La legge melonica “Ammazza cinghiali”, emendamento proposto da FdI riguardante la modifica alla legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica, autorizza a sparare, anche in aree urbane, a cinghiali, scoiattoli, lupi, orsi, faine ecc. al di la del calendario venatorio. E così la timida parvenza di civiltà che stava faticosamente emergendo viene annientata insieme a migliaia di animali innocenti che hanno avuto la sventura di avvicinarsi per fame ai centri urbani a causa dell’alterazione degli equilibri biologici causati dall’uomo.
E così succede che quando l’umano subisce gli effetti del suo insano quanto irresponsabile modo di vivere, la soluzione non è intervenire sulle cause che l’hanno generata ma mettere in atto provvedimenti ancora peggiori del male causato. Siccome a forza di fucilate è stato estinto il cinghiale nostrano è stato importato quello ungherese, più grosso e più prolifico. E invece di catturare gli animali e trasferirli in adatte zone boschive si risolve nel modo più brutale, insensato e deprecabile: uccidendoli con armi al laser tra i parchi o ovunque si trovino. Naturalmente gongolano i sparacchiatori. Invogliare i cittadini ad armarsi e a trarne piacere o profitti economici dalla sofferenza e dalla morte di creature innocenti, grandi e cuccioli, fa sprofondare dalla vergogna.
Ci ricorderemo alle prossime elezioni. Spero che il movimento animalista faccia sentire tutto il suo plateale dissenso. Tale infamia apre prospettive inquietanti: è come se lasciassimo la porta di casa aperta con la tavola imbandita e autorizzare a sparare all’affamato che, provocato e spinto dalla fame, cerca qualcosa da mangiare.
Franco Libero Manco
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