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sabato 15 dicembre 2012

Spilamberto - Pubblicità cartacea indesiderata nelle cassette della posta




QUANTA PUBBLICITA’ CI VIENE MESSA NELLE CASSETTE POSTALI?


Si è quindi deciso di conservarla per 12 mesi di seguito, risultato:
nelle rispettive buchette situate in due vie lontane fra di loro
abbiamo accumulato ciascuno 16 chilogrammi...


La pubblicità che riceviamo a casa nella cassetta della posta è
soggetta a qualche forma di tassazione o contributo per lo
smaltimento? Da una prima indagine sembra proprio che questo tipo di
pubblicità non sia soggetta a nessuna tassazione o contributo per il
suo smaltimento, né di imposta sulla pubblicità; significa che tutta
questa pubblicità la paghiamo noi consumatori! Non solo quando
acquistiamo i prodotti il cui prezzo ne tiene conto, ma anche quando
paghiamo lo smaltimento dei rifiuti.


Se invece si ritiene utile questa pubblicità, occorre che si tenga ben
presente quanto ci può costare in termini ambientali e di tassa di
smaltimento rifiuti. Siamo dell'idea che tutta la carta utilizzata
debba essere obbligatoriamente riciclata e riciclabile al 100%. Quanto
alla tassa sui rifiuti, siccome siamo convinti debba essere pagata in
base a quanti rifiuti effettivamente produciamo e dato che a questo
tipo di tariffazione ci si arriverà senz'altro, ecco che questo costo
non deve essere pagato da cittadini che subiscono questo aggravio, ma
dovranno essere quelle imprese che fanno stampare e distribuire questi
depliants. Due soluzioni, semplici e corrette, che possono essere
adottate con facilità senza bisogno di fare leggi, basta un codice di
autodisciplina da una parte e da accordi fra imprese e Comuni
Altri commenti, critiche e suggerimenti sono possibili, l'importante
però è arrivare ad una soluzione che soddisfi tutti, quali quelle da
noi suggerite, ma occorre che le imprese commerciali ed i Comuni siano
spinti a muoversi, lo faranno solo se cominciamo noi a premerli. Per
parte nostra lo faremo portando i 16 chili di carta all'assessore
comunale di Spilamberto che già un anno fa ha ricevuto questa domanda
in un assemblea pubblica ma senza ottenerne riscontri.
Nel contempo invitiamo le cittadine ed i cittadini a fare altrettanto:
scrivete ai vostri rispettivi assessori comunali e mandate copia della
lettera ai giornali e radio della vostra zona.


Infine ricordiamo che esiste la possibilità, tutelata dalle norme, di
rifiutare questa pubblicità, basta incollare sulle cassette un
bell’avviso: NON E’ GRADITA LA PUBBLICITA’! Gli addetti sono istruiti
al rispetto di questo divieto, infatti il mancato rispetto può
risolversi in una causa civile contro l’impresa che ne cura la
distribuzione e tutte le sentenze, fin oda ora, le vedono soccombenti.


Vittorio Molinari
Sauro Sola
 ·
...................

Antecedente: 
Caterina Regazzi:  mia mail a Stefani del 17/8/2011 sullo stesso tema:
Caro Daniele, ti scrivo sperando di avere risposta.
Come comune cittadina di un qualsiasi paese, ma in questo caso il mio
paese è Spilamberto, vorrei porre alla tua attenzione, in quanto
assessore all'ambiente, questo mio pensiero.

Sono stata presente ad un consiglio comunale, tempo fa in cui si
parlava del passaggio dalla TARSU alla TIA in cui spiegavi che alcune
famiglie avranno un aumento ed altre una diminuzione dell'importo da
pagare, ma che nel complesso ci sarà un aumento globale ANCHE perchè
c'è stato un aumento da un anno all'altro, del quantitativo dei
rifiuti.

Non so se qualcuno ha fatto un ipotesi sul motivo di questo aumento,
che, dati i tempi che corrono, pare alquanto strano. Io avrei una
spiegazione da suggerire: una delle cause di questo aumento, secondo
me, è la diffusione sempre più massiccia della distribuzione della
pubblicità cartacea nelle buchette della posta. Non c'è giorno in cui
non vi si trovino uno o più depliant di supermercati, negozi,
venditori, ecc. che vanno in fretta a riempire il sacco della raccolta
differenziata della carta. Per il resto, qualche quotidiano
(raramente, ci sono i giornali on line) e qualche scatola.

Mi chiedo anche se, come chi espone la pubblicità per le strade o nei
luoghi pubblici, questi signori paghino una qualche tassa (non che mi
piacciano le tasse, per carità), In più mi chiedo perchè devono essere
i cittadini che questa pubblicità la subiscono (devo ricordarmi di
mettere un avviso sulla mia buchetta dove dichiaro di non volere
nessun tipo di pubblicità, ma non vedo perchè non devono essere i
distributori a chiedermi invece, se la voglio) a pagarne lo
smaltimento.

Sarà che in tempi di crisi, la concorrenza si fa più "spietata", e
sarà che la pubblicità è l'anima del commercio, ma io noto un aumento
esagerato di questo tipo di attività, che per me comporta soltanto un
dispendio di risorse assurdo, sia per la produzione che per lo
smaltimento.

Non c'è modo di arginare questo fenomeno? A qualcuno forse piace
passare il proprio tempo facendo i confronti fra i prezzi dell'uno e
quelli dell'altro, e forse ci sono famiglie che hanno bisogno di fare
questi confronti per arrivare a fine mese, ma siamo sicuri che di quei
prodotti che vengono reclamizzati abbiamo proprio bisogno?

Mi piacerebbe, ma so che è impossibile, che nel nostro comune , non si
potesse distribuire la pubblicità cartacea, se non desiderata.

Ti saluto e ti auguro un buonissimo lavoro
Caterina Regazzi


.............................


Risposta dell'assessore Stefani di Spilamberto relativa alla
pubblicità cartacea : ....Sulla pubblicità cartacea che invade le
nostre cassette della posta ne abbiamo già ragionato anche in
Consiglio Comunale. Mi sento però di affermare che, pur tenendo
presente l'enorme quantità di carta inutile che riceviamo quasi ogni
giorno, tenuto conto però che tra 2009 e 2010 non c'è stato un aumento
così significativo di questa forma di pubblicità, escluderei che sia
una delle ragioni dell'aumento della quantità di rifiuti prodotti nel
2010.

Il tema però è senz'altro interessante!! Da un approfondimento
legislativo fatto nei mesi scorsi è emerso che, purtroppo, come Comune
non abbiamo strumenti legali per limitare o vietare questa forma di
pubblicità.

Abbiamo anche cercato di capire se qualche Comune in Italia si era
mosso con iniziative di pressione o sensibilizzazione verso la rete
commerciale per cercare di ridurre questo spreco di carta ma, ad oggi,
non abbiamo trovato nulla.

Se riesci a trovare qualcosa su questo tema sarei molto interessato a
saperne di più.

Resto in attesa di tue nuove e ti saluto.

Daniele Stefani

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