E' una compagnia che fa "teatro esperienziale" (?) cioè la rappresentazione è un racconto di loro esperienze ed è un'esperienza anche per lo spettatore, che partecipa rivivendo sue emozioni, anche molto forti. Eravamo in tre, io, Marinella e la mia vicina di destra a farci commuovere dai ricordi degli attori, che erano poi la storia stessa inscenata, ricordi di una fanciullezza, in cui i bambini, invece di stare davanti a un computer o a uno smartphone, stavano in cucina con la nonna o la mamma ad osservarle far da mangiare (vedi http://paolodarpini.blogspot.com/2010/11/annetta-nonna-perfetta-nella-memoria-di.html).
E a sentir parlare di sfoglie tagliate con maestria e mattarelli adoperati e mossi come fossero fuscelli, il magone si è fatto sentire dentro me. Le esperienze di vita erano alternati con letture di brani di Pasolini.
Scrivono i teatranti nel volantino di presentazione dello spettacolo: "...Abbiamo abbandonato le strade maestre del teatro per inoltrarci in sentieri lontani dai sipari e dai velluti. Grazie a questi sentieri abbiamo ritrovato le nostre radici, le umili origini di figli di quel mondo contadino e operaio, incarnato nei simboli della falce e martello" (ma anche della croce e della madonna). Se ripenso al mio di passato, ritrovo il padre comunista vicino a una madre cattolica, ma non praticante, e una nonna bigotta.
Durante lo spettacolo gli attori preparavano il cibo, almeno in parte, che di lì a poco avremo consumato, in un clima di semplicità e di essenzialita. Solo poche semplici portate: un antipasto a base di formaggio e un hummus di zucca squisito e un primo a base di ravioli triangolari ripieni del classico ripeno di ricotta come quello che faceva mia nonna, con una sfoglia ruvida, integrale. C'era chi stendeva la sfoglia (e con quale maestrìa!), chi la tagliava con l'apposito attrezzo, chi riempiva i quadrati e chi li chiudeva.
Veniva l'acquolina al solo guardarli. Ma bisognava attendere la fine dello spettacolo... e con un tempismo perfetto i ravioli sono stati pronti proprio con le ultime battute. Dopo aver consumato il pasto, semplice ma abbondante, c'è stata una piccola interessante discussione sul tentativo di smantellare la nostra identità e di rimuovere la memoria. Due parole, identità e memoria, ormai in disuso, obsolete, che non sono più di moda nel mondo della sinistra (e che invece magari sono da recuperare).
E' stato anche ricordato che noi siamo anche corpo e che questo corpo è fatto della stessa sostanza dei nostri predecessori, che non possiamo dimenticare perché fanno parte di noi (e in questi giorni si ricordano proprio i nostri defunti).
Non ho ancora citato il titolo dello spettacolo, "Pane e Petrolio", che è stato "spiegato" verso la fine. E' stato fatto un confronto fra il consumo procapite di pane agli inizi del 1900: più di 400 kg a testa (!), mentre ora è sceso a soli 30 kg a testa annui. Di contro è aumentato in maniera inversamente proporzionale il consumo di petrolio, nonostante tutte le "minacce" di un suo esaurimento. Dove andremo a finire?
Ci siamo alzati da tavola pieni di cibo per il corpo e per l'anima e col cuore aperto. Il paesaggio circostante, le colline attorno a Castello di Serravalle, era selvaggio e rasserenante. Dopo un po' siamo ripartite e, durante il pur breve tragitto, con Marinella si è parlato di tante cose.
A presto Marinella e a presto teatranti delle Ariette!
Caterina Regazzi
Teatro delle Ariette, via Rio Marzatore 2781, Valsamoggia. Info e prenotazioni 051/6704373 - http://www.teatrodelleariette.it/index.asp
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