Quali sono le proposte di legge più surreali presentate nel 2011? Come ogni anno, Silvio Boccalatte, fellow dell'Istituto Bruno Leoni, ne offre una rassegna nel Focus "Le proposte di legge più pazze del mondo: Edizione 2011" PDF:
http://info.brunoleoni.it/f/tr.aspx/?9:Ud-c=vqyrxxb4g:=wsvs4fk:=aema5muhph82kfg.e5h&x=pv&b--4b189mmif0:b3uF.&flmIBLtF.&fllwwwlBh3&1e1me-/i4&x=pv&NCLM
Per Boccalatte, "questa 'raccolta' è ovviamente compilata con spirito ironico, ma serve anche a rivelare un serio problema del nostro processo decisionale: l'incentivo per i parlamentari a presentare proposte di legge su temi di nicchia o a palese difesa di interessi precisi. Si capisce, alla luce del 'peggio', anche la più generale difficoltà dei nostri rappresentanti a liberalizzare, che molto spesso significa delegificare e deregolamentare, piuttosto che introdurre nuove norme".
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Da che mondo è mondo, il più forte prende il sopravvento sul più debole. Anche i nostri codici risentono di quest'ingiustizia, si può dire che essi siano anzi una collezione di leggi che, dando mostra di occuparsi di una sana necessità, s'appendono però quasi sempre verso i voleri di questo o quel potentato.
Non solo nel ventennio berlusconiano sono state emesse leggi ingiuste. L'uso di avallare leggi su richiesta è letteralmente storico ed ancora talmente diffuso che persino gli ordini professionali, al solo scopo di favorire gli affari dei propri iscritti, sono giunti a costringerci a mille dannose imposizioni.
Quella di soddisfare i voleri di una casta, cricca o lobby, quella di ratificare leggi che curano gli interessi di alcuni a scapito di tutti, è una vera e propria tradizione, che si manterrà fintanto che il potere e sapere collegato saranno resi inaccessibili alla popolazione, fintanto che i poteri ed i saperi della Funzione Pubblica rimarranno anch'essi prerogativa di una casta.
A nulla serve ricordare che leggi scritte in questo modo sono il prodotto di una corruzione e di conseguenza non andrebbero rispettate. Fintanto che della gente menefreghista, pur di tenersi stretto un posto di "lavoro" finto-pubblico, che non a caso fu concesso loro dal duce e dal re, occuperà la nostra amata res publica, l'iniquità la farà da padrona.
Danilo D'antonio
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