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venerdì 30 novembre 2012

UE - La felicità non abita più qui...


Affresco di Carlo Monopoli


Sostenibilità ambientale determinante per la qualità della vita dei cittadini
Cali di oltre il 20% dei livelli di ottimismo e felicità sono riportati in alcuni paesi dell'Unione europea, e oltre un terzo delle persone indicano un peggioramento della loro situazione finanziaria nel corso degli ultimi cinque anni. Questi sono solo alcuni dei risultati raccolti nell'European quality of life survey 2012. Quality of life in Europe: impacts of the crisis, risultati che riflettono in larga misura - ma con qualche eccezione - la situazione economica europea, con i più alti livelli di ottimismo riportati in Danimarca e Svezia, e livelli più bassi in Grecia, Italia e Portogallo.
Condotto dall'organismo europeo Eurofond - Fondazione per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro - l'indagine mette a fuoco un'amara realtà. L'Unione europea è ancora un paradiso dove vivere rispetto ad altre fette del pianeta. 
Ma molti europei sono sempre meno felici, afflitti da una crisi che diventa un eterno presente, dal quale talvolta sembra impossibile fuggire. 
La dimostrazione pratica di questo futuro all'empasse si può toccare contando i giovani che in Europa non lavorano, non studiano, non si stanno formando. I Neet (questo l'acronimo col quale vengono definiti) sono il 15,4% dei giovani tra i 15 e i 29 anni: 14 milioni di ragazze e ragazzi. Con un costo per gli stati membri stimati in 153 miliardi di euro nel 2011, e un costo sociale e morale molto più grande.
La lettura dello studio Eurofond risulta particolarmente interessante all'interno di un contesto in cui l'attenzione per indicatori alternativi al Pil conquistano progressivamente una maggiore attenzione. Un passo fondamentale per individuare nuove e più sostenibili forme di sviluppo. Al di là delle difficoltà di stima, aspetti come la soddisfazione per la propria vita o la felicità (complementari tra loro: la prima riguarda aspetti cognitivi, mentre la felicità è emotiva e si rivolge prevalentemente aspetti personali della vita) diventano fondamentali da osservare (vedi grafico, fonte Eurofond), e risultano solo in parte spiegati dagli indicatori economici come il Pil pro capite.
La qualità della vita di un cittadino risulta così determinata non solo dalle condizioni di vita individuali, ma anche dalla qualità sociale e ambientale, compresa la disponibilità e la qualità dei servizi pubblici, delle istituzioni, delle relazioni. «La qualità dell'ambiente e la sostenibilità ambientale - si osserva nel rapporto - rappresentano approcci fondamentali per misurare i progressi di una società».
I vertici politici si trovano troppo spesso estranei ad un tale approccio, concentrati a rispettare esigenti vincoli di bilancio, ma dimenticando qual è il ruolo dell'economia (e di tali bilanci) all'interno della società e dell'ambiente. Ed è proprio sul declino della fiducia nelle istituzioni governative nazionali che Eurofond si concentra tirando le somme del rapporto, affermando come questo «metta in evidenza la sfida per i responsabili politici di accrescere la fiducia nel futuro progresso economico e sociale», e sottolineando la necessità di «mettere in primo piano la nostra conoscenza circa il benessere nelle sviluppo delle politiche».
Sul piano strettamente economico, l'ultimo sblocco degli aiuti concessi alla Grecia - di per sé insufficiente e, nuovamente, di dubbia solidarietà - potrebbe nascondere qualche passo avanti in tal senso. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso (Nella foto), ha infatti presentato a Bruxelles un piano per «una profonda e autentica unione economica e monetaria», che - come riporta il Sole24Ore - prevede «l'istituzione di un bilancio per la zona euro e in una prospettiva più lontana la messa in comune del debito tra gli Stati membri».
In sostanza, un'iniezione di fiducia. Ancora troppo poco, si dirà, ed è vero. Ma è proprio la fiducia il valore che adesso scarseggia di più in Europa, più della moneta: ed è da una sua ricostruzione che dipende il presente e futuro di tutta l'Unione.

Luca Aterini

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