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sabato 12 luglio 2014

Testimonianze dalla Palestina – “Provo vergogna di essere ebreo!” – “Basta con struzzi e coccodrilli”



Rabbino Mijael Even David: ” Il giorno che ho provato vergogna di essere ebreo”.
Mijael Even David, rabbino, ripudia e condanna la brutalità delle
pratiche politiche sioniste. Ripudia e denuncia l’assassinio del
giovane Muhammad Abu Jdeir, che è stato rapito, torturato e bruciato
vivo dai coloni israeliani:
“Oggi, noi, ci siamo uniti ai roghi dell’Inquisizione. Bruciamo le
persone di una diversa fede e diciamo che è il nostro Dio a
chiedercelo. Oggi, ci uniamo alle orde dei cosacchi con l’odio
selvaggio e assassino senza vedere altro che, il fatto, di essere
diversi. Oggi, ci uniamo agli assassini nazisti, uccidendo un bambino
brutalmente per la sua razza ed etnia.
Oggi non siamo più il popolo eletto, perché non fummo scelti per
questo. Abbiamo bisogno, forse, di altri duemila anni di Esilio, per
ricordare ciò che dovremmo essere. Oggi, perdiamo qualsiasi
superiorità morale, che pensavamo di possedere. Siamo esattamente come
quelli. Anche noi siamo degli assassini. Tutti noi. Coloro che hanno
bruciato, gridato “ morte agli arabi”, dichiarato che la Torah ci
chiede di uccidere, assassinare e vendicare. Coloro che hanno visto
tutto questo e non hanno fatto niente, coloro che domani nulla
faranno.
Soprattutto chi cerca di mettersi a posto le coscienze con i confronti
“ però noi non festeggiamo gli omicidi”, “ a noi, non ci insegnano a
scuola a odiare”, “ noi non consideriamo eroi i terroristi”. Dio
l’Altissimo, però non è su di loro è su di noi. E’ su la perdita di
noi stessi, del fallimento come nazione. Abbiamo ovviamente fallito.
In futuro, quando studieranno le leggende sulla distruzione della
nostra società, del nostro Stato, essi leggeranno “ Per l’omicidio, il
fuoco, il brutale assassinio di Muhammad Abu Jdeir, il nostro Tempio
fu distrutto, la nostra Terra divenne desolata e fummo esiliati tra le
Nazioni”.
” La pace non è mai stata così lontana. Mai come adesso mi sono
vergognato di essere israeliano. Mai avevo provato vergogna come ora
di essere ebreo”.
http://negratinta.com/rabino-mijael-even-david-el-dia-que-me-avergonce-de-ser-judio/
……………………….
Basta con struzzi e coccodrilli – Da Gaza al mondo, parla un gruppo di cooperanti italiani in Palestina
Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi pensa che una
partita di pallone sia più importante di un’intera popolazione inerme
sotto le bombe… Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione
senza mai aver voluto ascoltare le voci di Gaza. Basta con giornalisti
che scrivono articoli comodamente seduti da casa o dalle redazioni a
Roma e Milano. Basta con l’equidistanza a tutti i costi. Basta con le
condanne bipartisan e con le parole misurate.
Siamo operatori umanitari e condanniamo la violenza verso i civili, SEMPRE.
Per questo non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato
indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o
possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e
assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto.
Non possiamo far finta di nulla. Noi Gaza la conosciamo perché ci
lavoriamo, perché la viviamo e lì abbiamo imparato cos’è la
sofferenza, ma anche la resistenza. E non parliamo di lancio di razzi:
per i circa due milioni di persone che risiedono a Gaza, che vivono da
48 anni sotto occupazione dimenticate dal mondo, che piangono morti
che sono sempre e solo numeri, che subiscono interessi politici sempre
più importanti della vita umana… resistere è essere capaci,
nonostante tutto, di andare avanti.
Gaza ci ha insegnato semplicemente la dignità umana.
Siamo qui e ci sentiamo inermi e, ancora una volta, esterrefatti
perché continuiamo a leggere articoli di giornale che a nostro avviso
non rispecchiano la realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza
occupante e una popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana
dei razzi lanciati da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente,
non hanno procurato morti, e riducono a semplici numeri le oltre 90
vite spezzate a causa dei bombardamenti Israeliani in meno di tre
giorni.
Tutto ciò che scriviamo non è frutto di opinioni personali o giudizi
morali; è sancito e ribadito dai principi del diritto internazionale e
del diritto umanitario internazionale, che muovono il nostro operato
ogni giorno.
Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3 coloni,
avvenuto in circostanze ancora ignote, sia l’indiscriminata punizione
di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario vieta le
punizioni collettive – definite crimini di guerra dalla IV Convenzione
di Ginevra (art. 33).
Israele ha addossato la responsabilità a Hamas, attaccando
immediatamente la Striscia, causando la risposta dei gruppi
palestinesi con il lancio di missili su Israele. Il governo israeliano
sostiene di voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture
militari. E’ davanti agli occhi di tutti che ad essere colpiti finora
sono soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele
reagisce ai missili da Gaza, la verità per chi vuol vederla è lì sotto
gli occhi di tutti, e i numeri, se non interpretati con slealtà, sono
chiari.
Dall’8 luglio, inizio dell’operazione militare “Protective Edge”,
Israele ha bombardando 950 volte la Striscia, distruggendo
deliberatamente oltre 120 case, (violando l’articolo 52 del Protocollo
aggiuntivo I del 77 della convenzione di Ginevra), uccidendo 93
persone (inclusi 30 minori 16 donne,15 anziani e 1 giornalista)
ferendo oltre 600 persone, di cui 50 in condizioni molto gravi.
Oltre 900 persone sono rimaste senza casa, 7 moschee, 25 edifici
pubblici, 25 cooperative agricole, 7 centri educativi sono stati
distrutti e 1 ospedale, 3 ambulanze, 10 scuole e 6 sport club
danneggiati.
Dall’altro lato, il lancio di razzi da Gaza, secondo il Magen David
Adom (servizio emergenza nazionale israeliano), ha causato 123 feriti
di cui: 1 ferito grave; 2 moderati; 19 leggeri; 101 persone che
soffrono di shock traumatico.
Di fronte a questi numeri ci sembra impietosa la non obiettiva
copertura di gran parte della stampa internazionale e nazionale,
dell’attacco israeliano verso la Striscia di Gaza. Per questo
riteniamo necessario prendere posizione e ribadire la necessità di
riportare l’informazione, sullo scenario militare in corso, alle
dovute proprorzioni.
Ci appelliamo infine ai responsabili politici in causa e a quanti
possano agire da mediatori, affinchè le operazioni militari cessino
immediatamente e perché si ponga fine all’assedio nella Striscia di
Gaza.
Siamo un gruppo di cooperanti che vive e lavora in Palestina. Tutto
ciò che scriviamo è verificato da testimonianze sul campo e da fonti
di agenzie internazionali. Per maggiori informazioni scrivete a:
cooperantipalestina@inventati.org

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