Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

venerdì 26 maggio 2023

Geoingegneria. Dighe e alluvioni...



In questo articolo    https://www.frammentidistoriabiellese.it/monumenti-opere-di-pubblica-utilita-chiese/la-diga-di-camandona-1956/sotto-accusa-durante-l-alluvione-del-1968/  che ricorda la disastrosa alluvione biellese del 2 novembre 1968 - 58 morti e centinaia di aziende e case distrutte - è scritto che il disastro fu aggravato dall’apertura parziale della diga. Vi fu un processo nei confronti dei responsabili che si concluse con la loro assoluzione perché dimostrarono che non ebbero altra scelta altrimenti ci sarebbe stato un disastro maggiore. Il giorno 3 novembre tutta la popolazione della Vallestrona, da Vallemosso a Cossato, fu invitata a lasciare le proprie abitazioni per un nuovo pericolo di tracimazione della diga. Ci fu un panico indescrivibile e un fuggi fuggi di decine di migliaia di persone. Si trattò di falso allarme. Forse per giustificare quello che avrebbero dovuto dare il giorno 2 prima dell’apertura della diga?


Gianni Lannes – Su la testa - http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/05/effetto-vajont-in-emilia-romagna.html?m=1 - 
“Tutto previsto e tanto calcolato? Geoingegneria ambientale dall'alto dei cieli? Dalla siccità all'alluvione e al disastro preannunciato nel segno dell'emergenza infinita. Ma che pioggia c’è stata in Emilia Romagna? Un diluvio universale? Un’inondazione di proporzioni bibliche in un territorio che fino a poco tempo fa veniva dipinto - da mass media ed esperti di regime - come colpito da terribile siccità. Come hanno potuto, due giorni di pioggia, rompere gli argini di venti fiumi inondando gran parte della Regione, provocando 14 morti, 36 mila sfollati e danni incredibili alle produzioni agricole e agli allevamenti?


Singolare coincidenza: in Emilia Romagna, proprio sopra le aree che colpite dall’inondazione, si staglia un grande invaso realizzato tra il 1974 e il 1982: si tratta della diga di Ridracoli. Un servizio del 5 marzo 2023, andato in onda su sky tg24. Titolo: “Romagna, la diga di Ridracoli tracima: non succedeva da due anni”. Ma se c’era la siccità come faceva la diga a tracimare? Sommario: “In un momento di grave siccità, grazie alle ultime piogge per la Romagna è assicurata una scorta di acqua potabile fondamentale per la prossima estate. A disposizione 33 milioni di metri cubi”. A rigor di logica: se incombeva la siccità come hanno potuto le “ultime piogge” e la neve che non c’era provocare l’accumulo di 33 milioni di metri cubi di acqua? Davvero interessante l’incipit del servizio televisivo: “Una grande cascata si stacca dalla diga di Ridracoli, sull’Appennino di Forlì e Cesena. Non accadeva da due anni. Effetto delle ultime piogge e della neve”. Forlì e Cesena: ma non sono tra le città colpite dalla recente inondazione? Qualcuno ha aperto la diga? O se spalancata da sola?

Non è tutto. Articolo dell’Ansa datato 4 maggio 2023. Titolo. “Maltempo: seconda tracimazione del 2023 per la diga di Ridracoli”. Ecco un passaggio dell’articolo: “Fra i tanti danni e problemi provocati anche nel forlivese dall’eccezionale ondata di maltempo, una cosa positiva c’è: le forti piogge delle scorse 48 ore hanno riempito il lago artificiale alle spalle della diga di Ridracoli, provocando la tracimazione, la seconda del 2023 dopo quella dello scorso 4 marzo. La cascata si è formata appena l’invaso, grazie ad un rapido innalzamento del suo livello di quasi tre metri, ha raggiunto il suo 100% di capienza totale”. Domanda: se la pioggia di poco più di 15 giorni fa ha riempito l’invaso di Ridracoli, provocando la seconda tracimazione, le piogge eccezionali di qualche giorno fa che hanno inondato l’Emilia Romagna che effetti hanno provocato nell’invaso di Ridracoli?

Per caso, c’è stata una terza tracimazione non pubblicizzata? Se con i due giorni di pioggia nei primi di maggio l’invaso di Ridracoli “ha raggiunto il suo 100 per cento di capienza totale”, la stessa situazione è avvenuta con le piogge dei giorni scorsi. Oppure no? Insomma, l’invaso di Ridracoli è ancora pieno? A chi giova provocare disastri? Le autorità tricolore sapevano cosa sarebbe accaduto? Se la Natura non c'entra, allora di chi è la responsabilità?”

 

Firenze: alluvione del 1966: catastrofe naturale o “innaturale”?    https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/firenze-alluvione-del-1966-catastrofe-naturale-o-innaturale/


Paola  Botta Beltramo




Nessun commento:

Posta un commento