Dipinto allegorico di Franco Farina
Devo
confessare che dopo l’annuncio ufficiale che l’aeroporto low cost di Viterbo non si farà più, dato
dal sindaco Marini, ho gioito a lungo. Anzi, ho addirittura brindato all’epilogo
di questa farsa tutta politica, che ha fatto grande gioco alla maggioranza che
siede a Palazzo dei Priori. L’euforia ha però presto lasciato il passo alle
riflessioni, ai ragionamenti profondi ed alle verità che, purtroppo per i
nostri politici, stanno venendo a galla.
La prima
domanda che è venuta subito dopo l’inizio della riflessione è stata: Ma il
sindaco Marini davvero non sapeva niente della piega che aveva preso il
progetto “aeroporto di Viterbo”, quando in consiglio comunale spingeva per fare
approvare lo spostamento delle cubature dalle “Zitelle” a Monte Pizzo?
Cari lettori
vi ricordate come l’”affaire” Itet aveva diviso la maggioranza di Palazzo dei
Priori? Sembrava che senza quella colata di cemento a Monte Pizzo, la città di
Viterbo fosse condannata per l’eternità all’Inferno della vergogna e anche a
pagare danni, terribilmente alti, alla Itet. Insomma, da quanto si leggeva sui
giornali, sembrava che il sindaco Marini volesse assolutamente e con la massima
urgenza, questo spostamento di cubatura. Nessuno si poneva la domanda perché
c’era tutta questa fretta.
Nessuno denunciava che un appartamento in zona Monte
Pizzo vale molto, molto di più di un appartamento in zona “Zitelle”, senza che
il Comune ci guadagnasse un centesimo in più. Anzi sembrava che più che di un “affaire”,
si trattasse di una pratichetta amministrativa, una semplice carta da spostare
da una cartellina ad un’altra. Insomma: “votate lo spostamento della cubatura e
state tranquilli”. Ora come diceva quel tale, a pensare male si fa sempre
peccato, ed io ho peccato pensando: Ma se qualcuno della maggioranza sapeva già
che fine avrebbe fatto il progetto aeroporto e sapeva anche che il vincolo
aeroportuale sarebbe svanito nel nulla nel giro di pochi giorni, cosa dobbiamo
pensare di questo qualcuno? Che è un cattivo politico? Che si sa fare bene,
molto bene gli affari suoi? Che se ne frega di Viterbo e dei viterbesi? Che ha
cercato di favorire qualche amico potente? Che ha cercato di … Non scrivo più
niente perché anche i mascalzoni, se presi col “sorcio in bocca” possono querelare.
Ma adesso
viene il bello. Come in un domino dove caduta la prima tessera, tutte le altre
seguono, adesso appunto si dovrà mettere mano seriamente al progetto della
Città Termale. Viterbo dovrà trasformarsi in Viterbo Terme. Viterbo dovrà
finalmente rispondere alla sua vocazione primaria che sono state sempre le
Terme.
L’acqua
delle “Zitelle” potrà di nuovo essere sfruttata per un impianto termale. Quindi
non potrà più essere convogliata alle Terme ex Inps, come ipotizzato, quando il
progetto aeroporto era ancora un meraviglioso spot elettorale di Marini &
Co.
Siccome le
Terme ex Inps sono senza acqua da quando le Terme dei Papi hanno riperforato
“Il pozzetto”, per riattivare i pozzi gigliola e Uliveto si dovrà necessariamente
agire sulla saracinesca del “pozzetto” per limitare la sua erogazione.
Il prof.
Vincenzo Piscopo ha già dimostrato che chiudendo la saracinesca del “pozzetto”
i pozzi Gigliola e Uliveto ritornano attivi. Cari lettori, vi confido, che si
avvicina sempre di più il giorno della verità sulle nostre Terme. Il prossimo
31 marzo scadrà il contratto di sub-concessione tra il Comune e le Terme dei
Papi. E poi ci saranno tante altre novità sicché presto avremo una offerta
termale cospicua, diversificata e per tutte le tasche. Questo il panorama delle
concessioni già attive e quelle in arrivo che già si intravede:
Vasche
libere al Bullicame, Vasche libere alle Terme Carletti, Terme Free Time, Terme
del Bacucco, Albergo Termale ex Oasi Hotel, Campo Termale del Bagnaccio, Terme
delle Zitelle, Terme ex Inps, Terme dei Papi e Hotel Salus Pianeta Benessere.
Quando tutto
sarà partito e Viterbo sarà diventata ancora una volta una “capitale” termale,
come lo era nei secoli appena trascorsi, cambieremo il nostro nome in Viterbo
Terme, che da solo è una grosso cartello pubblicitario. Evviva il bacino del Bullicame,
evviva il nostro naturale volano di sviluppo. Altro che l’aeroporto!
Giovanni Faperdue
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