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giovedì 28 settembre 2017

Bologna - Festival francescano con panini alla mortadella e tagliatelle al ragù


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23/24 settembre 2017. Week end di inizio autunno in Piazza Maggiore a Bologna... in quella piazza affascinante della canzone di Lucio Dalla (Piazza Grande). Venite a visitarla se non la conoscete già bene, magari alla sera con le sue luci fioche che lasciano spazio alla fantasia e ai segreti della cattedrale e dei palazzi... 

C'era una grande festa in Piazza Maggiore in questo week end di inizio autunno. Un festival pieno di gente, con i tendoni, gli stand, le musiche, le conferenze, i libri... e con l'angolo del ristoro che offriva a piene mani panini ripieni di affettati e piatti di pasta con il tradizionale ragù alla bolognese.

Beh, tutto normale il punto ristoro, no? Dappertutto in occasione di feste, eventi, manifestazioni varie si predispongono panini tipo Mac Donald e piatti tradizionali... qui a Bologna primeggiano le tagliatelle al ragù di carne... cosa c'è di più gradito al pubblico?
Perché allora soffermarmi sull'offerta gastronomica di questo festival, perfettamente in linea con quello che piace e si aspetta il pubblico?

Un motivo c'è che mi spinge a fare queste riflessioni “fuori dal coro” e lo capirete al volo ora che vi svelo a chi era dedicato questo festival di fine estate in Piazza Maggiore: a San Francesco. Proprio lui. L'evento si chiamava “Festival Francescano”. Una bellissima idea. Portare in piazza questa figura così amata, con l'obiettivo scritto su uno striscione a grandi lettere: “far conoscere e attualizzare i valori di Francesco d'Assisi”.

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Pensavo, girando fra gli stand di libri, gli spazi per le conferenze e i dibattiti, i video, le musiche... tante cose interessanti per farci riflettere e per far calare nella nostra quotidianità gli esempi della vita di Francesco d'Assisi... pensavo, ma..., non era lui che amava la natura in modo semplice e con tutto se stesso? La natura, il Creato... tutti gli esseri viventi, anche gli animali... è proprio lui che viene raffigurato insieme a un lupo, per dire, forse, che la pace tra gli uomini dovrà passare attraverso la pace con la natura. Il rispetto per il Creato, l'amore per tutti i suoi esseri viventi.
Ora ho svelato il segreto che mi ha spinto a scrivere questi pensieri, e voi lo avrete capito: ero lì davanti allo stand gastronomico con la cuoca che mi voleva convincere della bontà della sua mortadella, nonché del ragù di manzo misto al maiale.
Ma, la carne del maiale o del bovino da dove viene? Non se lo chiede nessuno fra quanti girano fra gli stand del festival ascoltando dibattiti sulla pace, sull'inquinamento, sui consumi e il riscaldamento del pianeta?
Allora, a costo di mettermi in una posizione sgradevole, vi dico la cosa che in fondo tutti sanno ma non vogliono né parlarne, né pensarci e tanto meno porsi problemi di coscienza: la carne che state gustando in questo festival dedicato a Francesco d'Assisi proviene da allevamenti industriali, dove le condizioni della vita degli animali sono spaventose... descrivere queste condizioni equivale a un film dell'orrore.
Accostate per un attimo la figura di Francesco d'Assisi con il suo Cantico delle Creature a questi macelli industriali, immaginatelo che osservasse gli animali ingabbiati, ingrassati artificialmente, riempiti di ormoni... ridotti allo stato di macchine... Cosa ci direbbe oggi? Ve lo lascio immaginare. Secondo me, il nostro Francesco non ci avrebbe fatto sentire in colpa per il fatto che gustavamo con piacere gli affettati e i condimenti di carne, ma col suo fare semplice e disarmante ci avrebbe parlato al cuore, fatto emergere la nostra sensibilità, insegnato a diventare consapevoli, a rispettare tutte le forme di vita... Facendo anche un piccolo miracolo, che nel prossimo “festival francescano” gli organizzatori avrebbero realizzato un punto ristoro tutto vegetariano-vegano.

Lorenzo Saredo

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(Fonte: 
Uqbar Love)

1 commento:

  1. Caro Lorenzo, purtroppo quanto racconti è la norma: l'unica cosa che conta a questo mondo è fare soldi, sfruttando magari quei personaggi che la Storia ci ha donato per farci riflettere e che invece sono usati, con ipocrisia e naturalezza, per i propri scopi. D'altra parte, il maestro ce l'abbiamo in casa e non si fa scrupoli a sfruttare il nome di Cristo e la sua vita per i propri scopi terreni e di potere.
    E aggiungo che i cari francescani furono quelli che, durante la caccia alle streghe, eseguivano le torture. E non solo allora, anche di recente, durante la guerra in Croazia di inizio 1900, erano coloro che sobillavano la gente a perpetrare ogni obbrobrio contro i cosiddetti nemici. Povero Francesco! E non è che chi ne ha preso il nome di recente stia dimostrando di volerlo riabilitare.

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