Sant'Antonio, una delle feste più importanti nel ciclo dell anno rurale, santo protettore degli animali, santo ecologico, in un certo senso protettore dell ambiente in senso lato. Non so spiegare questo speciale su foggia per Sant'antonio, è una città che mi ispira molto anche se in verità la conosco poco, ci sono stato solo di passaggio. Ciao e buona settimana di Sant'Antonio, Ferdinando Renzetti
Foggia
cosa cerchiamo dentro la musica di ieri e di oggi?
siamo catturati da una fanfara, da un violino
pizzicato, da una fisarmonica. il nostro presente e’ fatto pure di toni elettronici di tasti collegati all
intangibile e ne siamo catturati. camminiamo veloci sulla strada della
tecnologia ma forse a ben pensare cio che comunque ci attrae e’ sempre la vertigine di un viaggio nell insondabile,
nel senza tempo e anche nel rocambolesco. e mentre ringraziamo di cuore la
musica che cura le nostre mancanze dell anima, continuiamo ad andare avanti e
indietro e a cullarci delle nostre piccole vite a perderci in notti luminose e
buie, mossi anche dalle scosse telluriche prodotte dal battito di certi
tamburi, come voglia atavica oltre il sogno e altri possibili esistenze di
scatenare il corpo. e’ l anima che bussa tra le formule chimiche e i bit.
dateci una piazza e una musica che ci faccia saltare e fare il giro del mondo,
oltre che festa popolare, tra sacro e
profano, anche gioco aperto alle contaminazioni e all equilibrismo musicale e
clownesco.
fuggi da foggia
foggia e’ stata
sempre descritta dai viaggiatori di altri tempi come un luogo di estrema povertà disordine sudiciume. interessante a tal proposito leggere l'articolo
fuggi da foggia! la citta vista dagli altri di antonio
ventura
nonostante foggia fosse nei tempi passati, uno dei
mercati della lana del bestiame e del grano più importanti
del regno di napoli. la dieta quasi
vegetariana basata su un alto consumo di verdure legumi
e cereali.
tempo fa, infatti, ero in uno scompartimento sul treno
per milano, in silenzio vicino al finestrino, un signore, ben vestito, quaranta
anni circa, ha iniziato una discussione
con altri viaggiatori: milano..! milano..! che ci andiamo a fare a milano? mi
piacerebbe così
tanto starmene nella mia foggia! si
mangia male a milano! che ne sanno del pan cotto con le verdure di stagione,
delle fave con le cicoria e delle
orecchiette con le rape strascinate. sono pure megalomani questi milanesi: lasagna alla milanese, ragù alla milanese, risotto alla milanese. come se queste
pietanza si facessero solo a milano. il pane! vogliamo parlare del pane? a
milano non si trova il pane! hanno le michette, le rosette, ma e’ quasi impossibile trovare una bella pagnotta! e
mostrando la sua enorme valigia, ha continuato: ma che vi credete che ci porto
i vestiti la dentro? e’ piena di buste di
orecchiette fatte con un antico grano coppelli. una bella pagnotta di pane di
sannicandro. lo fanno di tre fogge: una bassa o pizza pane, una media di circa dieci cm di altezza e il
tipo più diffuso di altezza di circa 20 cm, la crosta bella
scura del pane cotto a legna e la mollica ben ricresciuta piena di grandi bolle
d aria. le mezze fave di carpino, il cacio cavallo podolico del Gargano e un po
di bottiglie di vino nero di troia. io avrei trascorso volentieri il natale a
foggia con mia madre e il resto dei parenti nell allegria e nella convivialita
ma mia moglie e i miei figli non hanno
voluto saperne. una signora interviene e dice: si pero il risotto allo
zafferano..? lui come stuzzicato nel vivo strabuzzando gli occhi ha esclamato:
lo zafferanooo! ma signora ha mai provato a comprare lo zafferano a milano. se
lei entra in un qualsiasi negozio anche un supermercato e chiede lo zafferano,
come se pronunciasse una parola magica produce sbigottimento nella commessa che
subito la scruta dalla testa ai piedi per vedere se merita di ricevere un
simile premio, poi con fare furtivo apre un cassetto prende una chiave,
abbandona la cassa, si alza, va a un armadietto chiuso a chiave, lo apre,
prende la bustina e glie la consegna come se si trattasse di una preziosa
reliquia. a casa quando apre la bustina ci si chiede, ma dove sarà mai lo zafferano? visto che nella bustina ci sono solo
pochi granuli del prezioso ingrediente?
ridendo tra me e me, mi sono riproposto di dedicare un articolo a foggia, citta a cui ho gia
dedicato un precedente articolo, per chi
volesse leggerlo lo trova cliccando su google; antropoarchigroltura;
dove parlo di foggia come di una specie di far west italiano, cittadina, grande
mercato, dedita al divertimento al gioco alle donne e al vino.
l'alto tavoliere e’ una
bioregione opulenta per quanto riguarda
la tradizione gastronomica, basata su ricette povere naturali, provenienti dal
mondo contadino tramandate sapientemente per secoli. una cucina definita
terragna perché
ha origini da sapori e profumi della
terra, come l olio. dalle spigolature del grano le donne si procuravano una
farina da cui si otteneva una pasta speciale ideale, le saporite
orecchiette. piatti poveri come il
pancotto preparato con pane raffermo ed erbe selvatiche. nei pressi dei
colorati mercati ancora oggi si incontra l terrazzano che vende le erbe
spontanee raccolte nei campi utilizzate per insaporire le pietanze
tradizionali.
durante la fiera di foggia venditori di prodotti vari,
da manufatti per la casa attrezzi da usare nei lavori campestri e pastorali
pelli conciate stoffe oggetti di argilla cesti pentole in rame coltelli e
monili d oro e d argento lavorati, tra le bancarelle circolavano cantastorie
musicanti prostitute saltimbanchi.
usciamo dal silenzio! ora possiamo!
foggia
e’ quella musica che nasce dentro il paese
e
si spegne dentro le case
dove
si ferma il vento che attraversa la campagna
tutta
spine e tutta rose
dove
si ferma il tempo che si trasforma in tarantella
dove
un santo dorme sotto le stelle
foggia
e’ quella musica che dura un giorno
a
chi si sente fortunato
e
tu possa girare come gira il sole
e
tu possa sentire il profumo di rosa d
amore
e’ una musica meridionale
e’ un vento che fa innamorare
la
chitarra di matteo salvatore
foggia
e’ solamente terra antica terra amara
di
rose e di canzoni mai sentite
foggia
e’ quello che e’ passato
e
che ancora vuole venire
a
foggia a foggia
cu
lu sole e cu la pioggia
cu
la pioggia e cu lu sole
a
foggia a foggia..
di eugenio
bennato cantore della
tradizione
meridionale
le
chiacchiere de lu paese
e
je nzuret lu rusce e c ha pigliat la roscia
e
cu na botta de tosce ha fatt lu fije che la chep rosce
se
io nun tengo nend me magno la pulend
me
magn la pulend prim mabbott e po mallend’
l
acqua a lu mer la farin a lu muliner
chi
pecor ce fa lu lup ce l adda magna
quando
ce zapp e quand ce pot
nun
tengo zievi e nun tengo nepute
quand
e’ tempo de vitigna zievi de qua e nepute de la
aspetta
ciuco mio quando viene la paglia nuova
hai
voglia tu a ragghia’ qua de paglia nun ce sta
mamma
mamma so lunghe le ore
ncapp
le mosch annanz lu sol
se lu temb nun vo passa
dop
ncappet fall vula’
di matteo
salvatore poeta cantore e
cantastorie,
anche filosofo:
mamma
mamma sono lunghe le ore
acchiappa
le mosche innanzi al sole
se
il tempo non vuole passare
dopo
acchiappate falle vola’
l
intero testo del brano sembra un montaggio in sequenza
di
modi di dire ed espressioni del quotidiano apricenese
in
un paese del sud il ritmo si impossessa di te
per
alleggerire la fatica col suo morso
nel
giardino degli ulivi suoni e poesia dalla terra
pietre
che cantano luoghi dell infinito
frammenti
di cielo tra mare e terra
suoni
dal mediterraneo
cura
per il freddo senza smettere mai
voci
sparse ritmi inebrianti di luoghi abbandonati
figli
del sud, a foggia! (sebastian)
ricordo
che la radio della terra trasmette dalle frequenze del centro documentazione
sulle case di terra a casalincontrada
nel
ciclo del tempo rurale il periodo di santantonio segna l'inizio dell anno
agrario e del lavoro nei campi che si conclude a san martino a novembre. nei
mesi di letargo invernale in genere si eseguono lavori di rural design
come
cesti scope e altri oggetti, le donne tessono.
la
musica ha una valenza apotropaica, scaccia spiriti maligni, molto spesso durante le questue in alcuni nuclei
famigliari si fanno entrare i suonatori persino nelle camere da letto. ha una
funzione catartica, procura emozioni intense che portano benessere psicofisico.
la musica e’
anche psicotropa. addormenta e rilassa la
mente.
apotropaica,
catartica e psicotropa
potrei
fare un commento su tutti i brani ma sarebbe un lavoro lungo quindi lascio a
voi il piacere di cercare notizie di autori
musiche e testi
nella
compilation ho messo un brano del santo antonio della provincia di teramo , un
saltarello del laccio damore di penna santandrea, il bellissimo canto tra sacro e profano di
emidio lusi, il te deum della confraternita di scanno perche
la
mente e’ il vero dance floor.
buon
ascolto buona ricerca buona lettura
brani
suonati a foggia:
folkabbestia: nikola kolo
squadre
di poggio e di penna: sand andonie di lu quarand
emidio
lusi e bandisti di lanciano: viso adorno
luigi
bolognese: spallata
suonatori
del laccio: saltarella
confraternita madonna del carmine di scanno: te deum
nusrat
fateh ali khan: mustt mustt
jah wobble invaders of the heart: bagpipe music
african head charge: heading to glory
nomad:
nomad
l.
cannavacciuolo p. barra a. infantino faraualla: falankos
marcello
colasurdo: catarina
tamburi
del vesuvio: tarantella del gargano
mario
salvi: tarantella di montemarano
alfio
antico: ballata
bosio
big band: a la zingara
nidi
d arac: ahi tamburrieddhu
alessandro
palmitessa: rastapizzica
luciano
russo e la contrabbanda: limon limonero
il
parto delle nuvole pesanti: raggia
eugenio
bennato: foggia
matteo
salvatore: le chiacchiere de lu paese
calic:
attinde
pantarei: tala tala
vox populi: zoo zoom
capone:
sole mare e terra
sud sound system: soul train
darmadar:
muhammadyya
trascendental:
bismillah
brothers: asiastan
francesco
bruno: italia
a
foggia a foggia… cu lu sole cu la
pioggia
cu
la pioggia cu lu sole, a foggia a foggia…
un
vecchio canto riecheggia nell aria
un
canto di catene e liberta
nei
campi ne muoiono a centinaia
ma
la forza del blues
e’ la forza di chi si porta sulle spalle
la
croce come colpa propria
impossibile
da espiare
una
croce nera
fatta
di suoni cupi e d amore
che
come il suono del vento
passa
da orecchio a orecchio
(marco blues)
dedicato
a tutti i migranti che raccolgono pomodori sotto il sole cocente su strade arse
e desolate della puglia estiva
vibrazioni
cosmiche sulla via della luce isole dell arcipelago terraferma
nell
ecosistema contemporaneo
tutti
condividiamo una sola casa: la terra
se
c e’ presenza
la
luce e’ radiosa
e l
energia brilla
(lao tzu)
un tempo non era permesso
di
pensare liberamente,
ora
sarebbe possibile ma
nessuno
ne e’ più capace
(osvald
spenglert)
antropoarchistorizia
un
viaggio attraverso le strade dell erba dell alto tavoliere e’ un percorso lento: segue ritmi
stagionali di quei pastori che con i loro
armenti per secoli hanno percorso i tratturi. le storiche vie della lana del sistema transumanza definite nel
tempo e modellate dall uomo con costruzioni sempre più articolate a causa del brigantaggio e della pirateria;
era indispensabile considerare il fattore sicurezza. ancora le masserie
fortificate negli spazi sterminati del tavoliere, dominano il paesaggio con le
robuste e arcigne torrette. nelle vicinanze i locali destinati al bestiame
quelli per conservare il fieno e la lavorazione dei prodotti caseari. le
abitazioni dei pastori, spettacolari elementi
di architettura povera. la fitta rete di comunicazione rappresentata dai
quattro tratturi principali e dai loro bracci, e’
andata perduta. la mena delle pecore una
sorta di dogana istituita sotto il regno di alfonso I d aragona prima a lucera fino al 1468 e poi a foggia. quando il
fenomeno della transumanza raggiunse l'apogeo del suo sviluppo. sui tratturi
viaggiavano oltre ai pastori commercianti e viandanti pellegrini eserciti e
lungo tali strade si costruivano stazioni di posta taverne borghi chiese. con
un pendolarismo stagionale e per millenni la pastorizia trasmigrante ha creato
una vera e propria civiltà della transumanza con
una migrazione di milioni di capi di bestiame. si parla nel 1500 di tre
milioni di ovini transumanti. un esercito di uomini che viaggiavano a piedi
a tappe forzate, per molti giorni, anche
mesi, percorrendo le vie erbose ossia i tratturi. nel 1806 eversione della
feudalità e
abolizione dell istituto della dogana di foggia. l'abolizione del feudalesimo
nel decennio francese e l'eversione dal
demanio ecclesiastico dopo lunificazione nazionale hanno portato le terre ai
borghesi, che hanno iniziato una agricoltura di rapina e che ha preso il
sopravvento sulla pastorizaia ed e’ durata fino ai nostri giorni. si sono costruiti
masserie da campo casedde muretti a secco pozzi, strade stradoni accessi per
raggiungere terreni. piantati viti mandorli ulivi peri
la
dieta dei pastori era basata sul minimalismo assoluto soprattutto pane di bassa
qualità, cotto con poche
erbe di campo. una fetta di pane in acqua bollente con una C di olio, la
domenica una O, con l aggiunta di un po di formaggio o ricotta.
per
chi fosse arrivato qui in fondo vi lascio con due
brani
di rock blues inglese degli anni sessanta:
the animals: the house of the rising sun
cream: sunshine of your love
ferdimantra
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