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mercoledì 6 aprile 2016

Italia - Sebben che siamo donne... (ed il caso di Linda Laura Sabbadini)



L’estromissione di Linda Laura Sabbadini, ricercatrice Istat stimata a
livello internazionale, è un avvenimento che non può passare
inosservato, considerato il suo ruolo di pioniera nel raccontare le
questioni di genere attraverso la statistica

L’Italia non è un paese per donne, e le statistiche lo confermano.
Parliamo di numeri che analizzano le dinamiche di società, lavoro ed
economia. Ma parliamo, prima di tutto, di questioni di genere e di
Linda Laura Sabbadini, direttrice del Dipartimento per le statistiche
sociali e ambientali Istat, rimossa dal suo incarico con decorrenza
dal prossimo 15 aprile. L’estromissione della Sabbadini, ricercatrice
stimata a livello internazionale, è un avvenimento che non può passare
inosservato, considerato che è stata pioniera, ben due decenni fa, nel
raccontare le questioni di genere in Italia attraverso la statistica.

Sabbadini fu una delle prime studiose a denunciare le disparità sul
piano sociale, familiare e lavorativo di cui soffrivano le italiane.
Nel 1995, grazie alle sue ricerche alla Conferenza internazionale di
Pechino, tutto il mondo ha saputo che le donne italiane erano quelle
che, a livello globale, accumulavano il maggior numero di ore
lavorative tra cura domestica e impegno fuori casa. Di recente è stata
inserita nella lista delle “100 eccellenze italiane”. Prima ancora ha
fatto parte della commissione Onu incaricata di stabilire i parametri
statistici utili nello studio delle violenze sulle donne e di altri
organismi della Commissione europea.

Il suo è un curriculum di grande livello, come altrettanto grande è il
contributo che in questi anni ha dato affinché nelle statistiche
ufficiali si riducesse l’approccio economico-centrico e fossero messe
in luce le vite dei cittadini, uomini e donne, e considerate le
differenze e le marginalità. Non appena trapelata la notizia
dell’esclusione dall’organigramma è scattato un vero e proprio tam-tam
nella rete: una valanga ditweet di solidarietà, una petizione sulla
piattaforma Change, mail bombing contro il premier Matteo Renzi e il
presidente dell’Istat Giorgio Alleva e diversi gruppi di mobilitazione
su Facebook, che – nel giro di poche ore – hanno raggiunto migliaia di
iscrizioni.

Gli studi di Linda Laura Sabbadini sono stati preziosi per
approfondire molti aspetti quali la violenza di genere, i dati
sull’occupazione femminile, le indagini sulla povertà e la condizione
delle donne immigrate. Un lavoro importante dal punto di vista
scientifico e culturale che non a caso è stato più volte citato come
fonte negli approfondimenti contenuti nell’Agenda Mia, la
pubblicazione annuale cheEdit. Coop ha realizzato dal 1996 al 2015,
ideata per aiutare le donne a orientarsi e muoversi meglio nel mondo
del lavoro e nelle molteplici attività della vita quotidiana. Nei
social (e non solo) l’indignazione è alta perché non è ammissibile
mettere all’angolo una professionalità preziosa come quella della
Sabbadini. C’è chi dice che sia “illusorio sostituire le ricerche con
la mera raccolta dei dati”, e questa critica appare ragionevolmente
sensata.

di Raffaella Sirena



(Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/non-siamo-un-paese-per-donne)

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