Ieri, 21 novembre 2014, la mia compagna
doveva fare un sopralluogo ad un laghetto di pesca sportiva che si
trova nei paraggi di Montecorone, così ho deciso di accompagnarla
per approfittarne e visitare il borghetto. Salire sulle colline
modenesi è sempre un viaggio interessante, che mostra la differenza
di stile di vita fra la pianura cementata e industrializzata ed i
piccoli paesi che ancora mostrano una parvenza di vita bucolica e
pastorale. Parecchie le vecchie abitazioni abbandonate e parecchie
anche le nuove costruite a schiera od in gruppi di casette in stile
finto alpino. Ma almeno l'aria è pulita e resistono ancora
negozietti, coltivatori diretti e piccoli allevatori.
Arrivati al
minuscolo stagno della pesca sportiva la prima impressione non è
stata buona, lo specchio d'acqua era tutto recintato e attorno si
vedevano sei o sette pescatori anziani con un ragazzino. Lei
scendendo dalla macchina mi ha avvertito di non parlare e di lasciar
fare tutto a lei che doveva semplicemente controllare quale tipo di
mangime venisse usato per le trote d'allevamento. Tirata fuori la sua
cartella con le scartoffie del mestiere ci siamo avvicinati a un
piccolo chalet di legno, deserto, allora siamo andati verso il
laghetto ed un signore si è staccato dal gruppo e si è avvicinato a
noi. Avendo compreso il motivo della visita si è poi girato verso i
pescatori gridando "non sono i testimoni di Geova...", e
ci ha spiegato che avendo notato che avevamo in mano delle cartelle
avevano sospettato che fossimo lì per convincerli di qualche
religione. Subito è stato da lui chiarito che le trote che venivano
immesse nel laghetto giungevano un paio di volte alla settimana da
un allevamento e quindi i pesci non dovevano essere nutriti, anzi
venivano messi per alcuni giorni in vasche adiacenti a "spurgarsi"
e poi immesse nello stagno per la pesca sportiva. Allora siamo
saliti fino all'annesso ristorante per scrivere le carte di servizio.
Il locale rustico era ben riscaldato da una stufa a legna accesa ed
il profumino che veniva dalla cucina era invitante. "Profumo di funghi" ha spiegato la moglie del pescatore.... La mattinata però non era
per noi terminata. Ripresi i tornanti in salita siamo arrivati fino
al borgo di Montecorone. E qui abbiamo goduto di una bella vista
sulle colline circostanti del parco regionale dei Sassi di
Roccamalatina. In cima al paesello c'era una chiesetta linda, chiusa,
tutt'attorno aiuole fiorite con rose bianche rosse e gialle. Le
piante erano state da poco potate e per terra ancora c'erano
parecchi rametti con i fiori attaccati, così ne abbiamo approfittato
per raccoglierne alcuni: rose bianche profumate. Il sole scaldava la
piazzetta. Abbiamo poi scrutato con un cannocchiale pubblico, di
quelli montati su un paletto, i famosi sassi. Ben visibile il masso
di Sant'Andrea ed un altro sasso che sembrava la testa di un uccello
col becco proteso.
Gironzolando abbiamo scorto solo due vecchietti e
qualche gallina. Una casetta aveva gli infissi socchiusi e sulla
porta c'erano le chiavi attaccate alla serratura. La mia compagna mi
ha chiesto: "Verresti a viverci qui? E poi scriveresti tutte
quelle notizie catastrofiste sul Giornaletto?" Ed io ho risposto
che se fossi stato lì a vivere avrei cambiato genere ed avrei
scritto solo poesie sulla bellezza del luogo. Al ritorno ci siamo
fermati a Rocca Malatina per acquistare qualche nido di pasta
all'uovo ed un pacchetto di biscotti caserecci, poi pian piano siamo
scesi verso il fumoso e confuso mondo della vecchia/nuova Emilia,
quella che oggi tutti conosciamo.
I sogni durano sempre poco!
Paolo D'Arpini
Bello!!! Un quadretto meraviglioso... un po' ve l'ho invidiato mentre leggevo, ma in fondo l'invidia non mi serve, perché momenti come questo li vivo anch'io sul mio Appennino ligure-emiliano-piemontese. Luoghi magici, dove il tempo si è fermato e dove ci si sente a casa...Grazie carissimi!
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