"L’anno scorso", siamo stati in visita ad Urbino. Siamo andati dal nostro amico Raffaello. C’è una mostra per i 500 anni dalla sua morte che terminerà il 19 di Gennaio 2020.
Consiglio a tutti di andarci.
E’ stata una giornata che non dimenticheremo. Appena arrivati, Urbino ci ha accolti nel migliore dei modi. Un omone sui due metri aveva il viso rosso paonazzo. Nella prima piazza che s’incontra salendo dal Mercatale, p.zza della Repubblica, seduti sulla fontana un nutrito gruppo di uomini donne e bambini in attesa di una foto osservavano divertiti quel gigante nel panico.
Una donna con un piumino lungo rosso, distinta ed educata, produceva in lui risatine e schiamazzi ed un forte imbarazzo. Sembrava un bimbo di due metri. Era elegante ed ironicamente sopra ad abiti di ottima foggia, aveva un piumino, come se preparandosi per la gita che sarebbe andato a fare, avesse anche ricordato che 30 anni prima aveva patito troppo il freddo per abbigliarsi nella sua solita maniera.
-Professoressa! Oh mio Dio è lei... la mia mentore!
Quasi in coro con due secondi di sfasamento una donna urla e subito dopo di lei tutti:
+Non ha fatto un gran lavoro a giudicare da come è oggi!
Gli altri si aggregano da metà frase e la completano come attori scarsi di un coro che avevano scordato la battuta.
Accade così che l’ultimo dell’anno delle energie veramente potenti ci hanno accolto e condotto nella nostra città.
Urbino ci aveva donato la vita per la seconda volta anni fa (a Barbara per ben tre volte). Nulla accade per caso quando stai percorrendo la strada giusta.
Se sei dove devi essere, tutto il mondo risuonerà affinché tu lo capisca. Sono accadute cose straordinarie quel giorno. Ritorniamo nel luogo dove andavamo abitualmente a mangiare la crescia, e lì, troviamo una fauna di urbinati acciaccati, anziani e calorosi con gli esercenti, ma che sono quasi tutti emozionati. Al proprietario dell’esercizio e alla moglie è accaduto qualcosa, un lutto forse, non capiamo di più. Ma è l’amore che ricevono da tutti quelli che sono lì per prendere porzioni di piatti pronti che è sconvolgente. Amore. Amore come se non ci fosse più un domani.
-Come mai siete qui?
+Abbiamo studiato qui quasi trent’anni fa e siamo venuti a vedere la mostra di Raffaello. Qui invece siamo venuti a prendere la crescia perché avevano nostalgia di quando studiando in via Timoteo Viti venivamo a prenderla per continuare a disegnare nell’aula-teatro.
Lei si commuove.
In un altro negozio rimaniamo per molti minuti, il proprietario ci rapisce, comprende che eravamo stati studenti e ci dice che le cose sono cambiate i giovani sono diversi, tutti, o quasi, sono preoccupantemente omologati.
Consiglio a tutti di andarci.
E’ stata una giornata che non dimenticheremo. Appena arrivati, Urbino ci ha accolti nel migliore dei modi. Un omone sui due metri aveva il viso rosso paonazzo. Nella prima piazza che s’incontra salendo dal Mercatale, p.zza della Repubblica, seduti sulla fontana un nutrito gruppo di uomini donne e bambini in attesa di una foto osservavano divertiti quel gigante nel panico.
Una donna con un piumino lungo rosso, distinta ed educata, produceva in lui risatine e schiamazzi ed un forte imbarazzo. Sembrava un bimbo di due metri. Era elegante ed ironicamente sopra ad abiti di ottima foggia, aveva un piumino, come se preparandosi per la gita che sarebbe andato a fare, avesse anche ricordato che 30 anni prima aveva patito troppo il freddo per abbigliarsi nella sua solita maniera.
-Professoressa! Oh mio Dio è lei... la mia mentore!
Quasi in coro con due secondi di sfasamento una donna urla e subito dopo di lei tutti:
+Non ha fatto un gran lavoro a giudicare da come è oggi!
Gli altri si aggregano da metà frase e la completano come attori scarsi di un coro che avevano scordato la battuta.
Accade così che l’ultimo dell’anno delle energie veramente potenti ci hanno accolto e condotto nella nostra città.
Urbino ci aveva donato la vita per la seconda volta anni fa (a Barbara per ben tre volte). Nulla accade per caso quando stai percorrendo la strada giusta.
Se sei dove devi essere, tutto il mondo risuonerà affinché tu lo capisca. Sono accadute cose straordinarie quel giorno. Ritorniamo nel luogo dove andavamo abitualmente a mangiare la crescia, e lì, troviamo una fauna di urbinati acciaccati, anziani e calorosi con gli esercenti, ma che sono quasi tutti emozionati. Al proprietario dell’esercizio e alla moglie è accaduto qualcosa, un lutto forse, non capiamo di più. Ma è l’amore che ricevono da tutti quelli che sono lì per prendere porzioni di piatti pronti che è sconvolgente. Amore. Amore come se non ci fosse più un domani.
-Come mai siete qui?
+Abbiamo studiato qui quasi trent’anni fa e siamo venuti a vedere la mostra di Raffaello. Qui invece siamo venuti a prendere la crescia perché avevano nostalgia di quando studiando in via Timoteo Viti venivamo a prenderla per continuare a disegnare nell’aula-teatro.
Lei si commuove.
In un altro negozio rimaniamo per molti minuti, il proprietario ci rapisce, comprende che eravamo stati studenti e ci dice che le cose sono cambiate i giovani sono diversi, tutti, o quasi, sono preoccupantemente omologati.
Noi ci chiamiamo i Santi per Raffaello il cui vero cognome era Santi, Santius…Sanzio.
Vedete Raffaello è una persona singolare sin dal primo giorno della sua morte a 37 anni anni sono fiorite leggende.
La sua aura di Santo, di vero e proprio angelo sceso sulla terra, dotato di talenti sovrumani si scontra con chi lo vuole tratteggiare come un Satiro dotato di una gran verga ammalato di sesso compulsivo! Avido di conoscenza pare fagocitasse il mondo come il sesso. E fagocitò i suoi maestri, suo padre e tutti quelli che incontrò. Si narra che nel soggiorno a Firenze incontrò Leonardo e dopo poco questi lo cacciò a pedate nel deretano…sapete perché?
Proprio per la sua capacità di prendere tutto dal mondo e riprodurlo a modo suo. Trovo difficile credere che Leonardo, il Gran Maestro Rosacroce, il Gran Maestro, potesse essere spaventato da lui. Trovo anche difficile credere che quell’uomo dal carattere così delizioso che ammaliava potesse avere nemici…
Trovo difficile credere che Leone X fosse innamorato di lui. Si dice che il buon Leone il Papa figlio del Magnifico Lorenzo fosse pazzamente innamorato di lui. Leone pare amasse la compagnia maschile e che regalasse loro, anelli in cambio di notti d’amore; curioso che l'obolo di Pietro servisse per un amore molto più carnale che spirituale...chissà dov'è la verità.?!.
Subito dopo la sua morte iniziarono i pettegolezzi,
-...è morto di febbre poiché molto amava almeno tre o quattro volte a botta…più volte al giorno…
Gli praticarono salassi ed il corpo già debole spirò un venerdì Santo proprio come era nato.
-No!.. è stato avvelenato.!.
Vedete Raffaello è una persona singolare sin dal primo giorno della sua morte a 37 anni anni sono fiorite leggende.
La sua aura di Santo, di vero e proprio angelo sceso sulla terra, dotato di talenti sovrumani si scontra con chi lo vuole tratteggiare come un Satiro dotato di una gran verga ammalato di sesso compulsivo! Avido di conoscenza pare fagocitasse il mondo come il sesso. E fagocitò i suoi maestri, suo padre e tutti quelli che incontrò. Si narra che nel soggiorno a Firenze incontrò Leonardo e dopo poco questi lo cacciò a pedate nel deretano…sapete perché?
Proprio per la sua capacità di prendere tutto dal mondo e riprodurlo a modo suo. Trovo difficile credere che Leonardo, il Gran Maestro Rosacroce, il Gran Maestro, potesse essere spaventato da lui. Trovo anche difficile credere che quell’uomo dal carattere così delizioso che ammaliava potesse avere nemici…
Trovo difficile credere che Leone X fosse innamorato di lui. Si dice che il buon Leone il Papa figlio del Magnifico Lorenzo fosse pazzamente innamorato di lui. Leone pare amasse la compagnia maschile e che regalasse loro, anelli in cambio di notti d’amore; curioso che l'obolo di Pietro servisse per un amore molto più carnale che spirituale...chissà dov'è la verità.?!.
Subito dopo la sua morte iniziarono i pettegolezzi,
-...è morto di febbre poiché molto amava almeno tre o quattro volte a botta…più volte al giorno…
Gli praticarono salassi ed il corpo già debole spirò un venerdì Santo proprio come era nato.
-No!.. è stato avvelenato.!.
Tutte queste notizie io le ho nella mente e mi scorrono mentre lui mi parla in Urbinate.
-Sem stati macché da piccini.
E’ un gioco che facevamo nella nostra casa di Urbino ad ogni artista che amavamo davamo la voce nel dialetto che doveva contraddistinguerlo. Leonardo e Michelangelo toscano. Peccato il non essere in grado di favellar con la ricercatezza della lingua del periodo. Il gioco è continuato con Barbara. Sono ancora in fila e lo vedo mentre aggiunge Eraclito nella scuola di Atene…Michelangelo gli ha mostrato la Cappella Sistina e lui che lo ha assorbito, poiché amato, non può non aggiungerlo.
E’ un continuo di emozioni l’ultimo dell’anno, di li a poco saremmo andati a far festa ma prima era d’obbligo una visita al nostro Maestro; per noi sarà come andare in un luogo di culto a pregare.
Finalmente siamo in fila e davanti a noi, nell’attesa di entrare, una coppia di Milano ci chiede qualcosa.
Ciò che accade è ancor più strano dei miei pensieri. Abbiamo appreso da pochissimo, ad una conferenza di un noto economista, in un palazzo bellissimo in una città nel Fermano la linea storica che lega i proprietari del castello a Treia; abbiamo scoperto lì di averli conosciuti, i Conti di Treia e di avere loro cari amici in comune amicizia. Qualcuno si è anche prodigato di darci una brutta notizia.
-Dobbiamo dar loro la notizia che il figlio della contessa è morto. Sono turbati ma continuano a trovare punti di unione con noi e la nostra bella terra.
E’ impressionante quanto tutto sia collegato. In una fila di 30 metri abbondanti che probabilità avevamo di chiacchierare con qualcuno di una provincia di oltre tre milioni di abitanti che necessitava di una notizia da te?
-Sem stati macché da piccini.
E’ un gioco che facevamo nella nostra casa di Urbino ad ogni artista che amavamo davamo la voce nel dialetto che doveva contraddistinguerlo. Leonardo e Michelangelo toscano. Peccato il non essere in grado di favellar con la ricercatezza della lingua del periodo. Il gioco è continuato con Barbara. Sono ancora in fila e lo vedo mentre aggiunge Eraclito nella scuola di Atene…Michelangelo gli ha mostrato la Cappella Sistina e lui che lo ha assorbito, poiché amato, non può non aggiungerlo.
E’ un continuo di emozioni l’ultimo dell’anno, di li a poco saremmo andati a far festa ma prima era d’obbligo una visita al nostro Maestro; per noi sarà come andare in un luogo di culto a pregare.
Finalmente siamo in fila e davanti a noi, nell’attesa di entrare, una coppia di Milano ci chiede qualcosa.
Ciò che accade è ancor più strano dei miei pensieri. Abbiamo appreso da pochissimo, ad una conferenza di un noto economista, in un palazzo bellissimo in una città nel Fermano la linea storica che lega i proprietari del castello a Treia; abbiamo scoperto lì di averli conosciuti, i Conti di Treia e di avere loro cari amici in comune amicizia. Qualcuno si è anche prodigato di darci una brutta notizia.
-Dobbiamo dar loro la notizia che il figlio della contessa è morto. Sono turbati ma continuano a trovare punti di unione con noi e la nostra bella terra.
E’ impressionante quanto tutto sia collegato. In una fila di 30 metri abbondanti che probabilità avevamo di chiacchierare con qualcuno di una provincia di oltre tre milioni di abitanti che necessitava di una notizia da te?
Entriamo ed avrei voluto fare centinaia di foto, ma non si può…
Dopo mezz’ora lo sento Raffaello dirmi alcune cose all’orecchio destro: sii fiero di te e non temere mai.
Solo dopo scopro che anche a Barbara gli ha detto la medesima cosa.
Dopo mezz’ora lo sento Raffaello dirmi alcune cose all’orecchio destro: sii fiero di te e non temere mai.
Solo dopo scopro che anche a Barbara gli ha detto la medesima cosa.
Impossibile riassumere la genialità di quell’amico che ha saputo creare una bottega formidabile di grandi artisti che crescevano attraverso lui e fagocitavano il mercato dell’Arte romano. Sopravvissero solo i più grandi poiché erano grandi e diversi da lui.
Non sopravvisse Lui all’odio e all’amore. Non sopravvisse il suo amico Agostino Chigi che innamorato come lui nello stesso periodo fece venire l'amore di Raffaello nel suo palazzo in costruzione. Notò che era troppo distratto e che l’Amore suo vicino lo rilassava e lo rendeva più produttivo.
Non sopravvisse Lui all’odio e all’amore. Non sopravvisse il suo amico Agostino Chigi che innamorato come lui nello stesso periodo fece venire l'amore di Raffaello nel suo palazzo in costruzione. Notò che era troppo distratto e che l’Amore suo vicino lo rilassava e lo rendeva più produttivo.
Ho scritto troppo e devo andare, questi mesi saranno febbrili per molti motivi e scriverò sempre meno..
Vi lascio con il cartone della Madonna Mackintosh e il dipinto finale. Raffaello era straordinario per moltissimi aspetti…un ragazzo davanti a me ha esclamato alla fidanzata: A me piacciono più i cartoni che le opere ultimate. Mi ha disturbato ma ho capito!!
Raffaello era solito fare "i cartoni dei dipinti" in modo particolarmente raffinato, sembrano dagherrotipi. Se li osservi da lontano o da vicino, sembra siano immagini in movimento. Li realizzava così per omaggiare personaggi influenti della sua arte. Stringeva alleanze così e tentava di proteggersi dal mondo.
Sono di una bellezza commovente.
In realtà forse fu Leonardo ad insegnarglielo; ma questo lo dico io.
Raffaello era solito fare "i cartoni dei dipinti" in modo particolarmente raffinato, sembrano dagherrotipi. Se li osservi da lontano o da vicino, sembra siano immagini in movimento. Li realizzava così per omaggiare personaggi influenti della sua arte. Stringeva alleanze così e tentava di proteggersi dal mondo.
Sono di una bellezza commovente.
In realtà forse fu Leonardo ad insegnarglielo; ma questo lo dico io.
Mi accusano di scrivere troppo ed hanno ragione…vi dirò allora andate a vedere la mostra, nel biglietto c’è compresa la visita al palazzo ducale con le opere lì conservate.
Vorrei parlarvi del Genga di Timoteo Viti di come chi lo ha incontrato è riuscito a migliorare, a mutare. Di Giulio Rmano di Giovanni da Udine...
Ma forse per spiegarvi queste cose occorrerebbe del tempo. E questa epoca non concede troppo tempo ai racconti e allo studio.
Vi lascerò allora con qualche immagine ed una del nostro laboratorio... un dipinto sul truciolare attaccato al muro come se fosse una decorazione…c’è sempre LUI in qualche modo nella nostra vita!! Ed oggi abbiamo più fede in quello che dobbiamo fare!
Vorrei parlarvi del Genga di Timoteo Viti di come chi lo ha incontrato è riuscito a migliorare, a mutare. Di Giulio Rmano di Giovanni da Udine...
Ma forse per spiegarvi queste cose occorrerebbe del tempo. E questa epoca non concede troppo tempo ai racconti e allo studio.
Vi lascerò allora con qualche immagine ed una del nostro laboratorio... un dipinto sul truciolare attaccato al muro come se fosse una decorazione…c’è sempre LUI in qualche modo nella nostra vita!! Ed oggi abbiamo più fede in quello che dobbiamo fare!
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