Ancora pochi giorni e ricomincerà la scuola coi soliti problemi e con quelli che ci hanno imposto in questi due anni e mezzo.
Sento i discorsi delle mamme e mi si stringe il cuore. "I libri non ci sono ancora", "la maestra non si sa...", "dovranno andare con le mascherine?"... ecco, queste recenti preoccupazioni aggravano ulteriormente la situazione. Genitori che si affannano per partecipare alla vita dei figli e timbrare un cartellino. Nonni che sono sempre in pista per alleviare le incombenze che gravano sui figli e disponibili per "recuperare" i nipoti all'uscita dalla scuola. Mi domando che vita è questa. Anni fa si diceva, meglio la qualità che la quantità, ma ora non ci sono più né l'una né l'altra.
Provo tanta com-passione per queste famiglie lacerate, che poi non riescono nemmeno più a comprendersi e si lasciano convincere che il problema è di lui, o di lei, lasciando una porta aperta alle separazioni. Scusate, mi sono anche persa, non so se ho espresso il mio pensiero. Negli anni 70 sembrava che l'evoluzione fossero i servizi, dovendo lavorare in due, lo Stato prometteva asili, scuole a tempo pieno, supporti di vario genere. Dove sono finiti questi propositi?? E ora ci dicono di scegliere andando a votare... Sembra proprio una barzelletta, non c'è nessuno che mi rappresenta, perciò spero in Dio, che mi illumini quando entrerò nel seggio.
L'amico Paolo Mario Buttiglieri ha composto una graziosa poesia:
"quando il popolo
decide di farsi rappresentare
è come dire
che se ti scappa
mandi qualcuno al bagno per te"
La dice lunga... non ci si può più far rappresentare da chi non gode la nostra stima. Dobbiamo smetterla di contare sui nepotismi e di pretendere pizzi su pizzi per appalti infiniti. Crollano i ponti, rapiscono i bambini e riempiono di puzza da inceneritori che nascono come funghi intorno alle nostre case...
Mi fermo qui...
Franca Oberti
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