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domenica 16 ottobre 2016

In pensione? Ecco l'APE Social...


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Sull’argomento pensioni e false micro-riforme sono intervenuto varie volte per disilludere tutti coloro che riponevano una qualsiasi residua fiducia in interventi politico governativi in senso correttivo e perequativo della famigerata riforma Fornero-Monti, a partire dalle prime ed apprezzabili proposte del presidente INPS Boeri subito stoppate politicamente perché troppo serie e strutturali rispetto al cazzeggio imperante e confondente della politica mediatica. Per cui non mi ripeto ma mi soffermo solo sulle ultime news che confermano la mia totale sfiducia in questa casta politica, che ha rivelato per l’ennesima volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, la loro inaffidabilità.

In pratica i nostri politicanti si sono lasciati dopo gli incontri coi sindacati con determinate condizioni concordate, tra cui i 20 anni contributivi per accedere all’APE. Poi appena i sindacati sono usciti, si scopre che la condizione prevista dal governo è transitata a 30 anni contributivi. Un’inezia. Cosa volete che sia una variazione di cosi scarso cabotaggio, una decina di anni di contribuzione, un’inezia, soprattutto in considerazione del fatto che negli ultimi quindici anni il lavoro atipico o precario è esploso in modo esponenziale e coloro che hanno potuto disporre di versamenti contributivi previdenziali integrali sono esclusivamente i lavoratori dipendenti e statali (peraltro molti di questi ultimi solo in maniera nominale, essendo gli enti pubblici i maggiori evasori previdenziali e quindi debitori nei confronti dell’INPS, ma questo i media spesso dimenticano di riferirlo). 

 Tutti gli altri, milioni e milioni di lavoratori, negli ultimi anni hanno svolto lavori di collaborazione con le molteplici modalità contrattuali (soprattutto lavori temporanei ed occasionali, che non prevedono versamenti contributivi se non si supera un certo tetto reddituale), i cui contributi sono finiti nella gestione separata dell’INPS, che non concorrono a determinare l’accumulo delle annualità previdenziali, per cui moltissimi lavoratori cosiddetti autonomi (che autonomi non sono affatto) non arrivano ai 30 anni di contributi effettivi per poter accedere all’APE agevolata, quella denominata mediaticamente Social, l’unica conveniente, perché quella volontaria è da usurai.

Siete forse sorpresi da tanta spregiudicatezza politica? Pensate che sia solo un caso? Che non ci sia premeditazione? Pensate che adesso i sindacati si infurieranno e faranno fuoco e fiamme? Gli stessi che quanto ci fu la riforma Fornero che spostò in avanti mediamente di sei anni l’età della pensione non mossero un dito? Mentre quasi contemporaneamente nella vicina Francia per una riforma che prevedeva il posticipo pensionistico di soli due anni fecero scendere in strada milioni di persone infuriate facendo fare al governo marcia indietro?

Forse il governo sta giocando e prevede di rinegoziare al ribasso tale condizione, portandola ad esempio a 25 anni contributivi, ma probabilmente aggiungerebbe la condizione che il candidato alla pensione non sia sovrappeso, perché in tal caso sarebbe indicativo di uno stato di benessere tale da non giustificare l’anticipazione pensionistica, per cui prima occorrerebbe una visita ispettiva presso le sedi di medicina legale delle ASL, oppure come per la Social Card potrebbero richiedere un ISEE talmente riduttivo che per poterne disporre devi praticamente essere privo di tutto e vivere in auto o in qualche garage fornito in comodato d’uso gratuito.

E se pensate che le mie siano solo battute da copione cabarettistico, allora riponete ancora troppa fiducia nelle istituzioni parassitarie italiche, le quali come obiettivo hanno solo la rielezione dei propri rappresentanti, ripeto i propri e non i vostri, e quindi ciò che fanno, o meglio ciò che simulano di fare, ha il solo scopo di ingannare il pubblico guadagnando consensi effimeri e temporanei, quanto basta per ottenere un determinato esito referendario o elettorale.
Volete ancora farvi comprare per un piatto di lenticchie? Per 80 euro di bonus sulle tasse, manco per tutti?

Finché lo farete i parassiti che ci governano potranno continuare a fare i cabarettisti sulla vostra pelle. Quando tirerete fuori gli attributi, se non sono già atrofizzati, forse inizieranno a prendervi sul serio e a temervi, ma finché rimarrete testimoni passivi come il pubblico televisivo che si abbevera a palinsesti demenziali, continueranno a fare i loro interessi e a prendervi in giro come meritate.

Concludo rammentandovi, nel caso i media cui vi abbeverate non ve l’abbiano riferito, che a crescere in modo esponenziale oltre ai lavoratori precari ed i poveri è stata anche la spesa pubblica, soprattutto dopo l’accoppiata Monti-Fornero, nonostante l’austerità, per Voi non per loro, perché aumentando le entrate fiscali aumenta in proporzione anche la spesa pubblica, che non va mai a beneficio di chi ne avrebbe bisogno (sanità, assistenza sociale, previdenza, ecc., altrimenti non ci sarebbero queste pantomime sull’APE Social) ma va sempre a beneficio di qualche lobby, clientela, consorteria, conventicola, ecc.. Non lo sapevate?

Claudio Martinotti Doria - claudio@gc-colibri.com

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