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venerdì 21 agosto 2015

Lettera a mio padre Fausto



Lettera a mio padre Fausto

Papà, oggi sono sette anni che manchi, ma credo che non ci sia giorno che io non pensi a te e alla mamma. Eri molto stanco , si vedeva, , non ti avevo mai visto così stanco in tutta la tua vita, neanche quando eri stato in ospedale. Eri dimagrito tanto e non avevi più appetito. Eri famoso perché mangiavi sempre tutto quello che avanzava dagli altri piatti, ma pochi giorni prima che te ne andassi avevi rifiutato qualcosa che era rimasto nel piatto di Viola, non ti andava, dicesti. 

Ed ora a volte mi ritrovo, specie verso la fine della giornata a pensare di telefonarvi, ma non si può più. Ed allora mi spiace per quando squillava il telefono, sempre alla stessa ora, finito il TG3, ed io sbuffavo perché magari per me era il momento di mettermi a tavola. E pensavo e dicevo, anche: "Ma cosa ci sarà da dirsi tutti i giorni?", e mi dispiace per essere stata sgarbata a volte e non averti abbracciato abbastanza e non averti chiesto di te, di tante cose della tua vita.

Il 21 agosto è l'anniversario della tua scomparsa, il primo, quello del 2009, l'ho passato a Calcata, da Paolo, e così il 20 agosto è il nostro (mio e di Paolo) anniversario, proprio perché volevo trascorrere il primo anniversario della tua morte  con Paolo, che a quel tempo conoscevo solo per lettera. Ci hai fatto da testimone.

Caterina Regazzi

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