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mercoledì 18 giugno 2014

Le donne violentate e dimenticate da renzi matteo



Leggo su Facebook delle frasi chiare su una foto chiara e ad effetto dove si invita Renzi alla firma del “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, cerco in rete e trovo: ”nell’agosto 2013 è stato approvato un decreto “per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza” al quale si è aggiunto – con una norma inserita nella legge di stabilità – un incremento di 10 milioni di euro per gli anni 2014, 2015 e 2016. 

Per il solo 2014 risultano a disposizione 18 milioni di euro: 8 non usufruiti nel 2013, più i 10 per il 2014. Gli investimenti sono già stati messi a bilancio dalla Presidenza del Consiglio: 10 milioni di euro per il Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, 7 milioni per l’assistenza sul territorio alle donne e ai figli vittime della violenza domestica, 700mila euro per le attività di contrasto e prevenzione (stalking) e 300mila per la macchina “burocratica” (statistiche e banche dati sui servizi).

Ma perché i fondi si muovano manca la firma. Quale? Quella del ministro per le Pari opportunità, un dicastero del quale Matteo Renzi ha tenuto per sé la delega. Dunque perché l’iter proceda ci vuole la firma del premier. Lo scorso 30 aprile Renzi era già stato allertato dall’ex viceministro con delega alle Pari opportunità, Maria Cecilia Guerra: “Mi permetto di dubitare non certo delle buone intenzioni di Renzi nei confronti di questo problema, ma semplicemente del fatto che i compiti del suo ufficio gli lascino lo spazio per occuparsene. Per ora è tutto fermo”. Un mese e mezzo dopo lo stallo continua, ma la cronaca e la spinta dell’opinione pubblica potrebbero costringere il premier a rendere esecutivo lo stanziamento dei fondi.”

Finanziate i Centri antiviolenza, con quella miseria che fino ad oggi è stata dispensata? Non è violenza anche questa?

Eccoci e condivido come posso: siamo o non siamo opinione pubblica? E da secoli facciamo i conti… e paghiamo.

Doriana Goracci

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