Non Credo. N. 28, anno VI (marzo aprile 2014) Edita da Fondazione ReligionFree Bancale (Fax 0766.030470 - Cell. 366.5018912 - Email: noncredo@religionsfree.org)
Recensione
Ho ricevuto alcuni giorni fa la rivista Non Credo diretta da Paolo
Bancale. Egli mi telefonò nel 2012, dopo aver letto alcuni miei
interventi, per sapere qualcosa di più sui miei studi e sulla
pratica spirituale laica da me perseguita. Poi ancora una volta ci
siamo risentiti verso la fine del 2013 e finalmente mi chiese se
volessi curare una rubrica o meglio una serie di articoli sul
taoismo. Così gli mandai un pezzo dal titolo “Il vuoto taoista e
l'agire senza agire” che infatti è stato pubblicato sul Volume 28
ora ricevuto. Di solito sono molto scettico sul modo in cui
vengono trattati i temi “spirituali” su riviste di matrice atea.
Speso i riferimenti allo spirito sono uno spunto per parlare
criticamente dei vari aspetti di spiritualità e filosofia. Ma
stavolta il mio scetticismo si è disciolto e debbo ammettere di aver
letto con piacere gli articoli, variegati, che si occupano -in forma
concreta- dei risvolti metafisici del pensiero umano. Per “forma
concreta” intendo un approccio scientifico ed analitico che lascia
poco spazio al “credere”. Insomma direi che l'intelligenza che
anima questa rivista è prettamente “laica”. Perciò una breve
recensione degli articoli letti voglio sottoporvela. Comincio da
“L'India tra religione e filosofia” di Silvia Siberini, un
bell'excursus sulla cultura indiana di cui anch'io sono un cultore.
Ho apprezzato sopra tutto gli aspetti storici riguardo alla
formulazione del pensiero ariano vedico e vedantico. Nella redazione
del testo però deve essere stato commesso un banale errore di
trascrizione, ove si definiscono i termini allievo “bramachari” e
insegnante “acharya” in posizione invertita (pag. 138). Ma chi è
pratico di induismo capisce trattarsi di una semplice inavvertenza
nella compilazione. Ho trovato poi molto interessante un articolo
antropologico di Bruna Tadolini “La madre Eva e le migrazioni
dell'uomo”, che descrive l'inizio della specie partendo dal
patrimonio genetico mitocondriale di una comune “madre”. Di
questo tema, parlando di matrismo, anch'io in passato me n'ero
occupato ma in forma vaga e quindi ho apprezzato la precisione con la
quale l'autrice ha chiarito il mito “della comune progenitrice”
partendo da una spiegazione scientifica. Altro tema a me familiare è
quello trattato nell'articolo di Francesco Blasco, anch'egli docente
di genomia, dal titolo “Dalla coscienza a Stonehnge”, in cui
vengono descritte varie ipotesi sulla funzione e antichità dei
complessi megalitici, di molto antecedenti alla cultura celtica (si
fanno risalire al terzo millennio a.C.). Altro testo intrigante è
stato per me “l'invenzione della croce” di Carmelo La Torre, che
spiega con accuratezza come la leggenda della croce che noi
conosciamo sia sorta nel mondo cristiano antico. In effetti i primi
cristiani non conoscevano la croce e nemmeno che Cristo fosse stato
crocifisso, la favola si affermò attorno all'VIII secolo della
nostra era. Voglio terminare questa breve recensione menzionando
l'articolo del fisico Renato Potenza che tratta della scoperta della
“Particella di Dio”. Una buona e “digeribile” spiegazione
sulla formazione della materia e dell'universo conosciuto, ponendo
l'accento sul bosone di Higgs e sulla natura misteriosa del “vuoto”
primordiale.
Bene, sono contento di
stare in mezzo a tutti questi esimi pensatori e scienziati e
ringrazio Paolo Bancale per aver insistito a coinvolgermi in questo
suo progetto editoriale.
Paolo D'Arpini
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