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venerdì 15 ottobre 2021

Ferdinando Renzetti alla scoperta di se stesso e del "mattonazzu"


Come sono arrivato alla scoperta (o alla riscoperta)  del mattonazzu...


Sono nato nella periferia urbana di Pescara tra ferrovieri e contadini. Vivevamo nell ultima schiera di case della città e subito dopo iniziava la campagna con tassi faine gatti selvatici volpi. Immediatamente dietro la casa, dove sono nato e vissuto, verso sud e la Maiella, c'era il grande giardino di mio nonno con la vigna l'orto il capanno di paglia il pozzo, dove imparavamo a fare oggetti con la terra, girandole con le canne aquiloni con materiali riciclati. 

Mio nonno faceva i cesti di vimini, allevava conigli e piccioni, i vicini le galline e qualcuno anche il maiale. Infatti l’inverno il sacrificio del maiale era un evento da non perdere per noi ragazzi di strada. Qualche contadino girava con il carro tradizionale trainato dai buoi. A casa c'erano il televisore e la radio, nei primi anni 60,  e spesso venivano anche altre famiglie, la sera, a vedere la televisione: non c'erano libri, nessuno li leggeva. Guardavo cartoni animati, in bianco e nero; i primi libri li ho ricevuti a scuola alla prima elementare, il sussidiario e il libro di lettura, con tutte le immagini colorate in modo iperreralistico. Rimasi cosi attratto e stupito dalla bellezza dei libri che iniziai subito ad accumularli. 

Nel tempo la biblioteca si è arricchita di stampe locandine semi e terre, tante terre raccolte nei vari luoghi dove sono stato a costruire: una terrateca. oggi in un certo senso non hanno piu lo stesso valore che avevano un tempo sia commerciale che culturale e ci stiamo chiedendo che farne di tutti questi libri che abbiamo accumulato in tutti questi anni. alcuni si stanno organizzando con donazioni a piccole biblioteche solo che poi non sono frequentate... si tratta solo di trovargli uno spazio dove conservarli in modo opportuno. a otto anni circa iniziai a soffrire di solitudine esistenziale e qualche anno dopo iniziai ad avvertire la mia diversità culturale, nel senso che mi riconoscevo poco nella cultura di appartenenza. come gia detto mancavano i libri, in casa non c'era una cultura musicale specifica, non c'erano dischi e la musica era quella proposta dalla radio e dalla televisione. 

Leggevo tanti fumetti, tutti quelli che giravano tra noi ragazzi, ho ancora la collezione di Tex Willer. Mi regalarono un mangiadischi e ascoltavo i 45 giri della musica pop e leggera. mi piacevano molto le canzoni del bitt italiano che poi erano traduzioni di canzoni beat americane e inglesi. mancava completamente la cultura del viaggio, in casa nessuno viaggiava per piacere e fino a circa tredici quattordici anni gli unici viaggi erano le gite che si facevano il lunedì di pasqua o a ferragosto nei vicini luoghi di montagna. il viaggio piu lungo, all estero… a san Marino. 

Mi piaceva andare a scuola nonostante fossi cresciuto sulla strada e vivevo una strana dissonanza emotiva e cognitiva, il pomeriggio ero il bullo di periferia arrogante e determinato, la mattina a scuola ero timido rispettoso dei principi e interessato alla didattica, soprattutto alle elementari, mi piacevano tantissimo le cartine di geografia appese ai muri e l’organizzazione scolastica, i banchi, la cattedra, la maestra. nel tempo ho perso parte dell interesse, soprattutto i primi anni del liceo, quando ho sofferto i disagi del passaggio dalla cultura rurale  del proletariato della periferia a quella urbana“colta”della citta. Andare a scuola era un autentico viaggio con l'autobus, tutti i giorni, per anni, ci portava dalla periferia al centro urbano. Sull'autobus ci conoscevamo tutti, almeno di vista e le fermate dell autobus erano luoghi d’incontro dove a volte si formavano piccole comitive. cosi in quegli anni scoprii una nuova cultura musicale: faceva figo andare sull autobus con i dischi in vinile, in bella mostra sotto al braccio, di Edoardo Bennato, De Gregori o anche di Barry White. Pian piano il rock italiano con la Pfm gli Area il Banco del mutuo soccorso. 

Il mio primo viaggio lo feci a Milano dove andai a trovare una ragazza che avevo conosciuto l'estate e il fratello anarchico mi fece scoprire il mondo del rock americano Jimi Hendrix i Doors e Janis Joplin. 

Nel frattempo avevo conosciuto una strana ragazza che vestiva sempre vintage con strani abbinamenti di colori, anche lei proveniente da una famiglia tradizionale rural pastorale. in un certo senso risvegliò la mia coscienza che mi porto pian piano, su una via piena di disagi esistenziali e sofferenze varie, fino alla conoscenza e alla consapevolezza. La scoperta della mariuana e dell hascisc come esperienza mistica che non so perche ci facevano sentire superiori e diversi... questo in breve il mio excurcus dalla famiglia tradizionale abruzzese, dal proletariato urbano, alla cultura prima alternativa e poi globalizzata del moderno consumismo contemporaneo, fino al misticismo new age, alla nuova o neo ruralita, al bionierismo; alla nuova cultura del cibo, gluten free e senza solanacee. nel frattempo ero diventato un fricchettone, vestivo abiti americani usati, camicie lunghe fuori dai jeans strappati, capelli lunghi, la stagione della rivolta con le lotte studentesche del 77 le occupazioni i cortei poi il movimento punk, la new wave. sono arrivato a Bologna dove ho studiato e vissuto parecchi anni fino all 88, vissuto anche brevi periodi a Londra Parigi Berlino. 

Ho studiato arte e cultura americana per piu di venti anni poi all'incirca verso la fine degli anni 90 la scoperta che non conoscevo la cultura tradizionale, la specifica appartenenza, ho iniziato il viaggio e la ricerca nel meridione in cerca come tanti altri baby boomers di radici e appartenenza, per riallacciare i fili sparsi nel tempo e nello spazio, quello che era andato perduto o si era interrotto per alcune generazioni. 

Cosi siamo arrivati all'oggi e al domani, alle costruzioni in terra cruda dei nostri nonni, la scoperta della biodiversità, lo scambio dei semi, la bio dinamica la permacultura gli orti sinergici l'agricoltura naturale e il maestro Masanobu Fukuoka con la bibbia del nuovo millennio La rivoluzione del filo di paglia: minimalismo semplicità esperienza; coscienza conoscenza consapevolezza. 


Mi veniva da ridere ultimamente a Gaia, mondo di unione, nel paese di Calanna sull'Aspromonte, vicino Reggio Calabria, durante un laboratorio in terra cruda. Abbiamo realizzato dei mattoni di dimensioni 30x20x15 per pareti autoportanti, in un certo senso ho riscoperto il mattonazzu che apparteneva alla cultura costruttiva tradizionale calabrese che nessuno piu conosceva. Costruzione di una bresta, casa tradizionale in terra cruda ispirata al modello americano della earthship: tre pareti chiuse, una aperta verso sud con vetrata; tetto a una falda, con pendenza verso nord, recupero dell acqua piovana da convogliare in un bio lago. sul lato sud una tettoia in contropendenza che copre dai raggi incidenti dell estate e lascia passare i raggi invernali, copre la serra solare, sotto la tettoia che eventualmente puo essere chiusa con vetri e finestre e di seguito la pergola con viti e kiwi che coprono e fanno ombra d’estaste fanno frutti e lasciano trasparire la luce e il calore l inverno quando perdono le foglie. Questo è quanto!
 
Ferdinando Renzetti 

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