La mail di Piero Negroni di circa 10 giorni fa diceva così: “Cari amici, come preannunciato, faremo un altro Cantamaggio SABATO 30 MAGGIO 2015 A MONTALTO DI ZOCCA, con partenza alle 14 dalla piazzetta di Montalto. In allegato il volantino con le indicazioni stradali”. Un’altra mail di alcuni giorni dopo precisava che trattavasi di Montalto di Montese e non Montalto di Zocca. Piero nella sua ex bolognesità, quindi scarsa conoscenza del territorio della montagna modenese, almeno di una sua parte, vedendo che, sulla carta, Montalto appare più vicino a Zocca che a Montese, avrà pensato che facesse parte del primo comune. Quindi un invito stringato, stringatissimo, direi, tutto basato sulla sorpresa, niente effetti speciali, niente percorso, niente numero di tappe e durata in ore, minuti…
Dato che spesso incontro Piero a qualche mercatino e che sempre mi invita con calore a partecipare al Cantamaggio, che si ripete da anni, anche più volte in un mese, stavolta mi ero proprio ripromessa di andare. Siccome però il giorno precedente non mi ero sentita benissimo e già ero andata oltre Zocca per lavoro con una certa fatica, me ne era passata un po’ la voglia. Per fortuna Paolo mi ha dato uno “scrollone” e mi ha convinto a non rinunciare.
Siamo partiti appena dopo pranzo facendo la corta per Guiglia. Dopo poco mi è parso di vedere in una deviazione una scorciatoia che avevo fatto anni addietro con Margherita, l’ho presa, ma evidentemente non era quella giusta perché ci siamo ritrovati a passare da Rocchetta e poi a scendere arrivando dopo la Casona di Marano. Chieste indicazioni, fatto dietrofront e ritornati sulla strada da Guiglia a Zocca, era ormai un po’ tardi e non avevamo molta fiducia di trovare ancora il gruppo, invece, per fortuna, siamo arrivati che erano ormai le tre, dopo un miliardo di curve, proprio nel momento in cui stavano partendo a piedi per la passeggiata… Ci siamo subito accodati, salutando Piero e il gruppo di presenti e via per l’avventura.
Lungo la strada per arrivare alla prima sosta già le musiche bellissime del gruppo Lanterna Magica hanno cominciato a risuonare per la campagna, seguite da applausi. La prima tappa in un’azienda agricola, di un tal Fausto, con vacche da latte che io avevo già visitato l’anno scorso per motivi di lavoro, molto bella, con animali ben tenuti. Lì l’aia era grande, abbiamo per prima cosa fatto un cerchio e ricevuto un testo in forma scritta, l’abbiamo cantato in coro come buon augurio, poi sono incominciate le danze, ad alcune delle quali abbiamo partecipato anche io e Paolo, poi abbiamo smesso soprattutto e per fortuna, per conservare il fiato per la camminata che ci restava, che non sarebbe stata cosa da poco.
La merenda offerta è stata buona ed abbondante, con salumi, ottimo parmigiano, pane e un paio di dolci casalinghi ottimi. Acqua vino e bibite, per dissetarci. La seconda tappa è stata una “sorpresa”: si, infatti, gli ospitanti avevano capito che saremmo passati il giorno successivo (ma per fortuna invece no, oggi mentre scrivo, è appunto domenica e piove che Dio la manda). Magli ospitanti erano comunque a casa e la dispensa non era vuota, in fretta è stato imbandito un tavolo, cantato, ballato, mangiato e bevuto.
(Dimenticavo di descrivere la bellezza della zone: era tutto un fiore, gialli, rossi, rosa, bianchi, una meraviglia incredibile e indescrivibile. Le foto che ho fatto, causa anche della scarsa perizia mia e della non ottima qualità della macchina, rendono poco e male l’incanto.)
Abbiamo camminato solo in parte su strade asfaltate ma quasi vuote dalle auto, per la maggior parte abbiamo percorso sentieri “inventati” in mezzo all’erba alta e sulla terra umida e resa scivolosa da ruscelletti attraversando anche un rigagnolo, scivolando qua e là….. Bravissimi gli studiosi del percorso. I partecipanti al Cantamaggio sembrava si conoscessero già un po’ tutti, alcuni ci hanno chiesto da dove venivamo. Abbiamo scambiato alcune parole con qualcuno, tutte belle persone, tranquille, gentili, affabili e sorridenti. Molta gioia.
Ultima tappa, un’altra azienda agricola, anzi, due assieme, una di vacche da latte e una di pollame biologico (polli, galline, anatre, faraone, oche) anche questa di mia conoscenza per questioni di lavoro. Tra le cibarie offerte c’erano le uova sode delle loro galline modenesi, a guscio bianco, di piccola pezzatura. Andrea, il titolare ci ha anche raccontato come funziona il suo lavoro e cosa mangiano i suoi animali che cerca di allevare come facevano i suoi avi. Le difficoltà ci sono e non sono poche, come in tutto il settore agricolo e zootecnico. Egli ha accompagnato i presenti, che poi avrebbero chiuso in bellezza la giornata con una pizzata, dopo aver visitato gli animali, ma a quel punto io e Paolo eravamo veramente stremati, soprattutto a causa dell’ultima salita, lunga, ripidissima e sotto il sole, ed abbiamo preferito tornarcene a casa. Erano le 19 e 30, il tempo di scendere a valle velocemente e raggiungere Spilamberto, ed erano già le 20 e 30.
Un pomeriggio memorabile, bei posti, belle persone, bella musica, buon cibo, bella faticata! Un particolare grazie a Piero Negroni ed agli altri organizzatori per averci invitati…
Caterina Regazzi
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