Ho letto su televideo che in Svezia e’ stato formalmente riconosciuto come forma di comunicazione il ‘copismo’ una tecnica fondata sulla base del copia-incolla ideata da uno studente di filosofia. Il nuovo metodo considera essenziali i
simboli ctrl+c e ctrl+v, i comandi che permettono appunto di copiare i files informatici.
Il principio fondante e’ che l'informazione e’ sacra e copiarla e’ un sacramento. La missione e’ condividere il sapere con il ‘copia e semina’.
Ho copia-incollato in una contrada della periferia urbana un muro di una vecchia abitazione realizzato con mattoni in terra cruda circondato da altri materiali della contemporaneità come blocchi di cemento asfalto cartelli stradali. Sulla
strada di campagna una pannocchia di mais dal fascino incredibile con le sue frusce, appesa a un ramo di mandorlo, sullo sfondo la terra dove e’ stata coltivata. nella periferia a un balconcino di una casa qualcuno su una griglia di ferro filato ha appeso un insieme di oggetti tra i più svariati.
Il paesaggio di un paese sul fondo nel portale di cemento armato i ferri e le plastiche. Il frutto del pesco giapponese seccato al sole e le olive selvatiche del Gargano sulla scrivania. Il numero 69 tratto da un giornale trovato in un
cassonetto della spazzatura. Freud e la particella di dio da un quotidiano, forma di riciclo di notizie e informazioni. un copia-incolla fatto spesso letteralmente con forbici e colla.
Ecco nella composizione di questo ideale nido oltre che televideo ci sono i giornali di qualsiasi tipo spesso trovati, fumetti, foglietti volanti trovati casualmente o lasciati da qualcuno anche sui tavolini dei bar, i muri della città con
manifesti graffiti e quanto altro, la copertina di un disco dove ho preso il testo della storia all'incontrario metafora della nostra società dove tutto e’ fatto all'incontrario e dove tutte le persone fanno cose per cui non sono predisposte.
Una bibliografia veramente varia con google wikiepedia you tube dove spesso trovano spazio persino i messaggi sotto forma di sms o messenger come forma di scrittura poetica collettiva. Un patchwork visivo e inform-attivo alla ricerca di corrispondenze tra tradizione e modernità, come quello di un
uccello in volo con il becco pieno di colorati fili di plastica erba secca paglia e terra bagnata.
Ferdinando Renzetti
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