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mercoledì 18 luglio 2018

Impara "l'arte" e mettila da parte....


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Pare che la parola "Arte"  derivi dal sanscrito Ar che vuol dire mettersi in moto, muoversi, andare verso, un desiderio che crea un movimento che a sua volta inneschi un azione che crea qualcosa. 
Io ho da sempre sposato il concetto greco di Aretè, una sorta di impasto fra virtù ed eccellenza del compiere un atto. Se dovessi spiegare questo concetto al mio vicino di casa, lo tradurrei con: la bellezza del compiere un atto ci induce a studiare le tecniche che rendono visibili un oggetto, un manufatto, una musica. L’alchimia di creare Arte è nel meccanismo che la materializza. O meglio nella nostra umiltà di cercare con metodo il canale per renderla manifesta.
Tempo fa un circense, un trapezista, disse in un intervista che il loro mestiere era molto difficile e nessuno del pubblico avrebbe mai potuto capirne la complessità. Per questo, ogni sera, prima di un numero importante, loro sbagliavano volutamente una presa e facevano cadere nella rete "l’eroe" che avrebbe dovuto fare poi il triplo salto mortale. Dopo quell’errore il pubblico sarebbe stato più concentrato ed avrebbe compreso la complessità di quel gesto.
L’esercizio quotidiano per raggiungere quello stato di consapevolezza è massacrante, metodico, impressionante, ma anche una droga-adrenalinica. Un circense usa i canali di un pittore o un musicista….ma l’ironia è che per compiere perfettamente quell’atto lo sforzo deve essere invisibile. Anzi non deve esistere!
Quanto più il processo di materializzazione dell’Arte sembra Armonico e Semplice, tanto più grande è l’Artista. Questo può sembrare un controsenso in quest’epoca. Ogni “miracolo" è osteggiato. Guardate al miracolo della Natura. Noi lo diamo per normale ogni giorno e ci scordiamo quanto speciale sia un animale, un seme, una pianta. L’acqua.
Il ciclo vitale dell’acqua è sorprendente……miracoloso…… si trasforma e si rigenera…... cade nel suolo s’insinua nelle rocce….. accrescendo le sue proprietà e discende in rivoli fossi e fiumi.…e poi il mare e di nuovo evapora…..si ricondensa e tutto miracolosamente maternamente disponibile. 

Nel medioevo ogni mestiere aveva uno spirito divino. Ogni Gilda, Congregazione, conservava il valore Spirituale di quel Mestiere. 

Oggi sopravvive come tradizione, ritualità e simbologia, solo nella “massoneria" dei costruttori di cattedrali. Ed anche loro, i massoni, non sempre compiono quei riti con consapevolezza.
Oppure no?!
Quando facevo il restauratore conobbi alcuni vecchi muratori. Erano uomini che avevano le gambe arcuate, i dischi dello loro spine dorsali, compresse dai pesi del cemento e dai mattoni, si fissavano al bacino e comprimendosi spingevano i loro sederi in fuori. Erano figure caratteristiche, buffe già solo per la postura; molto spesso più capaci dei loro datori di lavoro, empiricamente depositari di una sapienza immensa a volte anche a loro stessi sconosciuta. Uno di loro mi chiese nella pausa per il pranzo se sapessi il motivo per cui le colonne hanno il capitello, anzi il dente che sormonta il capitello. Gli dissi che per me era pura estetica, ricerca della bellezza della purezza della forma. Lui guardandomi soddisfatto mi disse: dove appoggi i mattoni per fare l’arco? Su una centina! E dove appoggi quella centina (che altro non è che una sagoma semicircolare di legno dove appoggiare i mattoni) se non c’è una sporgenza fra colonna ed il futuro arco?
Mi voleva molto bene e diceva a me quelle cose perché io amavo ascoltare. Mi disse tante altre cose. il gesso è nemico dell’acqua, amico del fuoco….odia il ferro….ecc ecc
Il fatto è che se stai ad ascoltare e “vedi” ciò che ti viene detto, scopri che in ognuno c'è un alchimista; un mago dei tarocchi.
Credo che fin da piccolo sapessi che la conoscenza è ascolto e che ognuno di noi è depositario di conoscenze infinite.  Un tempo ogni famiglia aveva un componente che eccelleva in un’Arte.
C’era chi faceva il pane in maniera unica, chi faceva il tombolo, chi conosceva le erbe, chi sapeva fare il vino.
Ma anche chi sapeva fare poco…..ed alcuni che non sapevano fare quasi nulla.
Ma chi sapeva fare qualcosa era quel qualcosa.
Oggi manca la capacità di riconoscere i miracoli……la capacità di ascoltare e riconoscere chi è più bravo di noi a materializzare le cose. 
Solo questo manca oggi…. e non mi sembra sia casuale…qualcuno si è impegnato per distruggere i maestri, il loro esempio. la Scuola. La Spiritualità.
Ma non è un processo irreversibile!! E ognuno di noi ha il compito di difendere il miracolo altrui!!


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