Per la scrittrice outsider era improponibile la vittoria e la sua esclusione dal premio fu un evento mondiale, nel paese dove esso avvenne: il romanzo era scritto a modo suo, fuori tempo, fuori epoca, lei era vittima dell'anticomunismo, la storia era inenarrabile, cioè rischiosa, e poi viveva lì, nella palude della sua vita d'infanzia, ancora sull'argine del Potenza, in un mondo di pseudo-ingegneri democratici neofascisti tecnologici nordamericani, ossessionati dall'esempio di Giorgio Almirante, che in pubblico era irreprensibile, con le donne, specie le mogli dei comunisti, e ne cercavano poi eventuali eredi biologiche, da far diventare finaliste o Presidenti. Anche femmine, a questo punto. Si era arrivati.
Ma quando il premio letterario giunse a proclamare il vincitore final finalissimo (finalmente) … Quell'anno successero poi tutti quegli eventi ...tanto che nessuno seppe poi chi vinse ...Solo lei se ne accorse, solo lei. Vinse un romanzo, scritto da una macchina di Milano, emigrata dalla provincia, che parlava di una scrittrice outsider, che abitava sull'argine, viveva nella palude, era vittima dell'anticomunismo, si esprimeva a modo suo, fuori tempo, fuori epoca in una maniera improponibile. Mentre il suo antagonista era un falso ingegnere, fanatico di Giorgio Almirante, che ne aveva trovato la “figlia” e l'aveva elevata a Presidente Regina...
Liana Maccari
La trama del libro:
La tragedia del sequestro di Aldo Moro, che costituisce l'acido inizio è stata rigorosamente ricomposta per ultima. Era il 1978, la protagonista, Tilla Mellari, ha quindici anni quando incappa nella fatwa contro il comunismo. Nel clou della guerra fredda, Tilla aveva sconsideratamente fatto coming out. Si davano tutte le colpe ai rossi e questo fa nascere in lei il daimon dell'inchiesta. Chi era stato veramente a sequestrare il Primo Ministro, facile dire le brigate rosse. Come si chiamavano, di chi erano figli, quando erano nati, dove vivevano i terroristi? Il demone dell'inchiesta, come un delfino sott'acqua, lavora per tutto il romanzo, che così procede, con lenta nostalgia, con leggera ironia, con accesa indignazione, dalla tragedia iniziale, fino all "barzelletta" finale.
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