Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

mercoledì 28 agosto 2013

31 agosto 2013 - Venezia Cinema: Tera Pustota di Valeria Davanzo

INVITO-31-AGOSTO-2013-LIDO-di-VENEZIA1-680x468.jpg

La Milonga è malinconia e passione la Milonga è  come una terra da lasciare a riposo, incolta, dopo che l’ hai usata con amore: Tera Pustota. Mi viene in mente il tango, una passione di Valeria Davanzo.

“…Vi sono poche parti di terra “pustota” (lasciata a riposo) in questo territorio così antropizzato. Il documentario propone un paesaggio frammentato, ma ricco di vitalità e creatività; una terra altra perché da altri abitata, una natura che si riprende il suo spazio vitale rigenerandosi in modo libero, senza regole di alcun genere, non pensate dall’uomo. Una terra ricca di inventiva biologica che, colonizzati i luoghi dove l’uomo non arriva con le sue intenzioni, si riorganizza spontaneamente, secondo un proprio ritrovato eco-sistema. I luoghi abbandonati dall’uomo, i luoghi “pustoti” che hanno dato forma al nuovo paesaggio sono registrati, descritti e incisi, tra immagini e poesia…”

Ci conoscemmo al Maxxi il 18 ottobre del 2012 per la presentazione di Memoriae Causa, un film e una conversazione per raccontare l’architettura di Carlo Scarpa. Valeria è una donna schiva e tenace, poliedrica e cresciuta in terra veneta, abituata a lavorare per le persone  con disagi , con una voglia di sole e conoscenza come raramente ho incontrato, che si accompagna stranamente con quella melodia delicatissima della milonga: già perchè in Veneto non si balla solo il liscio e non c’è solo la Lega… Sarà presente anche Carla Urban,  mia stimata e carissima amica dall’adolescenza, alla presentazione del documentario TERA PUSTOTA, nell’ambito della 70ma edizione del Festival del Cinema di Venezia: la Regione Veneto presenta il documentario presso HOTEL EXCELSIOR – Sala Chez Vous 31 AGOSTO 2013 – ORE 18.

Lascio ora la parola a lei, Valeria Davanzo,  l’autrice del documentario TERA PUSTOTA.  

Segue anche il comunicato Stampa. Per il resto la Terra vi invita ad amarla e rispettarla, come  ha sempre fatto il signor Egidio Davanzo. E di padre in figlia.  Passerà e ci riorganizzeremo spontaneamente? Passerà: io vi consiglio questa imperdibile passeggiata a Venezia e di vedere Tera Pustota.

Doriana Goracci
http://www.reset-italia.net


La terra va amata «perché la terra ci dà tutto, qualsiasi cosa serva all’uomo».


TERA PUSTOTA
UN FILM DOCUMENTARIO DI VALERIA DAVANZO
Nell’ambito della 70ma edizione del Festival del Cinema di Venezia la Regione Veneto presenta il documentario presso HOTEL EXCELSIOR – Sala Chez Vous
31 AGOSTO 2013 – ORE 18
Interverrà la regista Con Carla Urban – Michele Zanetti – Fabio Franzin



VALERIA DAVANZO Breve nota biografica

Classe 66, vive a Ceggia (VE). Da sempre si occupa di tematiche ambientali e sociali. Ha vissuto alcuni anni a Palermo dove si è occupata di fotografia ed, in seguito, in Toscana dedicandosi al recupero di un antico borgo medioevale che era in totale abbandono. Per circa 20 anni si è divisa fra la Toscana e il Veneto. Nel 2001 si è stabilita definitivamente a Ceggia in una grande casa rurale e dal 2005 ne ha destinato ampi spazi per varie attività culturali. Nello stesso anno ha dato vita a “Spazio Ramedello”, del quale è direttrice artistica, inaugurandolo, contemporaneamente, con quattro mostre su temi riguardanti l’abitato ed il paesaggio rurale. In questi ultimi anni in “Spazio Ramedello” ha proposto, prodotto ed organizzato altri eventi di teatro, musica, poesia e danza. Dal 2011 collabora con il regista Riccardo De Cal, nella casa di produzione CabiriaFilm. Ha curato la presentazione, del film Memoriae Causa di Riccardo De Cal, al MAXXI, Roma, il 18 ottobre 2012. Cura la regia del film documentario Tera Pustota, che viene pubblicato in aprile 2013 con la casa editrice De Bastiani.


Tera Pustota è da intendersi come un progetto culturale sinergico, il quale attraverso il linguaggio del cinema documentaristico, propone la possibilità che altri linguaggi espressivi, quali l’opera grafica di Livio Ceschin e l’opera poetica di Fabio Franzin interagiscano con l’intervista in presa diretta al contadino Egidio Davanzo, per creare il racconto del documentario stesso. Il film risulta essere così un altro modo per la divulgazione della poesia e dell’opera incisoria, attraverso il film e il suo supporto DVD. Ho ritenuto che vi fosse la necessità di accompagnare il film da un libro, primario ed indispensabile supporto per la comunicazione: la carta, da sempre. Il libro raccoglie oltre ad una silloge di Fabio Franzin e la riproduzione delle incisioni di Livio Ceschin, scritti inediti del prof. Francesco Vallerani, geografo insegna a Cà Foscari, di Michele Zanetti, raffinato naturalista e scrittore, del poeta Franco Loi.Il tutto è stato girato con una videocamera amatoriale, mentre il montaggio è stato ben curato insieme al regista Riccardo De Cal, per raccontare, nel cortometraggio di 28 minuti, i paesaggi della quotidianità, che ancora riescono, nonostante tutto, a farci percepire la natura e l’ambiente che ci circonda come parte di noi, del nostro DNA. Anche la scelta dei brani musicali si basa sul concetto di: musica riconoscibile immediatamente, le 4 stagioni di Vivaldi sono in assoluto i concerti più eseguiti da sempre e, pertanto, appartengono alla nostra memoria genetica e collettiva. La colonna sonora, per i brani di musica classicae è stata eseguita da giovanissimi musicisti, già straordinari artisti: Laura Bortolotto e Christian Sebastianutto, violino, Leo Morello, violoncello e il loro maestro Domenico Mason, viola.Il film non ha motivazioni nostalgiche, casomai, intende proporre un momento di riflessione sulla attualità del paesaggio che ci circonda e che ci appartiene, sul significato che assume per il nostro benessere, ed infine perché ci spinge verso la ricerca di bellezza e serenità. La memoria è quel patrimonio culturale che ci permette di prospettare il nostro futuro. Il contadino oramai in estinzione ci parla di amore per la terra, un amore che ha a che fare con la sacralità dell’essere custode della terra. Il poeta riconsegna la parola dialettale a quel contadino che la sta perdendo per sempre e consegna a tutti noi una infinità di umanità che ci appartengono, che ci aiutano a trovare risposte alla domanda: chi sono io?

Nessun commento:

Posta un commento