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lunedì 26 marzo 2012

Vivere in comunità per restare in buona salute.... ?

Esempio di vita comunitaria in un incontro del Circolo Vegetariano VV.TT.


Ante Scriptum

...sembra la pubblicità per promuovere le comuni e gli eco-villaggi... La Rive e Manuel Olivares, autore del libro "Comuni, comunità ed ecovilalggi in Italia", edito da AAM Terra Nuova)saranno soddisfatti.. Infatti sembra, almeno da quanto scritto più sotto, che la vita comunitaria giovi alla salute. Almeno queste le conclusioni a cui è giunto un istituto di ricerche finlandese. Ma la Finlandia -si sa- è terra inospitale e certo vivere da soli in mezzo ai ghiacci non deve essere piacevole (nè agevole).. Comunque è vero che da quando è decaduta la famiglia e non esiste più un tessuto sociale l'esistenza raminga e solitaria è diventata anche fonte di malessere. Inoltre con il precariato che avanza è sempre più difficile permettersi un'abitazione.. per cui la soluzione sembra quella di unire le forze e convivere in buona compagnia (si spera).... Però, però, la mia esperienza è "meglio soli che male accompagnati".. e continuo a preferire la solitudine (salvo la presenza di una compagna amorevole)..

Paolo D'Arpini



Psichiatria: +80% rischio depressione per chi vive solo rispetto a chi sceglie compagnia

La scelta di abbandonare il nido domestico e preferire una vita da soli potrebbe essere un fattore di rischio per la salute mentale, anche in persone in età lavorativa. Secondo lo studio finlandese del Finnish Institute of Occupational Health, pubblicato sulla rivista BioMed Central, l'allarme depressione aumenta dell' 80% nei soggetti che vivono da soli rispetto a chi ha preferito la vita famigliare o con altre persone. "Perchè - suggerisce la ricerca - nel periodo di 'follow up ' dello studio hanno acquistato l'80% in più di farmaci anti depressivi rispetto a chi condivide il tetto domenistico con altre persone". Tra i fattori principali evidenziati dagli autori ci possono essere "le condizioni abitative disagiate per le donne e la mancanza di sostegno sociale per gli uomini. Ma entrambi i sessi sono colpiti in ugual modo".Secondo i ricercatori "vivere con altre persone, che sono in grado di offrire un sostegno emotivo e un maggiore coinvolgimento sociale, ad esempio confidandosi o aiutandosi a vicenda, protegge contro i problemi di salute mentale. Mentre - precisa il lavoro - scegliere l'indipendenza, la discrezione e quindi anche l'isolamento domestico, potrebbe far perdere in alcuni soggetti la fiducia in se stessi e acuire fenomeni come la depressione e l'ansia". Lo studio ha monitorato l'uso di anti depressivi in 3.500 finlandesi che hanno partecipato alla ricerca. Persone in età lavorativa: 1.695 uomini e 1.776 donne. Con un età media di 44,6 anni. Dal 2000 al 2008 questi soggetti sono stati seguiti e sottoposti anche ad interviste per valutare le loro abitudini di vita, l'istruzione, il reddito e le condizioni abitative. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto "che le persone che vivono sole avevano acquistato l' 80% in più di anti depressivi durante gli 8 anni di 'follow up', rispetto a chi aveva scelto la vita famiglia o la compagnia di qualcuno dentro casa". (fonte: Adnkronos Salute)

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