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martedì 17 settembre 2013

...rabbia e soppressione della rabbia... A chi giova?


Secondo il buddhista ortodosso la rabbia è un sentimento negativo, capace di distruggere il buon karma di cui una persona gode. E tuttavia la rabbia esiste, come prodotto dell'animo umano. Se ne rendono conto, talvolta, coloro che la evitano, temono o detestano, quando le circostanze producono rabbia anche in chi se ne riteneva immune.


Ciò significa che si tratta di una reazione organica a condizioni date: l'organismo non fa mai nulla a caso, come dimostrano le malattie, che sono reazioni finalizzate a ripristinare un equilibrio perduto (ad esempio, la febbre é un innalzamento di temperatura dei fluidi corporei con lo scopo di uccidere germi dannosi presenti). Dunque, se anche la rabbia ha uno scopo, quale può essere ?


Sembra che si tratti di una emersione di energia psichica e mentale di emergenza, specialmente se imprevista, di fronte ad un pericolo vero o presunto, in particolar modo se vissuto come difficile da affrontare.

Un surplus improvviso di idee ed emozioni, simili al ringhio del cane o al rizzarsi del pelo di un animale, che si simula in tal modo più grosso, forte e pericoloso: tramite la rabbia anche un essere umano simula se stesso come più aggressivo e quindi più temibile, onde mantenere il "nemico" a distanza.

"L'individuo arrabbiato è un individuo spaventato" dichiarava Erich Fromm: come dargli torto ? Si tratta di una osservazione utilissima.

Anche chi é di animo generalmente pacifico può trarre beneficio dall'osservazione ed analisi dei suoi episodi di rabbia, che, anche qualora rari, é difficile siano mancati completamente nella vita di un essere umano.


Una migliore comprensione dei propri sentimenti ed emozioni, anche nel caso che considerati negativi, può aiutare molto nella comprensione del prossimo.


Se quando mi é capitato di essere arrabbiato ero interiormente spaventato, e forse anche irritato di fronte ad una ingiustizia (vera o presunta, la psiche non fa distinzione, purché ne veda la apparenza), posso capire meglio lo stato d'animo di chi si presenta arrabbiato di fronte a me.


Quanta rabbia si esprime quotidianamente nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nei bar, nei ritrovi...?


Ogni accresciuta comprensione degli stati d'animo altrui, tramite la conoscenza dei propri, contribuisce comunque a generare maggiore empatia reciproca, proprio ciò di cui hanno bisogno gli esseri umani per affrontare e risolvere le loro mutue difficoltà relazionali.


Vincenzo Zamboni

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