E’ scomparsa la sorgente termale delle Zitelle. Il fatto è
accaduto da poche ore perché nel campo limitrofo alla recinzione della ex Itet,
a seguito di un lavoro agricolo di aratura, è venuta in superficie una nuova emergenza
termale.
Nello stesso momento in cui l’acqua fuoriusciva nel mezzo del campo, la
antica sorgente si asciugava completamente. Nicolò Geronzi, il proprietario del
terreno, ha subito informato il Comune di Viterbo dell’accaduto e sul posto si sono
immediatamente recati il direttore tecnico prof. Giuseppe Pagano, il
sorvegliante geom. Eleuteri, il dirigente del Settore Patrimonio Mario Rossi. Dal
sopralluogo è emerso che la storica sorgente delle Zitelle non riceve più acqua
che però in gran parte, confluisce tutta nella nuova emergenza venutasi a
creare nel campo agricolo.
Per evitare allagamenti il nuovo flusso è stato
incanalato verso il ruscello che già riceve l’acqua del pozzo delle Zitelle.
Nella zona esistevano due emergenze
termali.
La prima era la sorgente naturale (che adesso è asciutta) e la seconda
è il pozzo scavato dalla Soc. Terni nel 1952. Adesso è attivo solo il pozzo e
la neo sorgente al centro del terreno di Geronzi, il quale ha già detto a
chiare lettere che lui intende inoltrare una domanda alla Regione per ottenere
una concessione termale. La zona dove si è verificata questa fuoriuscita fa
parte del territorio protetto del bacino del Bullicame che si estende per circa
3000 ettari .
Nel Piano Agricolo Termale messo a punto dal Comune di Viterbo quando era
sindaco Gabbianelli, e mai approvato, c’è una parte che vieta scavi a profondità
superiore a 80 cm .,
proprio perché in quella zona la falda di travertino è molto superficiale. Poi
c’è da considerare che nei piani del Comune, l’acqua della sorgente Zitelle
doveva essere convogliata alle Terme ex Inps. Infatti, quando nel 1993 le Terme
dei Papi riperforarono il “pozzetto” (senza alcuna autorizzazione regionale), i
pozzi Gigliola e Uliveto delle ex Terme Inps furono completamente prosciugati.
Poi il Prof. Piscopo nel corso del suo studio sul Bacino del Bullicame fece
l’esperimento di chiudere la saracinesca del “pozzetto” e verificò che dopo
pochi minuti i pozzi Gigliola e Uliveto ricevevano di nuovo acqua.
Adesso che siamo alla vigilia del nuovo interessamento del
sindaco Michelini per la riapertura delle ex Terme Inps, questo incidente di
percorso proprio non ci voleva.
Giovanni Faperdue
Presidente Associazione “Il Bullicame”
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