Madre Terra - Affresco di Carlo Monopoli
Siamo stati alla Chiamata a Raccolto,
ci hanno invitato gli amici di Feltre di "Coltivar condividendo". Ci
siamo andati dopo una serie di interventi, partecipazioni a innumerevoli
eventi e manifestazioni: questo autunno dalla Vallassina siam partiti,
quasi sempre in gruppo, praticamente tutti e a volte anche con bambini e
cagnolina al seguito, a volte io da solo, abbiamo viaggiato per la
Lombardia, per tutto il nord Italia.
Dopo
Terra Madre a Torino, Genuino Clandestino a Milano, la giornata di
Bergamo, ancora da noi, la Biofera di Canzo, L'Isola che c'è a
Villaguardia, altre volte a Milano per l'incontro con la Rete semi
rurali, questa stagione è stata pregna di appuntamenti, riflessioni,
dibattiti.
Noi siamo andati in
tutti questi posti sempre recando semi da scambiare o regalare e laddove
questo non era previsto, noi l'abbiam fatto lo stesso: a Torino nella
Sala Azzurra al lingotto, abbiamo steso il nostro drappo storico e
l'abbiam coperto di pomodori datterini, "miliun", tagetes minuta ed
altro: abbiam donato tutto ai presenti.
"I
semi non sono delle multinazionali sementiere, i semi non sono dei
governi, i semi non sono nemmeno dei contadini, i semi sono dei
bambini." così recitava la bella locandina che ci era stata inoltrata
dagli amici di Feltre di Coltivare Condividendo, la nostra socia Alice,
veneta di origine e con salde radici ancora ben radicate, colà ha una
casa e , quando può, vi coltiva ancora, li conosceva già e ce ne aveva
parlato davvero bene. "Chiamata a raccolto" era il titolo
dell'incontro-scambio di semi e noi abbiamo risposto.
Dalla
Vallassina son partiti per prima, giovedi, Alice e Jacopo e i due
bimbi, Malva e Tobia e la cagnolina Gina, del nostro bel gruppo di
Civiltà Contadina. Venerdi pomeriggio mi son incamminato io, scioperando
sabato scorso, io lavoro nella scuola, per vie traverse e percorsi più
lunghi. Dalla Lombardia sono arrivati, sabato sera, Roberto Brioschi ed
Elisabetta e Macchiolina.
Dal Friuli son giunti Arturo Durigon, Cristina Boccanegra e Francesco, da Padova, Gianni Cappon ed un altro amico.
Insomma
a Feltre eravamo una frontline di una decina di metri di banchetto e
tre gruppi locali hanno tenuto il campo per la giornata bellissima nel
bel comune di Feltre.
Io son
passato da Ferrara a trovare Annalisa Malerba e Giuliano, la bimba
Ipazia e il nuovo nato, erano 7 sette giorni appena! Silvano. Annalisa e
Giuliano sono vecchi amici in Civiltà Contadina
e
purtroppo la loro casa è stata danneggiata dall'ultimo terremoto, per
cui ci siamo strettied arrangiati in un'altra abitazione ancora in
fase di ristrutturazione.
Nella nebbia del Polesine, sveglia presto alla
mattina, ho trovato la corriera per Rovigo, quindi la mia buona azione
quotidiana, ho ritrovato e consegnato il classico portafogli alla
Polfer, mi ha fatto perdere il primo treno utile per Padova e nella
città del Santo mi attendeva il nostro socio Gianni Cappon che mi ha
fatto da valido cicerone per la città patavina. Mi ha fatto compagnia ed
abbiam gustato assieme un bel piatto di polenta e baccalà alla
vicentina: anche questa, giusto? è la nostra bella Civiltà Contadina.
Purtroppo,
essere arrivato un'ora più tardi mi ha impedito di poter visitare lo
storico Orto botanico, ci saim dovuti accontentare di rimirarne
l'ingresso: davvero un gran peccato.
A
Feltre, dopo qualche ora di viaggio in treno nella nebbia, ho trovato
gli amici di Coltivar condividendo che aspettavano alla stazione me ed
un docente di un istituto agrario di Aosta, venuto dalla Vallèe per
l'evento.
La cena, offerta, presso
l'agriturismo "L'albero degli alberi" nella valle di Seren, un posto di
montagna splendido e purtroppo abbandonato, ora ci vivono pochissime
persone, una volta erano in duemila, abbiamo visitato una casa anticacon
il tetto costituito da foglie e rami di faggio intrecciati, un tipo di
costruzione detto "fojarol" molto usato da contadini, pastori e
boscaioli in mancanza di alternative e di strade per far giungere altro
materiale edile. La cena conviviale
è stata un bel momento di scambio di opinioni, di vedute su questo
nostro mondo di salvatori di semi, di nuovi contadini e artigiani di
vecchi mestieri. Quello che abbiamo mangiato, ottimo, cucinato da
Beatrice, e quello che abbiamo bevuto ci ha ulteriormente affratellato:
lo debbo dire che il genepì che ho portato dalla Val di Susa, un liquore
ottimo dall'occidente all'oriente del settentrione padano, ha
riscaldato ancor più i cuori.
Tiziano,
Lollo, Erminio, Iocci e gli amici feltrini si sono ben organizzati ed
hanno assicurato anche l'ospitalità ai gruppi invitati.
Io sono stato
alloggiato a Trichiana, comune della sinistra Piave non distante, a casa
di Mauro e Barbara. Al mattino, svegli presto, ho fatto visita al loro
bell'orto e agli animali della corte: galline, oche e due belle e
simpatiche pecore: una antica cascina stretta tra capannoni e la
fabbrica di servizi igienici Dolomite: qui tra aree industrializzate e
cemento, si può udire il canto del gallo.
Voglio sottolineare che a me
erariservata accoglienza presso Cristiano ma essendo davvero difficile
da spiegare la strada per portarmici, Mauro Bortot, bravo intagliasedie,
ha optato per portarmi a casa sua, ed ha fatto una bella scelta di
umanità e di affetto. Mauro mi ha rivelato, io non potevo saperlo, che
una volta il fiume Piave, ove si son combattute le battaglie cruciali
della guerra del '15-18, era chiamato ed ancora lo è dagli anziani, "la
Piave"era nominato al femminile, è stato la retorica patriottarda
fascista e mlitarista a ribattezzarlo al maschile. D'altra parte dei
grandi fiume al femminile non mancano in Europa, la Senna, la Loira, la
Garonna ed altri.
L'area del Foro Boario era il luogo della manifestazione al coperto di una struttura che
ospitava un bocciodromo. Sopraggiunti tutti i nostri soci, allestiti i
nosri banchetti, una serie lunga di tavoli ricolma di semi, lunghe
spighe di grano, riso, grosse zucche di antiche varietà e tanto, tanto
altro, abbiamo iniziato il nostro lavoro di scambio sementi, di
divulgazione, presa di contatto e tanti, tanti abbracci e sorrisi per
una giornata dedicata interamente ai seedsavers.
Da
Genova, una articolata mostra del Consorzio della patata quarantina, da
Venezia"Spiazzi aperti", tanti laboratori sul sapone fatto in casa,
sugli antichi giochi infantili, un allestimento semplice quanto
indovinato ha accolto diverse migliaia di persone. In un angolo un
gruppo musicale popolare con antichi strumenti allietava la giornata.
Davvero molte le associazioni che hanno preso parte: c'era il WWF della
Marca molto impegnato contro l'uso massiccio dei pesticidi nella valle
del prosecco, Gianluigi Salvador infaticabile animatoredi questa
battaglia per la pulizia in agricoltura. Fuori, nello spiazzo verde,
c'era uno strano folletto totalmente ricoperto di foglie verdicheassiso
su un bel ceppo, letteralmente, "suonava una sega", si, la suonava con
uno strano archetto ed metteva suoni davvero singolari ed armonici ed un
nugolo di bambini ascoltavano estasiati.
Purtroppo mi son perso la
visita guidata a Feltre, da quel che ho visto, cittadina davvero sobria e
composta nella sua austera eleganza. Con Roberto ed Elisabetta, in
auto, al ritorno, ci siam detti che ritorneremo: questa parte del
Veneto, a detta di tutti, salva dal "capannonificio" del defunto
miracolo del nordest, mantiene ancora la sua vocazione antica, agricola
ed artigiana.
Davvero, stando la
banchetto e sto al banchetto di Civiltà Contadina da più di 10 anni, mai
ho trovato questa ricerca specifica,
questa attenzione tutta particolare alle nostre sementi, davvero abbiam
svolto un gran lavoro e considerate che ce n'erano tanti di banchetti
con semi.
Coltivar condividendo ha
lavorato bene e i risultati si son visti: tanta, tanta gente a Feltre e
tante idee da portare a casa. Dobbiamo esser grati a Tiziano ed ai suoi
amici di averci invitati e coinvolti, è stata una giornata intensa e
speriamo possa ripetersi e sia ancor più di sprone alla costituzione di
quella rete di cui la biodiversità italiana ha davvero bisogno. Si, caro
Tiziano, è questa la via per superare o tentare di superare il gap con
le maledette multinazionali sementiere, una rete dal basso, bella,
civile e disobbediente, un intreccio che non possa che allargarsi in
quanto frutto di lavoro e conoscenze, di ricerche e d'amore per le
nostre belle terre, per i nostri padri nobili, i contadini antichi, per
le oro antiche parlate, i loro cibi, la loro grande ospitalità, il senso
della comunanza.
Se noi, noi, cari amici e soci, salvasemi,
bioregionalisti, riabitatori della terra e seminatori del campo nel
cuore delle metropoli, se noi tutti senza corporativismi, senza spocchie
inutili, se riusciamo a far fronte comune, possiamo farcela e ce la
possiamo fare se i gesti importanti come questi che avete avuto per noi
alla "Chiamata a raccolto" si ripeteranno ancora ed ancora.
Una rete che
unisca ecovillaggi ed associazioni, "ortisti urbani" e nuovi artigiani e
contadini, dagli orti didattici agli orti botanici disponibili,
intessere questa rete è un compito che sento particolarmente, farsi
umile ragno e parlare ed ascoltare tutti quanti sentano che è nella
terra, nel suo seno che cantano ancora i buoni semi, che si possa
cantare ancora un futuro di libertà e di giustizia.
Se
posso permettermi, ma lo dedico a tutta la nostra variegata galassia di
salavasemi, debbo riferire che è stata una mia lettura a dare inizio a
questa iniziativa, gli amici Feltrini hanno voluto, avendola declamata
alla cena della sera prima, offrire quel mio scritto all'uditorio.
Grazie,
un abbraccio grande e grazie carissimi, grazie per questa giornata di
frutta e verdure antiche, di persone che si sono avvicinate ai tanti
banchetti con una curiosità partecipe e vivo interesse. Grazie a tutti i
nostri soci che hanno lavorato alacremente, in un evento non promosso
da noi ma da noi molto sentito e partecipato, ci siamo conquistati
l'affetto e il rispetto di un altro amico e fraterno, fratello
sodalizio: Coltivar condividendo.
Teodoro Margarita