...un po' di anni fa ho conosciuto dei ragazzi africani, uno di loro e’ venuto a
trovarmi diverse volte nel mio laboratorio “giardinofficina” e recuperando
materiali vari, alcuni pezzi di legno assemblati e dei ferretti lunghi
schiacciati con un martello mi ha costruito una mbira, un piccolo pianoforte
africano. ho provato diverse volte a suonarlo anche se era scordato così avevo
saputo che c era un bravissimo mago accordatore nei paraggi e lho raggiunto
nella citta di boh nel docavolosta. questo bravo mago dopo avermi accordato la
mbira guardandomi negli occhi mi ha detto: se vuoi trovare la nota perfetta il
suono perfetto o la parola perfetta hai bisogno dei monaci tibetani! così mi
sono messo in cammino e attraversato la molisja sono arrivato prima a
foggiopolis nella daunja e poi a othia nel garganistan dove mi sono trattenuto
alcuni giorni. ripartito ho attraversato tutto il deserto della lukanja, le
citta di zanzaropoli e ferdinandina e sono arrivato sui monti della luna ad
alianum, da qui un altro deserto quello di pukhalpa, terra rossa e l’altipiano
dei sargenischi al confine
con la trullandia tra i trullalleri e i citrulli oltre la valle dell hidrya sono
arrivato a bhole baba city nel murgistan meridionale. qui finalmente ho
incontrato un gruppo di monaci tibetani che stavano realizzando il mandhala om
mani padme hum. sono rimasto con loro un po di tempo ascoltando meditando e
facendo alcune domande quando era possibile. mi hanno spiegato che per trovare
l uno, il suono o la parola perfetta bisogna passare prima dal 3 il numero
perfetto attraverso l A U M le lettere della trinita cosmica; A = onde
statiche; U = onde riverberanti; M = onde oscillanti; la quarta onda
trascendentale viene creata meditando l om nel centro del cuore. quello che
abbiamo chiamato armonia quartale, così mi hanno introdotto al numero quattro:
le stagioni, i quattro elementi, i punti cardinali. il numero della terra e del
quadrato. 4 + 3 = 7 appunto siamo arrivati al numero sette il numero magico o
numero di dio che connette con i piani alti della conoscenza e per farmi
comprendere bene mi hanno dato una singing bowl, ciotola che canta. una campana
di una lega di sette metalli planetari: oro per il sole; ferro per marte;
mercurio per
mercurio; rame per venere; stagno per giove; piombo per saturno; argento per la
luna. il suono avvolge completamente spirito e corpo per mezzo della vibrazione
ci si immerge in un viaggio sonoro magico e rilassante verso un crescente senso
di leggerezza. il suono e la vibrazione della campana concorrono per il
riallineamento dei chakra, della carica energetica e del benessere spirituale.
la risonanza consonanza produce un effetto psicotropo sulla natura umana. cmq
la campana tibetana e’ un antico strumento originario della cultura buddista
sciamanica himalayana che regnava nell antico tibet. sette metalli uno per ogni
pianeta che riassumono l essenza dell armonia delle sfere. un metallo e un suono
per ogni pianeta uniti tutti insieme nella campana producono il suono cosmico.
fondamentalmente serve per accordarsi su una vibrazione di frequenza specifica.
sette come i colori della arcobaleno, sette come i giorni della settimana, sette
come i nani di biancaneve, sette i chakra, sette i pianeti appunto. 7 + 1 = 8 e
siamo arrivati all 8 al numero infinito. la sfera che ha la circonferenza da
nessuna parte e il centro dappertutto. 100 dall uno all infinito.
mi hanno congedato dicendomi che la mia preparazione era giunta al termine e che
ero pronto per la nota, il suono o la parola perfetta. sono ripartito e sulla
strada ho incontrato un aborigeno meridionale che mi ha insegnato a suonare il
didigeridoo e soprattutto a caricare ed energizzare didigeridurizzare la
materia inorganica e organica e percepire tali vibrazioni. altri giorni poi ad
othia e l’incontro illuminante con i poeti oro della rena e blu dal mare. mi
hanno dato uno shruti box e ho iniziato ad accordare la mia voce la mia nota la
mia parola con il suono armonico del piccolo organo. così sono arrivato a casa e
aperto il bagaglio vi ho trovato un po di tutte le terre che avevo percorso
caricate tutte diversamente a livello energetico, anche di colori diversi e
tutte che mi parlavano e mi raccontavano con la loro memoria intrinseca
l’essenza del mondo che si sgretola e si consuma rinnovandosi continuamente o
l’immensa memoria del mondo e della terra che continuamente si rinnova dall
alto e si consuma dal basso. questa e’ un altra storia che racconterò o forse
ho già raccontato.
Ferdinando Renzetti
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