Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), con la partecipazione della Nasa, della Commissione europea e del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), hanno aggiornato la sintesi della valutazione scientifica sul danneggiamento dello strato d’ozono (Assessment for Decision-Makers Scientific Assessment of Ozone Depletion: 2014).
Secondo questo rapporto, redatto con la collaborazione di 300 scienziati, la ricostruzione dello strato di ozono, che protegge la Terra dairaggi ultravioletti del Sole, è ad un buon punto, grazie ad un'azione internazionale concertata contro le sostanze dannose per l'ozono. Senza infatti il Protocollo di Montreal, che ha l’obiettivo di eliminare gradualmente la produzione e l’uso di quelle sostanze che contribuiscono al danneggiamento dello strato d’ozono, e senza gli accordi associati, i livelli atmosferici di sostanze che riducono lo strato di ozono potrebbero aumentare di dieci volte entro il 2050. Secondo l'UNEP, il protocollo avrà impedito 2 milioni di casi di cancro della pelle ogni anno entro il 2030, scongiurato danni agli occhi e al sistema immunitario e protetto fauna selvatica e agricoltura.
I benefici climatici del protocollo di Montreal potrebbero però essere significativamente compensati dalle emissioni di idrofluorocarburi utilizzati in sostituzione delle sostanze dannose per l'ozono; gli idrofluorocarburi non danneggiano lo strato di ozono, infatti, ma molti di loro sono potenti gas serra. La valutazione rileva inoltre che sono possibili approcci per evitare gli effetti climatici dannosi di questi sostituti.
Le stesse tendenze emergono dal report dell’Agenzia Europea per l’ambiente Ozone depleting substances 2013, secondo il quale dal 1989, anno in cui il protocollo di Montreal è entrato in vigore, le sostanze chimiche che danneggiano lo strato di ozono sono state sostituite con successo in molte parti del mondo. All'interno dell'UE queste sostanze sono coperte dal Regolamento CE N. 1005/2009 del 16 settembre 2009, che è più severo rispetto alle norme del Protocollo e copre sostanze aggiuntive.
Poiché il potenziale di danneggiamento dello strato di ozono varia tra sostanze, i dati raccolti su questi prodotti chimici sono espressi non solo in tonnellate, ma anche in termini di effetti ambientali (potenziale di eliminazione dell'ozono - ODP).
Nel complesso, il commercio e l'uso di sostanze con un forte ODP si stanno restringendo in quanto sono gradualmente sostituite con sostanze meno nocive: tra il 2012 e il 2013 la produzione e l'esportazione di queste sostanze hanno continuato la loro tendenza a lungo termine al declino, sia in termini di ODP che di tonnellate.
A cura di: Daniela Rosellini
(Fonte: http://www.arpat.toscana.it/ )
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