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giovedì 20 ottobre 2016

Assorbimento nel grande Vuoto di Roberto Anastagi


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Oggi  dopo aver pranzato ho dato un'occhiata veloce al PC prima di tornare al lavoro e mi ha colto alla sprovvista la notizia della dipartita di Roberto Anastagi, un amico acquisito tramite internet e che, nonostante non ci fossimo mai incontrati di persona, grazie ai suoi aforismi,  i suoi inviti alla riflessione e soprattutto i tanti dialoghi tra lui e Paolo D'Arpini, consideravo ormai uno di famiglia. 

A volte condividevo i suoi pensieri, raramente non li trovavo confacenti al mio spirito, ma il suo modo di fare, umile e intelligente, aperto anche al contraddittorio, me lo avevano reso molto caro.

Andrò, andremo a spulciare in qualche sua mail, e lo faremo nel tempo, non solo oggi, perché, come rimane vivo il suo spirito con noi, rimarranno vive anche le sue parole. Buon viaggio, Roberto, ovunque tu sia, aspettaci che fra un po' arriviamo anche noi!

Caterina Regazzi

1 commento:

  1. Considerazione di U.G.: “La coscienza è talmente pura che qualunque cosa facciate per purificarvi non fa altro che rendervi impuri. La coscienza deve sgorgare, per così dire: deve purgarsi da ogni traccia di santità e non-santità, da tutto quanto. Anche ciò che voi considerate «sacrosanto» è una contaminazione in quella coscienza. Non avviene attraverso una volontà da parte vostra; quando le barriere vengono distrutte, non attraverso uno sforzo da parte vostra, né per mezzo della vostra volontà, allora le chiuse si aprono e tutto scaturisce. [...] Lo stato di coscienza separativo non funziona più; c’è sempre lo stato di coscienza unitario, e niente può toccarlo. Qualunque cosa può arrivare – un pensiero buono, cattivo, il numero di telefono di una prostituta di Londra… [...] Quello che viene non ha nessuna importanza – buono, cattivo, sacro, profano. Chi può dire: «Questo è bene; questo è male»? – è tutto finito. Si è come ricondotti alla sorgente.”

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