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venerdì 15 marzo 2013

Continua la crescita delle fonti rinnovabili e il calo dei consumi di energia




Decrescita è ormai il miglior termine per definire il mondo dell’energia in Italia. 
Dopo un 2012 di cui abbiamo già rilevato i numeri, il 2013 non muta questo andamento. 
Il consumo interno lordo di gas metano è sceso del 6,8% nel mese di gennaio, ancor di 
più quello di prodotti petroliferi: -10,4%. 
I consumi di elettricità erano calati a gennaio del 2,4%, a febbraio segnano un -5,1% 
rispetto a dodici mesi prima (il calo reale è stato dell’8,1% ma rispetto al 2012 febbraio 
ha avuto un giorno in meno e una temperatura media inferiore di circa un grado 
centigrado, pertanto il dato depurato è del 5,1%). 

Ancora in diminuzione la produzione termoelettrica (-23,9%) rispetto al febbraio 2012, un settore 
ormai in crisi conclamata. Sempre in confronto ad un anno fa, segnano un segno 
“più” l’idroelettrico (+43%) dopo un 2012 poco generoso di piogge, la produzione del vento 
(+19,1%) e del sole (+11,2%). In particolare a febbraio in Italia l’idroelettrico ha prodotto 3 
TWh (miliardi di chilowattora), l’eolico 1,3 TWh e il fotovoltaico 1,1 TWh. Dati positivi 
questi perché corrispondono a energia prodotta senza import (Nel 2012, il saldo 
commerciale italiano è stato positivo per 11,0 miliardi, al netto dell’energia sarebbe stato 
positivo per ben 74 miliardi!) e senza “bruciare” nulla, rimane però negativo il dato 
sull’import di energia elettrica dall’estero che sale invece di scendere. 
Il cambiamento di scenario, non previsto dagli amministratori delegati delle aziende 
elettriche, appare ormai irreversibile, nessuno pensa più che i consumi possano risalire 
ai livelli pre-crisi, lo ammette anche Fabio Santini, Direttore Area Mercato dell'Energia di 
Federutility (vedi canalenergia.com), citando non solo la crisi economica ma anche 
l’effetto dell’efficienza energetica. 

Le imprese avviano ristrutturazioni e cassa integrazione. Da tempo in Enel si parla di 
una cifra vicina al 10% del personale in Italia come eccedente, A2A/Edipower ha 
annunciato la fermata con cassa integrazione a rotazione in quattro centrali, la chiusura 
della sede di Mestre e 400 esuberi di personale. (Staffetta quotidiana 6 febbraio 2013). 
Anche senza rinnovabili in Italia il parco termoelettrico è eccessivo e ammonta a 70 mila 
MW a fronte di una domanda massima di 56 mila MW (dato 2011), inutile pertanto dar la 
colpa al fotovoltaico, la verità è che servono idee per riconvertire le nostre utility. 

Ieri il Gestore dei servizi energetici (GSE) ha invece pubblicato i dati del parco alimentato 
a fonti rinnovabili: a fine 2012 la potenza installata è salita a 47.092 MW (+13,7% 
rispetto al 2011), e il maggior aumento è negli impianti a bioenergia (+34,5%) seguito dal 
fotovoltaico che ha collegato alla rete 3.577 MW, un buon dato anche se non 
paragonabile ai novemila del 2011, del resto quest’anno il calo sarà ulteriore e per questo 
settore si tratta di riuscire a passare il guado del passaggio dal mondo degli incentivi a 
quello senza. Di certo per questo 2013 la stima (ottimistica) è di 2 mila MW. Da record 
anche la performance dell’eolico, +41% di elettricità prodotta. 

Se si fa una analisi degli ultimi quattro anni è impressionante la crescita nella 
produzione di elettricità “verde”: +81% dalle bioenergie, +103% dal vento, mentre per il 
sole occorre lasciar perdere le percentuali perché l’elettricità prodotta si è centuplicata e 
la produzione del 2012 è più che doppio rispetto alla produzione del nucleare italiano nel 
suo massimo anno di splendore (fu il 1986 con 8.750 GWh generati). 

Quali dunque i problemi impellenti di questo settore? Servirebbero urgenti misure di 
semplificazione per far continuare lo sviluppo ed evitare i licenziamenti nel solare 
fotovoltaico e nell’eolico, non servono nuovi incentivi basterebbero detrazioni fiscali (come quella del 55%) e possibilità di finanziamenti a interessi bassi (tipo quelli che la BCE ha 
fatto alle banche), magari tramite un fondo della cassa depositi e prestiti, per permettere 
alle famiglie di auto produrre e ridurre i coti della bolletta. E un analogo meccanismo 
servirebbe per le rinnovabili termiche che dal conto approvato lo scorso anno 
guadagneranno poco, anzi per settori come le pompe di calore non servirà a nulla. 
Servirebbe eliminare la Robin Hood Tax di Tremonti perché non esistono i presupposti su 
cui si basava. 

E servirebbe che con urgenza fosse realizzata la famosa Sorgente – Rizziconi, ovvero che 
sia steso il cavo sottomarino per unire Sicilia e Calabria e ridurre così il costo in borsa 
dell’elettricità in Sicilia avendo come effetto conseguente al riduzione sull’intera penisola 
(poiché il prezzo di acquisto dell’energia elettrica nella borsa italiana è il risultato della 
media dei diversi prezzi zonali). Già ai tempi delle velleità nucleari del governo di 
centrodestra sostenemmo che non servivano nuove centrale e che per ridurre il costo 
dell’elettricità bastavano (allora) due cavi: uno per collegare la Sardegna e uno la Sicilia. 
Ora quello con la Sardegna è in esercizio e basta guardare l’ultimo rapporto del GME sui 
costi dell’elettricità all’ingrosso di gennaio 2013 per vedere come il costo sardo sia 
perfettamente allineato a quello della penisola: 60,47 euro al MWh (addirittura meno del 
nord Italia!) mentre quello siciliano continua a svettare a 90,88 euro! (Fonte GME)

La distanza fra il reale e l’ideale, fra la realtà e i traguardi è fatta del quotidiano e il 
quotidiano è giorno dopo giorno saper silenziosamente costruire e “costruire è potere e 
sapere rinunciare alla perfezione”*. 
Auguri a chi ci governerà. (Prima o poi). 

Roberto Meregalli (roberto@beati.org) 

Dati sui consumi di petrolio: 
http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/consumipetroliferi.asp
dati sui consumi di metano: 
http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/bilanciogas/2013/Bilancio_GAS_2013_01_rev1.xls 
Dati del GSE sulle rinnovabili elettriche: 
http://www.gse.it/it/salastampa/GSE_Documenti/Dati%20preliminari.pdf
Ultimo rapporto GME: 
http://www.mercatoelettrico.org/Newsletter/20130214Newsletter.pdf
*: “Costruire”, di Niccolò Fabi. 

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