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giovedì 14 aprile 2016

Latte sfuso - Ai tempi in cui non c'era nulla da buttare...



Sono cresciuta in un bar-latteria. Non c'era niente da buttare o riciclare. I biscotti si vendevano nei sacchetti di carta che venivano usati per far asciugare le fritture; i giornali vecchi servivano per fasciare le uova, ed era un'arte che mi insegnò mio nonno, e imparai anche ad accartocciare i pacchetti di caffè con una carta bianca un po' assorbente. 

Il latte lo portavano nei bidoni (ne ho ancora un paio in una cantina). Noi usavamo un lungo mestolo misurato, un quarto, mezzo litro e litro (anche quelli li ho ancora, in alluminio). Le persone si portavano il pentolino da casa, oppure una bottiglia di vetro da un litro, noi non offrivamo contenitori, se non in casi di emergenza, allora si proponeva una bottiglia dell'acqua minerale risciacquata e resa il giorno dopo dal cliente, o si faceva pagare la caparra che erano poche lire, ma si responsabilizzava la persona. 

Poi furono introdotte le bottiglie di vetro col tappo in alluminio, oro o argento, pastorizzato o omogeneizzato. Quelle si dovevano restituire, sennò si pagava la caparra. Ma c'era la consapevolezza che quello fosse il giusto, senza spreco, senza fregature, non ci rimetteva nessuno, bastava seguire la regola. Le persone si portavano la borsa di paglia o la retina o borse fatte in casa, sacchetti non ne esistevano. Tutto era più semplice e non si ammalava nessuno...

Franca Oberti




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Mio commentino: "Ho fatto in tempo anch'io a vivere quei momenti... sia quand'ero bambino a Roma, alla fine degli anni '40 del secolo scorso, in cui il latte arrivava in bottiglie di vetro che dovevano essere restituite. Sia appena arrivai a Calcata verso la metà degli anni '70 ed in cui c'era un vaccaro. chiamato Corinto,  che portava il latte in una casseruola ed ognuno ne prendeva un po' travasandolo in un proprio contenitore... A dire il vero quel latte di Corinto era talmente buono che ne bastava un quarto di litro, ed inoltre le mucche erano tenute bene e nutrite  al pascolo... Poi pervennero le norme igieniche che proibivano tutto questo ed il latte bisognava andarlo a comprare già confezionato in tetrapack al negozio. A quel punto smisi di comprarlo ed acquistai un paio di capre per avere almeno  un po' di latte genuino... (continuerebbe ma lasciamo perdere)" 
Paolo D'Arpini

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