La CORTE COSTITUZIONALE, con sentenza nr. 93 del 20.05.2013, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale degli allegati A1, A2, B1 e B2 alla legge della Regione Marche 26 marzo 2012, n. 3 (Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale – VIA), nel loro complesso, nella parte in cui, nell'individuare i criteri per identificare i progetti da sottoporre a VIA regionale o provinciale ed a verifica di assogettabilità regionale o provinciale, non prevedono che si debba tener conto, caso per caso, di tutti i criteri indicati nell’Allegato III alla direttiva 13 dicembre 2011, n. 2011/92/UE (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati - codificazione), come prescritto dall’articolo 4, paragrafo 3, della medesima.
Da questo se ne deduce che l’esclusione dei progetti dalla procedura di V.I.A. da parte della Regione ha comportato violazione della normativa europea. E le autorizzazioni rilasciate sono perciò non valide ed i Comitati in Rete ne hanno chiesto la revoca.
Insomma sulla questione energia la Regione Marche (intesa come amministrazione) ha aperto tutte le porte possibili a speculatori e multinazionali, si va dai rigassificatori, agli inceneritori, al pompaggio di gas nel sottosuolo di San Benedetto, ai pannelli solari che impestano le campagne, fino alle pale eoliche che vorrebbero mettere sui crinali appenninici. Ovviamente per ognuno di questi argomenti sono nati una serie di comitati di lotta locali ed un coordinamento denominato "Comitati in Rete" che pone l'accento soprattutto sul progetto più devastante, un elettrodotto (proposto dalla Terna) ad altissima potenza che andrebbe ad attraversare l'intera Regione Marche, partendo da Fano per giungere sino a Teramo.
L'elettrodotto "attraverserà" le Marche ma non per fornire energia elettrica alla regione, che anzi nell'ultimo anno ha mostrato un sensibile calo nei consumi, bensì per trasportare energia da vendere ai migliori offerenti, seguendo una linea produttiva che in Italia sarebbe vietata, ovvero attingendo elettricità alla centrale atomica che l'Enel ha costruito in Montenegro (approfittando della frantumazione dell'ex Jugoslavia) che verrà convogliata via cavo sottomarino e poi immessa nel circuito di elettrodotti che risalgono la Penisola.
Quindi la Regione Marche ha "venduto" a Terna un diritto di passaggio estremamente inquinante e distruttivo dell'habitat senza tener conto della Valutazione di Impatto Ambientale. E senza tener conto del grave pericolo rappresentato dai Campi Elettromagnetici Artificiali e sui danni da essi provocati. Non solo per la salute di chi, animali, umani e piante, viene sottoposto alle radiazioni, ma anche dei danni paesistici e conseguente perdita di valore ed utilizzo dei terreni agricoli attraversati dai tralicci. (leggasi anche: http://bioregionalismo-treia.
Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana
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