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In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

giovedì 12 febbraio 2015

Infanzia ed educazione consapevole




Il periodo dell'infanzia è spesso idealizzato o sottovalutato da noi
adulti, a seconda delle nostre esperienze di vita, ma in realtà è un'età
sia di gaiezza che di sofferenza, come rilevava Rousseau.

I bambini, come gli adulti, vivono nella loro quotidianità conflitti,
paure e insicurezze alle quali non sanno dare risposte adeguate e alle
quali spesso non viene prestata sufficiente considerazione.

Di fatto, l'importanza di questa fase è basilare per la formazione della
nostra personalità morale e sociale: è nel periodo dell'infanzia che si
crea la relazione col senso della vita, partendo da quello stupore che un
bambino spontaneamente prova di fronte al mondo.

L'intento di un'educazione consapevole è quello di dar voce a ciò che i
bambini pensano, sentono e amano, facendoli crescere così come individui
consapevoli, in grado di ascoltare, sentire, e condividere, rispettosi di
sé, degli altri e del mondo.

Nella quotidianità della maggior parte delle persone, al lavoro o a
scuola, sono la mente e l'aspetto razionale della psiche umana ad essere
maggiormente utilizzati e ad essere principalmente richiesti.

Ma la mente, da sola, non è sufficiente né a farci star bene né ad
apprendere e imparare: l'aspetto cognitivo, razionale, è solo una parte
del nostro cervello, una parte di noi, un'altra parte altrettanto
importante è costituita dal sentire, percepire e provare.

E' il nostro corpo che ci permette di rimanere in contatto con noi stessi,
di vivere il presente, di sentire e di fare in modo che i nostri
apprendimenti siano compresi in profondità e durevoli nel tempo.

E' nell'unione tra mente e corpo, ragione e sentimento, intelletto e anima
che sta la nostra forza, la nostra serenità, il nostro equilibrio: sempre
più precocemente però, perdiamo il contatto con ciò che proviamo e
questa perdita genera confusione, indecisione, malesseri.


Articolo a cura di Chiara Brunetti 

La Città della Luce © Via Porcozzone, 17 - Trecastelli (AN)

tel. 071.7959090 - info@reiki.it 




 Se un bambino vive con le critiche, impara a condannare.

 Se un bambino vive con l'ostilità, impara ad aggredire.

 Se un bambino vive con la paura, impara ad essere apprensivo.

 Se un bambino vive con la pietà, impara a commiserarsi.

 Se un bambino vive con lo scherno, impara ad essere timido.

 Se un bambino vive con la gelosia, impara cos'è l'invidia.

 Se un bambino vive con la vergogna, impara a sentirsi in colpa.

 Se un bambino vive con l'incoraggiamento, impara ad essere sicuro di sé.

 Se un bambino vive con la tolleranza, impara ad essere paziente.

 Se un bambino vive con la lode, impara ad apprezzare.

 Se un bambino vive con l'accettazione, impara ad amare.

 Se un bambino vive con l'approvazione, impara a piacersi.

 Se un bambino vive con il riconoscimento, impara che è bene avere un
obiettivo.

 Se un bambino vive con la condivisione, impara la generosità.

 Se un bambino vive con l'onestà e la lealtà, impara cosa sono la verità
e la giustizia.

 Se un bambino vive con la sicurezza, impara ad avere fiducia in se stesso
e in coloro che lo circondano.

 Se un bambino vive con la benevolenza, impara che il mondo è un bel posto
in cui vivere.

 Se vivi con serenità, il tuo bambino vivrà con la pace dello spirito.

 Con che cosa sta vivendo il tuo bambino?



Dorothy Law Nolte

(traduzione di G. Carro)

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