Michele Meomartino e Paolo D'Arpini
Caro Paolo D'Arpini, qualche giorno fa mi sollecitavi a scrivere qualcosa sull'evento di presentazione della Rete Olistica Adriatica ed io ti risposi che ero impegnato. Così, rubando un po' di orette al sonno, ho scritto questo reportage. Mi è scappata la mano perché quando entro nella narrazione è difficile uscirne.. A tempo perso dagli un'occhiata, così saprai come l'ho vissuto.
Un abbraccio, Michele Meomartino
Rete
Olistica Adriatica
Dopo
il positivo esordio della ROA che ha spinto molti a formulare
apprezzamenti più che lusinghieri, per non dire eccessivi, tra
l’irenico e l’ironico, ecco il mio reportage. Ma prima
permettetemi di ringraziarvi tutti/e. Al buon esito della serata
hanno concorso tutti o quasi.
A
dir il vero, la giornata di Sabato 2 Marzo, non era iniziata bene.
Alle 6 di mattina il cielo era grigio e le strade erano
bagnate. Verso le 6.45 mi arrivata un sms: “Articolo su
Il Centro. Ciao Francesco”. Mi infilo un pantalone, esco di casa e
mi reco da Graziano, il mio giornalaio. “Chi s’arved…” è
l’incipit dell’occhialuto amico. Acquisto il giornale. In pratica
la redazione del noto giornale si è limitata a dare la notizia e a
scrivere il testo preparato da Adriana.
A
mezza mattinata, arriva l'email di Patrizio: " Sono a Roma per
lavoro. Non so se farò in tempo a ritornare. Provvedete ad
affiancare Attilio nella conduzione della serata". Maronn!
Povero Attilio, lui che mi manifestava le sue perplessità per questo
compito che non aveva mai svolto. Tranquillo Attilio, ti preparo il
crono - programma che manco un navigatore satellitare sarebbe tanto
capace di aiutarti alla guida, pardon, alla conduzione della serata.
Su quella traccia, il buon Attilio, da persona diligente qual è,
forte di una memoria da elefante, ha saputo condurre la serata con
estrema abilità ed equilibrio.
Alle
16.15 ci rechiamo all'Auditorium. Quasi in contemporanea arrivano
Rosaria Rossi, la cui discrezione è pari solo alla sua preziosa
operosità, e Bruno Bruglia della Completezza. Cominciamo a sistemare
la sala. Prevedendo una certa partecipazione, sistemiamo altre sedie
in sala. In totale ben 220 posti a sedere.
Un
po' alla volta arriva tutta la Rete e come i Re Magi portano doni.
Manca la mangiatoia e tutto il resto, ma di li a poco ci sarà chi
mangia! Poi arriva l'operatore Rai e mi chiede che cosa deve
riprendere. Gli consiglio di riprendere tutto, almeno fino a quando
rimarrà in sala, e poi in sede di montaggio sarà il giornalista, la
redazione a confezionare il pezzo e scegliere le immagini più
adatte.
Squilla
il cellulare: "Michele, siamo arrivati. Sto con Matteo, Cristina
e i bambini. Siamo affianco ad un edificio giallo ocra dove c' è una
banca". Gli rispondo: "Marco sei arrivato". E' Marco
Ferrante, il teatino di Ripa, l'Alethofilo in terra d'Abruzzo che
non di rado frequenta la bella città di Osimo. Ecco Matteo
Marchesini il saggio presidente dell'Accademia Alethofili e i bimbi,
Elisa e Giacomo, mentre Cristina si attarda in macchina per poi
apparire in tutta la sua statuaria bellezza dal fondo della sala.
Baci e abbracci.
Ad
un certo punto, arriva Francesco Mazza con il suo borsone
d'ordinanza. “Che cosa nasconderà al suo interno?” Mi chiedo non
senza curiosità. Il buon Francesco, che ha preparato insieme ai
markettari il bellissimo logo e poi ha imbastito le slide show, da
fotografo professionista, tira fuori tutto l'armamentario. Ammazza
che cannocchiali! D'ora in poi, non si muoverà foglia in sala che
Francesco non l'abbia immortalata con il suo click.
Intanto,
arrivano Patrizia Splendiani, una delle api dell'Associazione
l'Alveare e sistema il proiettore e uno dei mariti delle Psiconaute
(spero le amiche della bella associazione di psicologi mi
perdoneranno per la dimenticanza del nome di uno dei loro consorti) e
piazza la telecamera per la registrazione.
Quatto,
quatto, tomo, tomo, direbbero a Napoli, arriva Alberto La Morgia,
come al solito elegantissimo. A lui l'onore/onere di presentare
all'inizio la Rete. Mi avvicino e quasi mi specchio nel
guardare le sue scarpe, tanta è la cura con cui le ha
spazzolate! Poi accende un incenso e passeggia su è giù per la
sala rivelandoci il suo stato d'animo. Probabilmente
il nostro decano sta meditando sul discorso che dovrà fare.
Mentre
Alberto è assorto nei suoi pensieri, arriva Patrizia Primiterra.
"Michè dove sistemo le campane di cristallo?" Preziose
quanto delicate, accuratamente imballate, le campane evocano sonorità
antiche, capaci di condurre l’animo a profondità abissali, la cui
misura è pari solo all'altezza del suo volo.
Le
dico: "Sistemale sotto il telo. Li non dovrebbero dar fastidio e
sono protette". Nel frattempo Patrizia concorda con Cristina
di unire i loro interventi alla fine della serata. Una scelta
che poi si rivelerà particolarmente felice regalandoci
ulteriori vibrazioni.
Ecco,
sono arrivati anche Maria Grazia Lopardi e Biagio Russo, con i
rispettivi consorti, Giulio e Nicolina. I due prestigiosi relatori
arricchiranno la serata da par loro con due interventi magistrali
sulla spiritualità. Interventi dal diverso timbro che ci schiudono
universi appena intravisti. Peccato che il tempo non ci
abbia concesso ulteriori riflessioni, ma ne riparleremo. Non
faccio in tempo a salutarli e ad invitarli a verificare che tutto sia
a posto con il proiettore, che arriva Emy, la mia socia negli eventi
ludici, a cui avevo chiesto un aiuto per la gestione dell’audio.
Intesa collaudata, come ai vecchi tempi. Con Emy basta un cenno per
capirsi.
Intanto,
sbircio nello stanzone affianco dove abbiamo sistemato il buffet.
Quanta grazia di Dio! E che profumi! A chi ha preparato il
vettovagliamento, porgo i miei coltelli, dalla parte del manico,
s'intende, e consiglio: "Cominciamo a tagliare a
pezzetti rustici e torte, perché l'assalto famelico alla fine non ci
darà più tempo e tregua. Meglio preparare tutto prima e chiudere la
porta. "Non si sa mai, qualcuno potrebbe avere un travaso di
saliva!
"Ma
Barbara, dov'è ?" Dico a Franco. "Dovrebbe arrivare a
momenti", mi rassicura il prode consorte che si piazza sotto il
quadro delle luci. Sarà lui a gestire le luci in sala. Barbara
arriverà più tardi e porterà i fogli per la raccolta dei dati
personali. E come concordato, si unirà alle altre in segreteria.
La
bella squadra della segreteria tecnica è posizionata all’ingresso
dell’auditorium e si alternano un po’ tutte le donne della Rete.
Intravedo le due Silvia, Marzoli e D'Orazio, Rosy, Annalisa e Anna
Paola. Penso tra me: "Con queste qui, con la loro simpatia e
bravura, saranno capaci di intrattenere tutti. Faranno firmare pure i
morti!" E poi, con la risata di Anna Paola non c'è bisogno di
nessun megafono per richiamare l’attenzione. La sentiranno anche a
Piazza Salotto!
Affianco
alla segreteria, ci sono i tavoli riservati per il materiale cartaceo
promozionale. A presidiarlo Flavia e il duo “cerquettiano”,
composto da Enricone e dalla dolce Valentina, la sua sicula
fidanzata. La gente passa e chiede, si prende la sua brochure e la
rimette in borsa...
Intanto,
le prime luci dei lampioni illuminano la strada. E' sera. Le macchine
in fila davanti al semaforo e la gente si riversa per strada.
Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno infondo perso per i
fatti suoi, direbbe Vasco! E’ il primo Sabato di Marzo e si odono i
prodromi di una primavera incipiente. Almeno si spera.
Ritorno
in sala, siamo oltre l'orario di inizio. "Alberto, che facciamo?
Aspettiamo ancora qualche minuto". Alberto annuisce. Intanto
vedo in sala amici e li raggiungo per salutarli. Incrocio Elisabetta
che mi dice: "Che fai non mi saluti?" "Certo, mia
cara" e le schiocco un bacione. Ma, per la par condicio, non
posso esimermi da altri baci, quelli verso Marina, Velia, Patrizia,
Emilia,... E dico a me stesso: "Ma tutti questi baci di
donne, non mi faranno male?" Nell'incertezza, è meglio
abbondare. Il loro ricordo mi terrà compagnia nell’ora della
consolazione…
E
cosi, salgo fino all'altezza dove staziona Lino e la sua gentile
consorte. Il nostro osteopata, già nell'ultimo incontro di
coordinamento, aveva annunciato, non senza piglio, l'adesione della
moglie alla Rete, impossibilitata a partecipare perché doveva e deve
accudire la figlia/o di 6 anni, e come segno di attiva
partecipazione ci porta una bella torta. Ma le torte non finiscono
qui . E' la volta di
quella di Silvana e Franco con tanto di fiocco. Due splendide persone
a cui voglio molto bene. Sempre gentili e disponibili. Alla fine
della serata ospiteranno a casa loro anche Bruno Bruglia da San
Benedetto.
Nel
ritornare alla mia postazione incrocio i due Fabio, Ruggeri e
Torrieri, Alessandro, Anna De Ninis e il marito, Simona e Silvia, e
in ultimo le olistiche massaggiatrici: Rosana e Ivana, le nostre
venezuelane, e le autoctone shiatsuche Barbara, Elisa e Antonella.
Meglio
il massaggio alla sudamericana o quello in salsa giapponese? Questo è
l'arduo dilemma! Quando l'avrò sperimentato, se sarò sopravvissuto,
vi dirò..., spero con sommo gaudio!
Ancora
un consulto. Questa volta con Marco e Attilio. "Ragà sono le
17.45. Fra poco si parte. Scaldate i motori!". La sala è
strapiena e io mi aggiro tra le prime file, mentre Alberto si
avvicina con Antonio Masella e Flavia Gioia. "Michè ci siamo
anche noi”. Gli rispondo: "Antonio, cercate di venire qualche
volta agli incontri di coordinamento." "Si, ma se li
organizzate sempre in mezzo alla settimana, io e Flavia saremo sempre
impegnati con il nostro lavoro".
Se dipendesse da me,
della serie "sto con i monaci e zappo l'orto". Quello che
decide il gruppo, io mi adeguo, mi verrebbe da dire…
Finalmente
alle 17.55 inizia l' avventura. Faccio segno a Franco di spegnere le
luci in sala e inizia lo stacco musicale del cantante brasiliano
Palco. Dopo 30 secondi, come convenuto, Franco riaccende le luci, Emy
sfuma la musica ed ecco apparire Attilio, elegante ma non troppo, in
giacca blu, camicia bianca e jeans sportivo che con estrema sicurezza
pronuncia le prime parole: “Buona sera a tutti”. E il ghiaccio si
frantuma.
L'attesa
è vibrante in sala, arrivano gli ultimi ritardatari e si sistemano
come possono. Alcuni anche per terra. Ci sono non meno di 250 persone
in sala. C'è anche un piccolo cagnolino. Roberta, la padroncina, lo
tiene in una borsetta. Si vedono solo il muso e le orecchie
appuntite.
Arriva
il primo intervento. E' il turno di Alberto. Poche parole e tono
pacato. L' ingegner La Morgia non si perde in chiacchiere,
è abituato con i numeri. Conosce l'essenziale, presenta la Rete e il
breve cammino che ci ha portato fin li. Dopo il suo intervento è
Anna De Nigris ha condurre la prima meditazione. Le sue, sono parole,
chiare e dolci, come il miele, di una signora distinta, sempre alla
ricerca della Kundalini. Perfino i bambini seguono le sue indicazioni
e alla fine tante sono le mani che si alzano a segnalare la presenza
di quella brezza vivificante…
E'
il momento delle slide show preparate da Francesco. La musica del
celebre film "La vita è bella" accompagna la prima
parte della proiezione. In quasi 40 slide c'è tutta la Rete. Alla
fine un lungo applauso a suggellare quei vibranti istanti.
Si
ricomincia con l’intervento di Maria Grazia Lopardi e le sue
interessantissime connessioni tra il "suo" Celestino V e
papa Ratzinger. Come sempre è un piacere ascoltarla e apprezzare la
sua passione oltre che la sua bravura.
Le
subentra Biagio Russo, il sumerologo, il ricercatore delle antiche
civiltà. Dopo qualche incertezza con il suo telecomando che fa le
bizze, ci delizia per oltre un quarto d'ora con la sua cultura. Anche
lui ci offre importanti connessioni tra mente, spirito e corpo.
Potente l’immagine del nolano nell’ultima slide che chiude il suo
intervento.
E
infine, il momento, forse, più vibrante con il duo Patrizia -
Cristina. Le luci si spengono in sala, non vola una mosca, sullo
schermo appaiono delle immagini e qualche didascalia. La voce sottile
di Cristina, appena si libera nell’aria, quasi fosse un flauto, e
come in una preghiera le sue parole arrivano dritte al cuore.
Poi,
i primi lievi tocchi delle campane accarezzate con maestria da
Patrizia inondano la sala e tutto diventa magia. Man mano le onde ci
avvolgono e ci trasportano laddove finisce la parola e c'è solo
l'eco del silenzio...,e la commozione sale.
Si
riaccendono le luci, e ancora frastornati da quell’ incanto, si fa
fatica a ritornare alla normalità. Poi, finalmente, il respiro
ritrova la sua pace. Gli applausi si riversano copiosi in sala e
sommergono il mio brevissimo intervento e benché emozionato riesco a
fare alcuni doverosi ringraziamenti.
Finalmente
arriva l'onda famelica che si riversa sul buffet. Per fortuna i
nostri hanno preparato tutto prima. Rosaria, Fabio, Rosana, Ivana e
altri della Rete a gestire il tutto. Il povero Plinio rimane fuori,
non se la sente di avvicinarsi al buffet. Si fa fatica a trovare lo
spazio tra la folla. Anche perchè qualcuno si è incatenato al
tavolo e non c'è verso di spostarlo. A Plinio ci pensa il
sottoscritto a porgergli un bicchiere di prosecco.
Auguri vecchio
leone!
Facce
sorridenti, piccoli capannelli che cianciano, qua e la, vecchi amici
che si ritrovano, foto di circostanza con tanto di posa, note volpi
del deserto nella speranza di trovare qualche "gallina",
iettatori di professione in abiti chiari per non farsi
riconoscere e tanta varia umanità… Ancora baci e abbracci, e io e
il prode Franco a smontare la baracca.
Forza
su, cominciamo ad uscire. Con voce sicura invito gli ultimi gruppetti
che si stavano attardando. La festa è finita, andate in pace, si fa
per dire. Con un manipolo di 30 retini ci dirigiamo nella vicina
Piccola Pizzeria. Un piccolo contrattempo ci impedisce di cenare
subito. Le pizze arriveranno poco più tardi e saranno anche gradite.
Così pare. Sono circa le 23.30 quando ci congediamo per i saluti
finali.
Ma non finisce qui.
Passa
la Domenica, lunedì mattina, dopo aver contato a casa gli euro,
frutto della raccolta di Enrico, ben 200, mi reco da un barista per
farmele cambiare in moneta cartacea. Vi risparmio la descrizione
della faccia stralunata del barista. Ha pensato alla raccolta delle
elemosine di qualche lavavetri al semaforo! Vagli a spiegare che
l'abbiamo raccolti durante la presentazione della Rete!
Ritorno
all’Auditorium per la consegna delle chiavi, ma prima devo
rimettere a posto tutto. Gli accordi stipulati e da me firmati
prevedevano la consegna delle sale così come l’avevamo trovate,
cioè pulite. E vai di ramazza…, poi è il turno di riportare sedie
e tavoli ( quelle che avevamo aggiunto) a loro posto, nell’altra
sala. E vai…
Quando
finalmente pensavo di aver terminato, uno scrupolo mi suggerisce di
ispezionare i bagni. Spengo due luci che erano rimaste accese, tolgo
qualche carta finita in un lavello e poi sorpresa finale…, un cesso
tappato! Azz!
Qualche
Str…, pardon qualche anima pia ci ha voluto fare lo scherzetto
finale! “E vabbuon, che vu fa!” Avrebbe detto mia nonna
allargando le braccia! Tra me pensavo: “Se avviso gli impiegati
della circoscrizione, questi come minimo chiamano l’antispurgo del
Comune. Figurati!”
Non
perdo tempo, mi arrangio con quello che ho. Vi risparmio i
particolari… Dopo mezzora un gorgoglio annuncia l’avvenuto
sturamento! Che sudata!
Se
penso che Sabato sera, le campane mi avevano fatto spiccare
il volo oltre le nubi, il ritorno è stato molto repentino verso il
basso, direi rasoterra! Quasi a volermi riconsegnare alla nuda e
cruda realtà.
Ma
non si trovava Dio nella cloaca di Parigi, scriveva ne “I
Miserabili” Victor Hugo? Certo, aggiungo, lo troverò anche
all’inferno, che non esiste, perché da quell’abisso non si può
che risalire.
E
il nostro Fabrizio, il grande cantautore degli emarginati e delle
storie impossibili, non ci ricordava in una delle sue canzoni che:
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori ?”. E
con questo sommo insegnamento, così lontano dalle nostre esotiche
rappresentazioni, miei cari, voi che avete avuto la pazienza di
seguirmi fin qui, mi concedo da voi.
Michele Meomartino
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