Cari amici, ho cercato una definizione di preoccupazione su vari testi e vocabolari. Ne deduco in sintesi che la preoccupazione è uno stato d'animo, una disposizione che occupa la mente determinando inquietudine, apprensione, ansia, incertezza.
Preoccupazione vuol dire “occuparsi prima”, occuparsi in anticipo di ciò che “potrebbe” accadere. e ciò diviene in questi angosciati tempi una modalità usuale di comportamento.
Un’analisi attenta della preoccupazione cronica mostra che essa ha tutti gli attributi di un "sequestro" emozionale, di una continua sottrazione del nostro diritto alla felicità. Come reagire e sottrarsi ad un potenziale pericolo o ad una minaccia diviene un compito assillante che esaspera il nostro istinto di sopravvivenza.
All'opposto della preoccupazione sperimentiamo la sicurezza che declina in fiducia del presente e dell'avvenire e che ci fa percepire il nostro essere in equilibrio con il mondo esterno.
La pre-occupazione ci pone in una condizione di "cattiva ipnosi", cioè di deconcentrazione dal presente e di funzionamento in una dimensione astratta, in un mondo nel mondo che può divenire un incubo patito nello stato di veglia.
Ci preoccupiamo per il domani, per paura di non essere all'altezza, per il lavoro, per un figlio svogliato. Ci preoccupiamo per il decorso di una malattia, per una ossessiva ipocondria, per la difficoltà di pagare un mutuo, per arrivare a fine mese, per cosa dice la gente.
Potrei continuare all'infinito stilando una lista di preoccupazioni tra le quali compaiono temi e paure esistenziali: il viaggio della nostra anima, il karma, la morte.
Susan L. McElroy, psichiatra e psicofarmacologa dell'Università di Harvard ha per prima correlato a partire dagli anni 90 gli stati ansiosi e la preoccupazione al compulsive buying, cioè alla sindrome da acquisto compulsivo che colpisce prevalentemente le donne. Ben sanno gli scienziati del neuromarketing che elevando l'ansia sociale cresce proporzionalmente la propensione all'acquisto di beni inutili prevalentemente a costi contenuti. Ecco per quale motivo furoreggiano le multinazionali luxury co-brandinge e il misstige fenomeno che permette l'acquisto di un marchio di prestigio e di alta moda associato ad una marca di consumo e low cost.
"Me lo posso permettere" diviene un mantra ossessivo che rimbomba nelle menti preoccupate di apparire e di sentirsi griffate o griffati da principesse o da principi.La preoccupazione del vuoto, del rimanere senza nutrimento d'amore si proiettano su un desiderio compulsivo, sfociano in una bulimia non soltanto di cibo ma di tutto cio' che puo' riempire una incolmabile voragine interiore.
Esiste poi una "buona preoccupazione" che è quella responsabilità di spendere la propria vita con un senso. La ricerca interiore, la conoscenza di se', il dipanare i propri nodi karmici, la considero come una "preoccupazione" spiritualmente benefica.
Occuparsi di sé e del proprio destino animico non la interpreto come un'ansia di anticipazione conflittuale, ma come un giustificato stimolo evolutivo verso cui orientare la propria vita.
Meditazione, yoga, ipnosi, ipnosi regressiva e pratiche dell'anima ci aiutano a crescere e sono certamente ottimi sussidi esistenziali.
Domande: Siete preoccupati o responsabili? Vi occupate di voi positivamente o vi preoccupate ossessivamente? Siete colti da preoccupazioni ossessive o compulsive? Vi occupate della vostra anima e del vostro percorso esistenziale? Vi preoccupate maggiormente del mondo interiore o del mondaccione esterno?
Buona Vita Angelo Bona
Per appuntamenti e informazioni: tel 3279011694
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