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lunedì 27 luglio 2015

Andar a scuola di "orti urbani"!



E’ tempo di crisi e molti italiani non riescono ad arrivare alla fine
del mese con la sola pensione o con lo stipendio. Si risparmia su
tutto e in molti casi si rinuncia anche alla frutta e alla verdura
perché dall’avvento dell’euro sono diventati generi alimentari molto
costosi. Per chi vive in città, rispetto ai piccoli centri abitati,
tali problemi si sono amplificati di molto. Nascono così in
tutt’Italia gli orti sociali e gli orti urbani. 
Negli ultimi anni, il
numero delle persone interessate e impegnate a coltivare un orto è
andato sempre di più crescendo. Ma non sono solo i soliti pensionati a
trasformarsi in contadini urbani, vi troviamo anche giovani, donne,
impiegati e professionisti. Alcuni comuni italiani in questo settore
si sono attrezzati istituendo uno sportello apposito, gli altri, i
più, ancora ci stanno pensando. Diamo allora qualche informazione ai
nostri amici e lettori per saperne di più su questi orti.

Per prima cosa vanno individuate le aree urbane, soprattutto
periferiche, dove è possibile creare un orto. Poi sarà utile
costituire un gruppo di persone interessate a coltivare questi terreni
periferici abbandonati, creando mappe e progetti da sottoporre al
proprio comune. Fatto questo si dovrà fare richiesta al proprio comune
per ottenere l’autorizzazione per l’allestimento degli orti sociali o
urbani.

Ma che cos’è un orto urbano?
Sono spazi dedicati all’agricoltura domestica, alla creazione di un
piccolo orto, che molti Comuni, soprattutto in città, mettono a
disposizione della comunità.
Gli orti urbani o sociali sono messi a disposizione dei cittadini che
abitano in appartamento e non dispongono di uno spazio adeguato da
potersi dedicare al giardinaggio e alla coltivazione di verdura e
frutta.

Qual è la procedura per richiedere un orto urbano?
Per richiedere l’uso di un orto urbano, se il comune è già attivo in
questo settore, prima di tutto sarà necessario entrare in qualche
lista di attesa. Contrariamente sarà necessario portare
all’assessorato specifico il progetto e l’elenco delle persone
interessate, con la richiesta ufficiale per usufruire dei terreni
comunali.
Per i comuni già attivi sugli orti sociali varranno alcuni requisiti
che dovranno stabilire una graduatoria per l’assegnazione degli spazi.
I requisiti variano da Comune a Comune, pertanto è consigliabile
richiedere al Comune di competenza i criteri di assegnazione dell’orto
urbano o sociale. Tra i requisiti: l’assenza di conviventi che già ne
gestiscono uno, per evitare di assegnare spazi allo stesso nucleo
familiare. Di solito l’assegnazione degli orti urbani avviene per
alcuni anni consecutivi e successivamente si deve lasciare lo spazio
oppure partecipare di nuovo alla selezione.

Bisogna pagare il Comune per usufruire di un orto urbano?
Alcuni orti urbani vengono concessi gratuitamente, per altri occorre
versare una piccola quota annuale, una cifra quasi simbolica che serve
per pagare le spese di gestione dell’area a fronte dell’acquisizione
dei prodotti dell’orto da parte dei cittadini.
In alcune zone dell’Italia spesso gli orti vengono coltivati in forma
collettiva, come giardino comunitario; infatti le persone anziane che
hanno giardini di proprietà, ma non sono più in grado di occuparsene,
vengono messe in contatto con altri cittadini che possono occuparsene
direttamente. Il giardino di queste persone rivive quindi e i prodotti
dell’orto vengono divisi equamente tra il vecchio proprietario e chi
se ne occupa. A Milano, per esempio, è nata addirittura una rete,
quella delle Libere rape metropolitane, che raccoglie tutti gli orti e
le realtà di verde spontaneo e “partecipato”.

Gli orti sociali o urbani sono anche una soluzione al degrado delle
periferie delle città troppo spesso abbandonate e il più delle volte
prive di manutenzione, essi infatti rilanciano gli spazi pubblici, li
valorizzano e li rendono produttivi per chi li coltiva.

Sono molti i vantaggi di un orto urbano:
Educare al rispetto dell’ambiente.
Ridurre la produzione di rifiuto organico attraverso l’attivazione di
piccoli processi di compostaggio.
Fornire un’integrazione al reddito attraverso l’autoconsumo.
Fornire alle scuole, attraverso la creazione di “orti didattici”, uno
strumento per approcciarsi in maniera innovativa ed esperienziale
all’insegnamento delle scienze.

Filippo Mariani

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