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lunedì 5 ottobre 2015

Da Brindisi a Minerbio un nuovo Gasdotto appenninico inutile, dannoso, costosissimo




Ai Ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e per i Beni Culturali, 
mi rivolgo a voi come cittadino, ex deputato e assessore regionale del Veneto.

Avrete già letto quanto vi riporto qui sotto, ma (si spera) repetita iuvant...
Le zone dell’Appennino centrale, di elevato valore ambientale e paesaggistico e a forte rischio sismico, sono poste in pericolo dalla realizzazione in progetto del gasdotto “Rete Adriatica” da parte del Gruppo Snam.
Nonostante la presenza del gas naturale sia già diffusa, per mere ragioni speculative (aumento della portata per la vendita nel resto d’Europa), si vuole a tutti i costi raddoppiare la rete di trasporto del gas da Brindisi (Puglia) a Minerbio (Emilia-Romagna).
Il tratto appenninico dell’Italia centrale è quello dal peggiore impatto ambientale e sui contesti socio-economici locali, la sua realizzazione farebbe perdere l’attrattiva turistica a zone ricche di natura, arte e cultura senza dare alcuna reale utilità alle popolazioni interessate. Infatti, i consumi di gas naturale in Italia sono diminuiti negli ultimi anni.
Infine, si tratta delle zone fra quelle di maggiore rischio sismico del territorio nazionale e del Continente europeo. Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal progetto di metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado.
Aveva ben compreso l’VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati che, con la risoluzione n. 7/00158 del 26 ottobre 2011, aveva impegnato il Governo alla radicale modifica del tracciato del gasdotto. Il Governo finora ha disatteso le indicazioni.
Proteste popolari, contestazioni da parte di tanti Enti locali, azioni legali di associazioni e comitati non smuovono finora gli intendimenti speculativi della compagine energetica, che, è bene ricordare, è di proprietà pubblica.
Mi appello a Voi, perché gli interessi alla tutela dell’ambiente, alla difesa delle economie locali, al patrimonio culturale siano tutelati 
sia cancellata la previsione di questa opera  devastante, costosissima e priva di senso .
on. Michele Boato - 4 ottobre 2015

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