Venerdì scorso, per strada, in centro, durante la pausa meridiana noto un giovane che tiene per i capelli un uomo visibilmente più anziano e lo colpisce più volte; intorno sette-otto persone adulte: due con lo smartphone riprendono la scena. Mi inserisco e li divido. Il giovane urla qualcosa e si allontana nei vicoli; l’anziano raccoglie gli occhiali e mi ringrazia. Gli chiedo come sta. Bene, poteva andare peggio – dice – comunque bene, e dopo un poco si allontana. Anche le persone che facevano corona si allontanano, ma ai due con lo smartphone faccio in tempo a dire che se hanno ripreso anche me non pubblichino la mia immagine.
Vado in un bar, ho voglia di calma, mi regalo un buon caffè al tavolo del dehors, chiudo gli occhi e mi rilasso.
Posto il fatto su facebook, più o meno come l’ho raccontato sopra, senza fotografia. Annoto che da un po’ di tempo a questa parte mi sembra di notare più nervosismo del solito, più irritabilità e chiedo se è solo una mia sensazione o se è condivisa.
Cominciano i commenti. I primi contengono complimenti generici, del tipo giusto, bravo, hai fatto bene.
Uno dei soliti noti mi fa osservare che non avrei dovuto intervenire, senza prima accertarmi delle ragioni del giovane. Per quello che so, poteva avere sacrosanti motivi per darle di santa ragione al più anziano. Lo saluto e gli chiedo come avrei potuto accertarmene. In nessun modo, chiosa, quindi sarebbe stato meglio evitare di impicciarmi.
Interviene una commentatrice per rinforzare il solito noto e dire che mi sono comportato in modo paternalista e violento, perché certamente per dividere i due li ho toccati senza averne diritto. Senza contare che per questa ragione avrebbero potuto denunciarmi.
Si fa sotto un altro e mi chiede se dopo mi sono disinfettato le mani perché, per ciò che ne sapevo, potevano essere persone malate di covid. Non gli rispondo. Un altro incalza: Avevi la mascherina?
Segue un commento a brucia pelo: La colpa è di Draghi che sta massacrando gli italiani – come si potrebbe non essere nervosi?
Si attacca il solito noto con una tirata sull’abuso dei dpcm e dell’istituto della fiducia che di fatto hanno cancellato il Parlamento e con esso l’ultimo barlume di democrazia. E insiste che forse il giovane è una vittima di questa situazione che non è più sostenibile.
Ancora un commento sul mio paternalismo perché ho limitato la loro libertà e non ho permesso che potessero sbrigarsela da soli. Potevo solo essere contento di non essere stato colpito, ma se fosse successo, me lo sarei cercato. Rinuncio a rispondere.
Maria – la chiamo così – chiede se i due avevano la mascherina, perché forse l’aggressività del giovane poteva dipendere da una sorta di avvelenamento, molto comune per chi è costretto a respirare la propria anidride carbonica per lungo tempo.
Altri giusto, bravo, hai fatto bene.
In bellezza, uno che di tanto in tanto appare, commenta che i giovani non ne possono più : i vecchi come l’altro – che, per quanto ne so, potrebbe averlo provocato, forse deriso – sono quelli della generazione che ai giovani ha scippato il futuro, il lavoro, l’ambiente, le risorse, i sogni e persino il diritto al voto e (questa proprio non l’ho capita) a un sano divertimento, e conclude che ho fatto male a intervenire senza sapere davvero cosa fosse successo tra i due e senza conoscere le ragioni del più arrabbiato e, forse solo apparentemente, aggressivo.
E’ passata mezz’ora : 22 like (tra i quali due cuori e una faccina con la lacrima), 16 commenti, 2 condivisioni.
Sono afflitto.
Pensavo di introdurre un dialogo sull’indifferenza di fronte alle piccole violenze quotidiane, sul modo attraverso il quale pare che sempre più si osservino gli eventi come attraverso uno schermo televisivo e un videogioco, e in un attimo penso che presto le cose potranno peggiorare : forse partiranno le tifoserie fino agli ultras della volgarità, gli emuli di Cruciani e Sgarbi; come in un carosello cialtrone davanti al mio sguardo sfilano Bassetti, Zelensky, il greenpass, Orsini, il Gran Reset, Speranza, Parenzo, Salvini, Vespa, il fantasma di Soros, Mario Giordano, Pappalardo e il protocollo dei Savi di Sion; sento che stanno per sbocciare le sapientine e i piazzari – ex virologi di una trincea o dell’altra, laureati su google e youtube – che ora sanno tutto del Donbass, delle condizioni di salute mentale di Putin, delle sue strategie (finora) più segrete, delle aritmetiche della geopolitica, del microchip iniettato col vaccino che rende più aggressivi o docili a comando, e pontificano su cosa dovrebbero fare i governi e chi Bearzot e Mancini avrebbero dovuto mandare in campo; penso ai prossimi commenti delle progoverno a tutti i costi e degli antisistema a prescindere, e alle solite troppe parole degli analfabeti funzionali che, incapaci di leggere, hanno solo da dire la loro, qualunque sia lo spunto che, anche solo per remota analogia, viene loro offerto.
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