I passeri di Berlino
di Michele Meomartino
Alle 7 e mezza di mattina inizia la nostra giornata a Berlino: il traffico è ordinato e le strade sono pulite, non c’è nemmeno l’ombra di una cicca per terra. Forse nella capitale tedesca ci sono operatori ecologici più efficienti o forse molto più verosimilmente i cittadini sono più civili…
L’aria è gradevole in questi primi giorni di Maggio e qualche nuvola di tanto in tanto nasconde il sole. A quest’ora del mattino molti negozi sono ancora chiusi, mentre le caffetterie, da cui fuoriesce un gradevole aroma di dolci appena sfornati, sono già a lavoro.
L’allettante profumo funge da richiamo per i tanti amanti della colazione al bar.
E così anch’io e Fabiola, appena usciti dall’Hotel, dove pernottiamo, affrettiamo i nostri passi per non intralciare il transito di alcuni ciclisti che stavano passando in quel momento, e inseguiamo quella dolce scia odorosa…
La caffetteria è lì all’angolo di Piazza Rosenthal, uno dei luoghi della “vecchia” Berlino dell’Est. Fuori, ai lati dell’ingresso, ci sono alcuni tavoli e un paio di clienti che consumano qualcosa e chiacchierano a bassa voce.
Entriamo dentro e la prima cosa che mi colpisce è la mancanza del barista dietro il bancone. Non c’è nessuno che ti chiede, come accade dalle nostre parti, cosa vuoi con la solita ritualità e i modi gentili. C’è solo una cassiera vicino l’uscita. La ragazza ha i capelli biondi e corti.
La caffetteria è un self – service. Ogni tanto esce qualcuno da una porta di servizio vestito con un grembiule rosso e una camicia bianca. Provvede a rifornire il banco di ciò che manca e sistema i tavoli.
All’interno del locale ci sono circa una decina di persone: alcune sono sedute, altre stanno in fila aspettando il loro turno. Anch’io mi metto in fila, prendo un vassoio, lo copro con una tovaglietta di carta bianca e lo appoggio su un piano scorrevole.
Incomincio a guardare quella bontà in bella mostra e prendo un dolce utilizzando delle pinze che sono stipate in una custodia a mezza altezza. Poi sono tentato dal prenderne un altro. Qui la scelta si fa ardua. Come si fa resistere? Decine di tipologie di dolci, uno diverso dall’altro: al cioccolato, alla crema, al sesamo, coperte di zucchero a velo. Ovviamente non manca il classico strudel, ecc… E’ un’ impresa scegliere senza qualche rimpianto!
Mi consulto con Fabiola e decidiamo di prendere 2 dolci a testa, uno diverso dall’altro, in modo tale che dividendoli a metà possiamo assaggiarli tutti. Poi ci dirigiamo verso l’angolo delle bevande e qui scegliamo un cappuccino, di quelli che quando inizi a sorseggiarli ti lasciano la schiuma sulla bocca…Tutto è meccanizzato con le istruzioni per l’uso in più lingue. Infine, ci dirigiamo verso la cassa per il conto. Meno di 5 euro per 2 colazioni.
Fabiola preferisce stare dentro perché fuori l’aria è leggermente frizzante. Ci sistemiamo vicino all’ingresso dove ci sono dei sedili e una mensola di appoggio. Ma in questa tranquilla mattinata sotto il segno dell’organizzazione teutonica irrompe un piacevole imprevisto.
Mentre addento avidamente i miei dolcetti, al di là della vetrina, lungo il marciapiede, seduta intorno ad un tavolo, una signora di mezza età consuma la sua colazione.
La signora, dai tratti somatici delicati e i capelli brizzolati, è vestita con una certa eleganza. Sta bevendo il cappuccino e non ha ancora mangiato il cornetto che è appoggiato su un piattino. All’improvviso, da terra, un passero salta sullo schienale di una sedia e poi con un balzo sul tavolino della signora e si dirige verso il cornetto.
La signora, leggermente infastidita dalla presenza del pennuto, tenta di scacciarlo con il dorso della mano e continua a sorseggiare il suo cappuccino. Ma il passero, questa volta in compagnia di un “compagno di merende”, riprova l’assalto al cornetto. La signora sposta il piattino e lo ricopre con un tovagliolo e tenta nuovamente di scacciare gli intrusi, questa volta in modo un po’ più brusco!
Ma niente da fare, dopo pochi secondi, per niente impauriti, gli uccelli ritornano all’attacco. Questa volta sono in 3! La signora, decisamente spazientita, comincia ad apostrofare i 3 sfrontati pennuti. Suppongo in tedesco.
A questo punto la signora si accorge che la sto osservando e mi guarda con un’aria di costernazione. E così, dopo l’ennesimo assalto dei 3 passeri, cede alla loro insistenza. Stacca un pezzetto di cornetto e lo lascia in un angolo del tavolo, mentre mangia il resto del dolce. Non fa in tempo a terminare il suo boccone che subito, uno alla volta, i tre passeri si alternano svelti a beccare il succulento pasto.
La signora si alza, si spolvera la sua giacca e prosegue il suo cammino. I tre uccelli sono stati premiati per la loro cocciuta determinazione coalizzandosi nell’impresa.
Ho quasi terminato la mia colazione e Fabiola è fuori a fumarsi la sua sigaretta. Ci aspetta una lunga giornata a piedi per le strade di Berlino. Che dire ancora? Quali considerazioni si possono fare sul simpatico episodio? E’ lecito trarre qualche conclusione? Forse si. Di certo posso affermare di aver assistito ad un curioso fuori programma in questa frizzante mattinata berlinese.
Berlino, 11 Maggio 2013
mi fa venire nostagia di Berlino...
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