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martedì 31 luglio 2012
Regione Puglia - Ancora sugli sprechi e devastazioni programmati sulla SS 16
La strada statale SS 16 nel tratto panoramico tra Maglie e Otranto
diventi la prima “Strada Parco” di Puglia realizzata nel rispetto del nuovo virtuoso PPTR, il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia per la tutela e restauro del paesaggio storico-naturale della nostra regione.
L'incontro in Prefettura tenutosi a Lecce, la mattina del 30 luglio 2012, sulla paradossale “vicenda-spreco nuova SS 16”, ha rivelato tutte le enormi criticità del progetto della nuova assurda faraonica strada di tipo autostradale prevista al posto dell'attuale SS 16 nel tratto Maglie-Otranto, tant'è, non è un caso, che mancano ancora innumerevoli autorizzazioni regionali e dei comuni interessati, a conferma del notevole impatto dell'opera ad oggi in progetto, fortemente contestata dai cittadini per la sua natura di palese e ridondante “pubblica inutilità”.
Benché comprendiamo la necessità di placare gli animi dei lavoratori, anello debole di un mefistofelico marchingegno che tiene in scacco oggi territori e istituzioni, lavoratori ai quali va il nostro solidale appoggio e vicinanza, l'Ente Regione Puglia, oggi, non può e non deve sull'onda di un'emergenza-lavoratori che ha del paradossale, con fretta e correlata disattenzione emettere ora, nel giro di una settimana, quelle autorizzazioni alla distruzione del territorio che, ovviamente, non è stato sinora possibile assumere. Emergenza che abbiamo definito 'paradossale' perché creata, e creatasi, su un “lavoro a progetto”, un'opera dunque che per sua natura si cantierizza in un arco di tempo limitato, terminato il quale, cessa, con l'ultimazione dell'opera, fisiologicamente ogni contratto di lavoro ad essa correlato.
Inaccettabile anche il tentativo, da parte di alcuni, di proporre oggi lo spezzettamento dell'opera in due tranches, la prima da realizzare nel tratto Maglie-Palmariggi, sbloccandone ad oggi le autorizzazioni mancanti, il che vuol dire firmare irresponsabilmente e colpevolmente degli atti di fatto infirmabili facendosi scudo di una situazione di creata emergenza, e poi, a seguire, quella del tratto Palmariggi-Otranto a maggiore ecatombe di Beni ambientali e ulivi. È l'intero paesaggio, tra Otranto e Maglie, che deve essere tutelato impedendo la realizzazione di strade con mega-complanari che diventano “cavalli di Troia” per una cementificazione selvaggia e industrializzazione delle loro povere sponde.
Motivo per cui nella rivisitazione del progetto è indispensabile una mutazione profonda della filosofia progettuale a monte a favore di una “Strada-Parco” davvero a misura di Salento, rispettosa delle sue economie tradizionali turistico-naturalistiche, e del nuovo PPTR regionale, il virtuoso Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia! Filosofia per una “Strada Parco” virtuosamente affermata dal Difensore Civico della Provincia di Lecce, il Sen. Giorgio De Giuseppe, nonché sulla stampa dallo stesso sindaco della Città di Palmariggi nei giorni scorsi, al fine di poter conciliare tutte le istanze in campo senza l'immorale sacrificio dei Beni Comuni, quali il paesaggio storico-naturale, a favore di altre che in tal modo finirebbero per macchiarsi dell'onta della speculazione.
Piste ciclabili; taglio dei serpentoni di neo-complanari a 2 corsie in asfalto a favore di una razionalizzazione certosina degli accessi da garantire ai proprietari terrieri che, oggi, possono raggiungere i loro poderi lungo la SS 16 solo e soltanto da questa arteria; adeguamento delle carreggiate ai massimi standard di sicurezza tali da garantire una percorrenza a bassa velocità e, dunque, minore pericolosità; ecodotti-sottopassi per il transito degli animali evitando incidenti e danni alla fauna; sovrappassi tutti da riprogettare, minimizzare, ridurre in numero a quelli già esistenti, favorendo la linea curva e l'arco agli osceni ed impattanti cavalcavia in travi lineari di cemento a vista che hanno offeso, in numerosi tratti, il nostro paesaggio salentino, (oggi da restaurare!), inaugurando un degrado estetico-paesaggistico che induce altro degrado, scritte sui muri e discariche abusive di rifiuti vari ai margini stradali; muretti a secco da ricostruire ovunque lungo il percorso utilizzando le giovani manovalanze locali, e con i quali sostituire gli orridi muri in cemento, metallo e reti metalliche, laddove negli ampliamenti questi saranno abbattuti; ricostruzione delle tipiche architetture locali in pietra e in pietra a secco; minimizzazione degli alberi di ulivo da espiantare e seri, pubblici-trasparenti e visionabili piani per il loro reimpianto e cura-attecchimento in aree prossime al luogo di espianto, con le massime attenzioni agronomiche per il loro corretto e pieno attecchimento e minimizzazione del danneggiamento; espianto e reimpianto di ogni essenza arborea e arbustiva di macchia mediterranea minacciata dai lavori e da riutilizzarsi per le opere di rimboschimento-rinaturalizzazione dei margini stradali con piante autoctone e comunque mediterranee, (fasce verdi dal naturale effetto fonoassorbente anche, da immaginarsi persino ai margini dei sovrappassi con valore pittoresco e di ecodotti); divieti delle sgradevoli cartellonistiche pubblicitarie lungo il percorso e dell'uso di invasivi guardrail e barriere fonoassorbenti degrada-paesaggio, a favore di soluzioni rivestite in legno che garantiscano al contempo valorizzazione paesaggistica e sicurezza; varianti al tracciato a salvaguardia di ogni Bene culturale oggi a rischio di distruzione o di sfregio paesaggistico; ripiantumazione degli originali filari a Pino italico ad ombrello, che originariamente, nel secolo scorso, costeggiavano e abbellivano con effetto monumentale quel tratto stradale; tutto anche a favore di una complessiva “strada della piacevolezza” nella guida e percorrenza e dunque della sicurezza; deasfaltamento-decementificazione, bonifica e rinaturalizzazione dei tratti stradali preesistenti che dovessero restare monchi ed inutilizzabili; etc, etc. Tutti termini questi che appartengono al lessico della politica regionale e contenuti nello stesso suo PPTR documento guida per la virtuosità nell'amministrazione del territorio; un mondo iperuranico di buone idee per la realizzazione di opere che possano dirsi davvero di pubblica utilità e che oggi la stessa Regione è chiamata a concretizzare pena la lapalissiana prova di un agire che si paleserebbe, in tal caso, demagogico ed anti-ecologista. - Si allega in merito il documento tecnico, file word, “SS16 Maglie-Otranto_Ass.ri A. Barbanente e L. Nicastro_road-map per la VIRTUOSITA' ”, con l'esposizione esauriente e dettagliata del concetto di “Strada Parco”, anche al fine di evitare che questo termine possa essere impropriamente utilizzato come specchietto per allodole gettando mistificatoriamente fumo sulla vicenda, lasciando nei fatti l'attuale progetto immutato con i suoi gravi connaturati impatti sul territorio e sui nostri Beni. - Sono queste opere che non nascono da una beneficenza extraterritoriale, ma che sono realizzate con i soldi di tutti noi cittadini e che, pertanto, devono rispondere davvero alle esigenze, alle aspettative e al sentimento di noi tutti committenti; assurdo, di conseguenza, che intorno ad una tale questione di così tanta importanza quelli che dovrebbero essere i “fornitori di servizi” per il Bene di noi tutti cerchino, in mille modi e pressioni, di imporre un servizio distorto e, dunque, in quelle forme non richiesto.
Esprimiamo massima solidarietà ai lavoratori che sono stati illusi con promesse di impiego nella realizzazione di questa inutile maxi-opera, così come oggi concepita. Chiediamo che le istituzioni attuino tutti quegli strumenti-ammortizzatori sociali-, fintantoché il progetto non sarà adeguatamente variato e profondamente modificato a partire dalla sua filosofia di fondo, in una “Strada Parco”, e che si apra una vertenza per un loro graduale ricollocamento in altre attività virtuose e a beneficio vero del territorio e del suo paesaggio!
Dunque, la Regione sospenda ogni autorizzazione all’attuale progetto di maxi ampliamento della stessa strada (già ampia ed esistente), con insana filosofia autostradale a 4 maxi-corsie enormi, orridi cavalcavie in cemento sproporzionati, (come anche rimarcato nelle stesse prescrizioni ministeriali al progetto dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, tanto più per i ben tre cavalcavie ravvicinati per l’accesso al piccolo centro di Palmariggi), e una rete assurda e devastante di serpentoni di complanari a due corsie che comporterebbero la devastazione di interessanti complessi storico-archeologici e paesaggistici stratificati nelle testimonianze, dall’età preistorica fino a quella romana, medieovale e moderna, sin a mettere a serio rischio di cancellazione anche alcuni bunker della seconda guerra mondiale ubicati questi nei pressi dell’attuale tracciato della SS 16, e tante testimonianze preziose della civiltà contadina! Tutti Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici degni della massima protezione. L’attuale progetto inoltre mette a rischio la vita di oltre 8290 alberi d’ulivo, di cui 268 quelli preliminarmente già censiti come monumentali, per i quali il territorio e i comitati civici impegnati nella sua difesa chiedono pressantemente alla Regione Puglia di dare diniego ad ogni ipotesi di loro espianto, invitando ed operando per una seria doverosa revisione del progetto tutto al fine di minimizzarne il grave, connesso oggi, consumo di suolo agricolo, con danno archeologico, ambientale e paesaggistico. Minacciati anche suoli a macchia mediterranea-bosco-pineta-gariga, trulli, masserie e antichi abituri, alcuni anche misteriosamente e dolosamente danneggiati nelle ultime settimane, e bunker della seconda guerra mondiale, nonché interi siti archeologici, come quello rupestre di Craunuse-San Basilio gravemente nascosto agli atti in fase di progetto, e scoperto e segnalato solo nelle recenti settimane grazie all’opera di sopralluogo degli attivisti dei comitati civici!
Un progetto faraonico per una nuova strada, a sproporzionato pericoloso ampliamento dell’esistente, pericoloso a causa delle alte velocità che implicherebbe.
Un progetto gravato, persino, dall’assenza della essenziale valutazione Costi/Benefici, una mancanza per cavilli temporali legislativi, si legge nei progetti, che è immorale di fronte ad uno Stato Italiano che vive una condizione di crisi economica, tanto quanto lo sarebbe anche in una situazione di massima floridezza!
Così stigmatizziamo quanti invece cercano di esasperare questi nostri concittadini lavoratori al fine di esercitare pressioni disdicevoli sulle istituzioni per tentare di deregolamentarne e forzarne l’ operato ai danni di tutte le comunità locali, del territorio e delle casse dello Stato, facendo ancora esecrabile leva sul ricatto occupazionale e occupando, quasi come in un’ occupazione militare, strade di pubblico servizio con mille mezzi di movimentazione terra, camion e cosa più simbolicamente offensiva e disdicevole, caterpillar-bulldozer, pronti con i loro assordanti motori accesi a devastare il libro aperto al cielo della nostra identità, lo scenario delle nostre esistenze, il presupposto della qualità delle nostre vite: IL NOSTRO PAESAGGIO STORICO-NATURALE!
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento
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