatoriamente fumo sulla vicenda, lasciando nei fatti l'attuale progetto immutato con i suoi gravi connaturati impatti sul territorio e sui nostri Beni. - Sono queste opere che non nascono da una beneficenza extraterritoriale, ma che sono realizzate con i soldi di tutti noi cittadini e che, pertanto, devono rispondere davvero alle esigenze, alle aspettative e al sentimento di noi tutti committenti; assurdo, di conseguenza, che intorno ad una tale questione di così tanta importanza quelli che dovrebbero essere i “fornitori di servizi” per il Bene di noi tutti cerchino, in mille modi e pressioni, di imporre un servizio distorto e, dunque, in quelle forme non richiesto.
Esprimiamo massima solidarietà ai lavoratori che sono stati illusi con promesse di impiego nella realizzazione di questa inutile maxi-opera, così come oggi concepita. Chiediamo che le istituzioni attuino tutti quegli strumenti-ammortizzatori sociali-, fintantoché il progetto non sarà adeguatamente variato e profondamente modificato a partire dalla sua filosofia di fondo, in una “Strada Parco”, e che si apra una vertenza per un loro graduale ricollocamento in altre attività virtuose e a beneficio vero del territorio e del suo paesaggio!
Dunque, la Regione sospenda ogni autorizzazione all’attuale progetto di maxi ampliamento della stessa strada (già ampia ed esistente), con insana filosofia autostradale a 4 maxi-corsie enormi, orridi cavalcavie in cemento sproporzionati, (come anche rimarcato nelle stesse prescrizioni ministeriali al progetto dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, tanto più per i ben tre cavalcavie ravvicinati per l’accesso al piccolo centro di Palmariggi), e una rete assurda e devastante di serpentoni di complanari a due corsie che comporterebbero la devastazione di interessanti complessi storico-archeologici e paesaggistici stratificati nelle testimonianze, dall’età preistorica fino a quella romana, medieovale e moderna, sin a mettere a serio rischio di cancellazione anche alcuni bunker della seconda guerra mondiale ubicati questi nei pressi dell’attuale tracciato della SS 16, e tante testimonianze preziose della civiltà contadina! Tutti Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici degni della massima protezione. L’attuale progetto inoltre mette a rischio la vita di oltre 8290 alberi d’ulivo, di cui 268 quelli preliminarmente già censiti come monumentali, per i quali il territorio e i comitati civici impegnati nella sua difesa chiedono pressantemente alla Regione Puglia di dare diniego ad ogni ipotesi di loro espianto, invitando ed operando per una seria doverosa revisione del progetto tutto al fine di minimizzarne il grave, connesso oggi, consumo di suolo agricolo, con danno archeologico, ambientale e paesaggistico. Minacciati anche suoli a macchia mediterranea-bosco-pineta-gariga, trulli, masserie e antichi abituri, alcuni anche misteriosamente e dolosamente danneggiati nelle ultime settimane, e bunker della seconda guerra mondiale, nonché interi siti archeologici, come quello rupestre di Craunuse-San Basilio gravemente nascosto agli atti in fase di progetto, e scoperto e segnalato solo nelle recenti settimane grazie all’opera di sopralluogo degli attivisti dei comitati civici!
Un progetto faraonico per una nuova strada, a sproporzionato pericoloso ampliamento dell’esistente, pericoloso a causa delle alte velocità che implicherebbe.
Un progetto gravato, persino, dall’assenza della essenziale valutazione Costi/Benefici, una mancanza per cavilli temporali legislativi, si legge nei progetti, che è immorale di fronte ad uno Stato Italiano che vive una condizione di crisi economica, tanto quanto lo sarebbe anche in una situazione di massima floridezza!
Così stigmatizziamo quanti invece cercano di esasperare questi nostri concittadini lavoratori al fine di esercitare pressioni disdicevoli sulle istituzioni per tentare di deregolamentarne e forzarne l’ operato ai danni di tutte le comunità locali, del territorio e delle casse dello Stato, facendo ancora esecrabile leva sul ricatto occupazionale e occupando, quasi come in un’ occupazione militare, strade di pubblico servizio con mille mezzi di movimentazione terra, camion e cosa più simbolicamente offensiva e disdicevole, caterpillar-bulldozer, pronti con i loro assordanti motori accesi a devastare il libro aperto al cielo della nostra identità, lo scenario delle nostre esistenze, il presupposto della qualità delle nostre vite: IL NOSTRO PAESAGGIO STORICO-NATURALE!
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento
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lunedì 30 luglio 2012
Vivere con Cura a Capracotta - Programmi di agosto 2012
Associazione Vivere Con Cura Circolo Irene e Lucia di Milione
Capracotta (Isernia) - AGOSTO 2012
Da Mercoledì 1 a Martedì 21 ( ore 10.00 ) - Villa Comunale.
● YOGA AD ALTA QUOTA E ESERCIZI DI RESPIRAZIONE
Con Patrizia Antonelli
Giovedì 2 ( dalle ore 19.30 ) - Via Falconi, 19
● AL CHIARO DI LUNA. Cena conviviale con passeggiata
Da Lunedì 6 a Domenica 12 ( ore 9.30 ) - Via Falconi, 19
● CONVIVIO ERBORISTICO E SCUOLA PER RACCOGLITRICI/TORI con Sonia Baldoni
Da Lunedì 6 a Sabato 18 ( ore 8.45 ) – c/o Pro Loco in P.zza Falconi
● SORGENTI, BOSCHI E GROTTE DI CAPRACOTTA
Camminate sul territorio per tutte le età con Rosario Carlig
Da Lunedì 6 a Domenica 12 ( ore 11.00 – 13.00 ) - Villa Comunale.
● GINNASTICA DOLCE E SUONI DI GUARIGIONE. Trattamenti Shiatsu, tecniche di rilassamento e meditazioni con Jagran Ribechi
Da Lunedì 6 a Domenica 12 ( ore 18.00 ) – Scalinata Falconi
● INSTALLAZIONI POETICHE: ANTONIA POZZI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA con Giusi Anna Salmaso
Giovedì 9 Agosto ( ore 18.00 ) – Scalinata Falconi
● LA SIBILLE DELLE ERBE di Michele Meomartino
Sonia Baldoni e Antonio D’Andrea
Da Lunedì 13 a Sabato 18 ( mattina ) – Villa Comunale
● LUDOTECA D’ESTATE con Cristina Omenetti
Lunedì 13 ( ore 18.00 ) – Scalinata Falconi
● PANE IN PRESTITO ( Reading Letterario - Omaggio a D. D’Andrea ) a cura di Michele Meomartino
Mercoledì 15 ( ore 18.00 ) - Scalinata Falconi
● GLI AFFARI… SONO AFFARI!!!
( Reading teatrale in musica dedicato a Bertolt Brecht)
con l’attrice Susanna Costaglione
Venerdì 17 ( ore 18.00 ) – Scalinata Falconi
● FESTA DI VIVERE CON CURA PER I 10 ANNI DI ATTIVITA’ A CAPRACOTTA. Conferenza e degustazione
Domenica 19 ( dalle ore 18.00 in poi ) – Scalinata Falconi
● IO MANGIO MOLISANO
Per un cibo locale, buono, naturale e stagionale. Degustazioni e Mercato contadino.
Incontro con Luciano Malatesta, presidente Campagna Amica Molise
Da Lunedì 27 a Venerdì 31 ( ore 10.- 12 e 16 – 18 ) - Via Falconi, 19
● CORSO DI CUCINA BIOSALUTISTA E VEGAN
Panificazione naturale con Guido e Alanna
Da Lunedì 20 a Domenica 26 – Scalinata Falconi
● LA POSSIBILE PIENEZZA DI ESSERE. INCONTRO DELLE GEMELLE/I con Antonio D’Andrea
Giovedì 30 (dalle 19.30 ) - Via Falconi 19
● AL CHIARO DI LUNA. Cena conviviale con passeggiata
Da Lunedì 27 Agosto a Martedì 4 Settembre – Via Falconi, 19
● SEMINARIO DI MAGNETISMO E DI MASSAGGIO METAMORFICO. CORSO BASE DI ALCUNI BALLI CARAIBICI E LATINO AMERICANI con Bruna Bellesi
Sabato 1 Settembre, ore 17.30 – Scalinata Falconi
● VITA SENZA TEMPO ( presentazione libro)
di Paolo D’Arpini e Caterina Ragazzi
● CONCERTO D’ARPA PER ZIA ELENA
con la musicista Roberta Pestalozzi
Info: Antonio D’Andrea 333.1006671 - Michele Meomartino 393.2362091 - www.vivereconcura.it
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Vivere con Cura
FAO ed allevatori industraili uniti nella mistificazione... Poteri oscuri all'opera contro la Terra
Animale prodotto industriale
Gli allevatori e la FAO cercano di far credere che gli allevamenti non siano poi così dannosi per l'ambiente.
E' stato annunciato questo mese, luglio 2012, l'ultimo progetto della FAO per sostenere il consumo di carne: la creazione di una partnership con gli allevatori, chiamata "Livestock Partnership", per "migliorare le prestazioni ambientali del settore zootecnico", e fare da "guida" nelle valutazioni di impatto ambientale e loro conseguenti applicazioni.
http://www.fao.org/news/story/en/item/150555/icode/
Dietro queste parole si nasconde in realtà il tentativo di difendere gli interessi economici dell'industria zootecnica. Infatti, essendo ormai noti a tutti i dati scientifici che individuano nel settore dell'allevamento uno dei maggiori (se non IL maggiore) responsabili dell'impatto ambientale in generale e dell'emissione di gas serra in particolare, la FAO intende difendere la zootecnia fornendo ai consumatori e alle istituzioni dei dati NON determinati da esperti di impatto ambientale super-partes, ma dalla Livestock Partenership, formata sostanzialmente da industrie zootecniche e da organismi che le rappresentano o sono ad esse vicine.
Tra i membri fondatori di questa partenership troviamo infatti: il Segretariato Internazionale della Carne, la Federazione Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari, la Commissione Internazionale sulla Uova, il Consiglio Internazionale sul Pollame, i governi di Francia, Irlanda, Paesi Bassi e Nuova Zelanda (quattro tra i maggiori produttori di carne) e, in un maldestro tentativo di far vedere che anche la parte "ambientalista" è rappresentata, troviamo anche il WWF, associazione che non ha mai preso il minimo impegno per far diminuire i consumi di carne, unico vero modo per ridurre l'impatto della produzione di cibo animale. Anzi, il vicepresidente del WWF, Jason Clay presiede la "tavola rotonda per il manzo sostenibile", una contraddizione in termini.
Riportiamo a commento di questa notizia un articolo di Robert Goodland, per anni consulente della Banca Mondiale, che spiega come l'unica vera possibilità di far diminuire l'impatto ambientale degli allevamenti sia quella di diminuire il più possibile gli allevamenti stessi, e come l'unica speranza per contrastare in tempi brevi il riscaldamento globale sia di spostare la nostra alimentazione verso una dieta a base vegetale. E per far questo non servono i governi, non servono leggi, non servono infrastrutture, non serve aspettare anni: basta cambiare quello che mettiamo nel carrello della spesa, fin da subito.
*Riscaldamento globale e collusione tra l'industria zootenica e la FAO*
di Robert Goodland
Lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato negli Stati Uniti, con temperature record in tutto il paese la settimana scorsa, che hanno provocato almeno 52 morti e causato problemi anche agli animali d'allevamento. In effetti, gli animali d'allevamento non solo subiscono danni dal riscaldamento globale, ma l'allevamento stesso causa circa il 18% dell'emissione globale di gas serra, secondo il reporti "La lunga ombra del bestiame", emesso nel 2006 dagli specialisti in zootecnia della FAO (i quali di solito promuovo gli allevamenti stessi).
Al contrario, gli specialisti in questioni ambientali impiegati da altre due agenzie delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale e l'International Finance Corporation, hanno sviluppato una valutazione, ampiamente citata, dalla quale appare che almeno il 51% dei gas serra causati dalle attività umane è attribuibile al bestiame. Io sono uno di questi specialisti.
Ci si potrebbe aspettare che la FAO lavori oggettivamente per determinare se la cifra reale sia più vicina al 18% o al 51%. Al contrario, Frank Mitloehner, noto per la sua affermazione che il 18% sia una stima troppo alta da utilizzare negli Stati Uniti, la scorsa settimana è stato nominato direttore di una nuova partnership tra l'industria della carne e la FAO, la Livestock Partnership.
I nuovi partner della FAO includono il Segretariato Internazionale della Carne e la Federazione Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari. Il loro obiettivo dichiarato è quello di "valutare le prestazioni ambientali del settore zootecnico" e "migliorare tali prestazioni", partendo con un programma triennale per stabilire "metodi e linee guida".
Eppure, secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC) e l' Agenzia Internazionale per l'Energia, entro cinque anni il livello di gas serra potrebbe aumentare a livelli catastrofici e irreversibili se non si fa nulla per cambiare le cose.
La nuova partnership assume che la produzione di carne nel mondo diventerà "più del doppio" dal 1999 al 2050. Ma l'International Food Policy Research Institute ha illustrato uno scenario in cui la produzione di carne diminuirà almeno fino al 2030. Alcune autorità sul tema dei cambiamenti climatici come Lord Nicholas Stern, autore dello Stern Review sull'economia del cambiamento climatico, e Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, hanno raccomandato l'alimentazione vegetariane per invertire il corso dei cambiamenti climatici.
La nuova partnership della FAO non è proprio una sorpresa, dato che i suoi specialisti in zootecnia si sono impegnati in vari modi per invertire la percezione comune che il report "La lunga ombra del bestiame" consigliasse di diminuire il consumo di carne. Ad esempio, il suo autore principale e co-autore, ha scritto in seguito altri articoli per invitare a un aumento degli allevamenti intensivi, non a una diminuzione, e ha indicato che non si devono porre limiti al consumo si carne.
Eppure, "La lunga ombra del bestiame" può non essere approvato in modo uniforme da tutta la FAO, dato che la FAO ha invitato Jeff Anhang e me a presentare la nostra analisi prima al loro quartier generale a Roma e poi a Berlino.
Lo scopo fondamentale della FAO è di "promuovere il benessere comune" in un "forum neutrale". Tuttavia, la nuova partnership della FAO include solo quattro paesi ricchi e nessun paese povero. L'ex direttore generale della International Livestock Research Institute (ILRI), che promuove normalmente la zootecnia, ha espresso preoccupazione per gli effetti degli allevamenti intensivi sulle popolazioni povere - dicendo che gli animali degli allevamenti intensivi vengono nutriti coi cereali "che invece potrebbero nutrire le persone".
L'allevamento industriale è stato criticato anche da un co-autore di "La lunga ombra del bestiame", Cornelius De Haan, quando ricopriva il ruolo di autore principale del report sul settore zootecnico della Banca Mondiale, nel 2001. Tale report fissava l'impatto negativo degli allevamenti a un livello inferiore rispetto al dossier "La lunga ombra del bestiame" - eppure la strategia della Banca Mondiale raccomanda che le istituzioni "evitino di finanziare sistemi dall'allevamento commerciali su larga scala basati sul consumo di cereali e la produzione industriale di latte, carne di maiale e pollame".
Al contrario, l'obiettivo dichiarato di Frank Mitloehner, presidente della nuova partnership della FAO, è quello di promuovere l'allevamento intensivo.
Una nuovo rapporto dell'ILRI conclude che "il bestiame è di nuovo nell'agenda globale" e che un aumento della produttività deve provenire da sistemi "intensificati". Un vide rivela la pressione sui ricercatori per ottenere il sostegno alle conclsuioni predeterminate dall'ILRI; nel video, il nuovo direttore generale afferma: "Come possiamo aumentare l'importanza della zootecnia? [...] Nel passato, non siamo stati abbastanza attenti alla questione dei consumi nelle aree urbane. [...] Una buona parte delle critiche negative alla zootecnia riguardano il suo contributo all'emissione di gas serra e la sua impronta ecologica molto alta - quindi dobbiamo sviluppare risposte più forti a queste sfide".
Le evidenze mostrano che l'ILRI può temere l'accettazione pubblica della nostra valutazione, ampiamente citata, che dimostra che l'allevamento è responsabile di almeno il 51% delle emissioni di gas serra causate dall'uomo. L'ILRI era così preoccupato dell'accetazione di questo valore del 51% da sollevare la questione nel suo meeting annuale del 2010 prima, durante e dopo il meeting: ne è risultato che la percentuale di partecipanti che accettava tale risultato è aumentata dall'1,5% prima del meeting al 7,5% dopo.
Il report "La lunga ombra del bestiame" ha sottovalutato di molto la quantità di terreno usata per l'allevamento e la produzione di mangimi, stimandola a un 30% del totale delle terre emerse, mentre l'IRLI porta questa stima al 45%. Altre mancanze del dossier FAO possono essere dovute al fatto che i suoi autori sono specialisti in zootenica - mentre le buone pratiche internazionali per la valutazione dell'impatto ambientale indicano che i progetti che implicano impatti ambientali significativi (com'è appunto il caso dell'allevamento e coltivazione di mangimi) devono essere valutati da specialisti sull'impatto ambientale.
Il fattore chiave che spiega la differenza tra i due valori, 18% e 51%, sta nel fatto che il secondo tiene conto di come la crescita esponenziale nella produzone zootecnica (che ad oggi conta oltre 60 miliardi di animali allevati ogni anno), accompagnata dalla deforestazione su larga scala e dagli incendi delle foreste, abbia causato una drammatica diminuzione della capacità fotosintetica della Terra, assieme a un aumento sempre maggiore della volatilizzazione del carbonio del suolo.
L'agricoltura è un'attività che per sua natura avviene all'aria aperta, e questo la espone a un maggior rischio alle emeissioni di gas serra dovute all'allevamento, più di qualsiasi altro settore dell'industria. Quindi i leader dell'industria alimentare hanno un forte incentivo commerciale a ridurre queste emissioni.
Mentre la FAO e l'ILRI sostengono che milioni di poveri non hanno altra alternativa all'allevamento di animali per la propria sussistenza, decine di milioni di animali allevati da queste persone sono morti negli ultimi anni a causa di disastri climatici. Continuare ad allevare altri animali li metterebbe a rischio di fare la stessa fine.
Invece, sostituire almeno un quarto dei prodotti animali consumati oggi con alternative migliori a base vegetale ridurebbe le emissioni e consentirebbe alle foreste di rinnovarsi su vaste aree, ed esse potrebbero assorbire gli eccessi di carbonio in atmosfera e ridurli a un livello di sicurezza. Questo può essere il solo modo pragmatico per fermare i cambiamenti climatici nel poco tempo che rimane, vale a dire nei prossimi cinque anni.
Per modificare le infrastrutture per la produzione di energia, passando ad energie rinnovabili, servirebbero almeno 20 anni e 18 mila miliardi di dollari.
Nutrirsi di prodotti vegetali anziché animali, invece, non richiede investimenti né tempo. I consumatori possono farlo già oggi.
Fonte:
Robert Goodland, Record heat spiked by collusion between the meat industry and FAO, http://www.chompingclimatechange.org
Si ringraziano Jeff Anhang e Robert Goodland per la gentile concessione di tradurre e ripubblicare questo articolo.
Gli allevatori e la FAO cercano di far credere che gli allevamenti non siano poi così dannosi per l'ambiente.
E' stato annunciato questo mese, luglio 2012, l'ultimo progetto della FAO per sostenere il consumo di carne: la creazione di una partnership con gli allevatori, chiamata "Livestock Partnership", per "migliorare le prestazioni ambientali del settore zootecnico", e fare da "guida" nelle valutazioni di impatto ambientale e loro conseguenti applicazioni.
http://www.fao.org/news/story/en/item/150555/icode/
Dietro queste parole si nasconde in realtà il tentativo di difendere gli interessi economici dell'industria zootecnica. Infatti, essendo ormai noti a tutti i dati scientifici che individuano nel settore dell'allevamento uno dei maggiori (se non IL maggiore) responsabili dell'impatto ambientale in generale e dell'emissione di gas serra in particolare, la FAO intende difendere la zootecnia fornendo ai consumatori e alle istituzioni dei dati NON determinati da esperti di impatto ambientale super-partes, ma dalla Livestock Partenership, formata sostanzialmente da industrie zootecniche e da organismi che le rappresentano o sono ad esse vicine.
Tra i membri fondatori di questa partenership troviamo infatti: il Segretariato Internazionale della Carne, la Federazione Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari, la Commissione Internazionale sulla Uova, il Consiglio Internazionale sul Pollame, i governi di Francia, Irlanda, Paesi Bassi e Nuova Zelanda (quattro tra i maggiori produttori di carne) e, in un maldestro tentativo di far vedere che anche la parte "ambientalista" è rappresentata, troviamo anche il WWF, associazione che non ha mai preso il minimo impegno per far diminuire i consumi di carne, unico vero modo per ridurre l'impatto della produzione di cibo animale. Anzi, il vicepresidente del WWF, Jason Clay presiede la "tavola rotonda per il manzo sostenibile", una contraddizione in termini.
Riportiamo a commento di questa notizia un articolo di Robert Goodland, per anni consulente della Banca Mondiale, che spiega come l'unica vera possibilità di far diminuire l'impatto ambientale degli allevamenti sia quella di diminuire il più possibile gli allevamenti stessi, e come l'unica speranza per contrastare in tempi brevi il riscaldamento globale sia di spostare la nostra alimentazione verso una dieta a base vegetale. E per far questo non servono i governi, non servono leggi, non servono infrastrutture, non serve aspettare anni: basta cambiare quello che mettiamo nel carrello della spesa, fin da subito.
*Riscaldamento globale e collusione tra l'industria zootenica e la FAO*
di Robert Goodland
Lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato negli Stati Uniti, con temperature record in tutto il paese la settimana scorsa, che hanno provocato almeno 52 morti e causato problemi anche agli animali d'allevamento. In effetti, gli animali d'allevamento non solo subiscono danni dal riscaldamento globale, ma l'allevamento stesso causa circa il 18% dell'emissione globale di gas serra, secondo il reporti "La lunga ombra del bestiame", emesso nel 2006 dagli specialisti in zootecnia della FAO (i quali di solito promuovo gli allevamenti stessi).
Al contrario, gli specialisti in questioni ambientali impiegati da altre due agenzie delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale e l'International Finance Corporation, hanno sviluppato una valutazione, ampiamente citata, dalla quale appare che almeno il 51% dei gas serra causati dalle attività umane è attribuibile al bestiame. Io sono uno di questi specialisti.
Ci si potrebbe aspettare che la FAO lavori oggettivamente per determinare se la cifra reale sia più vicina al 18% o al 51%. Al contrario, Frank Mitloehner, noto per la sua affermazione che il 18% sia una stima troppo alta da utilizzare negli Stati Uniti, la scorsa settimana è stato nominato direttore di una nuova partnership tra l'industria della carne e la FAO, la Livestock Partnership.
I nuovi partner della FAO includono il Segretariato Internazionale della Carne e la Federazione Internazionale dei Prodotti Lattiero-caseari. Il loro obiettivo dichiarato è quello di "valutare le prestazioni ambientali del settore zootecnico" e "migliorare tali prestazioni", partendo con un programma triennale per stabilire "metodi e linee guida".
Eppure, secondo il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC) e l' Agenzia Internazionale per l'Energia, entro cinque anni il livello di gas serra potrebbe aumentare a livelli catastrofici e irreversibili se non si fa nulla per cambiare le cose.
La nuova partnership assume che la produzione di carne nel mondo diventerà "più del doppio" dal 1999 al 2050. Ma l'International Food Policy Research Institute ha illustrato uno scenario in cui la produzione di carne diminuirà almeno fino al 2030. Alcune autorità sul tema dei cambiamenti climatici come Lord Nicholas Stern, autore dello Stern Review sull'economia del cambiamento climatico, e Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, hanno raccomandato l'alimentazione vegetariane per invertire il corso dei cambiamenti climatici.
La nuova partnership della FAO non è proprio una sorpresa, dato che i suoi specialisti in zootecnia si sono impegnati in vari modi per invertire la percezione comune che il report "La lunga ombra del bestiame" consigliasse di diminuire il consumo di carne. Ad esempio, il suo autore principale e co-autore, ha scritto in seguito altri articoli per invitare a un aumento degli allevamenti intensivi, non a una diminuzione, e ha indicato che non si devono porre limiti al consumo si carne.
Eppure, "La lunga ombra del bestiame" può non essere approvato in modo uniforme da tutta la FAO, dato che la FAO ha invitato Jeff Anhang e me a presentare la nostra analisi prima al loro quartier generale a Roma e poi a Berlino.
Lo scopo fondamentale della FAO è di "promuovere il benessere comune" in un "forum neutrale". Tuttavia, la nuova partnership della FAO include solo quattro paesi ricchi e nessun paese povero. L'ex direttore generale della International Livestock Research Institute (ILRI), che promuove normalmente la zootecnia, ha espresso preoccupazione per gli effetti degli allevamenti intensivi sulle popolazioni povere - dicendo che gli animali degli allevamenti intensivi vengono nutriti coi cereali "che invece potrebbero nutrire le persone".
L'allevamento industriale è stato criticato anche da un co-autore di "La lunga ombra del bestiame", Cornelius De Haan, quando ricopriva il ruolo di autore principale del report sul settore zootecnico della Banca Mondiale, nel 2001. Tale report fissava l'impatto negativo degli allevamenti a un livello inferiore rispetto al dossier "La lunga ombra del bestiame" - eppure la strategia della Banca Mondiale raccomanda che le istituzioni "evitino di finanziare sistemi dall'allevamento commerciali su larga scala basati sul consumo di cereali e la produzione industriale di latte, carne di maiale e pollame".
Al contrario, l'obiettivo dichiarato di Frank Mitloehner, presidente della nuova partnership della FAO, è quello di promuovere l'allevamento intensivo.
Una nuovo rapporto dell'ILRI conclude che "il bestiame è di nuovo nell'agenda globale" e che un aumento della produttività deve provenire da sistemi "intensificati". Un vide rivela la pressione sui ricercatori per ottenere il sostegno alle conclsuioni predeterminate dall'ILRI; nel video, il nuovo direttore generale afferma: "Come possiamo aumentare l'importanza della zootecnia? [...] Nel passato, non siamo stati abbastanza attenti alla questione dei consumi nelle aree urbane. [...] Una buona parte delle critiche negative alla zootecnia riguardano il suo contributo all'emissione di gas serra e la sua impronta ecologica molto alta - quindi dobbiamo sviluppare risposte più forti a queste sfide".
Le evidenze mostrano che l'ILRI può temere l'accettazione pubblica della nostra valutazione, ampiamente citata, che dimostra che l'allevamento è responsabile di almeno il 51% delle emissioni di gas serra causate dall'uomo. L'ILRI era così preoccupato dell'accetazione di questo valore del 51% da sollevare la questione nel suo meeting annuale del 2010 prima, durante e dopo il meeting: ne è risultato che la percentuale di partecipanti che accettava tale risultato è aumentata dall'1,5% prima del meeting al 7,5% dopo.
Il report "La lunga ombra del bestiame" ha sottovalutato di molto la quantità di terreno usata per l'allevamento e la produzione di mangimi, stimandola a un 30% del totale delle terre emerse, mentre l'IRLI porta questa stima al 45%. Altre mancanze del dossier FAO possono essere dovute al fatto che i suoi autori sono specialisti in zootenica - mentre le buone pratiche internazionali per la valutazione dell'impatto ambientale indicano che i progetti che implicano impatti ambientali significativi (com'è appunto il caso dell'allevamento e coltivazione di mangimi) devono essere valutati da specialisti sull'impatto ambientale.
Il fattore chiave che spiega la differenza tra i due valori, 18% e 51%, sta nel fatto che il secondo tiene conto di come la crescita esponenziale nella produzone zootecnica (che ad oggi conta oltre 60 miliardi di animali allevati ogni anno), accompagnata dalla deforestazione su larga scala e dagli incendi delle foreste, abbia causato una drammatica diminuzione della capacità fotosintetica della Terra, assieme a un aumento sempre maggiore della volatilizzazione del carbonio del suolo.
L'agricoltura è un'attività che per sua natura avviene all'aria aperta, e questo la espone a un maggior rischio alle emeissioni di gas serra dovute all'allevamento, più di qualsiasi altro settore dell'industria. Quindi i leader dell'industria alimentare hanno un forte incentivo commerciale a ridurre queste emissioni.
Mentre la FAO e l'ILRI sostengono che milioni di poveri non hanno altra alternativa all'allevamento di animali per la propria sussistenza, decine di milioni di animali allevati da queste persone sono morti negli ultimi anni a causa di disastri climatici. Continuare ad allevare altri animali li metterebbe a rischio di fare la stessa fine.
Invece, sostituire almeno un quarto dei prodotti animali consumati oggi con alternative migliori a base vegetale ridurebbe le emissioni e consentirebbe alle foreste di rinnovarsi su vaste aree, ed esse potrebbero assorbire gli eccessi di carbonio in atmosfera e ridurli a un livello di sicurezza. Questo può essere il solo modo pragmatico per fermare i cambiamenti climatici nel poco tempo che rimane, vale a dire nei prossimi cinque anni.
Per modificare le infrastrutture per la produzione di energia, passando ad energie rinnovabili, servirebbero almeno 20 anni e 18 mila miliardi di dollari.
Nutrirsi di prodotti vegetali anziché animali, invece, non richiede investimenti né tempo. I consumatori possono farlo già oggi.
Fonte:
Robert Goodland, Record heat spiked by collusion between the meat industry and FAO, http://www.chompingclimatechange.org
Si ringraziano Jeff Anhang e Robert Goodland per la gentile concessione di tradurre e ripubblicare questo articolo.
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domenica 29 luglio 2012
Spilamberto, 2 agosto 2012: "Rune e luna piena sul Panaro"
Caterina Regazzi in vista del Panaro
Ieri l'altro siamo andati con Caterina sul greto del fiume Panaro. Abbiamo ritrovato il vecchhio sito del focolare degli anni scorsi, c'era solo qualche sasso spostato e qualche tronco rimosso.. Ma abbiamo risistemato tutto per benino... Manca solo di raccogliere un po' di arbusti secchi, ma ve ne sono in abbondanza nerl circondario, che potremo raccattare al momento dell'incontro. Ricordatevi di venire muniti di scarpe comode, costume da bagno, torcia elettrica per il ritorno al buio e di portare con voi qualche moccolo per illuminare il posto del picnic.
Vi aspettiamo con "ansia", Paolo e Caterina
Programma di massima:
Rune e luna piena sul Panaro, a Spilamberto
Il 2 agosto 2012 è luna piena. Questo evento astronomico ed astrologico si manifesta in piena Canicola e ci aiuta a fuggire dai modi comuni di pensare, spontaneamente sentiamo di uscir fuori dal corpo, di riconoscerci in qualcosa che non è la consuetudinaria abitudine del ragionare, del decidere le cose in anticipo.... Insomma siamo un po' cotti e sentiamo di poterci maggiormente lasciar andare agli istinti... Chi conosce il Circolo Vegetariano VV.TT. sa che festeggiamo la luna piena con regolarità. Quest’anno sarà la prima volta che la celebrazione agostana si svolge in quel di Spilamberto, sulle rive ghiaiose del Panaro....
Continua:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/07/2-agosto-2012-rune-e-luna-piena.html
Ieri l'altro siamo andati con Caterina sul greto del fiume Panaro. Abbiamo ritrovato il vecchhio sito del focolare degli anni scorsi, c'era solo qualche sasso spostato e qualche tronco rimosso.. Ma abbiamo risistemato tutto per benino... Manca solo di raccogliere un po' di arbusti secchi, ma ve ne sono in abbondanza nerl circondario, che potremo raccattare al momento dell'incontro. Ricordatevi di venire muniti di scarpe comode, costume da bagno, torcia elettrica per il ritorno al buio e di portare con voi qualche moccolo per illuminare il posto del picnic.
Vi aspettiamo con "ansia", Paolo e Caterina
Programma di massima:
Rune e luna piena sul Panaro, a Spilamberto
Il 2 agosto 2012 è luna piena. Questo evento astronomico ed astrologico si manifesta in piena Canicola e ci aiuta a fuggire dai modi comuni di pensare, spontaneamente sentiamo di uscir fuori dal corpo, di riconoscerci in qualcosa che non è la consuetudinaria abitudine del ragionare, del decidere le cose in anticipo.... Insomma siamo un po' cotti e sentiamo di poterci maggiormente lasciar andare agli istinti... Chi conosce il Circolo Vegetariano VV.TT. sa che festeggiamo la luna piena con regolarità. Quest’anno sarà la prima volta che la celebrazione agostana si svolge in quel di Spilamberto, sulle rive ghiaiose del Panaro....
Continua:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/07/2-agosto-2012-rune-e-luna-piena.html
sabato 28 luglio 2012
Traffico a Roma, il placebo e la cancrena - Scrive Vito De Russis
Foto di Gustavo Piccinini
Francesca Divetta, su RomaToday del 26/07/2012, ci informa che, dal IV Municipio, verrà inviato al Comune l'atto di modifiche sulla rete TPL: se recepite, vanno realizzate dalla prima settimana di Settembre, prima dell'inizio delle scuole. Sono suggerite modifiche a n. 6 linee; viene recuperato qualche passaggio/ora nella tratta v. Val d'Aosta - Termini (ma lontani dai precedenti 40 passaggi/ora); viene proposto un nuovo itinerario. http://montesacro.romatoday.it/citta-giardino/tpl-IV-municipio-modifiche-settembre.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email ,
Magnifico, il consulto territoriale è per il placebo alla "nuova"(!?!?) mobilità nel IV Municipio di Roma.
Significa qualcosa se Roma, compreso il IV Municipio, è da 6 anni – ufficialmente: DPCM 4.8.2006 – in "emergenza da traffico e mobilità". Sappiamo tutto sul “traffico” perchè si vede e ci distrugge. Invece, per quanto riguarda la "mobilità" dimentichiamo che comprende la "mobilità pedonale", quella "ciclistica”, quella "TPL" e quella "privata"; tutte queste mobilità hanno l’uguale dignità ed i pari diritti sulla “strada pubblica, bene comune”. A Roma tracima la "mobilità privata" (56%) ed è inconsistente quella "TPL" (18,2%: ATAC+COTRAL+METRO+TRENITALIA+TAXI); mentre sono desaparecidos la "mobilità pedonale" e la "mobilità ciclistica" (pur essendo il 25,8%). Tutto questo produce 1 morto ogni 2 giorni e 70 feriti al giorno insieme a paralisi, inquinamenti, nervosismo-violenza-stress, paura, illegalità diffusa, immenso degrado di marciapiedi, sedi stradale, segnaletica orizzontale e verticale. Di fronte a questo tragico quadro, nel IV Municipio arriva la Metro (che, in questo caso, si scrive Metro ma si legge "via di ferro con transito di treni"). Dopo 50 anni (PRG 1962 - 2012) e durante una crisi epocale mondiale ed una emergenza cittadina dichiarata ma ignorata (non aggredita), nel IV Municipio arriva la Metro e ci facciamo trovare distratti ed impreparati. Non solo.
Continuiamo il nostro tran tran e, per questo, anche la Metro assume il ruolo di maledizione. Anche il VeloOK diventa una maledizione. Anche i normali attraversamenti pedonali e la dovuta segnaletica (verticale ed orizzontale) diventano una maledizione. E' maledizione chiedere i normali marciapiedi, le "piste ciclabili", le "corsie riservate" (contrabbandate con le fallite e ridicole "corsie preferenziali"). Assume un ruolo benefico (è bello, buono e bravo) chi rompe i VeloOK, chi parcheggia il proprio veicolo sulla strada, davanti casa o negozio, chi arriva alla Metro con il suo veicolo.
E' fuori di testa, invece, chi chiede l'umanizzazione di questa barbara Roma iniziando dalla mobilità con l'aggressione all'emergenza: istituzione di vaste aree a Z30 (velocità consentita di 30 km/h); marciapiedi normali e civili; rete di "piste ciclabili" sotto i marciapiedi; rete di "corsie riservate" sotto i marciapiedi; ZERO parcheggio veicoli privati alle stazioni Metro (e dintorni), escludendo le stazioni Metro a ridosso del GRA (dove realizzare i parcheggi di scambio). I parcheggi di scambio nella città – attrattori di traffico – incrementano l’emergenza e la barbaria. Un parcheggio sui binari della FS della stazione Termini .........
Nel mondo, solo a Roma possono pensare e realizzare simili nefandezze. Ma, anche, pensare di risolvere qualche problema utilizzando le Olimpiade del 2020: candidiamo Roma; la scelgono; facciamo qualcosa.
Camminacittà ha ritenuto tale candidatura assurda, pericolosa e controproducente alla credibilità nazionale (che si andava recuperando nel mondo) ed ha ufficializzato il suo dissenso nella sede decisionale uscendone soddisfatta e contenta di aver riscontrato un simile positivo risultato.
Altro pensiero è stato quello di vendere parte dell’Acea acqua SpA per “200 milioni di euro per intervenire su marciapiedi, sulla manutenzione stradale, sulle metropolitane” (Corsera, 25.7.2012, pag. 23), sostenuto dal Sindaco di Roma dopo la ordinanza del Consiglio di Stato. (L’ADP trova conforto alla sua opposizione alla citata vendita.)
Tutto questo dimostra che l’emergenza del DPCM 4.8.2006 può durare oltre 200 anni: a chi giova?
Vito Nicola De Russis
n.q. presidente Associazione Diritti Pedoni
www.assopedoni.it
3393484370
Francesca Divetta, su RomaToday del 26/07/2012, ci informa che, dal IV Municipio, verrà inviato al Comune l'atto di modifiche sulla rete TPL: se recepite, vanno realizzate dalla prima settimana di Settembre, prima dell'inizio delle scuole. Sono suggerite modifiche a n. 6 linee; viene recuperato qualche passaggio/ora nella tratta v. Val d'Aosta - Termini (ma lontani dai precedenti 40 passaggi/ora); viene proposto un nuovo itinerario. http://montesacro.romatoday.it/citta-giardino/tpl-IV-municipio-modifiche-settembre.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email ,
Magnifico, il consulto territoriale è per il placebo alla "nuova"(!?!?) mobilità nel IV Municipio di Roma.
Significa qualcosa se Roma, compreso il IV Municipio, è da 6 anni – ufficialmente: DPCM 4.8.2006 – in "emergenza da traffico e mobilità". Sappiamo tutto sul “traffico” perchè si vede e ci distrugge. Invece, per quanto riguarda la "mobilità" dimentichiamo che comprende la "mobilità pedonale", quella "ciclistica”, quella "TPL" e quella "privata"; tutte queste mobilità hanno l’uguale dignità ed i pari diritti sulla “strada pubblica, bene comune”. A Roma tracima la "mobilità privata" (56%) ed è inconsistente quella "TPL" (18,2%: ATAC+COTRAL+METRO+TRENITALIA+TAXI); mentre sono desaparecidos la "mobilità pedonale" e la "mobilità ciclistica" (pur essendo il 25,8%). Tutto questo produce 1 morto ogni 2 giorni e 70 feriti al giorno insieme a paralisi, inquinamenti, nervosismo-violenza-stress, paura, illegalità diffusa, immenso degrado di marciapiedi, sedi stradale, segnaletica orizzontale e verticale. Di fronte a questo tragico quadro, nel IV Municipio arriva la Metro (che, in questo caso, si scrive Metro ma si legge "via di ferro con transito di treni"). Dopo 50 anni (PRG 1962 - 2012) e durante una crisi epocale mondiale ed una emergenza cittadina dichiarata ma ignorata (non aggredita), nel IV Municipio arriva la Metro e ci facciamo trovare distratti ed impreparati. Non solo.
Continuiamo il nostro tran tran e, per questo, anche la Metro assume il ruolo di maledizione. Anche il VeloOK diventa una maledizione. Anche i normali attraversamenti pedonali e la dovuta segnaletica (verticale ed orizzontale) diventano una maledizione. E' maledizione chiedere i normali marciapiedi, le "piste ciclabili", le "corsie riservate" (contrabbandate con le fallite e ridicole "corsie preferenziali"). Assume un ruolo benefico (è bello, buono e bravo) chi rompe i VeloOK, chi parcheggia il proprio veicolo sulla strada, davanti casa o negozio, chi arriva alla Metro con il suo veicolo.
E' fuori di testa, invece, chi chiede l'umanizzazione di questa barbara Roma iniziando dalla mobilità con l'aggressione all'emergenza: istituzione di vaste aree a Z30 (velocità consentita di 30 km/h); marciapiedi normali e civili; rete di "piste ciclabili" sotto i marciapiedi; rete di "corsie riservate" sotto i marciapiedi; ZERO parcheggio veicoli privati alle stazioni Metro (e dintorni), escludendo le stazioni Metro a ridosso del GRA (dove realizzare i parcheggi di scambio). I parcheggi di scambio nella città – attrattori di traffico – incrementano l’emergenza e la barbaria. Un parcheggio sui binari della FS della stazione Termini .........
Nel mondo, solo a Roma possono pensare e realizzare simili nefandezze. Ma, anche, pensare di risolvere qualche problema utilizzando le Olimpiade del 2020: candidiamo Roma; la scelgono; facciamo qualcosa.
Camminacittà ha ritenuto tale candidatura assurda, pericolosa e controproducente alla credibilità nazionale (che si andava recuperando nel mondo) ed ha ufficializzato il suo dissenso nella sede decisionale uscendone soddisfatta e contenta di aver riscontrato un simile positivo risultato.
Altro pensiero è stato quello di vendere parte dell’Acea acqua SpA per “200 milioni di euro per intervenire su marciapiedi, sulla manutenzione stradale, sulle metropolitane” (Corsera, 25.7.2012, pag. 23), sostenuto dal Sindaco di Roma dopo la ordinanza del Consiglio di Stato. (L’ADP trova conforto alla sua opposizione alla citata vendita.)
Tutto questo dimostra che l’emergenza del DPCM 4.8.2006 può durare oltre 200 anni: a chi giova?
Vito Nicola De Russis
n.q. presidente Associazione Diritti Pedoni
www.assopedoni.it
3393484370
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Vito De Russis
venerdì 27 luglio 2012
Persecuzione bancaria - Il caso di Alfredo Santella, dalla magia di Calcata alla vendita forzosa di "quadri all'incanto"
Calcata vista da Santa Maria, con fiore giallo
Ante Scriptum
Ho conosciuto Alfredo Santella parecchi anni fa nel momento fortunato in cui abitò negli anni '90 del secolo scorso a Calcata, roccaforte medievale in terra etrusca in provincia di Viterbo, dove risiedeva una notevole comunità d’artisti e viaggiatori spirituali di tutto il mondo... ed alcuni ancora ve ne sono. Alfredo comunque è da me considerato un artista ecologista "vero", il suo metodo di “riciclaggio” è unico ed affascinante. Ricordo ancora con meraviglia le sue opere in cui potevo scoprire, solo dopo attenta analisi, di che materiale erano composte: buste usate della spesa e rifiuti di vario genere… Ma vi assicuro che l’effetto dell’assemblaggio era scnvolgente.. rimasi così affascinato che gli proposi di fare una mostra nella sede del nostro Circolo vegetariano, che allora era ancora nella Piazza Roma.
Ora ricevo il suo appello, per via di un contenzioso con una banca che vuole sequestrargli la casa, ma leggete voi stessi e se potete aiutatelo (acquistando una delle sue opere a prezzo stracciato...)
Paolo D'Arpini
..........
Lettera ricevuta da Alfredo Santella
Innanzitutto GRAZIE DI CUORE a tutti quelli che mi stanno esprimendo solidarietà in questo momento difficile, sia comperando le mie opere sia manifestandomi il proprio affetto e sostegno alla causa, per amicizia o altra affinità e...
RICORDO che la VENDITA ALL' INCANTO delle mie opere continua...
Chi fosse interessato all'acquisto può contattarmi telefonicamente al
39/ 3336723983 o via E MAIL: alfredosantella@yahoo.com;
Le opere costano tutte indistintamente 500 euro (cinquecento euro), a scelta e a prescindere dalle dimensioni che variano da 35 cm a 150 cm per lato.
I lavori proposti per la vendita fpossono essere visionati presso www.alfredosantella.com alla voce PITTURE e sono contrassegnate dallindicazione posta sulla destra: 2013 in vendita.
Le altre opere del sito hanno soltanto valore orientativo.
Ringrazio ancora per l'attenzione e di seguito ricordo "IL MESSAGGIO IN BOTTIGLIA" per tutti coloro che non conoscono il prologo di questa storia:
Sono ALFREDO SANTELLA pittore ed ho bisogno di aiuto per un debito non completamente pagato la banca sta per sequestrarmi la casa e per fronteggiare tutto questo ho messo in vendita i miei quadri alle condizioni di cui sopra, favorevoli sia ai miei vecchi e storici estimatori che a nuovi eventuali appassionati del mio lavoro.
Ciao a tutti
Alfredo Santella
www.alfredosantella.com
Ante Scriptum
Ho conosciuto Alfredo Santella parecchi anni fa nel momento fortunato in cui abitò negli anni '90 del secolo scorso a Calcata, roccaforte medievale in terra etrusca in provincia di Viterbo, dove risiedeva una notevole comunità d’artisti e viaggiatori spirituali di tutto il mondo... ed alcuni ancora ve ne sono. Alfredo comunque è da me considerato un artista ecologista "vero", il suo metodo di “riciclaggio” è unico ed affascinante. Ricordo ancora con meraviglia le sue opere in cui potevo scoprire, solo dopo attenta analisi, di che materiale erano composte: buste usate della spesa e rifiuti di vario genere… Ma vi assicuro che l’effetto dell’assemblaggio era scnvolgente.. rimasi così affascinato che gli proposi di fare una mostra nella sede del nostro Circolo vegetariano, che allora era ancora nella Piazza Roma.
Ora ricevo il suo appello, per via di un contenzioso con una banca che vuole sequestrargli la casa, ma leggete voi stessi e se potete aiutatelo (acquistando una delle sue opere a prezzo stracciato...)
Paolo D'Arpini
..........
Lettera ricevuta da Alfredo Santella
Innanzitutto GRAZIE DI CUORE a tutti quelli che mi stanno esprimendo solidarietà in questo momento difficile, sia comperando le mie opere sia manifestandomi il proprio affetto e sostegno alla causa, per amicizia o altra affinità e...
RICORDO che la VENDITA ALL' INCANTO delle mie opere continua...
Chi fosse interessato all'acquisto può contattarmi telefonicamente al
39/ 3336723983 o via E MAIL: alfredosantella@yahoo.com;
Le opere costano tutte indistintamente 500 euro (cinquecento euro), a scelta e a prescindere dalle dimensioni che variano da 35 cm a 150 cm per lato.
I lavori proposti per la vendita fpossono essere visionati presso www.alfredosantella.com alla voce PITTURE e sono contrassegnate dallindicazione posta sulla destra: 2013 in vendita.
Le altre opere del sito hanno soltanto valore orientativo.
Ringrazio ancora per l'attenzione e di seguito ricordo "IL MESSAGGIO IN BOTTIGLIA" per tutti coloro che non conoscono il prologo di questa storia:
Sono ALFREDO SANTELLA pittore ed ho bisogno di aiuto per un debito non completamente pagato la banca sta per sequestrarmi la casa e per fronteggiare tutto questo ho messo in vendita i miei quadri alle condizioni di cui sopra, favorevoli sia ai miei vecchi e storici estimatori che a nuovi eventuali appassionati del mio lavoro.
Ciao a tutti
Alfredo Santella
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Musica pop e rock al servizio del sistema omologante
Natura morta
L'analisi di quasi mezzo milione di brani rock, pop, hip hop, metal e di musica elettronica realizzati fra il 1955 e il 2010 svela l'adesione a un ridotto repertorio metrico e armonico, una scarsissima propensione all'evoluzione e il ricorso ad alcuni piccoli trucchi per simulare la novità (red)
Musica innovativa, diversa, di rottura? Per nulla: che si tratti di rock, pop, hip hop, metal, o elettronica, tutta la musica popolare degli ultimi 50 anni si rifà a una consolidata serie di modelli di riferimento, alcuni dei quali ereditati dalla tradizione classica, e non mostra alcun reale segno di evoluzione. L’apparente effetto di novità è ottenuto con un impoverimento degli accordi utilizzati, con l’introduzione di sonorità legate al timbro di qualche nuovo strumento e dal progressivo aumento del volume.
A scoprirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Barcellona, del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo e del Centro di ricerca matematica, sempre di Barcellona, illustrato in un articolo pubblicato su “Nature Scientific Reports”.
I ricercatori sono partiti dalla considerazione che la musica, come il linguaggio, è un mezzo espressivo universale che coinvolge elementi percettivamente discreti a cui impone una particolare organizzazione. In quanto universale, deve esibire alcune regolarità stabili, ma in quanto prodotto artistico che vuole veicolare emozioni deve incorporare variazioni di questi schemi che giocando sulla memoria e sulle aspettative dell’ascoltatore riescono a dare nuovo appeal ai pezzi. I ricercatori si sono così chiesti: “Possiamo identificare alcuni modelli che stanno dietro alla creazione musicale? I musicisti li hanno modificati nel corso degli anni? Possiamo individuare le differenze tra musica nuova e vecchia? C'è un'evoluzione del ‘discorso musicale'?”
Per rispondere a queste domande i ricercatori hanno sfruttato le tecnologie di elaborazione dell’informazione musicale oggi disponibili, applicandole a una base di dati ottenuta dal Million Song Dataset. Questa base di dati è costituita da ben 464.411 registrazioni musicali diverse – che spaziano tra rock, pop, hip hop, metal e musica elettronica – relative a produzioni realizzate fra il 1955 e il 2010 (corrispondenti a circa 1200 giorni di ascolto continuo). Gli autori della ricerca le hanno analizzate in funzione al volume (di registrazione), al contenuto armonico e al timbro (che è legato oltre che allo specifico strumento anche alle tecniche di registrazione e di riproduzione).
Ricorrendo a complesse analisi statistiche i ricercatori sono stati così in grado di identificare modelli e parametri che caratterizzano la musica popolare occidentale, scoprendo che molti di questi modelli e metriche sono rimasti costantemente stabili per un periodo superiore a 50 anni, indicando un alto grado di convenzionalismo nella creazione e nella produzione di questo tipo di musica. Di fatto, l’evoluzione è stata caratterizzata da tre tendenze: la riduzione della ricchezza armonica, l'omogeneizzazione della tavolozza timbrica (con i timbri frequenti che diventano sempre più frequente), e la crescita dei livelli del volume medio, che sta arrivando a minacciare – osservano i ricercatori - una ricchezza dinamica che fino a oggi è riuscita a conservarsi.
“Un brano vecchio – concludono gli autori - con progressioni di accordi un po’ più semplici, sonorità di strumenti nuovi in accordo con le tendenze attuali, e registrato con le tecniche moderne che hanno permesso un aumento di livelli di volume può essere facilmente percepito come innovativo, alla moda e di rottura.”
---------
(Fonte: http://www.lescienze.it)
L'analisi di quasi mezzo milione di brani rock, pop, hip hop, metal e di musica elettronica realizzati fra il 1955 e il 2010 svela l'adesione a un ridotto repertorio metrico e armonico, una scarsissima propensione all'evoluzione e il ricorso ad alcuni piccoli trucchi per simulare la novità (red)
Musica innovativa, diversa, di rottura? Per nulla: che si tratti di rock, pop, hip hop, metal, o elettronica, tutta la musica popolare degli ultimi 50 anni si rifà a una consolidata serie di modelli di riferimento, alcuni dei quali ereditati dalla tradizione classica, e non mostra alcun reale segno di evoluzione. L’apparente effetto di novità è ottenuto con un impoverimento degli accordi utilizzati, con l’introduzione di sonorità legate al timbro di qualche nuovo strumento e dal progressivo aumento del volume.
A scoprirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Barcellona, del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo e del Centro di ricerca matematica, sempre di Barcellona, illustrato in un articolo pubblicato su “Nature Scientific Reports”.
I ricercatori sono partiti dalla considerazione che la musica, come il linguaggio, è un mezzo espressivo universale che coinvolge elementi percettivamente discreti a cui impone una particolare organizzazione. In quanto universale, deve esibire alcune regolarità stabili, ma in quanto prodotto artistico che vuole veicolare emozioni deve incorporare variazioni di questi schemi che giocando sulla memoria e sulle aspettative dell’ascoltatore riescono a dare nuovo appeal ai pezzi. I ricercatori si sono così chiesti: “Possiamo identificare alcuni modelli che stanno dietro alla creazione musicale? I musicisti li hanno modificati nel corso degli anni? Possiamo individuare le differenze tra musica nuova e vecchia? C'è un'evoluzione del ‘discorso musicale'?”
Per rispondere a queste domande i ricercatori hanno sfruttato le tecnologie di elaborazione dell’informazione musicale oggi disponibili, applicandole a una base di dati ottenuta dal Million Song Dataset. Questa base di dati è costituita da ben 464.411 registrazioni musicali diverse – che spaziano tra rock, pop, hip hop, metal e musica elettronica – relative a produzioni realizzate fra il 1955 e il 2010 (corrispondenti a circa 1200 giorni di ascolto continuo). Gli autori della ricerca le hanno analizzate in funzione al volume (di registrazione), al contenuto armonico e al timbro (che è legato oltre che allo specifico strumento anche alle tecniche di registrazione e di riproduzione).
Ricorrendo a complesse analisi statistiche i ricercatori sono stati così in grado di identificare modelli e parametri che caratterizzano la musica popolare occidentale, scoprendo che molti di questi modelli e metriche sono rimasti costantemente stabili per un periodo superiore a 50 anni, indicando un alto grado di convenzionalismo nella creazione e nella produzione di questo tipo di musica. Di fatto, l’evoluzione è stata caratterizzata da tre tendenze: la riduzione della ricchezza armonica, l'omogeneizzazione della tavolozza timbrica (con i timbri frequenti che diventano sempre più frequente), e la crescita dei livelli del volume medio, che sta arrivando a minacciare – osservano i ricercatori - una ricchezza dinamica che fino a oggi è riuscita a conservarsi.
“Un brano vecchio – concludono gli autori - con progressioni di accordi un po’ più semplici, sonorità di strumenti nuovi in accordo con le tendenze attuali, e registrato con le tecniche moderne che hanno permesso un aumento di livelli di volume può essere facilmente percepito come innovativo, alla moda e di rottura.”
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(Fonte: http://www.lescienze.it)
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giovedì 26 luglio 2012
"La madre santissima del lume" di Giovanni Tesè - Recensione
Foto di Gustavo Piccinini
In un periodo storico nel quale tutto sembra inselvatichito e in cui materialismo, relativismo etico, individualismo e indifferentismo caratterizzano il vivere quotidiano della comunità umana — però sempre più inquieta, smarrita e senza meta — l’Autore ci invita anche a fermarci un momento per riflettere sul vero senso della nostra vita.
Giovanni Tesè con la sua opera di studio e di ricerca non si limita soltanto a ripercorrere, con metodo storico e con ricchezza di particolari, la genesi e la diffusione del culto della Madre Santissima del Lume ma ci offre anche un quadro di riferimento storico, politico, religioso, culturale e sociale di ieri e di oggi.
L’opera, pertanto, oltre a rappresentare una straordinaria testimonianza pubblica di fede e di amore per la Figlia e Madre di Dio, risulta coinvolgente, colta e attuale.
Il volume, arricchito con bellissime illustrazioni, pur mantenendo la sua unicità e la sua organicità, è distinto in tre parti. Nella prima l’Autore ci parla del “Trionfo” di Maria Santissima Corredentrice del genere umano e Cooperatrice all’opera salvifica del Divino Redentore Gesù Cristo. Nella seconda parte tratta delle origini dell’immagine e della devozione per la Madre Santissima del Lume, splendido titolo con il quale la stessa Vergine chiese alla pia veggente, cui apparse a Palermo nella chiesa di San Stanislao Kostka il 21 novembre 1722, di essere evocata. Nella terza parte si sofferma sulla diffusione del culto della Madonna del Lume in ogni parte del mondo.
Giovanni Tesè è nato a Naro nel 1954. Si è laureato, con il massimo dei voti, in giurisprudenza nell’anno accademico 1976/77 presso l’Università degli Studi di Palermo e sempre presso la stessa Università si è laureato in Scienze Politiche. Ha frequentato la scuola di perfezionamento in Diritto Pubblico Regionale. Esercita la professione di avvocato ed è iscritto nell’Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi la Corte Suprema di Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori. È docente ordinario di discipline giuridiche ed economiche nella Scuola Secondaria Superiore.
Giovanni Tesè
LA MADRE SANTISSIMA DEL LUME
tra fede, storia, arte e leggende
Presentazione di Nino Agnello
Edizioni Tabula fati
In un periodo storico nel quale tutto sembra inselvatichito e in cui materialismo, relativismo etico, individualismo e indifferentismo caratterizzano il vivere quotidiano della comunità umana — però sempre più inquieta, smarrita e senza meta — l’Autore ci invita anche a fermarci un momento per riflettere sul vero senso della nostra vita.
Giovanni Tesè con la sua opera di studio e di ricerca non si limita soltanto a ripercorrere, con metodo storico e con ricchezza di particolari, la genesi e la diffusione del culto della Madre Santissima del Lume ma ci offre anche un quadro di riferimento storico, politico, religioso, culturale e sociale di ieri e di oggi.
L’opera, pertanto, oltre a rappresentare una straordinaria testimonianza pubblica di fede e di amore per la Figlia e Madre di Dio, risulta coinvolgente, colta e attuale.
Il volume, arricchito con bellissime illustrazioni, pur mantenendo la sua unicità e la sua organicità, è distinto in tre parti. Nella prima l’Autore ci parla del “Trionfo” di Maria Santissima Corredentrice del genere umano e Cooperatrice all’opera salvifica del Divino Redentore Gesù Cristo. Nella seconda parte tratta delle origini dell’immagine e della devozione per la Madre Santissima del Lume, splendido titolo con il quale la stessa Vergine chiese alla pia veggente, cui apparse a Palermo nella chiesa di San Stanislao Kostka il 21 novembre 1722, di essere evocata. Nella terza parte si sofferma sulla diffusione del culto della Madonna del Lume in ogni parte del mondo.
Giovanni Tesè è nato a Naro nel 1954. Si è laureato, con il massimo dei voti, in giurisprudenza nell’anno accademico 1976/77 presso l’Università degli Studi di Palermo e sempre presso la stessa Università si è laureato in Scienze Politiche. Ha frequentato la scuola di perfezionamento in Diritto Pubblico Regionale. Esercita la professione di avvocato ed è iscritto nell’Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi la Corte Suprema di Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori. È docente ordinario di discipline giuridiche ed economiche nella Scuola Secondaria Superiore.
Giovanni Tesè
LA MADRE SANTISSIMA DEL LUME
tra fede, storia, arte e leggende
Presentazione di Nino Agnello
Edizioni Tabula fati
mercoledì 25 luglio 2012
Effetto serra: "Livello del mare in salita .. 20 metri di terraferma vengono sommersi"
Secondo una nuova ricerca, "High tide of the warm Pliocene: Implications of global sea level for Antarctic deglaciation", pubblicata su Geology, «Anche se riuscissimo a limitare il global warming a due gradi Celsius, come il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici raccomanda, le generazioni future potrebbero dover affrontare dei livelli del mare da 12 a 22 metri superiore a quello attuale».
Il team di ricercatori statunitensi, neozelandesi e canadesi, guidato da Ken Miller della Rutgers University del New Jersey, ha studiato campioni di sedimenti in Virginia negli Stati Uniti, nell'atollo di Enewetak nel Pacifico e nella regione di Whanganui in Nuova Zelanda e la situazione nel tardo Pliocene, da 2,7 a 3,2 milioni di anni fa, l'ultima volta in cui il livello di biossido di carbonio nell'atmosfera era al livello attuale e le temperature atmosferiche 2 gradi in più di quelle odierne.
Tim Naish, dell' università neozelandese di Victoria a Wellington.
Che ha condotto ricerche suol campo negli ultimi 20 anni, spiega: «Sappiamo che i livelli globali del mare in quel periodo erano superiori a quelli presenti, ma le stime variano da cinque a oltre 40 metri in più.
Il team ha analizzato la posizione del livello del mare, 3 milioni di anni fa e ha concluso che è molto probabile, con il 95% delle possibilità, che il livello del mare abbia raggiunto un picco 10 - 30 più alto dell'attuale, con una migliore stima di 22 metri. Whanganui ha uno dei migliori archivi geologici mondiali del livello globale del mare durante il clima caldo del Pliocene ed è un data set centrale in questo nuovo studio».
Naish ha guidato anche un team internazionale in Antartide nell'ambito del progetto Andrill che ha trivellato i fondale del Mare di Ross nel 2006 ed ha scoperto che durante il Pliocene i ghiacci antartici si ritirarono in modo significativo.
«Quello che stiamo vedendo - dice - è che la prova del collasso calotta antartica è coerente con l'evidenza del livello del mare in questo nuovo studio».
Miller è convinto che il livello del mare muterà con il tempo: «Non bisogna ancora che vendiate la vostra casa di vacanze sulla spiaggia, a causa della fusione di questi lastroni di ghiaccio di grandi dimensioni ci vorranno da secoli a poche migliaia di anni.
L'attuale traiettoria dell'aumento globale del livello del mare nel XXI secolo è di 2 a 3 piedi (da 0,8 a 1 metro) a causa del riscaldamento degli oceani, della parziale fusione dei ghiacciai di montagna e della parziale fusione della Groenlandia e in Antartide».
Naish evidenzia però che «Lo studio mette in discussione la "sensibilità" delle banchise di ghiaccio più grandi della terra alle variazioni della temperatura e dimostra che lo stato naturale della terra con il livello di anidride carbonica già raggiunto in atmosfera è quello che comporta livelli del mare di circa 20 metri in più del presente.
Se gli attuali livelli di biossido di carbonio nell'atmosfera non diminuissero e gli esseri umani dovessero scomparire dal pianeta e tornare tra 2000 anni, troverebbero un mondo dove gli oceani sono aumentati di 20 metri».
(Fonte: greenreport.it)
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lunedì 23 luglio 2012
Valle dell'Acquacheta, lavorare insieme luglio agosto e settembre
Ciao, siamo Elisa, Albert e il piccolo Arco,
finalmente abbiamo trovato una bellissima terra da condividere (sono 43 ettari principalmente di bosco di faggio con tanta acqua) per ripopolare una valle (Valle dell'Acquacheta tra Firenze e Forlì) ormai vissuta solo da una famiglia.
Per ora siamo in furgone perchè sul terreno c'è soltanto un rudere nel quale stiamo già lavorando per pulirlo e classificarne i sassi, dei grandi sassi che ahimè! povero Arco non gliela fa a solevarli anche se vorrebbe tanto aiutarci.. Per ora è ancora estate e si sta benissimo (alla sera ci vuole una felpina) ma vorremmo sistemarci un angoletto per l'arrivo del freddo,e cosi...
Abbiamo già fatto un piccolo orto sinergico che sta iniziando a dare i primi frutti e abbiamo ripulito un grande prato in riva al torrente che può ospitare le tende e una zona fuoco per cucinare, in più a qualche chilometro si può andare a fare il bagno in un tratto del fiume con delle belle pozze dove tuffarsi nelle giornate più calde!
Organizziamo assieme a chi vorrà venire:
- sino al 30 luglio
liberare il rudere dai sassi e progettare insieme la casa (con tecniche miste, pietre, paglia, terra..)
ma anche nella costruzione di una Compost Toilet e un piccolo forno da campo
ad agosto
vorremmo già poter iniziare ad alzare la struttura in sasso
ed elaborare in permacultura il progetto del terreno
a settembre
in via di definizione: corso di orto sinergico di 2 ilvello
e poi recinzioni, pulizia della zona frutteto... pulizia delle sorgenti..
Cosa portarsi: tenda, sacco a pelo, piatto e posate, guanti da lavoro, un pò di provviste, vestiti anche per il fresco della montagna (siamo quasi a 900 metri!)
COME ARRIVARE
Statale 67 Firenze-Forlì, al km 135 svoltare per Valle Acquacheta percorrere per 4 km lo sterrato, all'altro cartello per la valle girare a sinistra, proseguire
fino alla sbarra con divieto di transito ai veicoli a motori e lasciare la macchina o proseguire per altri 3 km di sterrato un pò ripido.
Seguire le indicazioni per la Greta a piedi è circa un'ora di cammino, altrimenti avvisate per tempo che vi si viene a prendere alla sbarra chiamando al 3478801251(Jimmy e Simona)
http://arcobalenoacquacheta.blogspot.it/
vi aspettiamo
Albert Elisa e Arco
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domenica 22 luglio 2012
Appello ad Angela Barbanente, Regione Puglia - La SS 16, nel tratto panoramico Maglie Otranto diventi Strada Parco
Puglia, scorcio paesaggistico - Foto di Oreste Caroppo
Appello all'Assessore Angela Barbanente, Regione Puglia
La Strada Statale SS 16 nel tratto panoramico tra Maglie e Otranto diventi la prima “strada parco” di Puglia realizzata nel rispetto del nuovo virtuoso PPTR il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia per la tutela e restauro del paesaggio storico-naturale della nostra Regione.
A tal fine la Regione sospenda ogni autorizzazione all’attuale progetto di maxi ampliamento della stessa strada, (già ampia ed esistente), con insana filosofia autostradale a 4 maxi-corsie enormi, orridi cavalcavie in cemento sproporzionati, come anche rimarcato nelle stesse prescrizioni ministeriali al progetto, Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, tanto più per i ben tre cavalcavie ravvicinati per l’accesso al piccolo centro di Palmariggi, e una rete assurda e devastante di serpentoni di complanari a due corsie che comporterebbero la devastazione di interessanti complessi storico-archeologici e paesaggistici stratificati nelle testimonianze, dall’età preistorica fino a quella romana, medieovale e moderna, sin a mettere a serio rischio di cancellazione anche alcuni bunker della seconda guerra mondiale ubicati questi nei pressi dell’attuale tracciato della SS 16, e tante testimonianze preziose della civiltà contadina! Tutti Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici degni della massima protezione. L’attuale progetto inoltre mette a rischio la vita di oltre 8290 alberi d’ulivo, di cui 268 quelli preliminarmente già censiti come monumentali, per i quali il territorio e i comitati civici impegnati nella sua difesa chiedono pressantemente alla Regione Puglia di dare diniego ad ogni ipotesi di loro espianto, invitando ed operando per una seria doverosa revisione del progetto al fine di minimizzarne il grave, connesso oggi, consumo di suolo agricolo, con danno archeologico, ambientale e paesaggistico. Minacciati anche suoli a macchia mediterranea-bosco-pineta-gariga, trulli, masserie e antichi abituri, alcuni anche misteriosamente dolosamente danneggiati nelle ultime settimane, e bunker della seconda guerra mondiale, nonché interi siti archeologici, come quello rupestre di Craunuse-San Basilio gravemente nascosto agli atti in fase di progetto, e scoperto e segnalato solo nelle recenti settimane grazie all’opera di sopralluogo degli attivisti dei comitati civici ! Un progetto faraonico per una nuova strada, a sproporzionato pericoloso ampliamento dell’esistente, pericoloso a causa delle alte velocità che implicherebbe, gravato persino dall’assenza della valutazione Costi/Benefici, una mancanza per cavilli temporali legislativi, si legge nei progetti, che è immorale di fronte ad uno Stato Italiano che vive una condizione di crisi economica, tanto quanto lo sarebbe anche in una situazione di massima floridezza!
Motivo per cui nella rivisitazione del progetto utile anche un intervento governativo per tagliare le assurde spese che un simile inutile ridondante dannoso progetto comporterebbe, e a favore invece di un’ opera rivisitata davvero a misura di Salento, rispettosa delle sue economie tradizionali turistico-naturalistiche, e del nuovo PPTR regionale!
Esprimiamo massima solidarietà ai lavoratori che sono stati illusi con promesse di impiego nella realizzazione di questa inutile maxi-opera, così come oggi concepita. Chiediamo che le istituzioni attuino tutti quegli strumenti-ammortizzatori sociali-, fintantoché il progetto non sarà adeguatamente variato e profondamente modificato a partire dalla sua filosofia di fondo, in una “strada parco”, e che si apra una vertenza per un loro graduale ricollocamento in altre attività virtuose e a beneficio vero del territorio e del suo paesaggio!
Così stigmatizziamo quanti invece cercano di esasperare questi nostri concittadini lavoratori al fine di esercitare pressioni disdicevoli sulle istituzioni per tentare di deregolamentarne e forzarne l’ operato ai danni di tutte le comunità locali, del territorio e delle casse dello Stato, facendo ancora esecrabile leva sul ricatto occupazionale e occupando, quasi come in un’ occupazione militare, strade di pubblico servizio con mille mezzi di movimentazione terra, camion e cosa più simbolicamente offensiva e disdicevole, caterpillar-bulldozer, pronti con i loro assordanti motori accesi a devastare il libro aperto al cielo della nostra identità, lo scenario delle nostre esistenze, il presupposto della qualità delle nostre vite: IL NOSTRO PAESAGGIO STORICO-NATURALE!
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino e Forum Ambiente e Salute del Grande Salento
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Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
rete d’azione apartitica coordinativa di associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali
sede c/o Tribunale Diritti del Malato – CittadinanzAttiva
c/o Ospedale di Maglie "M.Tamborino"
Via N. Ferramosca, c.a.p. 73024 Maglie (LECCE)
e-mail: coordinamento.civico@libero.it , coordinamentocivico@yahoo.it
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone
Lecce, c.a.p. 73100 , Via Vico dei Fieschi – Corte Ventura, n. 2
e-mail: forum.salento@yahoo.it, forum.salento@libero.it ,
grupo facebook: http://www.facebook.com/groups/123107425150/
Sito web: http://forumambientesalute.altervista.com/
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Forum Ambiente e Salute
vico De' Fieschi, 2
73100 - Lecce
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La Strada Statale SS 16 nel tratto panoramico tra Maglie e Otranto diventi la prima “strada parco” di Puglia realizzata nel rispetto del nuovo virtuoso PPTR il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia per la tutela e restauro del paesaggio storico-naturale della nostra Regione.
A tal fine la Regione sospenda ogni autorizzazione all’attuale progetto di maxi ampliamento della stessa strada, (già ampia ed esistente), con insana filosofia autostradale a 4 maxi-corsie enormi, orridi cavalcavie in cemento sproporzionati, come anche rimarcato nelle stesse prescrizioni ministeriali al progetto, Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, tanto più per i ben tre cavalcavie ravvicinati per l’accesso al piccolo centro di Palmariggi, e una rete assurda e devastante di serpentoni di complanari a due corsie che comporterebbero la devastazione di interessanti complessi storico-archeologici e paesaggistici stratificati nelle testimonianze, dall’età preistorica fino a quella romana, medieovale e moderna, sin a mettere a serio rischio di cancellazione anche alcuni bunker della seconda guerra mondiale ubicati questi nei pressi dell’attuale tracciato della SS 16, e tante testimonianze preziose della civiltà contadina! Tutti Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici degni della massima protezione. L’attuale progetto inoltre mette a rischio la vita di oltre 8290 alberi d’ulivo, di cui 268 quelli preliminarmente già censiti come monumentali, per i quali il territorio e i comitati civici impegnati nella sua difesa chiedono pressantemente alla Regione Puglia di dare diniego ad ogni ipotesi di loro espianto, invitando ed operando per una seria doverosa revisione del progetto al fine di minimizzarne il grave, connesso oggi, consumo di suolo agricolo, con danno archeologico, ambientale e paesaggistico. Minacciati anche suoli a macchia mediterranea-bosco-pineta-gariga, trulli, masserie e antichi abituri, alcuni anche misteriosamente dolosamente danneggiati nelle ultime settimane, e bunker della seconda guerra mondiale, nonché interi siti archeologici, come quello rupestre di Craunuse-San Basilio gravemente nascosto agli atti in fase di progetto, e scoperto e segnalato solo nelle recenti settimane grazie all’opera di sopralluogo degli attivisti dei comitati civici ! Un progetto faraonico per una nuova strada, a sproporzionato pericoloso ampliamento dell’esistente, pericoloso a causa delle alte velocità che implicherebbe, gravato persino dall’assenza della valutazione Costi/Benefici, una mancanza per cavilli temporali legislativi, si legge nei progetti, che è immorale di fronte ad uno Stato Italiano che vive una condizione di crisi economica, tanto quanto lo sarebbe anche in una situazione di massima floridezza!
Motivo per cui nella rivisitazione del progetto utile anche un intervento governativo per tagliare le assurde spese che un simile inutile ridondante dannoso progetto comporterebbe, e a favore invece di un’ opera rivisitata davvero a misura di Salento, rispettosa delle sue economie tradizionali turistico-naturalistiche, e del nuovo PPTR regionale!
Esprimiamo massima solidarietà ai lavoratori che sono stati illusi con promesse di impiego nella realizzazione di questa inutile maxi-opera, così come oggi concepita. Chiediamo che le istituzioni attuino tutti quegli strumenti-ammortizzatori sociali-, fintantoché il progetto non sarà adeguatamente variato e profondamente modificato a partire dalla sua filosofia di fondo, in una “strada parco”, e che si apra una vertenza per un loro graduale ricollocamento in altre attività virtuose e a beneficio vero del territorio e del suo paesaggio!
Così stigmatizziamo quanti invece cercano di esasperare questi nostri concittadini lavoratori al fine di esercitare pressioni disdicevoli sulle istituzioni per tentare di deregolamentarne e forzarne l’ operato ai danni di tutte le comunità locali, del territorio e delle casse dello Stato, facendo ancora esecrabile leva sul ricatto occupazionale e occupando, quasi come in un’ occupazione militare, strade di pubblico servizio con mille mezzi di movimentazione terra, camion e cosa più simbolicamente offensiva e disdicevole, caterpillar-bulldozer, pronti con i loro assordanti motori accesi a devastare il libro aperto al cielo della nostra identità, lo scenario delle nostre esistenze, il presupposto della qualità delle nostre vite: IL NOSTRO PAESAGGIO STORICO-NATURALE!
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Poesia Festival, 27 - 30 settembre 2012 - Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Marano sul Panaro, Spilamberto, Vignola, Castelfranco Emilia, Maranello
Fiume Panaro
L’autunno comincia con i colori della poesia: dal 27 al 30 settembre si svolgerà l’ottava edizione di Poesia Festival nell’Unione Terre di Castelli in provincia di Modena
Poesia Festival presenta la sua ottava edizione, e dal 27 al 30 settembre l’Unione Terre di Castelli e i comuni di Castelfranco Emilia e Maranello in provincia di Modena saranno lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna di inizio autunno dedicata alla poesia e ai poeti.
L’inaugurazione di Poesia Festival ’12 è prevista per giovedì 27 settembre al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola con la lezione magistrale della poetessa Vivian Lamarque, apprezzata autrice per adulti e ragazzi, e, a seguire, lo spettacolo scritto e diretto da Nicola Piovani I viaggi di Ulisse, un percorso in musica nelle vicende del mito, accompagnato dai disegni originali di Milo Manara.
Al festival sono passati negli anni i principali nomi della poesia italiana, e la nuova edizione non sarà da meno, con autori, affermati o tutti da scoprire, che offriranno al pubblico letture e pensieri sulla poesia. Tra i protagonisti di Poesia Festival ’12 vanno annoverati sicuramente Anna Maria Carpi (domenica 30 settembre a Castelfranco E.), poetessa originale e nota traduttrice di poeti tedeschi contemporanei, Antonio Riccardi (sabato 29 settembre a Levizzano Rangone), tra le principali voci della sua generazione e intellettuale in forza al mondo dell’editoria, e Stefano Simoncelli (sabato 29 settembre a Levizzano Rangone), poeta romagnolo protagonista della stagione della rivista «Sul porto» e tra le principali voci della poesia italiana oggi.
Poesia Festival ’12 continuerà la tradizione degli ospiti internazionali che tanto successo ha ottenuto, introducendo un momento tematico che accomuni gli ospiti presenti a settembre. Infatti, a dialogare sul rapporto tra poesia e libertà di espressione saranno l’intellettuale dissidente cinese Yang Lian, esule in seguito ai fatti di piazza Tienanmen, e la poetessa nicaraguese Claribel Alegría, che nonostante i suoi 88 anni non ha perso l’energia e la passione politica che l’hanno resa una delle più impegnate intellettuali latino-americane, assieme a Luis García Montero, forse il principale poeta spagnolo vivente, ormai noto al pubblico italiano. I tre autori saranno insieme sabato 29 settembre a Vignola, e incontreranno il pubblico in un ulteriore evento ad ognuno dedicato tra sabato 29 settembre e domenica 30 settembre.
Poesia Festival è poesia da leggere e ascoltare, ma anche da mettere in scena. Come da tradizione, attori, cantanti e personaggi dello spettacolo proporranno produzioni dedicate alla poesia all’insegna dell’incontro tra i linguaggi. Tra gli artisti invitati nell’ottava edizione spiccano i nomi di Alessio Boni con un recital dedicato all’amata figura di Alda Merini (sabato 29 settembre a Maranello), Amanda Sandrelli impegnata in un personale omaggio a Borges (sabato 29 settembre a Castelfranco E.), e l’attrice Licia Maglietta che porterà in scena il suo omaggio a Wislawa Szymborska (domenica 30 settembre a Spilamberto). La chiusura è affidata a Eugenio Finardi (domenica 30 settembre a Castelvetro di Modena).
Poesia Festival è un’occasione per condividere un momento culturale significativo e per visitare un territorio al di fuori delle consuete traiettorie del turismo, ma che sa essere generoso con i visitatori, specie quando i borghi e le colline dell’Unione Terre di Castelli in provincia di Modena si rivestono di colori irripetibili. Un festival diffuso in più territori, che sa unire il piacere della scoperta dei luoghi e della bellezza della parola.
Poesia Festival vanta un comitato scientifico di alto valore composto da Roberto Alperoli, Alberto Bretoni, Roberto Galaverni e Emilio Rentocchini, mentre la direzione della manifestazione è affidata ad Alessandra Anderlini.
Quando: dal 27 al 30 settembre 2012
Dove: Unione Terre di Castelli in provincia di Modena (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Spilamberto, Vignola) e comuni di Castelfranco Emilia e Maranello (MO)
Gli eventi di Poesia Festival sono tutti gratuiti
Poesia Festival è promosso dall’Unione Terre di Castelli, dai Comuni di Castelfranco Emilia e Maranello, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Modena, la Fondazione di Vignola e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni e dettagli sul programma www.poesiafestival.it
Per maggiori informazioni visita il sito all'indirizzo:
http://www.comune.spilamberto.mo.it/comunichiamo/comunicati_stampa/comunicato_stampa_poesia_festival_2012_.htm
L’autunno comincia con i colori della poesia: dal 27 al 30 settembre si svolgerà l’ottava edizione di Poesia Festival nell’Unione Terre di Castelli in provincia di Modena
Poesia Festival presenta la sua ottava edizione, e dal 27 al 30 settembre l’Unione Terre di Castelli e i comuni di Castelfranco Emilia e Maranello in provincia di Modena saranno lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna di inizio autunno dedicata alla poesia e ai poeti.
L’inaugurazione di Poesia Festival ’12 è prevista per giovedì 27 settembre al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola con la lezione magistrale della poetessa Vivian Lamarque, apprezzata autrice per adulti e ragazzi, e, a seguire, lo spettacolo scritto e diretto da Nicola Piovani I viaggi di Ulisse, un percorso in musica nelle vicende del mito, accompagnato dai disegni originali di Milo Manara.
Al festival sono passati negli anni i principali nomi della poesia italiana, e la nuova edizione non sarà da meno, con autori, affermati o tutti da scoprire, che offriranno al pubblico letture e pensieri sulla poesia. Tra i protagonisti di Poesia Festival ’12 vanno annoverati sicuramente Anna Maria Carpi (domenica 30 settembre a Castelfranco E.), poetessa originale e nota traduttrice di poeti tedeschi contemporanei, Antonio Riccardi (sabato 29 settembre a Levizzano Rangone), tra le principali voci della sua generazione e intellettuale in forza al mondo dell’editoria, e Stefano Simoncelli (sabato 29 settembre a Levizzano Rangone), poeta romagnolo protagonista della stagione della rivista «Sul porto» e tra le principali voci della poesia italiana oggi.
Poesia Festival ’12 continuerà la tradizione degli ospiti internazionali che tanto successo ha ottenuto, introducendo un momento tematico che accomuni gli ospiti presenti a settembre. Infatti, a dialogare sul rapporto tra poesia e libertà di espressione saranno l’intellettuale dissidente cinese Yang Lian, esule in seguito ai fatti di piazza Tienanmen, e la poetessa nicaraguese Claribel Alegría, che nonostante i suoi 88 anni non ha perso l’energia e la passione politica che l’hanno resa una delle più impegnate intellettuali latino-americane, assieme a Luis García Montero, forse il principale poeta spagnolo vivente, ormai noto al pubblico italiano. I tre autori saranno insieme sabato 29 settembre a Vignola, e incontreranno il pubblico in un ulteriore evento ad ognuno dedicato tra sabato 29 settembre e domenica 30 settembre.
Poesia Festival è poesia da leggere e ascoltare, ma anche da mettere in scena. Come da tradizione, attori, cantanti e personaggi dello spettacolo proporranno produzioni dedicate alla poesia all’insegna dell’incontro tra i linguaggi. Tra gli artisti invitati nell’ottava edizione spiccano i nomi di Alessio Boni con un recital dedicato all’amata figura di Alda Merini (sabato 29 settembre a Maranello), Amanda Sandrelli impegnata in un personale omaggio a Borges (sabato 29 settembre a Castelfranco E.), e l’attrice Licia Maglietta che porterà in scena il suo omaggio a Wislawa Szymborska (domenica 30 settembre a Spilamberto). La chiusura è affidata a Eugenio Finardi (domenica 30 settembre a Castelvetro di Modena).
Poesia Festival è un’occasione per condividere un momento culturale significativo e per visitare un territorio al di fuori delle consuete traiettorie del turismo, ma che sa essere generoso con i visitatori, specie quando i borghi e le colline dell’Unione Terre di Castelli in provincia di Modena si rivestono di colori irripetibili. Un festival diffuso in più territori, che sa unire il piacere della scoperta dei luoghi e della bellezza della parola.
Poesia Festival vanta un comitato scientifico di alto valore composto da Roberto Alperoli, Alberto Bretoni, Roberto Galaverni e Emilio Rentocchini, mentre la direzione della manifestazione è affidata ad Alessandra Anderlini.
Quando: dal 27 al 30 settembre 2012
Dove: Unione Terre di Castelli in provincia di Modena (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Spilamberto, Vignola) e comuni di Castelfranco Emilia e Maranello (MO)
Gli eventi di Poesia Festival sono tutti gratuiti
Poesia Festival è promosso dall’Unione Terre di Castelli, dai Comuni di Castelfranco Emilia e Maranello, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Modena, la Fondazione di Vignola e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni e dettagli sul programma www.poesiafestival.it
Per maggiori informazioni visita il sito all'indirizzo:
http://www.comune.spilamberto.mo.it/comunichiamo/comunicati_stampa/comunicato_stampa_poesia_festival_2012_.htm
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sabato 21 luglio 2012
Agricoltura Contadina - Proposte di azione per l'autunno 2012
Proposte di azione
- Assemblea plenaria delle associazioni della Campagna per l'agricoltura contadina
E' ritenuta indispensabile dai referenti nazionali al fine di verificare le linee d'azione e definire con chiarezza le Associazioni che intendono sostenere concretamente questa comune iniziativa nazionale. Un'assemblea aperta a tutte le persone che la vogliono sostenere, con diritto di voto alle singole Associazioni co-promotrici.
Da farsi in autunno 2012.
-Azione di denuncia verso il Ministero dell'assenza di dialogo e confronto.
E' stata proposta da Onorati la costituzione di un “Tribunale contadino”, ispirandosi all'azione di Danilo Dolci in Sicilia per denunciare le discriminazioni nei confronti dell'agricoltura contadina;
Questo spunto è stato elaborato in chiave culturale da Plinio Pancirolli, con una proposta:
Ad essere provocatori, si potrebbe fare un convegno sull'idiota.
Quello che dal Settecento si è costruito ideologicamente sulla figura
del contadino con l'invenzione dell'idiota, anticamera degli
ottocenteschi manicomi per gli scemi del villaggio o più semplicemente
per gli smarriti dalla distruzione delle comunità rurali, oggi è
rovesciato dalla realtà, basti pensare agli ogm, alla biodiversità
agraria distrutta, alla fragilità delle sementi selezionate in
laboratorio, alla distruzione di ogni forma vivente causata dai
pesticidi, alle razze-macchina, e via così su cose che ben conosci e
sai meglio di me.
A Bruxelles, i contadini, finalmente chiamati così, sono stati
spronati dalla dirigenza della Commissione Europea, a misurare le
competenze dei politici e dei tecnici selezionati in assenza di
flessibilità. Un commediografo saprebbe tratteggiare queste
incompetenze nutrite da corruzione, complicità, vigliaccheria,
ignoranza, prosopopea, in personaggi che ben si presterebbero alla
definizione finalmente capovolta degli autentici idioti così da
dimostrare ancora una volta, come il mondo alla rovescia sia in realtà
quello sano così come lo testimoniano antropologi e psicoanalisti
Nè dobbiamo dimenticarci degli artigiani rurali.
Ecco, un tribunale contadino si differenzierebbe da un tribunale
giacobino per sostituire alla ghigliottina, l'accoglienza.
Una sentenza di incapacità di intendere e di volere che sappia
conservare un posto da scemo del villaggio a questi nuovi idioti,
spogliati dall'arroganza di cortigiani in polpe oltre che
guerrafondai, di autentici, pochi arricchitisi oltremodo su questa
distruzione delle campagne e dei contadini.
Osserverei che il promotore giusto sarebbe Via Campesina. Via Campesina Europa.
L'impegno morale però, non è dire a Via Campesina, pensaci tu,
l'impegno sarebbe pensiamoci noi e doniamo a Via Campesina un progetto
da accogliere.
BUONA ESTATE CONTADINA A TUTTI
Per la campagna Agricoltura Contadina
Roberto Schellino
Plinio Pancirolli
Giovanni Di Genua
Contatti: salerin@libero.it
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giovedì 19 luglio 2012
Ed un abbraccio vi sommergerà... il 22 luglio 2012 - WORLD FREE HUGS DAY
22 luglio 2012 la Giornata Mondiale degli Abbracci 2012
Sarà per tutto il mondo una grande festa, un immenso scambio di energia,
un momento che vogliamo rimanga per tutti un ricordo indelebile!
Come sapete abbiamo organizzato sia un Flash Mob che realizzeremo nelle Piazze e nelle Stazioni in Italia e all’estero, che una giornata interamente dedicata ad abbracciare la propria Città in una domenica di festa assoluta per tutti.
Abbiamo pensato anche di dare la possibilità a chi non realizzerà il Flash Mob e a chi non potra' recarsi in Piazza e/o in stazioni ad abbracciare, di darci una testimonianza della propria partecipazione a questa giornata, nel modo che ritiene più originale, simpatico e divertente possibile.
Vi invitiamo a partecipare SIN DA SUBITO a questa festa realizzando una testimonianza fotografica e/o video che vi ritrae insieme ai vostri amici, alla vostra famiglia, ai vostri amici animali, ai vostri amici alberi, alle vostre amiche piante nel posto che desiderate, esprimendo voi stessi nel modo in cui sentite di farlo.
In che modo...?
Realizzando una foto di gruppo con un cartello dedicato agli abbracci, segnalandoci la città dove vi trovate!!
Realizzate ed inviateci la cartolina della vostra Festa !
Questo evento mondiale merita e necessita il contributo di tutti, in una piena ed assoluta libertà di espressione creativa ed artistica.
Abbandonatevi al vostro sentire e fatevi trasportare dalle vostre emozioni.
Le foto e I video che farete potrete inviarle via email a
contattaci@umaniindivenire.it
oppure via MMS al numero 335/5458956 (Miki)
TUTTE le foto che riceveremo, verranno inserite in un bellissimo video emozionale e verranno pubblicate in una Gallery fotografica su facebook!
Il cartello che utilizzerete per la fotografia dovrà avere la scritta:
“GIORNATA MONDIALE DEGLI ABBRACCI 2012” oppure “WORLD FREE HUGS DAY 2012” non dimenticate di inserire il nome della Città dove avrete scattato la foto.
Aspettiamo con gioia i vostri scatti, un piccolo ma grande ed importante segnale della vostra compartecipazione, per arrivare lontano, per arrivare a tutti!
Contattateci subito ed inseriremo immediatamente anche la vostra Città nella mappa mondiale del 22 luglio !!!
Partecipa e sii il cambiamento che vuoi vedere nel Mondo!
Grazie
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Orti urbani: l'Orto-Giardino di Aguzzano del Centro di Cultura Ecologica
Orti urbani: l'Orto-Giardino di Aguzzano
Il Centro di Cultura Ecologica sta avviando un progetto per la realizzazione dell'ORTO GIARDINO DI AGUZZANO.
Tra breve un'area verde di 3.500 mq adiacente il Parco di Aguzzano diventerà un orto giardino urbano, condotto secondo i criteri dell'agricoltura biologica dagli abitanti del quartiere, in collaborazione con l'Università della Tuscia e con il Servizio di Salute Mentale della ASL Roma A.
L'intento è quello di favorire piccole attività di orticoltura sociale e nel contempo offrire opportunità di integrazione per soggetti svantaggiati.
Attualmente è stata inoltrata richiesta al Municipio V per l'affidamento gratuito dell'area ed è stato richiesto alla Provincia di Roma un contributo per sostenere le prime spese di avvio (staccionata perimetrale, ripulitura e preparazione del terreno, impianto di irrigazione, attrezzi agricoli, ecc.).
Chiunque fosse interessato a partecipare all'orto giardino di Aguzzano può indicare la propria disponibilità scrivendo a info@centrodiculturaecologica.it.
Agli interessati sarà inviato un modulo di adesione. Nella preparazione delle graduatorie verrà data la precedenza alle persone residenti nei quartieri di Rebibbia - Casal de' Pazzi, ai disoccupati o lavoratori precari e alle famiglie numerose.
Casale ALBA3 "Le Vaccherie". Parco Regionale Urbano di Aguzzano
Via Fermo Corni,snc; 00156 Roma. Tel: 06.8270876
E-mail: info@centrodiculturaecologica.it
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mercoledì 18 luglio 2012
Marco Mancini: "Più verde pubblico = più ossigeno in città"
Le foreste e gli spazi verdi in generale, si sa, sono molto utili, tra le varie cose, anche per quanto riguarda l’assorbimento della CO2.
Per decenni si sono effettuate rilevazioni soltanto nei grandi spazi verdi come i boschi ed i parchi incontaminati, ma mai si era cercato di capire quanto il verde urbano, che si tratti di un piccolo parco o persino di un orto, possa incidere sul saldo totale delle emissioni.
La risposta è tanto. Per stabilire quanto, negli Stati Uniti sono cominciate le prime rilevazioni, e l’apripista è stata St. Paul, nel Minnesota.
La città è stata scelta perché ad effettuare lo studio sono stati i ricercatori della University of Minnesota, in collaborazione con quelli della UC Santa Barbara.
Per avere i risultati definitivi bisognerà attendere il numero del Journal of Geophysical Research – Biogeosciences che uscirà il 4 luglio, ma possiamo già anticiparvi un estratto.
In sostanza si dice che non solo il verde urbano è molto importante per bilanciare le emissioni delle città, ma anche che gli effetti sono diversi a seconda del tipo di verde di cui stiamo parlando.
Il primo punto da cui partire è l’importanza delle piante all’interno delle città visto che sono in grado di assorbire, almeno in parte, le emissioni provenienti ad esempio dalla combustione di carburanti fossili come la benzina.
Un elemento da tenere in considerazione è anche la stagionalità.
Ad esempio nella loro rilevazione i ricercatori hanno notato, attraverso sensori sparsi su tutto il territorio urbano, che d’estate le aree verdi come i parchi riuscivano ad assorbire maggiormente la CO2 prodotta dai cittadini, fino a neutralizzarla, rispetto al resto dell’anno.
Per quanto riguarda invece i giardini domestici, quelli presenti nelle case di tutti noi, dai più piccoli (come un semplice prato) ai più grandi, gli effetti migliori si ottenevano in primavera ed in autunno in quanto il freddo invernale e lo stress da caldo estivo non permettono a queste colture di assorbire CO2 a sufficienza.
Queste misurazioni, supportate addirittura dalla NASA, sono importanti perché potrebbero portare ad una revisione delle politiche ambientali che, per combattere l’inquinamento legato ai consumi domestici o al traffico, potrebbero decidere di puntare maggiormente sul verde urbano.
Nel complesso gli scienziati hanno affermato che la quantità di verde media delle città non è in grado di compensare completamente la CO2 emessa dalla città stessa, ma comunque è un modo almeno per ridurne gli effetti negativi.
Magari aumentando la quantità di parchi o con i giardini verticali le cose potrebbero cambiare.
Marco Mancini
(La tua Voce)
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martedì 17 luglio 2012
Gli Animalisti Italiani e le galline ovaiole da salvare....
Il Ministero delle Politiche Agricole ha ridotto di un anno, dal 2014 al 2013, la proroga per l’adeguamento delle strutture destinate all’allevamento delle galline ovaiole a tutela del loro benessere come da Direttiva 1999/74/CE che “sarebbe” entrata in vigore il 1° gennaio 2012.
Dichiarazione di Walter Caporale, presidente Associazione “Animalisti Italiani Onlus”:
“Si apprende che alcuni giorni fa, quattro Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), hanno scritto al Ministro per le Politiche Agricole, Mario Catania, in merito all'adeguamento delle disposizioni comunitarie relative al benessere delle galline ovaiole. Nello specifico, i relativi assessorati all'agricoltura contestavano con forza la decisione del Ministero di anticipare al 2013 i lavori di adeguamento, anziché rispettare la data precedentemente pattuita del 2014. Particolarmente determinato l'intervento dell'assessore all'agricoltura piemontese Sacchetto, il quale oltre che perorare con enfasi le difficoltà economiche degli allevatori nell'adeguarsi alle doverose modifiche delle gabbie, ha giudicato nel contempo eccessive le misure sul benessere animale imposte dalle normative europee. Questi non hanno tutt'ora metabolizzato il concetto che il ruolo da loro ricoperto è di essere al servizio dell'intera comunità, e non al solito di una o piu lobby legate all'allevamento, alla caccia o quant'altro, notoriamente serbatoio elettorale di voti, e che non è competenza sua o di altri contestare e frapporre impedimenti all'espletamento delle norme emanate dall'Unione Europea.”.
Dichiarazione di Michele Di leva, Associazione “Animalisti Italiani Onlus” Torino:
“A prescindere dalla lettera di messa in mora per la mancata attuazione della Direttiva 1999/74/CE recapitata dalla Commissione UE al Ministero della Salute nei primi mesi del 2012, si continua ad intravedere uno anomalo comportamento in assessori regionali, in primis Sacchetto della Regione Piemonte. Si auspica pertanto che la richiesta sopra evidenziata da parte di alcuni assessorati all'agricoltura vengano non soltanto ignorati ma bensì esortati a rispettare le date imposte dal ministero relativamente al benessere delle galline ovaiole. Tutto ciò, anche per evitare l'ennesimo e molto poco onorevole richiamo da parte degli organi deliberanti dell'UE”
Marialucia Santarelli
Ufficio Stampa - Comunicazione - Rapporti Istituzionali
Associazione "Animalisti Italiani Onlus"
Sede Amm.va, Via Don Minzoni 28 - 66034 LANCIANO
Tel. 0872.41.301 - Fax. 0872.71.54.04 (al pubblico dal Lunedi al Venerdi ore 11/13 - 15/17) Per giornalisti 338.3941298
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lunedì 16 luglio 2012
Agro Romano da salvare dalle mire cementizie di Gianni Alemanno e compagni palazzinari
Salvate l'Agro romano da una nuova colata di cemento. Il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio ha scritto una lettera ai ministri dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, delle Politiche agricole Mario Catania e dell'Ambiente Corrado Clini per chiedere che usino "tutti i poteri a disposizione per la salvaguardia dell'Agro romano, inibendo e bloccando ogni iniziativa irreperabilmente offensiva di questo patrimonio storico, ambientale, paesaggistico e agricolo". Si tratta del Piano di Housing Sociale che l'Amministrazione guidata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno intende realizzare su 160 diverse aree dell'Agro: oltre 30mila alloggi per un totale fino a 2.300 ettari di territorio attualmente a vocazione agricola.
Dopo che la Commissione ad hoc istituita dall'Amministrazione ha terminato i lavori, individuando 160 aree sparse su 12 diversi Municipi romani, la Giunta si appresta ad esaminare la delibera per la variante urbanistica al Piano regolatore della Capitale preparata dall'assessore all'Urbanistica Marco Corsini.
Sarebbe uno sfregio gravissimo a un territorio ancora intatto, mentre esistono alternative valide, più sostenibili ed economiche per il già provato bilancio di Roma: ci sono nella Capitale migliaia di immobili vuoti, sfitti, totalmente inutilizzati che potrebbero rispondere, una volta recuperati, all'emergenza abitativa. Per questo il Forum Salviamo il Paesaggio ha chiesto da mesi al sindaco Alemanno - come a tutti i sindaci d'Italia - di censire il patrimonio immobiliare disponibile e non utilizzato. Ma ad oggi non ha ricevuto alcuna risposta dal primo cittadino di Roma.
Il Forum chiede l'intervento URGENTE del ministro Ornaghi perché l'Agro romano è un bene culturale, paesaggistico e archeologico che va tutelato; del ministro Catania perché è una riserva alimentare di prim'ordine, vocata allo sviluppo di un'agricoltura sostenibile, di una catena logistica virtuosa a chilometro zero; del ministro Clini perché è il polmone verde della Capitale.
Coordinamento romano del Forum Salviamo il Paesaggio, Claudio Arbib 335-59022
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domenica 15 luglio 2012
Fulgor Silvi: "Inutili norme dell'Agenzia per l'Inutilità!"
Elogio dell'assenza di Fulgor Silvi
Inutili norme dell'Agenzia per l'Inutilità
1 - Tutti possono aprire liberamente una o più Agenzie per l'Inutilità
2 - L'Agenzia è senza fini di lucro e non promulga nè fama nè ricchezza
3 - L'Agenzia tratta esclusivamente fatti, pensieri e opere rigorosamente inutili
4 - L'Agenzia scoraggia qualsiasi abbandono alla bravura e/o alla perizia estetica
5 - L'Agenzia privilegia l'Assenza a discapito del Sistema della Storicizzazione
6 - L'Agenzia è là dove ogni Agente si fa riconoscere proponendo la propria perfetta Inutilità con azioni/non azioni
estemporanee
7 - La documentazione dell'Inutilità è perfettamente inutile
8 - L'Agenzia per l'Inutilità non ha supervisori che regolamentano e veicolano le azioni di pubblica Inutilità. Ogni Agente è
responsabile o irresponsabile del proprio operare
9 - L'Agenzia per l'Inutilità è permanentemente aperta in qualsiasi ora del giorno e della notte. Chiunque abbia da proporre
argomenti di acclarata Inutilità è sempre bene accetto
10-L'Agenzia si dichiara conscia dell'inutilità del presente decalogo
Fulgor Silvi
fulgorsilvi@libero.it
Inutili norme dell'Agenzia per l'Inutilità
1 - Tutti possono aprire liberamente una o più Agenzie per l'Inutilità
2 - L'Agenzia è senza fini di lucro e non promulga nè fama nè ricchezza
3 - L'Agenzia tratta esclusivamente fatti, pensieri e opere rigorosamente inutili
4 - L'Agenzia scoraggia qualsiasi abbandono alla bravura e/o alla perizia estetica
5 - L'Agenzia privilegia l'Assenza a discapito del Sistema della Storicizzazione
6 - L'Agenzia è là dove ogni Agente si fa riconoscere proponendo la propria perfetta Inutilità con azioni/non azioni
estemporanee
7 - La documentazione dell'Inutilità è perfettamente inutile
8 - L'Agenzia per l'Inutilità non ha supervisori che regolamentano e veicolano le azioni di pubblica Inutilità. Ogni Agente è
responsabile o irresponsabile del proprio operare
9 - L'Agenzia per l'Inutilità è permanentemente aperta in qualsiasi ora del giorno e della notte. Chiunque abbia da proporre
argomenti di acclarata Inutilità è sempre bene accetto
10-L'Agenzia si dichiara conscia dell'inutilità del presente decalogo
Fulgor Silvi
fulgorsilvi@libero.it
venerdì 13 luglio 2012
Il Cammino (profondo) ... il cammino che diverte!
Il cammino diverte
Mi piace riflettere… con me stesso, con la mia compagna e con gli amici viandanti… sui significati profondi e non scontati che ha il camminare.
In tanti ormai conveniamo che non si tratta di semplice esercizio fisico.
Il bisogno di tornare a viaggiare a piedi racchiude in sé la necessità di ritrovare un rapporto autentico con la natura, quella che ci circonda, ma anche, e direi specialmente, con quella più misteriosa dentro di noi.
Mi rendo conto che questa è una visione molto “seria”.
Nel vissuto reale delle camminate c’è però un elemento, altrettanto importante, pur all’apparenza molto diverso.
È nella contraddizione che si esprime più a fondo la complessità dell’animo umano.
Il cammino diverte.
Per il senso di libertà che dà.
Per la leggerezza dell’avere il cielo sopra le nostre teste.
Per gli imprevisti e l’avventura.
Per l’immersione nella sensorialità che ci fa staccare dalla testa.
Per le innumerevoli curiosità che il percorso ci riserva.
Per i giochi che si inventano cammin facendo.
Per le battute e le risate impagabili fra i compagni di strada.
Per il genuino sorriso che doniamo e riceviamo nei nuovi incontri.
Per il gusto divino di bersi una birra ghiacciata dopo le fatiche accumulate.
Per le serate conviviali in cui ci raccontiamo senza pudori.
Per il sonno ristoratore nonostante il russare del vicino.
Per mille motivi il passo dopo passo ci fa uscire da noia e banalità che caratterizzano le nostre vite così controllate.
Dopo qualche ora di cammino io mi scopro a fischiettare.
E qualche volta, con somma mia sorpresa, visto che sono sia stonato che timido, riesco pure a cantare a squarciagola.
E nelle nottate giuste e magiche perfino ululo alla Luna, onorando il mondo dei sogni.
Più di una volta lungo i cammini spalanco le braccia e mi esce spontanea un’esclamazione “sì, qui e ora, sono felice!”
Guido Ulula alla Luna
(Fonte: il cammino n. 57 - Direzione, redazione e copyleft: Luca Gianotti
con il contributo di Stéphane Wittenberg, Guido Ulula alla Luna)
Anthony Ceresa: "La politica in bilico su un piedistallo friabile..."
La Politica si è impossessata del mondo e domina miliardi di esseri viventi con imposizioni di parte. Una volta eletti non parlano più di Programmi, ma esclusivamente di Potere e si ritengono esenti da punizioni e condanne per gli illeciti commessi nell’esercizio delle funzioni.
Il nostro debito pubblico il quale è il vero problema della nostra crisi Nazionale, generata dalla libertà del Potere, è stato creato nel tempo sino a scoppiare, sicuri che alla fine potevano rivalersi sui cittadini con una serie di decreti impositivi.
Non si riesce a capire il perché l’umanità intellettualmente azzoppata da chi Governa, segue un iter diverso dalla volontà delle masse di cittadini che sono i soli a contribuire al bene Nazionale.
La Politica è diventata un peso, un impiccio al progresso, al benessere e alla civilizzazione del Paese. A lamentarsi degli illeciti, non soltanto i cittadini ma persino il Regno Animale reclama i propri diritti, soffocati dal comportamento errato di molti uomini dove i peggiori sono finiti in Politica.
Laici o Spirituali, obbligano i propri simili a soffrire le concause di teste quadre ai margini della realtà, ricorrendo al pseudo tradizionalismo di interesse, al surrealismo o falso modernismo, come sviluppo del progresso sociale di parte, limitato a un pugno di capre umane, le quali dopo le Elezioni si distaccano egoisticamente dal civile pensiero comune per definirsi superiori, intoccabili.
L’Italia, un Paese nato originariamente su concetti diabolici fondati sull’oppressione e la speculazione, a far data dalla Roma Imperiale, una terra da sempre soggiogata da Imperatori, Dogi, Monarchi e Mafiosi di contrasto all’egoismo autoritario, mantenendo un sistema politico di elevata patologia di contaminazione ideologica controversa, tramandata nei tempi, dove i cittadini auspicavano ieri come l’oggi, l’intervento dei Barbari per la liberazione dal male tradizionalmente imposto dai vari Governi del Paese.
Nel corso dei tempi gli aguzzini furono sostituiti da Presidenti a vita, sino a morire sulle poltrone, impersonando una moltitudine di Monarca disseminati lungo il territorio, i quali si sono spezzettati il Paese, in Regioni, Province, Comuni, Zone, Monopoli, Enti, Organizzazioni Istituzionali, Società miste a compartecipazione Statale e una montagna di Partiti. O Dio quanti c’è ne sono da mantenere e quanto mangiano. Sicuramente è necessario fare un po’ di pulizia per ridurre i costi del peso Politico che ha ridotto l’Italia a un cesso Internazionale, però mancano i cassonetti adeguati a ricevere tanta immondizia.
Sarebbe invero simile o la salvezza del nostro Stivale, avere a capo della Nazione un essere con una intelligenza dimostrativa senza furbizie, eleggendo un animale, uno Scoiattolo o una Volpe alla Presidenza della Repubblica, per risanare definitivamente il Paese, apparentemente Governato da individui incompetenti o indagati senza coscienza e senza punizioni, i quali operano senza una logica ne animale e tanto meno umana al suono del soldo, giostrando furbescamente le accuse sino al decadimento, alla prescrizione, dove la Giustizia, il relativismo, l’edonismo, la ragione, il diritto, e tutta la dignità dell’uomo comune viene offuscata dalla irrazionalità della Politica del Potere.
Persino il Regno animale in coro, si é ribellato dinnanzi a questa assurda definizione che promuove “l’uomo politico sul piedistallo del mondo”, senza gli attributi di reali competenze nel contesto mondiale delle centinaia di migliaia di specie che popolano l’universo.
Il vero benessere sociale, riservato a un pugno di autoeletti che vivono nei Palazzi del Potere Politico, isolati dalla realtà del mondo circostante, dimostrando uno sfacciato comportamento di sfida che certamente non rappresenta la soluzione al buon vivere della Comunità, affossando sempre più la Nazione.
Il Presidente Americano Barack Obama in uno scatto d’impeto di ruffianismo, si è giocato il rinnovo alla Presidenza per aver elogiato Mario Monti in qualità di tiranno del Popolo Italiano, per non aver toccato la presenza dei nostri militari inviati a morire nelle zone di guerra nel mondo.
L’Italia è stata Governata per lunghi anni da capre autoritarie supportate da caproni mediatici e spirituali che hanno dissipato le risorse primarie del Paese, e dinnanzi alla dannata situazione attuale di profonda recessione, hanno riposto il salvataggio del sistema Politico corrotto su altri caproni programmati alla distruzione totale del Paese.
Per risanare il Paese occorre una completa rivoluzione dei sistemi attuali, impostando un programma di sviluppo sociale immediato che si liberi dei comportamenti autoritari di belligeranza, imbrogli, speculazioni, bugie, crimini vari tutti Istituzionalizzati, che ci riportano alle origini della stirpe umana, con irragionevoli imposizioni del potere temporaneo continuando a galleggiare nel marciume Politico.
Dinnanzi a un quadro simile, parlare di Economia, di Ripresa e di Giustizia nel Paese del sistema Politico nostrano, sarebbe alquanto superfluo, se prima non si accettano e promuovono le funzioni primarie fondate sull’unità del pensiero condiviso, per una sana socializzazione e collaborazione fra i cittadini e fra i popoli, iniziando da casa propria con la Giustizia.
Il Paese Italia nelle mani di un pugno di capre autoritarie non del tutto umanizzate tanto meno evolute, procedono indisturbati a far retrocedere la Nazione ormai disfatta senza risorse, auspicando una ripresa, senza considerare il marciume Politico che affonda sempre più nella recessione.
Da una parte, Intoccabili Organizzazioni di ladri Istituzionalizzati, e dall’altra inutili Associazioni Sindacali colluse, unitamente a Organizzazioni Private di difesa a pagamento, apparentemente contro gli illeciti ma con il solo scopo di battere cassa, e nel bel mezzo una piramide composta da una pseudo Giustizia condizionata senza alcuna garanzia per il diritto penale e civile, sociale e umanitario, e senza il rimborso dei danni causati dalla libertà del Potere.
Se mi è permesso sottomettere una critica costruttiva al presente Commissario Nazionale Mario Monti, mi dispiace constatare che tutte le azioni intraprese dal Suo Governo, nonostante i vari ritocchi che danneggiano ulteriormente il Paese, non mirano a riparare le cause dirette del fallimento Nazionale e contribuiscono maggiormente alla recessione.
Rispettabili cittadini continuano a lamentarsi degli illeciti compiuti dalla Politica, senza alcun riscontro di presa visione e la volontà al risanamento.
Anthony Ceresa
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mercoledì 11 luglio 2012
Estetica ed etica del Don Chisciotte.. secondo Noemi Longo
Premessa.
Spero di non invadere troppo i vostri spazi, di offrire buone riflessioni, e di non richiedere troppo tempo proponendo questa lettura... Una lettura un po'.... insomma,spero interessante. Nell'eventualità in cui stimoli interesse... è possibile relazionarsi, considerando però che Don Chisciotte l'ho letto ormai anni orsono... - Noemi Longo
III - Rappresentare - 1. Don Chisciotte
Con i loro giri e rigiri le avventure di Don Chisciotte tracciano il limite: in esse hanno termine i giochi antichi della somiglianza e dei segni; in esse già nuovi rapporti si stringono. Don Chisciotte non è l'uomo della stravaganza ma piuttosto il pellegrino meticoloso che fa tappa davanti a tutti i segni della similitudine. E' l'eroe del medesimo. Non riesce ad allontanarsi dalla familiare pianura che si stende attorno all'Analogo, proprio come non riesce ad allontanarsi dalla sua angusta provincia. Incessantemente la percorre, senza mai varcare le frontiere nette della differenza né raggiungere il cuore dell'identità.
Egli stesso è fatto a somiglianza dei segni. Lungo grafismo magro come una lettera, eccolo emerso direttamente dallo sbadiglio dei libri. L'intero suo essere non è che linguaggio, testo, fogli stampati, storia già trascritta. E' fatto di parole intersecate; è scrittura errante nel mondo in mezzo alla somiglianza delle cose. Non del tutto però: nella sua realtà di povero hidalgo può infatti divenire il cavalier soltanto ascoltando da lontano l'epopea secolare che formula la Legge. Il libro è più il suo dovere che la sua esistenza. Senza posa deve consultarlo per sapere che fare e che dire e quali segni dare a se stesso e agli altri per mostrare che la sua natura è la stessa del testo dal quale è uscito. I romanzi di cavalleria hanno scritto una volta per tutte la prescrizione della sua avventura. E ogni episodio, ogni decisione, ogni impresa saranno segni del fatto che Don Chisciotte è realmente somigliante a tutti i segni da lui ricalcati.
Ma se vuole essere loro somigliante è perché deve dimostrarli, è perché ormai i segni (leggibili) non somigliano più agli esseri (visibili). Tutti quei testi scritti, tutti quei romanzi stravaganti sono appunto senza uguali: nessuno al mondo è mai stato a essi somigliante; il loro linguaggio infinito resta in sospeso senza che alcuna similitudine arrivi mai a riempirlo; possono bruciare tutti e per intero, la figura del mondo non ne resterà cambiata. Somigliando ai testi di cui è il testimone, il rappresentante, l'analogo reale, Don Chisciotte deve fornire la dimostrazione e farsi portatore del segno indubitabile che dicono il vero, che sono il linguaggio del mondo.
Gli tocca adempiere la promessa dei libri. E' suo compito rifare l'epopea, ma in senso inverso: questa narrava (pretendeva narrare) gesta reali, promesse alla memoria; Don Chisciotte invece deve colmare con la realtà i segni, senza contenuto, della narrazione.
La sua avventura sarà una decifrazione del mondo: un percorso minuzioso per rivelare sull'intera superficie della terra le figure che mostrano che i libri dicono il vero. La prodezza deve diventare prova: consiste non già nel trionfare realmente - è per questo che la vittoria è in fondo irrilevante - ma nel trasformare la realtà in segno. In segno attestante l'esatta conformità dei segni del linguaggio alle cose stesse. Don Chisciotte legge il mondo per dimostrare i libri. E non fornisce a sé prove diverse dal luccichio delle somiglianze.
Tutto il suo cammino è una ricerca delle similitudini: le più tenui analogie vengono sollecitate come segni assopiti che occorre risvegliare perché riprendano a parlare. Le greggi, le fantesche, le locande ridiventano il linguaggio dei libri nella misura impercettibile in cui somigliano ai castelli, alle dame, agli eserciti. Somiglianza ogni volta delusa che trasforma la prova cercata in derisione e lascia per sempre vuota la parola dei libri.
Ma la non-similitudine stessa ha il proprio modello da essa servilmente imitato: lo trova nella metamorfosi dei maghi. Per cui tutti gli indici della non-somiglianza, tutti i segni che mostrano che i testi scritti non dicono il vero, somigliano al gioco dell'incantesimo che introduce con l'astuzia la differenza nell'indubitabile della similitudine. E' poiché questa magia è stata prevista e descritta nei libri, la differenza illusoria da essa introdotta non sarà mai altro che una somiglianza stregata. Un segno supplementare quindi del fatto che i segni somigliano alla verità. Don Chisciotte traccia il negativo del mondo del Rinascimento; la scrittura ha cessato di essere la prosa del mondo; le somiglianze e i segni hanno sciolto la loro antica intesa; le similitudini deludono, inclinano alla visione e al delirio: sono soltanto quello che sono; le parole vagano all'avventura, prive di contenuto, prive di somiglianza che le riempia; non contrassegnano più le cose; dormono tra le pagine dei libri in mezzo alla polvere.
La magia, che consentiva la decifrazione del mondo scoprendo le somiglianze segrete sotto i segni, serve solo a spiegare in termini di delirio perché le analogie sono sempre deluse. L'erudizione che leggeva come un testo unico la natura e i libri è rimandata alle sue chimere: deposti sulle ingiallite pagine dei volumi, i segni del linguaggio non hanno più come valore che la tenue finzione di ciò che rappresentano. La scrittura e le cose non si somigliano, Tra esse, don Chisciotte vaga all'avventura.
Eppure il linguaggio non è divenuto del tutto impotente. Detiene ormai nuovi poteri, che gli sono propri. Nella seconda parte del romanzo Don Chisciotte incontra personaggi che hanno letto la prima parte del testo e che riconoscono in lui, uomo reale, l'eroe del libro. Il testo di Cervantes si ripiega su se stesso, sprofonda nel proprio spessore, diventa per sé oggetto della propria narrazione. La prima parte delle avventure svolge nella seconda la funzione assunta all'inizio dai romanzi di cavalleria.
Don Chisciotte deve essere fedele al libro che egli è veramente divenuto; ha il dovere di proteggerlo dagli errori, dalle contraffazioni, dalle contaminazioni apocrife; deve aggiungere i dettagli omessi; deve serbare la sua verità. Ma per quanto lo riguarda, questo libro non lo ha letto e non deve leggerlo, dal momento che lo è in carne e ossa. Egli che, a furia di leggere libri, era divenuto un segno errante in un mondo che non lo riconosceva, eccolo divenuto, suo malgrado e senza saperlo, un libro che detiene la sua verità, annota esattamente tutto quello che gli ha fatto e detto e veduto e pensato, e che consente infine di riconoscerlo, tanto somiglia a tutti i segni la cui scia incancellabile esso ha lasciato dietro di sé.
Tra la prima e la seconda parte del romanzo, nell'interstizio dei due volumi, e in virtù del loro solo potere, don Chisciotte ha acquistato la sua realtà. Realtà che deve solo al linguaggio e che resta tutta quanta interna alle parole. La realtà di Don Chisciotte non è nel rapporto tra parole e mondo, ma nella tenue e costante relazione che i segni verbali intrecciano da sé a sé. La finzione delusa dalle epopee è divenuta il potere rappresentativo del linguaggio. Le parole si sono chiuse nella loro natura di segni.
Don Chisciotte è la prima delle opere moderne poiché in essa si vede la crudele ragione delle identità e delle differenze deridere all'infinito segni e similitudini, poiché il linguaggio, in essa, spezza la sua vecchia parentela con le cose, per entrare in quella sovranità solitaria da cui riapparirà , nel suo essere scosceso, solo dopo che è diventato letteratura; poiché la somiglianza entra così in un'età che per essa è quella dell'insensatezza e dell'immaginazione.
Una volta attuata la separazione tra similitudine e segni, due esperienze possono costituirsi e personaggi emergere e fronteggiarsi. Il pazzo, inteso non come malato, ma come “devianza” costituita e alimentata, come funzione culturale indispensabile, è divenuto, nell’esperienza occidentale, l’uomo delle somiglianze selvagge.
Questo personaggio, nella forma in cui compare nei romanzi o nel teatro dell’età barocca, e in quella entro la quale si è istituzionalizzato a poco a poco fino alla psichiatria del XIX secolo, è colui che si è alienato prima nell’analogia.
E’ lo sregolato burattinaio del Medesimo e dell’Altro; prende le cose per quelle che non sono e le persone le une per le altre; ignora gli amici, riconosce gli estranei; crede di smascherare e impone una maschera. Inverte tutti i valori e tutte le proporzioni, perché crede continuamente di decifrare dei segni: per lui gli orpelli fanno un re. Nella percezione culturale che si è avuta del pazzo fino alla fine del XVIII secolo, esso è il Differente solo nella misura in cui non conosce la Differenza; vede ovunque somiglianze e segni della somiglianza; tutti i segni per lui si somigliano e tutte le somiglianze valgono come segni. All’altro estremo dello spazio culturale, ma vicinissimo per la sua simmetria, il poeta è colui che, al di sotto delle differenze nominate e quotidianamente previste, ritrova le parentele sepolte delle cose, e le loro similitudini disperse.
Sotto i segni stabiliti, e loro malgrado, afferra un altro discorso , più profondo, che richiama il tempo in cui le parole scintillavano nella somiglianza universale delle cose: la sovranità del medesimo, così difficile da enunciare, cancella nel suo linguaggio la distinzione dei segni.
Di qui indubbiamente, nella cultura occidentale moderna, il fronteggiarsi della poesia e della follia. Ma non è più il vecchio tema platonico del delirio ispirato. E’ il segno d’una nuova esperienza del linguaggio e delle cose. Nei margini d’un sapere che separa gli esseri, i segni e le similitudini, e al fine di limitarne il potere, il pazzo si rende garante della funzione dell’omosemantismo: raccoglie tutti i segni e li colma d’una somiglianza che non cessa di proliferare. Il poeta garantisce la funzione contraria: assolve alla funzione allegorica; sotto il linguaggio dei segni e dell’”altro linguaggio”, quello, senza parole né discorso della somiglianza.
Il poeta fa venire la similitudine fino ai segni che la dicono, il pazzo carica tutti i segni d’una somiglianza che finisce col cancellarli. Situati sull’orlo esterno della nostra cultura e vicinissimi alle sue divisioni essenziali, essi si trovano così, l’uno e l’altro, in quella “situazione al limite” – posizione marginale e profilo profondamente arcaico- in cui le loro parole incessantemente trovano il loro potere d’estraneità e la risorsa della loro contestazione. Fra loro si è schiuso lo spazio d’un sapere nel quale, in virtù di una di una rottura essenziale nel mondo dell’Occidente, non si avrà più da fare con similitudini, ma con identità e differenze.
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